Un Digiuno Per Acque Che Non Vengono Meno, Parte 2
Da Libri e Sermoni Biblici.
Di John Piper
su Il Digiuno
Una parte della serie A Hunger for God
Traduzione di Ilaria Feltre
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Isaia 58:1-12
1 Grida a squarciagola, non risparmiarti; alza la tua voce come una tromba e dichiara al mio popolo le sue trasgressioni e alla casa di Giacobbe i suoi peccati. 2 Mi cercano ogni giorno e desiderano conoscere le mie vie, come una nazione che pratichi la giustizia e abbandoni la legge del suo DIO, mi chiedono dei giudizi giusti e desiderano avvicinarsi a DIO. 3 Essi dicono: “Perché abbiamo digiunato, e tu non l’hai visto? Perché abbiamo afflitto le nostre anime, e tu non l’hai notato?”. Ecco, nel giorno del vostro digiuno voi fate ciò che vi piace e costringete a un duro lavoro i vostri operai. 4 Ecco, voi digiunate per liti e dispute, e per percuotere empiamente col pugno. Non digiunate come fate oggi se volete far udire la vostra voce in alto. 5 È questo il digiuno di cui mi compiaccio, il giorno in cui l’uomo affligge la sua anima? Piegare la testa come un giunco e distendersi su un letto di sacco e di cenere? Chiami forse questo un digiuno e un giorno gradito all’Eterno? 6 Il digiuno di cui mi compiaccio non è forse questo: che si spezzino le catene della malvagità, che si sciolgano i legami del giogo e che si lascino andar liberi gli oppressi, e che voi rompiate ogni giogo? 7 Non è forse questo: che tu rompa il tuo pane con chi ha fame, che tu porti a casa tua i poveri senza tetto, che quando vedi uno nudo tu lo copra e che non trascuri quelli della tua carne? 8 Allora la tua luce irromperà come l’aurora e la tua guarigione germoglierà prontamente, la tua giustizia ti precederà e la gloria dell’Eterno sarà la tua retroguardia. 9 Allora chiamerai e l’Eterno ti risponderà, griderai ed egli dirà: “Eccomi”! Se tu togli di mezzo a te il giogo, il puntare il dito e il parlare iniquo. 10 Se provvedi ai bisogni dell’affamato e sazi l’anima afflitta, allora la tua luce sorgerà nelle tenebre e la tua oscurità sarà come il mezzogiorno. 11 L’Eterno ti guiderà di continuo, sazierà la tua anima nei luoghi aridi e darà vigore alle tue ossa, tu sarai come un giardino annaffiato e come una sorgente d’acqua le cui acque non vengono meno. 12 E i tuoi riedificheranno le antiche rovine, e tu rialzerai le fondamenta di molte generazioni passate; così sarai chiamato il riparatore di brecce, il restauratore dei sentieri per abitare nel paese.
Introduzione e Ripasso
Quello che abbiamo visto la settimana scorsa dai versi 1-5 è che il modo in cui trattiamo la gente il lunedì è la prova dell’autenticità del nostro digiuno la domenica. Essi chiedono a piena gola al Signore, nel verso 3: “Perché abbiamo digiunato, e tu non l’hai visto?”. E Dio risponde alla fine del verso: “Ecco, nel giorno del vostro digiuno voi fate ciò che vi piace e costringete a un duro lavoro i vostri operai”. E Dio domanda nel verso 5: “È questo il digiuno di cui mi compiaccio?”, il che significa: un digiuno del genere è inaccettabile. Dio addirittura deride tale tipo di digiuno, quando dice nel verso 5: “Piegare la testa come un giunco?”. La mimica di questa religione autoinflitta è spirituale quanto un giunco piegato in una palude.
