Sia Santificato il Tuo Nome: Su Tutta la Terra

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English: Hallowed Be Thy Name: In All the Earth

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Di John Piper su Gloria di Dio
Una parte della serie Hallowed be Thy Name: Eight Sermons on the Names of God

Traduzione di Giuseppe Bellone

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Matteo 6:5-15

"E quando pregate, non siate come gli ipocriti che amano pregare stando ritti nelle sinagoghe e agli angoli delle strade, per essere visti dagli uomini. In verità, vi dico, essi hanno già ricevuto la loro ricompensa. Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.

"Pregando poi, non sprecate parole come fanno i pagani, i quali credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno ancor prima che gliele chiediate. Pregate dunque così:

"Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome.

Venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà,

Come in cielo così in terra.

Dacci oggi il nostro pane quotidiano;

E rimetti a noi i nostri debiti,

Come noi li rimettiamo ai nostri debitori;

E non ci indurre in tentazione,

Ma liberaci dal male.

"Se voi infatti perdonerete agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli uomini le loro colpe, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe."

Sette settimane fa abbiamo iniziato una serie di considerazioni sui nomi di Dio. È stata ispirata dal Salmo 9:10, "Quelli che conoscono il tuo nome confideranno in te." Meglio conosciamo il nome di Dio, più confideremo in lui. E più confidiamo in lui più rischi correremo per amore della sua gloria. E più rischi siamo disposti a correre per amore della sua gloria più avremo coraggio nel dare la nostra testimonianza, meno dipendenti saremo dalle nostre comodità materiali e più saremo pronti a farci avanti per il servizio attivo sulle linee di frontiera.

Un ampio preludio alla Settimana di Missioni

La serie è stata quindi un vero ampio preludio alla Settimana di Missioni. Sono convinto che un grande movimento missionario avrà inizio non con un nuovo punto focale sul mondo ma con una nuova visione di Dio — e quindi del mondo. Quando parlammo a David e Faith Jaeger in Liberia la sera dello scorso mercoledì, David fece risuonare questa nota in maniera forte e chiara. Disse che cosa ben più importante per il lavoro del missionario rispetto a qualsiasi altra preparazione è avere fiducia nella sovranità di Dio. Lesse Giovanni 6:37 e 44 come grandi testi missionari carichi di speranza: "Tutto ciò che il Padre mi dà verrà a me; e colui che viene a me io non lo caccerò affatto fuori. . . Nessuno può venire a me, se il Padre che mi ha mandato non lo attira." La chiave per un nuovo movimento missionario alla BBC, nella nostra Conferenza, e nel mondo intero è una nuova visione della maestà e della sovranità di Dio e della sua intenzione di radunare attorno a sé un popolo che è stato riscattato da ogni tribù e lingua e nazione.

Il Padrenostro e il nome di Dio

Il testo di questa mattina è il notissimo: "Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome."

1. Per prima cosa esamineremo cosa sia questo nome che noi dobbiamo santificare.

2. Poi cercheremo di capire che cosa significhi santificare quel nome.

3. E infine porremo questa domanda: "Per chi stiamo pregando quando pronunciamo queste parole?"

1. Qual è il suo nome?

Mi piace pensare alla rivelazione biblica di Dio come alla punta di un iceberg che galleggia in un oceano di misteri. Il 90% della maestà di Dio giace sotto la superficie della rivelazione. E la punta dell'iceberg rivelata nelle Sacre Scritture è così elevata da estendersi tra le nuvole, lontano da nostri occhi e al di là di ogni capacità umana di comprenderla pienamente. Solo un decimo del suo carattere ci viene dato in questo tempo perché possiamo contemplarlo e persino questo è così grande che non riusciremo mai a esaurirne la ricchezza.

Indice

Sette brevi impressioni sul nome di Dio

Quindi vi prego di non pensare che in questi otto messaggi io abbia preteso di scalare tutte le punte dell'iceberg. Ci sono ampi spazi ancora da esplorare. Ma qui in sintesi ci sono i sette brevi sguardi che abbiamo gettato sul nome di Dio nell'arco delle scorse sette settimane.

1. Dio disse a Mosè: "IO SONO QUELLO CHE SONO. Dirai agli Israeliti: IO-SONO mi ha mandato a voi" (Esodo 3:14). La cosa essenziale che si può dire di Dio è che egli esiste. E ciò che sorprende maggiormente la nostra immaginazione è il fatto che non abbia mai avuto un inizio. Semplicemente esiste — da tutta l'eternità.

