Pensare in modo biblico quando si tratta di preoccupazioni

Da Libri e Sermoni Biblici.

Risorse Correlate
Altro Di Paul Tripp
L'Indice degli Autori
Altro su Paura e ansia
L'Indice degli Argomenti
A proposito di questa traduzione
English: Thinking Biblically About Worry

© Ligonier Ministries

Condividi
La nostra missione
Questa risorsa è pubblicata da Gospel Translations, un ministero online il cui scopo è rendere libri e articoli che parlano del vangelo disponibili gratuitamente in ogni paese e lingua.

Per saperne di più (English).
Come puoi aiutarci
Se parli bene l’inglese, puoi aiutarci come traduttore volontario.

Per saperne di più (English).

Di Paul Tripp su Paura e ansia
Una parte della serie Tabletalk

Traduzione di Francesca Macilletti

Review Potete aiutarci a migliorare questa traduzione da rivedere per la precisione. Per saperne di più (English).



Sally si preoccupa per i bambini tutto il giorno, anche quando sono a scuola. Jed sembra non screditare mai l'onere delle sue finanze. Linda teme di non sposarsi mai. Sarah teme il dolore di invecchiare. Fred si proccupa costantemente di quello che la gente pensa di lui. Benji teme di non far parte della squadra. Mary non riesce a liberarsi dalla preoccupazione per il suo peso. Cindy ha passato tante notti insonni preoccupandosi per la sua relazione con Brad. Jared, essendo all'ultimo anno di college, è nel panico pensando a quello che accadrà dopo. Jaqueline ammette di essere un po' germofobica. Ben evita i luoghi affollati ma non vuole che nessuno lo sappia. Sharon ha paura che Dio non la ami, ma non ne parla molto. Ron è consapevole del fatto di aver sprecato troppo tempo a preoccuparsi di perdere il lavoro, ma non riesce a farne a meno. Dina è così preoccupata per i suoi figli, ormai in età adulta, che teme di farli allontanare da lei a causa delle frequenti chiamate. Pete ha avuto successo in seminario, ma le sue prediche sono sempre accompagnate dall'ansia. Greta si preoccupa di quello che i suoi compagni di classe pensano di lei più di quanto si preoccupi per i suoi voti. Josh si preoccupa ogni volta gli viene detto che il capo vuole vederlo.

Preoccupazione – è davvero dappertutto. Forse è la sola esperienza che tutti noi abbiamo in comune. Pensate alle persone in alto, hanno due cose in comune: sono tutti dei credenti professanti e hanno tutti difficoltà con la preoccupazione. E voi invece? Quanto il preoccuparsi è parte delle vostre giornate? Quanto le preoccupazioni influenzano ciò che fate e ciò che non fate? Come interagisce la preoccupazione con la fede che tanto vi sta a cuore? È possibile che essa influenzi la vostra vita più di quanto pensiate?

Forse la preoccupazione è uno degli sporchi segreti della chiesa. Forse ci rende timidi, passivi e dubbiosi quando la nostra teologia ci dice che abbiamo ogni ragione per essere coraggiosi, attivi e sicuri di noi. È possibile che molti di noi vivano tra la confidenza teologica che celebriamo ogni domenica e la paura, preoccupazione e l'ansia che ci accompagnano il resto della settimana? Perché così tanti di noi si preoccupano così tanto? Perché non sperimentiamo la calma che il Vangelo dovrebbe offrirci? Perché passiamo notti in bianco, giorni irritabili e sentiamo il nervoso dentro di noi. Perché la preoccupazione entra così spesso nelle nostre vite?