Perché questo digiuno è inaccettabile per Dio? Cos’ha di male? Di male ha che esso lasciava intatto il peccato nelle loro vite. L’unico autentico digiuno è un digiuno che include un attacco spirituale contro il nostro stesso peccato. Qualsiasi altro sia il motivo del nostro digiuno, dobbiamo digiunare per la nostra stessa santità. Non si può digiunare genuinamente per nessuna cosa, mentre si vive consciamente nel peccato. L’unica autentica preghiera è una preghiera che include un attacco contro il nostro stesso peccato. L’unica autentica adorazione è un’adorazione che include almeno un attacco implicito contro il nostro stesso peccato.
E ciò che questo testo enfatizza è che le nostre azioni il lunedì provano se davvero abbiamo intenzione di attaccare il peccato nelle nostre vite, e quindi se il nostro digiuno, la nostra preghiera e adorazione la domenica sono autentici. Se la domenica siamo sinceri nell’opporci pregando al peccato delle nostre vite, allora lo combatteremo il lunedì con le nostre azioni. Può capitare di non avere sempre il successo desiderato, ma noi combatteremo il nostro peccato lunedì, se il nostro digiuno era sincero domenica.
Se esiste un’insoluta sacca di peccato nella vostra vita, e voi state digiunando per qualcos’altro – una benedizione, una guarigione – Dio verrà da voi e vi dirà: “Il digiuno di cui mi compiaccio è che voi vi occupiate di QUEL peccato”. Colpisce molto il modo in cui ciò viene fatto qui. Nel verso 5 c’è scritto che essi digiunavano e “affliggevano la propria anima”. Si affliggevano con la fame. Ma Dio dice che questo non è il digiuno di cui egli si compiace. E nel verso 10 usa proprio le parole “affamato” e “afflitta”, e dice che esistono delle persone affamate ed afflitte, per le quali egli è preoccupato, ovvero coloro che non sono affamati ed afflitti per scelta, bensì per via delle persone religiose che li opprimono, invece di nutrirli. Verso 10: “Se provvedi ai bisogni dell’affamato e sazi l’anima afflitta . . . [invece di opprimerli]”.
In altre parole, il vostro digiuno e la vostra autoafflizione la domenica in realtà non sono un attacco contro il vostro stesso peccato di ingiustizia ed ostinatezza. Perché, se così fosse, le vostre azioni di lunedì sarebbero mirate ad alleviare la fame e l’afflizione dei poveri, specialmente dei vostri stessi operai. Vi è qui una grande ironia che Dio vuole farci notare. I poveri e gli affamati sono afflitti, dice il verso 10. Questi religiosi benestanti sono anche loro affamati ed afflitti – per via del digiuno. Ma perché digiunano? Innanzitutto è il loro digiuno una battaglia contro il loro stesso peccato? – Il peccato di costringere a un duro lavoro tutti i propri operai? Il peccato di mettere un pesante giogo al collo dei poveri? Il peccato di trascurare il bisogno di vestiti e di una casa che hanno i poveri? No. Non è questo il motivo del loro digiuno. Il loro comportamento – il lunedì – ne è la prova. Allora Dio va da loro e dice: “il digiuno di cui io mi compiaccio non è il rendersi religiosamente affamati ed afflitti, bensì il rendere i poveri meno affamati ed afflitti”. Se volete combattere il peccato togliendovi il pane di bocca, allora mettetelo nella bocca dei poveri. Poi vedremo se state davvero digiunando per amor della rettitudine.
Quando viviamo nel peccato – ad esempio il peccato di ostinatezza, inganno o ingiustizia – il digiuno di cui Dio si compiace non è il coprire tale peccato in maniera religiosa, bensì un diretto attacco frontale contro questo peccato. Per questa gente il digiuno non è una lotta contro il peccato che tormenta le loro vite; è una maschera. Se si constringono a patire un po’ la fame e se si affliggono, forse non importerà poi così tanto l’essere indifferenti alla fame ed all’afflizione dei poveri. Allora arriva Dio e dice loro: “Io metto alla prova i vostri cuori. Fate a meno del pane nell’interesse dei poveri. Datelo a loro. Questo è il digiuno di cui mi compiaccio”.