2. Dio disse di nuovo a Mosè: "Proclamerò davanti a te il mio nome: Farò grazia a chi vorrò far grazia e avrò misericordia di chi vorrò aver misericordia" (Esodo 33:19). Al centro del nome di Dio sta la realtà della sua libertà sovrana. Compie le sue scelte basandosi sulla propria infinita saggezza. Lui soltanto in tutto l'universo agisce con autodeterminazione.

3. Dio disse di nuovo a Mosè: "Sono apparso ad Abramo, a Isacco, a Giacobbe come DIO ONNIPOTENTE" (Esodo 6:3). Non solo Dio esiste in libertà sovrana, egli è potenza infinita tanto da non poter essere contrastato in alcuna delle sue libere scelte. L'onnipotenza è la garanzia della sua fedeltà.

4. Quando Dio apparve per la seconda volta sul Monte Sinai, la prima cosa che fece fu annunciare il suo nome: "Il SIGNORE, il SIGNORE, un Dio misericordioso e pietoso, lento all'ira e ricco di immutabile amore e di fedeltà, che conserva il suo amore per mille generazioni, perdonando iniquità, trasgressione e peccato" (Esodo 34:6-7). Così sul Monte Sinai veniamo a sapere che l'esistenza, la libertà e l'onnipotenza di Dio sono a servizio della sua misericordia e del suo amore.

5. Nel libro dell’Apocalisse (21:6) Dio dice a Giovanni : "Tutto è compiuto! Io sono l'Alfa e l'Omega, l'inizio e la fine." Ogni essere umano, grande o piccolo, ha avuto inizio in Dio ma, cosa ben più importante, in Dio avrà la sua fine. Dio è l'Omega di ciascuno. Noi tutti lo incontreremo o come una fonte di vita o come un lago di fuoco.

6. Il Signore dice a Isaia: "Io sono l'alto e l'eccelso e il mio nome è Santo" (57:15). Egli è santo. Egli è al di sopra e separato da tutto ciò che è normale e ordinario perché ha un valore straordinario. Il valore delle monete, dei francobolli e dei diamanti è direttamente proporzionale alla loro rarità. Se sono un pezzo unico li separiamo dal resto delle monete, dei francobolli e dei diamanti comuni e li mettiamo in qualche luogo a parte. Quindi Dio risiede in un luogo infinitamente al di sopra del nostro mondo ordinario. E la meraviglia del vangelo è che in Cristo il Signore viene vicino ad abitare con i santi umili e repressi.

7. Infine Dio proclama nuovamente sul Monte Sinai: "Non adorerai altro dio, perché il Signore, il cui nome è Geloso, è un Dio geloso" (Esodo 34:14). Dio ci ha creati perché lo amassimo e ne godessimo e prova una sacra indignazione quando i nostri cuori vengono attratti da maggior amore e godimento per altre cose.

Quindi la piccola punta dell'iceberg che abbiamo visto durante queste sette settimane è tuttavia di grande importanza. Il nostro Dio esiste da sempre, è libero, è onnipotente, è misericordioso, è l'inizio e la fine di ogni persona che mai avrà vita, è santo ed è geloso per il nostro amore esclusivo. Quello è il suo nome.

Chiedere a Dio di fare ciò che egli già vuole fare

Ora nel Padrenostro Gesù ci insegna che la prima priorità della preghiera è chiedere che il nome del nostro Padre celeste venga santificato. "Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome." Si noti che questa è una domanda o una richiesta. Non è un'affermazione (come per anni ho pensato che fosse). È una richiesta a Dio perché provveda affinché il suo nome venga santificato.

È simile a un altro passo missionario in Matteo 9:38, dove Gesù ci dice di pregare affinché il Dio della messe mandi operai alla sua messe. Non smette mai di stupirmi il fatto che dovremmo essere incaricati noi, gli operai, di chiedere al proprietario della fattoria, che conosce il raccolto meglio di noi, di aumentare il numero dei braccianti. Ma non è la stessa cosa che abbiamo qui nel Padrenostro — Gesù che ci dice di chiedere a Dio, che è infinitamente geloso per l'onore al suo nome, di provvedere affinché il suo nome venga santificato? Bene, ci può sorprendere ma così è.

