Perché noi possiamo rallegrarci della sofferenza

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English: Why We Can Rejoice in Suffering

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Di John Piper su l'Afflizione
Una parte della serie 1 Peter: Grow in the Grace & Knowledge of Christ

Traduzione di Antonella Frappampina

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1 Pietro 4:12-19

12 Diletti, non vi stupite della fornace accesa in mezzo a voi per provarvi, quasiché vi avvenisse qualcosa di strano. 13 Anzi in quanto partecipate alle sofferenze di Cristo, rallegratevene, affinché anche alla rivelazione della sua gloria possiate rallegrarvi giubilando.14 Se siete vituperati per il nome di Cristo, beati voi! perché lo Spirito di gloria, lo spirito di Dio, riposa su voi. 15 Nessuno di voi patisca come omicida, o ladro, o malfattore, o come ingerentesi nei fatti altrui; 16 ma se uno patisce come Cristiano, non se ne vergogni, ma glorifichi Iddio portando questo nome. 17 Poiché è giunto il tempo in cui il giudicio ha da cominciare dalla casa di Dio; e se comincia prima da noi, qual sarà la fine di quelli che non ubbidiscono al Vangelo di Dio? 18 E se il giusto è appena salvato, dove comparirà l’empio e il peccatore? 19 Perciò anche quelli che soffrono secondo la volontà di Dio, raccomandino le anime loro al fedel Creatore, facendo il bene.

Sofferenza o edonismo cristiano

Potrebbe sembrarvi strano che uno dei miei libri preferiti sia 1 Pietro- poiché parla per lo più di sofferenza e di come vivere in una cultura ostile, nonostante io sia un’attivista, appassionato, incrollabile edonista Cristiano. Ma, non è strano per le persone che hanno vissuto abbastanza a lungo capire ciò che Paolo Brand, medico-chirurgo e missionario in India, ha scritto nel suo libro Dolore: Il Regalo che nessuno vorrebbe.

Sono arrivato a considerare il dolore e il piacere non come due cose diverse, ma come due “gemelli siamesi”, stranamente uniti e intrecciati. Quasi tutti i miei ricordi di felicità acuta, infatti, implicherebbero alcuni elementi di dolore e di lotta. (Cristianità Oggi, 10 gennaio 1994, p. 21).

Non ho mai sentito nessuno dire: "Le gioie più profonde e più rare e più soddisfacenti della mia vita sono giunte in tempi prolungati di agiatezza e di consolazione." Nessuno dice che non sia vero. Cosa c'è di vero in quello che Samuel Rutherford ha detto, quando è stato messo nelle cantine di afflizione: "Il Gran Re conserva il suo vino là"-non nel cortile dove il sole splende. Cosa c'è di vero in quello che Charles Spurgeon ha detto: ". Coloro che si tuffano nel mare dell’afflizione, richiamano perle rare."

Gli edonisti cristiani faranno di tutto per avere il vino del Re e le rare perle- anche andare alle cantine della sofferenza e tuffarsi nel mare dell’ afflizione. E così, si può vedere che non sia strano che noi amiamo l'epistola di 1 Pietro-un manuale per la persecuzione e il martirio cristiano.

La storia di una famiglia missionaria alla ricerca della gioia.

Quando Bernie May era il capo della Wycliffe Bible Translators, è andato a trovare una giovane famiglia in una nazione musulmana. Erano rimasti lì per tre anni a lavorare

con un gruppo di 100.000 persone e senza conoscere Cristo. Questa coppia ha avuto tre bambini al di sotto dei cinque anni d’età. Il bambino era ricoperto dai segni del vaiolo, alcuni dei quali sono risultati infetti. Chiese se il bambino avesse mai avuto la varicella. "No, quelli sono morsi di formiche," disse la madre. "Non possiamo tenere le formiche lontano da lui. Perché, alla fine diventerà immune a loro."