Il Digiuno Scelto da Dio: una Prescrizione Medica, Non una Descrizione Lavorativa
Poi quello che Dio fa nei versi 6-12 è descrivere cosa implica il concretizzare questo digiuno, e quali sono le spettacolari ricompense del vivere in questa maniera. Ricorderete che Gesù ha detto: “Il Padre tuo, che vede nel segreto, te ne darà la ricompensa”. Ebbene, ecco alcuni tipi di cose che Dio promette di fare per coloro che effettuano questo genere di digiuno (con rif. al Salmo 41:1-3).
Prima di tutto, andiamo a vedere la descrizione stessa del digiuno, e poi le promesse di Dio per chi vive in questo modo. Non commettete l’errore di pensare che questa sia una descrizione lavorativa che Dio aveva dato alla sua gente per mostrar loro come guadagnarsi una retribuzione da parte sua. Qui non si tratta di retribuzione. Con il Dio di Isaia non si può negoziare. Egli è sovrano e libero, e dona con benevolenza a chi ripone la propria fiducia in lui. Isaia 30:15 dice: “Poiché così dice il Signore, l’ETERNO, il Santo d’Israele: «Nel tornare a me e nel riposare in me sarete salvati; nella calma e nella fiducia sarà la vostra forza»”. La forza per effettuare il digiuno che Dio ci chiama a fare non proviene da noi. Proviene da Dio. E nasce dall’aver fiducia in lui.
Ciò che Dio chiama la gente a fare non è una descrizione lavorativa, bensì una prescrizione medica. Si può notare nel verso 8, dove viene detto che se si agisce in questo modo – se si segue la prescrizione medica del digiuno – “la tua guarigione germoglierà prontamente”. Se vi fidate del medico, e se lo dimostrate seguendo le sue istruzioni, vi ristabilirete. Non pensate quindi che guadagnerete qualcosa da Dio. Abbiate fiducia nella sua suprema grazia e seguite la sua prescrizione, e verrete grandemente benedetti. Ma non vi verrà mai in mente di pensare di aver guadagnato o meritato cosa alcuna.
La Prescrizione Medica
Diamo un’occhiata alla prescrizione – il digiuno di cui Dio si compiace. Cominciando nel verso 6: “Il digiuno di cui mi compiaccio non è forse questo:
- Che si spezzino le catene della malvagità,
- Che si sciolgano i legami del giogo
- E che si lascino andar liberi gli oppressi,
- E che voi rompiate ogni giogo?
- Non è forse questo: che tu rompa il tuo pane con chi ha fame,
- Che tu porti a casa tua i poveri senza tetto,
- Che quando vedi uno nudo tu lo copra
- E che non trascuri quelli della tua carne?”
Poi nei versi 8 e 9a vengono le promesse di ciò che succederà se per il digiuno ci si fida delle indicazioni del medico. Ma per il momento saltate quella parte ed andate al resto della prescrizione nei versi 9b–10a.
- “Se tu togli di mezzo a te il giogo,
- Il puntare il dito • E il parlare iniquo.
- Se provvedi ai bisogni dell’affamato
- E sazi l’anima afflitta . . .
” Questa è la prescrizione medica. Questo è il digiuno che il medico prescrive per il paziente Israele, che soffre della malattia dell’ipocrisia e ostinatezza nei confronti dei poveri.
Vi sono 13 componenti, ma sembrano rientrare in circa sette categorie. Io li fornisco come un appello rivolto alla vita della nostra chiesa. Dobbiamo scoprire come si fa a seguire questa prescrizione di digiuno.
1. Togliere il Peso della Schiavitù
In questo digiuno, siamo chiamati a togliere il peso della schiavitù.
Cinque di questi componenti rappresentano un richiamo alla libertà. Verso 6:
- “Che si spezzino le catene della malvagità,
- Che si sciolgano i legami del giogo
- E che si lascino andar liberi gli oppressi,
- E che voi rompiate ogni giogo?” Verso 9:
- “Se tu togli di mezzo a te il giogo . . . ”
Catene, legami, giogo, oppressione, giogo, giogo . . . Il punto qui è: vivere per liberare la gente, non per caricarla di pesi. Gesù diceva in Luca 11:46: “Guai anche a voi, dottori della legge! Perché caricate gli uomini di pesi difficili da portare, e voi non toccate questi pesi neppure con un dito”. Noi siamo chiamati a liberare la gente dai pesi, non ad opprimerla con i pesi.