E ci insegna due cose.

Da questa richiesta sorprendente provengono due insegnamenti

Uno è che la preghiera non induce Dio a compiere cose che non ha intenzione di fare. Ha tutte le intenzioni di far sì che il suo nome venga santificato. Niente viene prima nella lista delle priorità di Dio.

L'altro è il fatto che la preghiera è il mezzo col quale Dio allinea le nostre priorità con le sue. Dio è disposto a fare grandi cose in conseguenza delle nostre preghiere quando le nostre preghiere sono la conseguenza delle sue grandi intenzioni. Allineate il vostro cuore alla gelosia di Dio per la santificazione del suo nome e la vostra preghiera avrà grande effetto. Lasciate che la vostra prima preghiera e quella che tutto determina sia per la santificazione del nome di Dio, e le vostre preghiere si collegheranno alla potenza della gelosia di Dio.

2. Cosa significa santificare il suo nome?

Ma adesso dobbiamo porre una domanda: Cosa significa il termine "santificare"? Cosa stiamo chiedendo a Dio di fare quando gli chiediamo di provvedere affinché il suo nome sia santificato?

Trattare Dio come santo

Il termine "santificare" significa consacrare. Lo stesso termine greco ha dato origine a entrambi i vocaboli. Gesù ci dice di pregare: "Sia santificato il tuo nome". Santificare può significare fare santo oppure trattare come santo. Quando Dio ci santifica vuol dire che ci rende santi. Ma quando noi santifichiamo Dio significa che noi trattiamo lui come santo.

Quindi Gesù ci sta insegnando a pregare affinché Dio faccia in modo che il suo nome venga trattato come santo. E la nostra domanda diventa: cosa significa trattare Dio come santo? Cosa stiamo chiedendo a Dio di fare quando noi preghiamo affinché faccia in modo che il suo nome sia trattato come santo?

Quattro passi che parlano del trattare Dio come santo

Per dare una risposta a questa domanda ho trovato quattro altri punti nella Sacre Scritture dove la parola "santificare" o "consacrare" oppure "trattare come santo" viene usata in relazione con Dio. Ciascuna di esse ci dà un'idea di cosa significhi santificare il nome di Dio.

1. Numeri 20:12

Numeri 20:12. Durante le peregrinazioni del popolo di Israele nel deserto ci fu un momento in cui rimasero senz'acqua. E il popolo si lamentava verso Mosè. Ma Dio dice a Mosè di rivolgersi alla roccia e di farne scaturire acqua per il popolo. Tuttavia lo spirito di Mosè è amareggiato ed egli parla in modo impulsivo colpendo per due volte la roccia con il suo bastone.

L'acqua sgorga ma con essa giungono anche le parole pungenti di Dio verso Mosè: "Poiché non avete creduto in me, in modo da santificarmi (o consacrarmi) agli occhi degli Israeliti, voi non introdurrete questa assemblea nella terra che io le ho assegnato".

Si notino le parole: "Non avete creduto in me, in modo da santificarmi (o consacrarmi)". Queste parole ci danno la nostra prima risposta alla domanda, cioè cosa significhi santificare o consacrare il nome di Dio. Significa credere in lui. Il primo modo di trattare Dio come santo è credere a quello che dice. Invece di manifestare una pacifica fiducia nel potere di Dio di rispondere a una semplice parola, Mosè si è risentito e ha agito d'impulso. Dio non è santificato quando non abbiamo uno spirito di fiducia consolidata e di pace nella sua parola.

Giovanni ha detto: "Colui che non crede in Dio lo ha fatto bugiardo" (1 John 5:10). Quando si rende qualcuno bugiardo si profana il suo nome. Questo è l'opposto rispetto al trattare tale persona come santa. Non avere fiducia in Dio è l'esatto opposto di santificare il suo nome. Quindi, la prima cosa che intendiamo quando noi preghiamo perché Dio provveda affinché il suo nome venga santificato è che egli faccia in modo che il popolo creda in lui. "Sia santificato il tuo nome" significa "Si creda alla tua parola".

2. Isaia 8:12–13

Una secondo passo che spiega il significato del santificare il nome di Dio è quello di Isaia 8:12-13 (cfr. 1 Pietro 3:14–15). Dio parla a Isaia e lo ammonisce di non essere come gli Israeliti. "Non chiamate cospirazione tutto ciò che questo popolo chiama cospirazione, e non temete ciò che temono costoro, e non vi spaventate. Ma il Signore degli eserciti, sia lui che considerate santo (o santificato); sia lui che temete, sia lui che vi spaventa."