Bernie May ha scritto:

In un momento di sincerità, ha confessato di sentirsi in colpa perché stava soffrendo di stress. Lo stress! Lei e il suo giovane marito sono arrivati lì dagli USA. Ora vivono in un luogo dove la temperatura è superiore a 100 gradi per la maggior parte dell'anno. I bambini sono ricoperti da morsi, una guerra sta per scoppiare, gli assistenti rischiano di diventare loro amici, molti, nei villaggi, soffrono la fame e le malattie, non possono nemmeno lasciare che i loro sostenitori sappiano ciò che stanno facendo pregare così per loro che si trovano in una zona "critica" -e essa si sente in colpa perché è sotto stress.

Le ho detto che aveva tutto il diritto di sentirsi stressata. Sono rimasto lì solo per tre giorni, e già stavo incominciando a divenire depresso.

Eppure, questa giovane coppia devota stava ridendo e scherzando ed erano colmi della gioia del Signore. (Lettera di Bernie May, Gennaio 1990).

1 Pietro è una lettera, principalmente, su come dobbiamo essere. Il testo di oggi, infatti, ci raccomanda di essere così e ci dà almeno sei motivi per cui dovremmo e possiamo essere così.

Continuate a gioire: 6 motivi per farlo.

Il consiglio si ritrova nel versetto 13: “Ma, nella misura in cui partecipate alle sofferenze di Cristo, rallegratevi perché anche nella manifestazione della sua gloria possiate rallegrarvi ed esultare.” Continuate a gioire. Una volta entrati nelle cantine della sofferenza, continuate a gioire. Una volta che ci si è immersi nel mare dell’afflizione, continuate a gioire. In realtà, continuate a gioire né malgrado la miseria, ma neanche a causa di essa. Questo non è un piccolo consiglio circa il potere del pensiero positivo. Si tratta di un modo totalmente radicale, anormale, soprannaturale di rispondere alla sofferenza. Non è in nostro potere. Non è nell’interesse del nostro onore. E 'il modo in cui gli alieni spirituali e pellegrini vivono sulla terra per la gloria del gran Re. "Si considera tutta la gioia con la quale si affrontano le varie prove," è un consiglio stupido, tranne che per una cosa-Dio. Pietro fornisce sei motivi per cui dovremmo essere in grado di "continuare a gioire" anche nel momento di sofferenza. Tutti si relazionano a Dio.

1. Non è una sorpresa, ma qualcosa di programmato.

Continuate a gioire perché la sofferenza non è una sorpresa, ma qualcosa di programmato.

Nel versetto 12: “Carissimi, non lasciatevi disorientare per la prova di fuoco che è in atto in mezzo a voi per provarvi, come se vi accadesse qualcosa di strano.”

Non è strano. Non è assurdo. Non è privo di significato. Si tratta di qualcosa di determinato. Per le vostre prove. Guardate il versetto 19: “Perciò anche quelli che soffrono secondo la volontà di Dio, raccomandino a lui le proprie anime, come al fedele Creatore, facendo il bene.” “Secondo la volontà di Dio”. La sofferenza non è al di fuori della volontà di Dio. E' nella volontà di Dio. Questo è vero anche quando Satana può essere la causa immediata. Dio è sovrano su tutte le cose, tra cui la nostra sofferenza, e tra cui Satana.

Con il motivo? Per quale scopo? Confronta i versetti 12 e 17. Il versetto 12 rappresenta la prova impetuosa che deriva “dalle vostre prove”. Il versetto 17 dice: “Poiché è giunto il tempo che il giudizio cominci dalla casa di Dio, e se comincia prima da noi, quale sarà la fine di coloro che non ubbidiscono all'evangelo di Dio?” Il punto è che il giudizio di Dio si sta muovendo attraverso la terra. La chiesa non sfugge. Quando il giudizio impetuoso brucia la chiesa, si tratta di un fuoco verificato, dimostrato, purificato. Quando il mondo si brucia, si risveglia, distrugge. 18 “E se il giusto è appena salvato, dove comparirà l’empio e il peccatore?”

I credenti passano attraverso la verifica impetuosa del giudizio di Dio- non perché ci odia, ma perché ci ama e vuole la nostra purezza. Dio odia il peccato così tanto e ama i suoi figli così tanto che non ci risparmierà nessun dolore per liberarci da ciò che egli odia.

