Quando Non Hai Tempo di Pregare

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English: When You Don’t Have Time to Pray

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Di Jonathan Parnell su Santificazione e Crescita

Traduzione di Lorena Croci

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E' buio. La casa è silenziosa. Alla colazione mancano ancora tre ore. Vestito abbastanza caldo per uscire, scendo con calma nel mio studio nel seminterrato e accendo la lampada da tavolo. Lampeggia una o due volte prima che la sua luce gialla si focalizzi sulla Bibbia aperta sotto di lei. La tavola è stata apparecchiata; la mia anima stava morendo di fame, sono arrivato in tempo. Il banchetto è dinanzi a me. E' buio. La casa è silenziosa. Alla colazione mancano ancora tre ore.

Ma poi sento dei passi. Questo è strano. Passi, ora? Così presto? Ma, un momento, non solo una serie, non due - sono tre? Risalgo la scala e trovo tre dei miei figli stranamente svegli, che vagano con il sonno negli occhi. Uno doveva usare in bagno, l'altro aveva fatto un sogno e il terzo vuole solo far parte del gruppo. Mi occupo di tutti e li riaccompagno a letto. Poi scendo di nuovo le scale, solo per sentire un altra serie di passi qualche momento dopo. Così torno di sopra per occuparmene. Ci sono lacrime e abbracci e poi ripercorro la strada ormai logora verso il mio studio. Ma lacrime e abbracci non fanno addormentare i bambini. Non passa molto tempo prima che io torni di sopra di nuovo e poi ancora giù. Su, giù, porte aperte, porte chiuse e poi ancora e ancora - Dio! Sto cercando di pregare!

Cosa devo fare? Suppongo che avrei dovuto indossare un'aureola e fluttuare su per le scale alla ricerca di momenti preziosi. Suppongo che avrei dovuto reprimere il mio disappunto e "sopportare che i bambini venissero a me." Ma poi di nuovo, io volevo davvero solo pregare - avevo bisogno di pregare. Ma ci sono queste distrazioni. Un momento, posso davvero dire così? Queste sono veramente distrazioni? No, naturalmente no. Gli smartphone possono essere una distrazione. Scorrere un feed di Twitter può essere una distrazione. Controllare un aggiornamento di Instagram o riempire un'altra risposta a una mail può essere una distrazione, ma non i miei figli, non le persone, non così.

E tuttavia, eccomi qui, sentendomi distratto, incapace di prestare piena attenzione a qualcosa di buono e giusto e necessario perché devo fare qualcos'altro di buono, giusto e necessario.

C'è luce. La casa è rumorosa. La colazione è in ritardo.

Speravo di sentirmi più vicino a Dio, ma ora sono sul punto di allontanarmi più scombussolato di prima. Ancora affamato. Non ho assaggiato ciò che speravo di assaggiare. Non ho pregato per dieci cose per mia moglie o sette cose per i miei figli o nove cose per la mia anima. Non ho pregato per la mia chiesa o per la missione globale di Dio o perché sia santificato il suo nome - non so se si possa chiamarla preghiera in generale.

Ma lì, in ginocchio, cercando di ricominciare di nuovo, tutto ciò che riuscii a dire fu "Aiuto". Non avevo nulla da offrirgli, nemmeno un flusso consecutivo di pensiero coerente. Ero un uomo distratto. Mi sentivo stupido, esaurito, rotto in centinaia di pezzi di argilla poco costosa. Non ero niente.

Ma ero lì.

E se Dio mi stava dicendo qualcosa, era che potevo affermarlo.

Io ero , inginocchiato sulle innumerevoli grazie che lui aveva portato nella mia vita, che appoggiavo i gomiti sulle sue inesauribili azioni misericordiose, migliaia e migliaia di azioni misericordiose. Compresi allora, con la sua grazia, il perché di ciò che aveva fatto, che per quanto arrugginito possa sentirsi il mio cuore, per quanto stupida, esaurita e distrutta possa sembrare la mia giornata, per quanto distratto io possa essere, io sono ancora suo. Io sono suo.

Perciò lo faremo di nuovo domani. Devo andare a versare dei cereali.