Sacra è la vita della mente materna

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English: The Sacred Life of a Mother’s Mind

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Di Abigail Dodds su Santificazione e Crescita

Traduzione di Cecilia Lolli

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Si sono spese molte parole sull’ordinaria quotidianità delle madri, quotidianità che, a dire di molti, lascia molto spazio a azioni compiute sovrappensiero e doveri di routine.

Va detto che il ruolo materno ci richiede di compiere delle routine, nonostante ciò, mi chiedo se questa convinzione di agire sovrappensiero, di occuparci dell’ordinario, non sia in realtà il riflesso di una scarsa capacità d’immaginazione. Dio ci fa dono di numerosi modi per attivare la nostra mente in maniera feconda. Niente a che vedere con l’idea di uno sforzo ordinario e assente, la maternità può essere terreno fertile per pensare, risolvere problemi, espandere i propri interessi, accrescere competenze, e imparare la parola di Dio.

La vita che scorre nella mente materna è sacra. Infatti, coloro che sono secondo lo Spirito, volgono la mente alle cose dello Spirito, una mente che produce vita e pace (Romani 8:5-6).

Indice

Madre multitasking

Possiamo adottare una sorta di pilota automatico per molti nostri impegni quotidiani, non solo per quelli connessi alla maternità. Portiamo a termine compiti di cui abbiamo già fatto esperienza, compiti che possiamo svolgere senza pensarci.

Per esempio, quando siamo alle prime armi con la guida, i nostri sensi si attivano per cogliere ogni aspetto di ciò che stiamo imparando. Dopo anni passati alla guida, raramente ci concentriamo per mettere la freccia o accostare in un parcheggio, perché il nostro riflesso subconscio e il nostro corpo sanno cosa fare. Questo significa che possiamo portare avanti conversazioni mentre guidiamo, possiamo cantare o ascoltare un podcast. Possiamo permetterci di guidare con la nostra mente impegnata in altre cose.

Lo stesso ragionamento si applica in parte alla maternità. Quando laviamo I piatti, pieghiamo gli abiti, puliamo il bagno, la nostra mente ha già appreso il lavoro e le nostre mani possono scorrere sovrappensiero mentre noi portiamo altrove la nostra attenzione. In un certo senso è come disporre di un’anticamera da cui possiamo scegliere che cosa fare. Possiamo scegliere dove portare la nostra attenzione quando lavoriamo col pilota automatico.

I nostri istanti sovrappensiero

Che cosa occupa la nostra mente in quegli istanti? Potremmo indugiare in ogni sorta di percorsi controproducenti, con ansia e preoccupazione per l’ordine mondiale, contando i torti che ci hanno inflitto, lamentandoci per tutto ciò che spetta a noi fare, ripensando a momenti difficili con il rimpianto per un esito differente. Oppure potremmo sprecare il tempo dell’anticamera tra la frivolezza e leggerezza di televisione o musica.

Altrimenti possiamo volgere la nostra mente a ciò che ci dona ricchezza e profondità come donne di Dio. «Quanto al rimanente, fratelli, tutte le cose che sono veraci, tutte le cose che sono oneste, tutte le cose che sono giuste, tutte le cose che sono pure, tutte le cose che sono amabili, tutte le cose che sono di buona fama, se vi è qualche virtù e se vi è qualche lode, pensate a queste cose». (Filippesi 4:8). Ascoltare la Bibbia tramite una app non è l’unico modo per assolvere a questa funzione, ma è il modo più sicuro per plasmare correttamente la nostra mente.

Sintonizzarci su podcast religiosi, fonti di saggezza, potrebbe essere un altro modo per occupare la mente in maniera feconda mentre lavoriamo per la nostra famiglia. Dai pratici consigli di vita cristiana, all’approfondimento della nostra comprensione teologica, alla consapevolezza della storia ecclesiastica, i podcast possono aiutarci a crescere nell’amore di Dio e del suo popolo. Ascoltare audiolibri che possono ispirarci alla virtù, in maniera esplicita (non-fiction cristiana) o implicita (storie), può aiutarci a indugiare in questa funzione.

Ci saranno giorni in cui sentiremo stanche o spente, nei quali coltivare la nostra mente comporterà mettere da parte l’ascolto o la visione di contenuti per limitarci a essere consapevoli di Dio, della sua bontà, del suo amore e della sua santità, senza necessariamente sforzarci di imparare qualcosa di nuovo, ma riposando la nostra mente, assaporando ciò che già sappiamo di lui, nelle sue cure.