Così, il motivo numero uno è che la sofferenza non è qualcosa di sorprendente, ma di programmato. È una prova. E’ il fuoco che purifica. Che prova e rafforza la vera fede, e consuma "le interpretazioni della fede".

Alexander Solzhenitsyn era stata a lungo colpito dalla pazienza e dai credenti russi che hanno molta pazienza. Una notte in carcere in Siberia, Boris Kornfeld, un medico ebreo, si mise in piedi davanti a Solzenicyn e gli raccontò la storia della sua conversione a Cristo.

La stessa notte Kornfeld fu bastonato a morte. Solzhenitsyn riferì le ultime parole di Kornfeld, “giaci su di me in eredità ... E 'stato solo quando giacevo sulla paglia marcia della prigione che ho sentito dentro di me i primi impeti di bene ... Dio ti benedica, ti imprigiona, per essere stato la mia vita. "

Tuttavia, noi abbiamo una forte speranza e le sofferenze del nostro proprio tempo, porteranno la purezza e la vita a molti.

2. Le prove dell’unione con Cristo.

Continuate a gioire, perché la vostra sofferenza come un cristiano, è una prova della vostra unione con Cristo.

Versetto 13a: "Ma, nella misura in cui si condividono le sofferenze di Cristo, continuate a gioire." In altre parole, le vostre sofferenze non sono proprio vostre. Esse sono anche di Cristo. Questo è motivo di gioia perché significa che voi siete uniti a Cristo.

Joseph Tson, un pastore rumeno che resistette alle repressioni della Cristianesimo da parte Ceausescu, ha scritto: Questa unione con Cristo è il soggetto più bello nella vita cristiana. Vuol dire che io non sono un combattente solitario qui: io sono un prolungamento di Gesù Cristo. Quando sono stato picchiato in Romania, ho sofferto nel mio corpo. Non è la mia sofferenza: ho solo avuto l'onore di condividere le Sue sofferenze. (un articolo non datato: "Teologia del martirio").

Continuate a gioire, perché le vostre sofferenze come un cristiano, non sono solo le vostre ma di Cristo e danno prova della vostra unione con lui.

3. Un mezzo per raggiungere una maggiore gioia nella gloria.

Continuate a gioire, perché questa gioia rafforzerà la vostra sicurezza che, nel momento in cui Cristo raggiungerà la gloria, voi gioirete per sempre per lui.

Versetto 13 b: “[Nel condividere le sofferenze di Cristo] continuate a gioire, così che anche al momento della rivelazione della sua gloria, si può gioire con esultanza.” Vi avverto: : continuate a gioire in questo momento, in modo che possiate gioire dopo. La nostra gioia ora, attraverso la sofferenza, diventa il mezzo per raggiungere la nostra gioia dopo, mille volte racchiusa nella gioia.

In primo luogo, vi è la sofferenza, poi c'è gloria. 1 Pietro 11: “cercando di conoscere il tempo e le circostanze che erano indicate dallo Spirito di Cristo che era in loro, e che attestava anticipatamente delle sofferenze che sarebbero toccate a Cristo e delle glorie che le avrebbero seguite.” (cfr 5,1). Paolo disse: “Se noi soffriamo con lui, saremo glorificati da lui”. In primo luogo, la sofferenza e poi la gloria-sia per Gesù e che per coloro che si sono uniti a lui.

Se siamo amareggiati dalla vita o dal dolore che ci affligge, non siamo preparati a gioire della Rivelazione della Gloria di Cristo. Continuate a gioire ora della sofferenza, al fine di poter gioire con esultanza al momento della rivelazione della sua gloria.

4. Lo Spirito di gloria e di Dio riposa su voi.

Continuate a gioire nel momento di sofferenza, perché lo Spirito di gloria e di Dio possa riposare su di voi.

Versetto 14: 14 “Se siete vituperati per il nome di Cristo, beati voi! perché lo Spirito di gloria, lo spirito di Dio, riposa su voi.”