La preoccupazione e il mondo caduto

Forse la risposta alle domande che vi ho posto è “Paolo, mi preoccupo perché vivo in un mondo caduto in disgrazia!”. È vero che il mondo in cui viviamo non funziona come il Creatore aveva previsto. Per questo, viviamo in un mondo dove inganno, pericolo e delusione fanno parte della realtà. La Bibbia è abbastanza onesta nel descrivere quanto sfasciato sia questo mondo. Ci sono cose in questo mondo che dovreste temere. Cose che dovrebbero attirare la vostra attenzione e farvi preoccupare. Ci sono cose che dovreste migliorare in modo da proteggere i vostri cari e fargliele evitare. Dovreste vivere saggiamente e vigili. Vivere con le reali aspettative che la comprensione biblica della caduta del nostro mondo fornisce è una cosa responsabile e divina da fare. Non dovete essere naif. Questa parte del paradiso, dovete sempre ricordare che lo shalom (pace e integrità) che il Creatore ha creato, è stato distrutto. Ogni giorno, in qualche modo, la rottura del vostro mondo vi opprimerà. E sarà così fintanto che non raggiungerete l'altra riva.

Ma è necessario fare un'importante distinzione tra guardare la vita attraverso le oneste lenti delle Scritture e vivere una vita di piccole – e non proprio piccole – preoccupazioni. Nella Bibbia siamo confrontati con la realtà che, nelle situazioni in cui il popolo di Dio sperimentava alcune delle più dure realtà della vita in un mondo caduto in disgrazia, sperimentava, contemporaneamente, la migliore calma dell'anima di cui la Bibbia parla. Lasciate che vi fornisca un esempio.

I salmi 3 e 4 sono salmi del mattino e della sera, scritti quando Davide stava fuggendo per salvarsi la vita da coloro i quali volevano impossessarsi del suo trono. Conoscete il seguito. Era suo figlio Absalom che voleva il trono del padre. Aveva già conquistato i cuori del popolo di Israele e ora cercava di conquistare il regno. Davide sapeva di cosa si trattava: monarchia. Affinché il figlio salga sul trono permanentemente al posto di suo padre, quest'ultimo deve morire. Quindi, Davide fugge per salvarsi la vita con un piccolo gruppo di uomini leali e si nasconde un una grotta. Forse non ci sono altre storie così struggenti nelle Scritture: il peccato distrugge una famiglia, ne segue una sommossa e, forse, la morte. In questa storia, vedete il peggior momento del mondo caduto in disgrazia. Ma in questo momento, Davide non è paralizzato dal panico. Non è guidato dalla preoccupazione. Non è incantato dai “e se …”. No, Davide è notevolmente rilassato. Date un'occhiata a ciò che ha scritto nella grotta: “In pace mi corico e subito mi addormento, perché Tu solo, Signore, fiducioso mi fai riposare.”(Salmo 4,9). Davide sta sperimentando la più grande delusione e il più grande pericolo in questo mondo, ma non è preso dall'ansia. Il suo cuore è calmo e il suo corpo è in grado di dormire, pur trovandosi in una situazione che spezzerebbe il cuore di ogni padre.

La storia di Davide e il suo salmo ci confrontano con qualcosa d'importante. È quello di cui tratteremo nel resto di questo articolo. Ecco di cosa si tratta: Le difficoltà della vita in questo mondo caduto in disgrazia sono motivo di preoccupazione, ma non ne sono la causa. Per capirne la causa, dovete guardare più a fondo. Davide si trovava in una circostanza che avrebbe potuto essere motivo di grande preoccupazione, eppure non era irritabile o ansioso. La sua calma ci mostra dove l'aiuto per le nostre preoccupazione può essere trovato. La preoccupazione non è causata da ciò che esiste fuori di noi. No, la preoccupazione è causata da ciò che esiste dentro di noi.

Mondi rinsecchiti e preoccupazione

Per capire perché noi cristiani tendiamo a preoccuparci più di quanto si dovrebbe nonostante la nostra teologia della vita quotidiana, vi porterò a fare un tour biblico. Vorrei iniziare con due versetti che offrono una stupenda visione su cosa il peccato fa a ognuno di noi. Questi versetti iniziano coll'indicarci il perché preoccuparsi è una sfida universale. “L'amore di Cristo, infatti, ci possiede; e noi sappiamo bene che uno è morto per tutti … perché quelli che vivono non vivano più per se stessi ma per Colui che è morto e risorto per loro.” (2 Corinzi 5,14-15)