Come santifichiamo Dio secondo questo testo? Lo santifichiamo non temendo ciò che temono gli uomini ma temendo Dio. In maniera molto pratica significa che quando Dio ci comanda di prendere posizione nei suoi confronti in una situazione avversa, noi abbiamo più timore di dispiacere a Dio di quanto temiamo l'ostilità da parte degli uomini.

Non abbiate timore di perdere la vostra casa o vostra moglie o i vostri figli o il vostro conto in banca o il vostro prestigio! Temete piuttosto l'eventualità di dire no a Dio. Quando gli ubbidite, egli vi ricompenserà per tutte le vostre perdite terrene. Ma quando vi ponete in una posizione opposta alla sua volontà nessuno potrà compensare le eterne conseguenze di tale comportamento. Quindi quando preghiamo: "Sia santificato il tuo nome", intendiamo dire: "Padre, fa sì che temiamo il tuo nome". O, in maniera più completa: "Padre fa sì che il popolo abbia di te una visione così elevata che sia ben più spaventoso perdere la tua approvazione piuttosto che perdere qualsiasi altra cosa il mondo possa offrire".

3. Levitico 22:31–32

Il terzo passo che chiarisce il significato della santificazione del nome di Dio è il Levitico 22:31-32. "Osservate dunque i miei comandamenti e metteteli in pratica: io sono il Signore. E non profanate il mio santo nome, ma io sia santificato in mezzo al popolo d’Israele; io sono il Signore che vi santifica".

Noi santifichiamo il nome di Dio quando osserviamo i suoi comandamenti. Noi profaniamo il nome di Dio quando trasgrediamo i suoi comandamenti. Quindi quando preghiamo: "Padre, fa che sia santificato il tuo nome", intendiamo dire: "Padre, fa che ubbidiamo ai tuoi comandamenti". "Sia santificato il tuo nome" significa "Siano osservati i tuoi comandamenti".

4. Levitico 10:3

Un ultimo passo che illustra il significato della santificazione del nome di Dio è il Levitico 10:3. «Mosè disse ad Aronne: "Di questo il Signore ha parlato quando ha detto: A chi si avvicina a me mi mostrerò santo e davanti a tutto il popolo sarò glorificato"». Questo testo sembra dire: il fatto che Dio si mostri come santo e che venga glorificato sono in pratica la medesima cosa. Quindi quando preghiamo: "Sia santificato il tuo nome", intendiamo anche anche dire: "Sia glorificato il tuo nome".

Riassumiamo quanto abbiamo visto fino a questo punto. "Sia santificato il tuo nome" è una richiesta, non un'affermazione. Non stiamo dicendo: "Signore, il tuo nome è santificato!". Stiamo dicendo: "Signore, fa sì che il tuo nome venga santificato!". Vale a dire, fa in modo che la tua parola sia creduta, che si tema di compiere ciò che è causa di tuo dispiacere, che i tuoi comandamenti siano osservati e fa sì che tu stesso sia glorificato. Santifichiamo il nome di Dio quando abbiamo fiducia in lui, lo adoriamo, ubbidiamo a lui e lo glorifichiamo.

3. Per chi preghiamo?

Quindi rimane il grande interrogativo: Per chi stiamo pregando quando diciamo "Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome"? Il cuore di chi stiamo chiedendo a Dio di cambiare quando preghiamo dicendo: "Padre, fa in modo che il loro cuore creda in te e abbia di te timore e ti obbedisca e ti glorifichi"? Se cerchiamo un'indicazione dalle due richieste che seguono nel Padrenostro, credo riceveremo due risposte.

Noi stessi e le genti della terra che non sono state ancora raggiunte dal messaggio evangelico

Una delle risposte è che stiamo pregando per noi stessi. L'altra è che stiamo pregando affinché il vangelo sia diffuso a tutte le genti della terra che non ne sono state ancora raggiunte. Dopo averci insegnato a pregare che il nome di Dio sia santificato, Gesù ci insegna a pregare: "Venga il regno di Dio, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra". Ciascuna di queste richieste ha una dimensione personale e universale.