2. Dar da Mangiare agli Affamati
In questo digiuno, siamo chiamati a dar da mangiare agli affamati.
Verso 7: “Non è forse questo [il digiuno]: che tu rompa il tuo pane con chi ha fame?”
3. Dare Alloggio ai Senza Tetto
In questo digiuno, siamo chiamati a dare alloggio ai senza tetto.
Verso 7: “Che tu porti a casa tua i poveri senza tetto”.
4. Vestire a Chi È Nudo
In questo digiuno, siamo chiamati a vestire a chi è nudo.
Verso 7: “Che quando vedi uno nudo tu lo copra”.
5. Essere comprensivi
In questo digiuno, siamo chiamati ad essere comprensivi; a provare quello che provano gli altri, perché siamo fatti della loro stessa carne.
Verso 7: “e che non trascuri quelli della tua carne?”. Tale pensiero può essere paragonato a Ebrei 13:3: “Ricordatevi dei carcerati come se foste loro compagni e di quelli che sono maltrattati, sapendo che anche voi siete nel corpo”. Voi siete fatti della stessa carne. Quindi mettetevi nei loro panni e provate quello che provano loro.
6. Deporre il Disprezzo per gli Altri
In questo digiuno, siamo chiamati a deporre gesti e parole che mostrino un puro disprezzo per gli altri.
Verso 9: “Se tu togli di mezzo a te . . . il puntare il dito [letteralmente “l’inviare” il dito, il che può essere molto più simile al nostro esplicito “mostrare il dito medio”, invece del semplice puntare il dito contro qualcuno]; e [togli di mezzo] il parlare iniquo”. Quindi non proferite parole e non fate gesti che mostrino un freddo disprezzo nei confronti degli altri.
7. Donare Noi Stessi e Saziare le Anime degli Afflitti
Infine, in questo digiuno, siamo chiamati non solo a dare cibo, ma a donare noi stessi – le nostre anime – e non solo a saziare gli stomachi dei poveri, bensì le anime degli afflitti.
Verso 10: “Se provvedi [=se doni la tua anima] ai bisogni dell’affamato e sazi l’anima afflitta . . .”. Questo è uno dei messaggi di questo fine settimana con John Hayes: provvedere ai bisogni dei poveri non è semplicemente un dare cose materiali. È donare sé stessi. Non è solamente dare sollievo. È avere un rapporto interpersonale.
I Risultati Promessi Quando Si Segue la Prescrizione Medica
Ora, se riponiamo abbastanza fiducia in Dio da seguirlo in questo prescritto digiuno dai sette punti, che cosa succedera nelle nostre vite e nella nostra chiesa? Queste promesse meriterebbero almeno sette sermoni. Ma io citerò le categorie, e pregherò che Dio vi dia il desiderio di meditarci sopra quanto basta per vederne i benefici.
1. L’Oscurità Diverrà Luce
Se digiuniamo così, l’oscurità nella nostra vita diverrà luce:
Verso 8: “Allora la tua luce irromperà come l’aurora”.
Verso 10 (verso la fine): “allora la tua luce sorgerà nelle tenebre e la tua oscurità sarà come il mezzogiorno”.
Volete luce nella vostra vita, invece dell’oscurità? Considerate le generose risorse di Dio – date ascolto al vostro Dottore – e date tutti voi stessi per un’altra persona bisognosa.
2. Rafforzamento Fisico
Se seguiamo questo digiuno, vi sarà un rafforzamento fisico. Verso 8: “E la tua guarigione germoglierà prontamente . . .”.
Verso 11: “E darà vigore alle tue ossa”. Chissà quanta debolezza vi è in noi, probabilmente perché non riversiamo la nostra energia nella debolezza degli altri?