Nelle dieci parole che ho evidenziato, Paolo fa un'importante osservazione su quanto il peccato alteri fondamentalmente l'approccio di ogni persona alla vita. Sono nato per vivere per qualcosa di molto più grande di me stesso. Sono stato creato per vivere per Dio – il Suo regno e la Sua gloria. Sono stato creato per trovare la mia identità, il mio significato, scopo e il mio senso interiore di benessere. Sono stato creato per trovare la ragione per fare quello che faccio e per trovare la calma da Dio mentre lo faccio. Ma il peccato porta ognuno di noi a vivere per noi stessi, in altre parole, a ridurre le nostre vite alle dimensioni delle nostre vite. Il peccato riduce il campo dei nostri sogni e ci fa preoccupare per i nostri desideri, i nostri bisogni e le nostre emozioni. Il peccato ci porta a concentrarci su noi stessi, a essere preoccupati per noi stessi e motivati da noi stessi.

Cosa c'entra questo con la preoccupazione? Tutto! Come risultato del peccato, non connettiamo più la nostra pace interiore a un Dio che è la definizione di saggezza, potere e amore e che mai e poi mai cambierà. No, senza renderci conto di ciò che abbiamo fatto, iniziamo a cercare la nostra identità, il nostro significato, scopo e senso interiore di benessere. Guardiamo alle situazioni e relazione distrutte e in continuo cambiamento di questo mondo per il nostro scopo e per la nostra calma interiore. Le cose che non sono state create per donarci la pace e sulle quali non abbiamo controllo alcuno diventano il nostro Messia di ricambio. E gli chiediamo di fare per noi ciò che solo Dio è in grado di fare. Vedete, questo è quello che succede: le cose importanti (come la famiglia, il lavoro, la casa, i soldi ecc...) diventano più importanti per noi in quanto diventano il luogo dove cerchiamo la calma. Calma che non ci viene data, quindi diventano la ragione dell'infinito ciclo di preoccupazione, ansia e paura che, francamente, fanno parte della vita quotidiana di troppi credenti. Il vostro lavoro è importante, ma non deve essere definire la vostra identità e, quando lo fa, diventa la causa di un'infinita ansia. Il vostro matrimonio e le vostre relazioni sono importanti ma non devono essere il luogo in cui cercare la calma interiore. Ecco cosa ci dicono le Scritture. La preoccupazione che ci giuda o ci paralizza, rivela molto più quello che abbiamo dentro di noi che quello che si trova al di fuori di noi. E, continuando questo discorso, il prossimo passaggio, Matteo 6,19-34, è d'aiuto.

Regni, tesori e preoccupazione

Matteo 6,19-34 è uno dei passaggi della Bibbia più conosciuti riguardo l'ansia e la preoccupazione. (Perché non fate una pausa per leggere il passaggio ora?) Chi non conosce le parole “e chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita?” (v. 27) o “non preoccupatevi dunque dicendo: 'Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?'” (v. 31). Leggendo questo passaggio nella sua interezza, vedete immediatamente che è molto di più che un'analisi della preoccupazione. È, in realtà, un'interpretazione dettagliata della guerra tra il regno di Dio e il regno dell'egoismo. È proprio così, perché parla della preoccupazione. Ci insegna che dietro ogni momento di preoccupazione si nasconde una guerra per il cuore. Ed essa è in atto sia se i nostri cuori sono, di fatto, guidati dal regno di Dio, che se sono guidati da quello dell'egoismo.

A causa del peccato, le nostre difficoltà con il regno dell'egoismo sono così intense e seduttive che Cristo passa la maggior parte del Suo tempo a interpretare lesue dinamiche (vv. 19-32). Ma è solo alla prima parola del versetto 33, “Ma”, che arriviamo alla svolta del passaggio e veniamo chiamati a vivere per il regno di Dio. Quello che essenzialmente Cristo dice, è che il regno dell'egoismo è guidato da una ricerca dei tesori terreni e dei bisogni legati all'ansia. Il regno dell'egoismo riduce la vita a un insieme di tesori fisici ed empirici e una lista di bisogni personali. In questo regno viviamo per essere sicuri di ottenere ciò che vogliamo e soddisfiamo i nostri bisogni. Ora, prima che diciate, “Beh, Paolo, io non vivo in questo modo!” lasciate che vi faccia una domanda: in quest'ultimo mese, quanto la vostra preoccupazione ha avuto a che fare con il regno di Dio?