Infine, pregare è uno dei modi migliori per far buon uso della nostra mente, e del tempo libero. Mentre le nostre braccia lavano il pavimento o cambiano il pannolino o sorreggono il bambino, le nostre menti si elevano nella preghiera a Dio che è sempre tra noi. Possiamo pregare cantando o in maniera sommessa, ma con la mente rivolta a Gesù, in modo che le nostre richieste siano rese note a Dio mediante preghiera e supplica, con ringraziamento; questo è un atteggiamento mentale che dà buoni frutti. (Filippesi 4:6).

Quali bisogni ruotano intorno a me?

La nostra attività mentale non deve riguardare espressamente la spiritualità o la religione, affinché noi ci sentiamo fortificati dallo Spirito a soddisfare i bisogni dei nostri cari. Lo Spirito che rivela la gloria di Dio in Cristo è lo stesso Spirito che ha fatto la terra e tutto il creato.

Una mente rivolta allo Spirito proverà gioia nell’apprendere gli schemi e le complessità del creato. Ci sono centinaia di argomenti concreti con cui la mentre può godere della presenza di Dio e della benedizione di tutto il resto, la panificazione, il giardinaggio, costruire mobili, le riparazioni domestiche, la programmazione informatica, imparare una lingua straniera, allevare animali, fare conserve. C’è talmente tanta conoscenza alla nostra portata, che a volte ci sembra opprimente anche solo pensare da cosa cominciare!

Potremmo per esempio iniziare a chiederci: quali bisogni ruotano intorno a noi? Come possiamo occuparci di marito, figli e comunità parrocchiale al nostro meglio? Dove si concentrano le mie carenze? Possiamo iniziare da queste domande per capire dove intervenire. Magari dovremmo rispolverare le nostre abilità in cucina. Magari non abbiamo mai avuto modo di imparare come tenere in ordine la casa. Man mano che le nostre abilità crescono, inevitabilmente anche noi cresciamo, beneficiamo dei nostri doveri. Non c’è benessere nel lavorare male, ma quando ci prendiamo tutto il tempo per interessarci al nostro lavoro e a imparare a farlo nel migliore dei modi, allora proviamo grande gioia.

Inoltre, avere interessi religiosi ci permette di esplorare, per occupare la mente in maniera feconda. Senza saperlo, potremmo rimanere sorpresi dall’incontro tra i bisogni più basici e l’oggetto dei nostri interessi. La fecondità della nostra mente si riversa in una vita produttiva e in un ambiente domestico funzionale.

Si impara a insegnare e si insegna a imparare

I doveri di una madre non sono solo questioni di routine e pilota automatico; i nostri doveri si trasformano e si espandono. Le abilità richieste in una particolare stagione sono altre rispetto a una successiva stagione. Una gran parte del tempo impiegato a fare la mamma passa stando dietro ai figli che crescono e che cambiano. Sembra quasi di non fare in tempo a imparare come accudire un bambino in quella particolare età e fase della sua vita, che lui o lei cresce e cambia, e noi come madri dobbiamo crescere e adattarci a nuovi scenari.

Probabilmente uno dei compiti più importanti di ogni madre è quello di mappare l’attività dei pensieri dei propri figli e condividere con loro la propria, per dare loro una forma. Un compito che si accompagna a diversi termini: educazione, disciplina, formazione, accudimento. Una madre deve imparare a insegnare, ma imparerà anche mentre insegna. Paolo dice ai Filippesi: «quelle cose che avete imparato, ricevuto e udito da me e veduto in me, fatele, e il Dio della pace sarà con voi». (Filippesi 4:9). Come madri abbiamo imparato, ricevuto, sentito, visto, direttamente dalla parola di Dio. Vogliamo che i nostri figli imparino, ricevano, sentano e vedano le stesse meraviglie nostre, per questo insegniamo.

Insegniamo loro tutto ciò che sta nella nostra mente santificata, tutta la conoscenza e l’osservazione e la saggezza, tutta la narrazione della Bibbia, i proverbi e i principi e le profezie di una volta. Li cresciamo mentre le parole diventano frasi e le semplici idee si organizzano in argomentazioni. Li aiutiamo a gattonare e a stare in piedi, a camminare e a correre, insegniamo loro il Vangelo, e allo stesso tempo viviamo queste esperienze in maniera pratica, la fecondità della nostra mente viene esibita e messa in pratica. Facendo esperienza riveleremo le nostre debolezze, e avremo più possibilità di continuare ad apprendere, di continuare a conformarci al volere di Cristo.

In conclusione, la vita che scorre nella mente di una madre cristiana è sacra, ma non certo solitaria. È un posto dove lo spirito di Gesù Cristo è presente a farle compagnia. È un posto dove la famiglia, gli amici e i figli sono i benvenuti, per condividere le osservazioni, le capacità, le conoscenze, la vita infusa dallo spirito e la pace che lei trova in Gesù Cristo.