3. Dio Ci Circonda Completamente con la Sua Giustizia e Gloria
Se seguiamo questo digiuno, Dio sarà di fronte a noi, dietro di noi e in mezzo a noi, con giustizia e gloria.
Verso 8, verso la fine: “la tua giustizia ti precederà e la gloria dell’Eterno sarà la tua retroguardia”. Quindi Dio sarà di fronte a voi con la sua giustizia, e dietro di voi con la sua gloria. Verso 9: “Allora chiamerai e l’Eterno ti risponderà, griderai ed egli dirà: “Eccomi”!”. All’appello, egli risponde sempre: “Eccomi!”. Quando facciamo ciò che faceva suo Figlio – nel potere che dà il Figlio – diventare poveri per rendere ricchi altri (2 Corinzi 8:9), allora Dio agisce su di noi, dietro di noi, e di fronte a noi, e ci circonda con i suoi onnipotenti amore, protezione e attenzione.
4. Dio Ci Guiderà Di Continuo
Se seguiamo questo digiuno, Dio promette di guidarci di continuo.
Verso 11: “L’Eterno ti guiderà di continuo”. Che preziosa promessa è questa ora per noi come chiesa e team di strateghi! Mi chiedo quanta confusione e incertezza possa esistere nelle vite di alcuni di noi, proveniente dal trascurare il provvedere ai bisogni dei poveri? Sembra che il Signore dia i suoi consigli più personali a chi è incline al donarsi per i bisogni degli altri – specialmente i poveri.
5. Dio Sazierà la Nostra Anima
Se seguiamo questo digiuno, egli sazierà la vostra anima.
Verso 11: “[Egli] sazierà la tua anima nei luoghi aridi”. Le nostre anime sono fatte per essere saziate da Dio. Ma abbiamo imparato da diverse esperienze che tale soddisfazione diviene compimento quando estendiamo ad altri la nostra sazietà in lui. Dare tutti noi stessi per i poveri è il cammino che porta alla soddisfazione più totale.
6. Dio Ci Renderà Giardini Annaffiati
Se seguiamo questo digiuno, Dio ci renderà giardini annaffiati, con sorgenti che non vengono meno.
Verso 11, verso la fine: “Tu sarai come un giardino annaffiato e come una sorgente d’acqua le cui acque non vengono meno”. Questo è un paradossale principio spirituale delle Scritture: più diamo tutti noi stessi, più ci riempiamo. Più si dà, più si riceve. Quando si è innaffiati dalla grazia di Dio, non si diventa semplicemente un fertile e rigoglioso giardino vivente; si diventa anche una sorgente.
Questa promessa si compie nel Nuovo Testamento, quando Gesù usa il seguente verso in Giovanni 7:38: “Chi crede in me, come ha detto la Scrittura, dal suo seno sgorgheranno fiumi d’acqua viva [una sorgente di acque che non vengono meno]”. Verso 39: “Or egli disse questo dello Spirito, che dovevano ricevere coloro che avrebbero creduto in lui”. Potete quindi vedere che la chiave è riporre la propria fiducia in Gesù: “Chi crede in me . . .”. Lo Spirito si adopera al suo pieno potenziale, quando noi per fede ci doniamo con Gesù nel cammino di amore e misericordia verso le persone bisognose.
7. Dio Restaurerà le Rovine della Sua Città, e la Sua Gente
Infine, se seguiamo questo digiuno, ovvero se ci doniamo ai poveri, Dio restaurerà le rovine della sua città – e la sua gente.
Verso 12: “E i tuoi riedificheranno le antiche rovine, e tu rialzerai le fondamenta di molte generazioni passate; così sarai chiamato il riparatore di brecce, il restauratore dei sentieri per abitare nel paese”.
Fidiamoci del Grande Medico – il Signore, nostro guaritore. Accettiamo il digiuno che egli ha prescritto per noi. Porterà luce, guarigione, guida, ristoro, ristabilimento e risorse – e tutto ciò con Dio stesso davanti a noi, dietro di noi, ed in mezzo a noi. E meglio di così non si può.