La dimensione personale

Per esempio in Matteo 6:33 Gesù ci comanda di cercare prima il regno di Dio piuttosto che cercare il cibo e gli indumenti. In altre parole dobbiamo cercare di far sì che Dio sia il Sovrano e il Re della nostra vita adesso. Il suo regno è una realtà presente ovunque governi come Re. (Vedere Matteo 12:28.) Quindi quando preghiamo dicendo: "Padre, venga il tuo regno", noi dovremmo intendere: "Padre, sii il sovrano della mia vita. Sii il mio re. Ottieni la vittoria sulle mie ansie per le necessità della vita". Questa è la dimensione personale della venuta del suo regno.

La dimensione universale

Ma altrettanto importante quanto la dimensione personale è quella universale. Gesù durante l'Ultima Cena disse ai suoi discepoli (Luca 22:18): "Da questo momento non berrò più del frutto della vite, finché non venga il regno di Dio". In altre parole la venuta del regno non è soltanto un'esperienza spirituale presente ma anche un evento storico futuro. Si fa riferimento al momento in cui il Re verrà nella gloria con i suoi angeli tra fiamme di fuoco e riunirà i suoi eletti dai quattro venti e stabilirà il suo regno sulla terra.

Gesù ne ha dato una descrizione in Matteo 13:41-43: "Il Figlio dell'Uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti gli operatori di iniquità e li getteranno nella fornace ardente dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro".

Quindi quando preghiamo: "Venga il tuo regno", noi stiamo chiedendo a Dio di portare la storia alla conclusione e di stabilire il suo regno sulla terra. E chi farà parte di questo regno? Prestate attenzione a quanto accenna in proposito Giovanni nell'Apocalisse 5:9-10: "Tu sei degno (Signore Gesù) di prendere il libro e di aprirne i sigilli, perché sei stato immolato e hai riscattato per Dio con il tuo sangue uomini di ogni tribù, lingua, popolo e nazione, e ne hai fatto per il nostro Dio un regno e dei sacerdoti; e regneranno sulla terra".

Quando verrà il regno per il quale preghiamo nel Padrenostro esso sarà composto dal popolo che è stato riscattato e redento da Cristo e appartenente a tutte le tribù e lingue e genti e nazioni della terra. Quindi quando preghiamo: "Venga il tuo regno", noi preghiamo affinché Dio stenda il suo braccio potente per portare a termine lo scopo delle missioni nel mondo — vale a dire la riunione di tutti i redenti che appartengono a ogni tribù e lingua e popolo e nazione della terra.

Appare così chiara la risposta alla domanda: «Per chi preghiamo quando diciamo "Sia santificato il tuo nome"». Non preghiamo soltanto per noi stessi ma anche per le tribù e lingue e popoli e nazioni del mondo che non sono state ancora raggiunte dal messaggio evangelico. Il fine di Dio è essere santificato: creduto e temuto e ubbidito e glorificato da coloro che sono stati riscattati tra tutti i popoli della terra.

"Sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra"

La stessa cosa compare quando ci concentriamo sulla terza richiesta del Padrenostro: "Sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra".

A livello personale ciò deve significare: "Padre, ti supplico di fare in modo che io ubbidisca alla tua volontà come lo fanno gli angeli del cielo. (Salmi 103:21: "Benedite il Signore, voi sue schiere, suoi ministri che fate la sua volontà!"). Aiutami a fare la tua volontà alla perfezione e a compierla con il loro stesso fervore e la loro stessa devozione assoluta. Fa che la mia ubbidienza sia un'ubbidienza celeste".

Ma a livello universale il significato è ben più ampio. In cielo non c'è altro che ubbidienza alla volontà di Dio. Perciò quando preghiamo: "Sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra", noi preghiamo che la terra sia piena soltanto di persone che fanno la volontà di Dio come lo fanno gli angeli del cielo.

In altre parole noi preghiamo affinché giunga il suo regno. Noi preghiamo affinché la terra sia piena della conoscenza della gloria del Signore come le acque ricoprono il mare (Abacuc 2:14). Noi preghiamo affinché la causa delle missioni nel mondo sia così prospera nel nostro tempo che tutti i riscattati di ogni tribù e lingua e popolo e nazione siano raggiunti e riuniti insieme e venga il Re. Per chi stiamo pregando quando diciamo: "Sia santificato il tuo nome"? Per le genti della terra che ancora non sono state raggiunte dalla sua parola e per noi stessi perché Dio si serva di noi per raggiungerle.

