Qualcosa di Nuovo sotto il Sole

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English: Something New Under the Sun

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Di R.C. Sproul Jr. su Cultura
Una parte della serie Tabletalk

Traduzione di Filadelfio Caserta

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Immagina, per un attimo, di essere la persona più potente del mondo. Ora, immagina di essere anche la persona più ricca del mondo. In sostanza, la tua vita sarebbe diversa? Tutto quello che, al momento, risulta essere ordinario diventerebbe straordinario? Non secondo l’uomo più saggio del mondo. Il re Salomone ha regnato su Israele quando essa era all’apice del suo potere. A quel tempo, Israele era una potenza mondiale e aveva allargato i suoi confini. Inoltre, Salomone aveva eguagliato la ricchezza di Creso (il re greco famoso per la sua immensa ricchezza). Sulla terra nessuno era ricco tanto quanto Salomone. Malgrado ciò, aveva ricevuto il dono della saggezza dal Signore del cielo e della terra, ed esso valeva più di tutto il resto. Basandosi sulla sua saggezza e alla luce delle esperienze fatte in ogni campo del piacere, ad ogni distrazione che il mondo aveva da offrire egli rispondeva pronunciando queste pesanti parole: “Non c’è niente di nuovo sotto il sole” (Eccl. 1:9).

Il nuovo mondo coraggioso, sotto le luci sfavillanti e le campane tintinnanti, è lo stesso mondo di sempre. Ovviamente, questo non vuol dire che non dovremmo stare in guardia contro i cambiamenti culturali repentini. Dopo tutto, siamo chiamati a discernere i tempi. Tuttavia, è esattamente questo il punto. Riusciamo a comprendere i venti del cambiamento soltanto quando siamo legati al palo delle realtà permanenti. Per procedere a passo regolare tra le sabbie mobili non cerchiamo di capire meglio come si comporta la sabbia. Al contrario, dobbiamo tenere i nostri piedi ben saldi sulla Roccia. Allora, e soltanto allora, canteremo una nuova canzone.

Ad ogni modo, il fatto che il nuovo mondo coraggioso sia il vecchio mondo timido significa che dobbiamo preservare le antiche verità. Non importa con quanta rapidità potrà cambiare la tecnologia, essa non cambierà alcune realtà – ad esempio, il fatto che noi, nel nostro io interiore, siamo dei peccatori in lotta contro Dio stesso. Non importa quanto sia ambigua la concezione della verità in ambito culturale, la verità è che Lui ha mandato il Suo Figlio unigenito affinchè chiunque avrebbe creduto in lui non sarebbe morto ma avrebbe ricevuto la vita eterna. Non importa quanto il mondo possa diventare caotico, esso è ancora nelle Sue mani. E non importa quanto apertamente la cultura si ribellerà al suo re legittimo, dobbiamo mantenere la nostra buona disposizione di spirito e ricordarci che Lui ha già vinto in questo mondo.

Tuttavia, la Sua vittoria non è la mera causa della nostra buona disposizione di spirito; essa comunica anche la nostra strategia, e lo fa in modo appropriato. Se le guide al corretto comportamento non fossero realmente applicate in questo mondo, se questi cambiamenti accecanti fossero veramente qualcosa di nuovo sotto il sole, allora potremmo comprendere la tentazione di cambiare corso, di adattarsi, di contestualizzare, di seguire la corrente. Se, tuttavia, ora regna Gesù, se Lui manda lo Spirito in Suo potere ai quattro angoli del globo, se brandisce il Suo mondo come se fosse una spada a doppio taglio, allora possiamo continuare a fare parte del programma. Possiamo andare avanti perché ogni autorità Gli è stata conferita sia sul cielo che sulla terra. Sulla base di questa autorità Egli ci ha ordinato di andare e di formare discepoli delle nazioni, battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo e insegnando loro ad osservare tutto quello che ci ha comandato. Possiamo vivere nella fede, ricordandoci che Lui è con noi anche quando attraversiamo La Fiera della Vanità – anche alla fine dei nostri giorni.

C.S. Lewis non era soltanto un teologo laico ma anche uno studioso di letteratura inglese. Durante il culmine della seconda guerra mondiale, scrisse un saggio nel quale chiedeva perché, nel bel mezzo di un tale scontro titanico tra il bene e il male, qualcuno dovrebbe “sprecare” del tempo a studiare letteratura. Successivamente, egli spiegò che coloro che si rifiutano di riflettere su delle questioni di tipo culturale non finiranno per ritrovarsi senza cultura, bensì con una cultura sbagliata. La formazione di una cultura è inevitabile, sia in tempi di guerra che in tempi di pace. Nessuno può accantonarla per un po’ di tempo ed occuparsi di questioni importanti. Allo stesso tempo, se riteniamo che la cultura più vasta sia solo un gran rumore di fondo, non ci terremo alla larga da esso ma lo accetteremo senza riserve. Coloro che ignorano la cultura sono destinati a ripetere questo errore.

Se, per amore del vangelo, non correggiamo la nostra cultura, e se, per amore del vangelo, non ignoriamo la cultura, che facciamo? Per prima cosa ricerchiamo il regno di Dio e la Sua rettitudine. Costruiamo una cultura attorno e sull’autorità di Cristo sopra ogni cosa. Viviamo, il più possibile, le nostre vite in pace e nella pacifica convivenza con gli altri, che rappresenta, allo stesso tempo, l’autentico potere del Suo assalto alle porte dell’inferno. Quando ci rifiutiamo di vivere freneticamente e scegliamo di fare il grande passo verso una cultura più ampia pur conducendo delle vite semplici e infuse di vangelo; quando cresciamo i nostri figli nel nutrimento e nel monito del Signore; quando abbiamo fame e sete di rettitudine; quando meditiamo giorno e notte sulla Sua legge ed esultiamo giorno e notte per la Sua grazia; improvvisamente il mondo rallenta. I nostri cuori si placano. Siamo tranquilli e sappiamo che Lui è Dio.

Non c’è niente di nuovo sotto il sole. Però, ogni giorno molte e nuove cose vengono portate al cospetto del Figlio. Il granello di senape sta crescendo. Il lievito sta penetrando nel grumo. Quella Tavola, sconosciuta alle mani degli esseri umani, si sta diffondendo in tutto il mondo, e il vangelo del Signore Gesù Cristo sta coprendo la terra così come l’acqua copre il mare.