Quando la Vergogna Ti Allontana
Da Libri e Sermoni Biblici.
Di Stephen Witmer su Santificazione e Crescita
Traduzione di Gabriella Re
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Alcuni di noi non sono sicuri di essere pienamente accettati da Dio. Abbiamo il sospetto che sia deluso dagli sforzi che facciamo, anche i migliori. Viviamo avvolti da un senso di colpa, con la sensazione di non aver mai fatto nulla di suo gradimento — come se lui volesse che facessimo sempre qualcosa di meglio.
Forse siamo anche incerti sulla nostra accettazione da parte del popolo di Dio. Siamo sicuri che se le altre persone fossero al corrente dei nostri peccati segreti o delle nostre lotte silenziose, ci disprezzerebbero. Il peccato o la debolezza, ci allontanano dalla chiesa, rendendo il ritorno ad essa ancora più difficile. La paura e la sensazione di inadeguatezza ci isolano.
Tutti coloro che vivono ai margini, desiderosi di avvicinarsi a Dio e al suo popolo ma che non sanno come fare, possono assaporare la grazia presente nella storia di Gesù che incontra un uomo che vive ai margini.
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Il Peso della Vergogna
Nel raccontare la storia, Luca inizia descrivendo un terribile problema: “Mentre [Gesù] si trovava in una città, un uomo coperto di lebbra lo vide” (Luca 5:12). Era “pieno” di una terribile malattia. Secondo Levitico 13:45, i lebbrosi si strappavano le vesti, lasciavano i capelli sciolti e coprivano il labbro superiore o i baffi. Queste erano le tipiche cose fatte dalle prefiche ai funerali.
Ai lebbrosi veniva detto di comportarsi come le prefiche perché piangevano la loro stessa condizione, simile a dei morti viventi. Ritualmente impuri, dovevano restare fuori dal territorio, tagliati fuori dalla comunità e dalla sacra presenza di Dio presente nel tabernacolo.
I nostri ideali individualistici moderni potrebbero farci fantasticare sul fatto di vivere in uno splendido isolamento. Ma non nell’antico Israele. La vita veniva vissuta totalmente nella comunità del popolo di Dio riunita attorno alla presenza di Dio presente nel tabernacolo. Essere tagliati fuori da tutto questo era come essere dei morti viventi. Al lebbroso che andò da Gesù non era permesso avere contatto fisico con le altre persone, perché questo li avrebbe resi impuri. Potete immaginare la sua vergogna?
Onesto e Disperato
E il lebbroso non nega il suo problema. Il modo in cui approccia Gesù mostra la sua grande umiltà e il suo grande bisogno. Luca ci dice, “Quando vide Gesù, gli si gettò ai piedi pregandolo, ‘Signore, se vuoi, puoi sanarmi” (Luca 5:12).
Inginocchiarsi nella polvere davanti a un’altra persona è umiliante. Dalla polvere, non si può costringere, minacciare, o corrompere. Si può solo chiedere e supplicare. E questo è ciò che fa il lebbroso. Cadendo sulla faccia, implora Gesù, chiamandolo “Signore” in segno di rispetto e sottomissione, sapendo che Gesù, se lo vuole, può sanarlo. Il lebbroso non cerca di guarire da solo. Viene semplicemente come è. E’ un grande rischio. Gesù potrebbe ignorarlo o ridere di lui, Gesù potrebbe dargli dieci cose da fare prima di sanarlo.
Questo, per alcuni di noi, potrebbe essere il passo più difficile da fare: andare semplicemente da Gesù e dal suo popolo, ammettendo, senza pretese, il proprio bisogno. Potremmo temere di essere ignorati, respinti, o disprezzati, Se questo è quello che provi, è fondamentale vedere la scena finale di questa storia.
Lo Voglio
Luca scrive, “E Gesù stese la mano e lo toccò dicendo, ‘Lo voglio; sii risanato’” (Luca 5:13). Ogni dettaglio di questa frase è importante; gustiamoli uno per uno.
Questo lebbroso ha rispettato la distanza dagli altri come gli veniva richiesto. Ma Gesù ha superato la distanza — ha “steso la mano,” muovendosi *verso* l’intoccabile. E Gesù non ha solo lasciato la sua mano sospesa in modo sicuro a qualche centimetro di distanza. Lo tocca. Come sarà sembrata pesante la sua mano quando si è appoggiata su quell’uomo intoccabile? Sappiamo che non si *suppone* che Gesù abbia toccato l’uomo; toccare una persona impura ci rende impuri. Sappiamo anche che non aveva *bisogno* di farlo; talvolta ha curato con la sola parola. Così, se non era obbligato a farlo, e non aveva bisogno di farlo, perché lo fa?
Il tocco umano è potente. I fortunati che hanno ricevuto la famosa calorosa stretta di mano di Abraham Lincoln a due mani, non l’hanno mai dimenticata. Anni dopo hanno ancora scritto di queste strette di mano. Studi moderni hanno dimostrato che il contatto a pelle con i neonati facilita il loro sviluppo cerebrale e rilascia ormoni buoni, abbassando allo stesso tempo gli ormoni dello stress. The New York Times riferisce che, “Gli studenti che hanno ricevuto da parte dell’insegnante una pacca di incoraggiamento sulla schiena o sul braccio si sono presentati due volte di più come volontari in classe rispetto agli studenti che non l’hanno ricevuta. “E chi non si ricorda della prima volta che ha stretto la mano alla persona che poi ha sposato?”
Toccando il lebbroso, Gesù gli dà il bentornato al contatto e alla comunità in un modo che non potrà mai dimenticare. Inoltre, Gesù gli parla. Gli dice, “lo voglio.” Lo vuole purificare. Gli dice, “Sii risanato.” E la lebbra lo ha immediatamente abbandonato. Quando Gesù tocca l’uomo, Gesù non viene contagiato. Anzi, l’uomo viene pulito da essa. Improvvisamente viene rimosso l’enorme ostacolo che lo tiene lontano dall’adorazione di Dio nel tempio e dal piacere di stare con le altre persone.
Lui Vuole Guarirti
Se non ti senti amato, se ti senti incerto su Gesù e su come ti risponderà, per favore ascolta questo: Gesù ti accoglie. Ancora meglio, Gesù ti purificherà e ti guarirà. Non sarai più lo stesso dopo averlo incontrato. Qualsiasi sia la ragione che ti impedisce di avere un rapporto più stretto con Dio o la comunità Cristiana, vieni a Gesù e lascia che sia lui a gestire la cosa.
Se si tratta di un peccato, passato o presente, appena lo confessi Gesù ti perdonerà. Qualche capitolo dopo nel suo Vangelo, Luca riferisce la parabola di Gesù sull’esattore che (come il lebbroso) è caduto nello sporco, pregando Dio di perdonarlo. E Dio lo ha fatto (Luca 18:9–14). Lo farà anche con te. Lui vuole purificarti. Lui vuole perdonarti. Non ti guarda con disprezzo ma con gioia, come il padre che corre ad abbracciare il figliol prodigo quando torna a casa dopo aver sperperato una fortuna (Luca 15:11–32). Si tratta della migliore notizia per tutte quelle persone che portano il peso della vergogna.