Ciò significa che nel momento della più grande prova, vi è una grande consolazione. Nel momento della più grande sofferenza sulla terra, vi è un grande supporto dal cielo. Voi potrete pensare, ora, che voi non sarete in grado di sopportarlo. Ma, se voi apparterrete a Cristo, sarete in grado di sopportarlo, perché giungerà a voi e riposerà su di voi. Come ha detto Rutherford, il Gran Re conserva il suo miglior vino nella cantina dell’afflizione. Non lo porti fuori per servirlo con le patatine e nei pomeriggi assolati. Lo conservi nel caso in cui ci si ritrovi in situazioni estreme.

Se dici: "Cos'è questo?"-Lo Spirito della gloria e di Dio riposa su di me nella sofferenza-la risposta è semplicemente questa: verrete a sapere ciò che avete bisogno di sapere. Lo Spirito rivelerà abbastanza della gloria e abbastanza di Dio per soddisfare la tua anima e per realizzarvi.

Cercate di essere santi, cercate di portare la verità, cercate di portare testimonianza, e di non arrendervi.

E prima o poi verrete a conoscenza dello Spirito della gloria e di Dio che riposa su di voi nel momento di sofferenza.

5. Glorificare Dio.

Continuate a gioire nella sofferenza, perché questo glorifica Dio.

Versetto 16: 16 “ma se uno patisce come Cristiano, non se ne vergogni, ma glorifichi Iddio portando questo nome.”

Glorificare Dio significa dimostrare attraverso le vostre azioni e i vostri atteggiamenti che Dio è contento per voi- che vale ed è prezioso, desiderabile, soddisfacente. E il miglior modo per dimostrare che qualcuno soddisfi il vostri cuore è di continuare a gioire di loro, quando tutti gli altri mezzi per la vostra soddisfazione stanno scomparendo. Se continuate a gioire di Dio al momento della sofferenza, si capisce che Dio e non altre cose, è la grande fonte della vostra gioia.

Ho menzionato in precedenza Paul Brand -il medico-chirurgo missionario in India. Egli racconta la storia di sua madre che era stata missionaria in India e che ha fatto qualcosa che simboleggia una vita devota, attraverso la sofferenza, alla gloria di Dio e non a se stessa. Dr. Brand scrive:

Per la Madre, il dolore è stato un compagno abituale, come lo era il sacrificio. Dico volentieri e con amore, ma in età avanzata, nella Madre presentava poco della bellezza fisica rispetto a quella che aveva in passato. Le condizioni difficili in combinazione con le cadute rovinose e le sue battaglie contro il tifo, la dissenteria e la malaria, l’ aveva resa magra, ingobbita e vecchia. Anni di esposizione al vento e al sole aveva ispessito la pelle liscia del suo viso, solcandola di rughe profonde ed estese che non ho mai visto su nessun altro volto umano. . . La madre lo sapeva meglio di chiunque- che negli ultimi 20 anni della sua vita, si sarebbe rifiutata di avere uno specchio in casa sua. (Christianity Today, 10 gennaio 1994, p. 23).

Venti anni di clero, senza uno specchio. Lo avevi? Essa era lo specchio. Dio era la luce e la gloria.

6 La fedeltà di Dio a cura della vostra anima.

Infine, continuate a gioire perché il Creatore è fedele alla cura della vostra anima.

Versetto 19: 19 “Perciò anche quelli che soffrono secondo la volontà di Dio, raccomandino le anime loro al fedel Creatore, facendo il bene.”

I gradi di sofferenza e le forme di afflizione saranno differenti per ognuno di noi. Ma, una cosa avremo tutti in comune fino a quando Gesù arriverà: moriremo tutti. Arriveremo a quel momento fantastico del Giudizio Universale. Se avete tempo, vedrete la vostra vita intera rappresentata, prima che riflettiate sul fatto che voi l’abbiate trascorsa bene. Tremerete di fronte a questa realtà indicibile che, in pochi istanti, vi porrà di fronte a Dio. E il destino della vostra anima sarà irrevocabile.

Gioirete in quel momento? Affiderete la vostra anima ad un Creatore fedele. Egli ha creato la vostra anima per la sua gloria. Egli è fedele a quella gloria e a tutti coloro che la amano e la vivono per questo. Ora, è il momento di mostrare dov'è il tuo tesoro- in cielo o in terra. Ora è il momento di rallegrarvi per la gloria di Dio. Fidatevi di lui. E continuate a gioire.