Tre conseguenze

Concluderò parlando di tre brevi implicazioni che ci riguardano.

1. Fate della massima priorità di Dio la vostra massima priorità

Per prima cosa, visto che le prime tre richieste del Padrenostro ci danno la priorità del cuore di Cristo noi dobbiamo imparare che la priorità massima di Dio è la santificazione del suo nome su tutta la terra. Se è questa la priorità massima di Dio deve essere la nostra massima priorità — cioè che Dio sia creduto e temuto, e a lui ubbidiscano e lo glorifichino da un popolo di riscattati appartenenti a ogni tribù e lingua e gente e nazione. Otterremo la realizzazione della nostra completa beatitudine in Dio quando il suo nome sarà santificato su tutta la terra.

2. Pregate perché quelle priorità si realizzino

In secondo luogo noi sappiamo che la preghiera è la radice del vero avanzamento della missione. Gesù ci insegna le sue priorità in forma di preghiera perché intende che noi preghiamo per la realizzazione di quelle priorità. Se il regno di Dio giunge nell'arco della nostra vita sarà perché la chiesa di Gesù Cristo nel mondo intero ha cominciato a prendere sul serio il Padrenostro. Sarà perché abbiamo riconosciuto che le preghiere "Sia santificato il tuo nome" e "Manda operai per il raccolto" sono la medesima preghiera e sono il diretto comando di Nostro Signore Gesù. Se “90 entro il 1990” diventerà una realtà a Betlemme sarà grazie al supporto di un movimento di preghiera coordinato la cui caratteristica è "Sia santificato il tuo nome su tutta la terra!"

3. Cercate di fare in modo che questa preghiera abbia una risposta nella vostra vita

L'implicazione finale emerge quando noi consideriamo il fatto che l'evangelizzazione del mondo non è stata ancora compiuta. Il fine di Dio di chiamare un popolo riscattato di ogni tribù e lingua e popolo e nazione non si è ancora realizzato.

Il prossimo venerdì e la prossima domenica Ralph Winter sarà con noi per parlarci dell’inizio del periodo finale dell'evangelizzazione nel mondo. Parla in termini di 17.000 gruppi di persone nel mondo che non sono ancora state raggiunte dal messaggio evangelico. Questi sono gruppi così diversificati per cultura che non possono essere raggiunti tramite un'evangelizzazione tra vicini prossimi e devono essere raggiunti tramite missionari interculturali.

Ma supponiamo che siate molto scettici riguardo a questi numeri. Prendete solo in considerazione le statistiche più conservatrici della World Christian Encyclopedia del 1980. Dice che esistono 432 principali gruppi etno-linguistici nel mondo. Di questi 81 (19%) hanno popolazioni in cui meno dell'1% sostiene di avere una qualche forma di associazione con la cristianità. Questi 81 gruppi costituiscono 1,7 miliardi di persone — circa un terzo della popolazione mondiale.

Di questi 81 gruppi 43 sono elencati nell'enciclopedia come aventi lo 0,00% di cristiani. Parlano 220 lingue, delle quali solo 54 hanno parte delle Sacre Scritture in forma scritta. Quindi anche se consideriamo il mondo in termini di 432 grandi gruppi etno-linguistici invece di 20.000 gruppi di persone, il mandato di nostro Signore e il fine della sua preghiera non sono ancora completi. Questo è l'incarico che ne traggo per la nostra chiesa. Se aspiriamo ad essere ubbidienti al Signore dobbiamo cercare di fare in modo che la sua preghiera trovi una risposta nella nostra vita personale. Dobbiamo santificare il suo nome in maniera più profonda. Dobbiamo credere e temere e ubbidire e glorificare il suo nome con intensità nuova. Dobbiamo essere disposti noi stessi ad andare ovunque ci possa condurre. Dobbiamo semplificare la nostra vita per avere più tempo e denaro a disposizione per gli ultimi decenni dello sforzo bellico. Dobbiamo operare per rendere Betlemme un campo di addestramento e una base di operazioni e centro di reclutamento. E dobbiamo essere così attratti dall'amore e dalla maestà di Dio che nessuna gioia sia più forte dentro di noi rispetto a quella di considerare qualsiasi cosa come una perdita per amore di Cristo.