Vorrei incoraggiarvi a consentire umilmente a questo passaggio di essere uno specchio nel quale vedere le cose di voi stessi che altrimenti non potreste vedere. Cristo usa una parola che cattura i nostri cuori all'attenzione: tesoro. Pensate a questa parola. Ci sono pochi tesori nella vita che hanno un valore intrinseco. Alla maggior parte dei tesori è stato assegnato un valore. È per questo che il vecchio proverbio dice “La bellezza è negli occhi di chi la guarda”. Per esempio, perché un conto di 20 dollari vale 20 dollari? Non è perché li contiene al suo interno. No, il loro valore è assegnato. Allo stesso modo state assegnando un valore alle cose della vostra vita. È impossibile per gli uomini non farlo. Gesù ci ha avvertiti di stare attenti a ciò a cui diamo un valore in quanto quello che chiamiamo “il nostro tesoro” controllerà i nostri cuori e quindi il nostro comportamento.

Come si collega questo alla preoccupazione? La connessione è ovvia e potente. Preoccupazione e calma rivelano sempre i veri tesori del nostro cuore. Siete più calmi se ciò che amate di più al mondo è al sicuro e vi preoccupate quando questo è in rischio. Cosa rivela il vostro mondo di preoccupazione riguardo ai veri tesori del vostro cuore?

Ma, in questo passaggio, Gesù qualcosa che è più tentatore – il bisogno. La vostra vita è plasmata da ciò di cui dite di avere bisogno. Se bisogno significa “essenziale per la vita”, definire qualcosa un bisogno è un significativo impegno del cuore. Se siete convinti che qualcosa è un bisogno, allora sembra giusto aspettarsi di averlo e sembra naturale preoccuparsi del fatto di non poterlo ottenere. Forse una delle parole più superficiali usate dagli esseri umani è la parola bisogno. La maggior parte delle cose che consideriamo bisogni, non lo sono. E Gesù vi direbbe che le cose delle quali avete veramente bisogno vi verranno misericordiosamente date dal Padre celeste.

Quindi l'assegnazione dei bisogni si collega alla preoccupazione in due modi. Primo: tenderete a preoccuparvi quando attribuirete la vitalità della vostra vita alle cose di cui non avete veramente bisogno e che non potrete mai controllare. Secondo: tenderete a preoccuparvi per le cose di cui avete veramente bisogno quando dimenticherete il vostro Padre celeste e il Suo patto d'amore al quale ha sempre tenuto fede. Il vostro Padre è sovrano, saggio, generoso e potente. Regna su tutte le cose per il bene della Sua chiesa (Efesini 1,15-23). Se non ci avesse donato Suo Figlio, non ci avrebbe potrebbe donare liberamente tutto quello di cui abbiamo realmente bisogno (Romani 8,31-32)?

Calma e guerra

Sono profondamente persuaso del fatto che la calma personale reale e duratura del cuore possa essere trovata nella facilità delle circostanze. Anche nelle migliori situazione in questo mondo caduto in disgrazia, il vostro cuore sarà capace di trovare motivi per cui preoccuparsi. La calma interiore dell'anima e la duratura pace del cuore si possono trovare quando Gesù e il Suo regno sono i vostri più grandi e profondi tesori. Quando trovate il vostro significato e scopo nell'inarrestabile lavoro del Suo regno, quando affidate la vostra identità nelle Sue mani e il vostro senso interiore di benessere nelle sicure fondamenta delle Suo promesse per incontrare tutti i vostri bisogni, potrete riposare anche quando le situazioni e le relazioni intorno a voi saranno distrutte.

Sconfiggere la preoccupazione non significa sperare che domani andrà meglio. Significa essere un buon soldato nella guerra per il cuore, combattere la tentazione di legare la pace del vostro cuore a cose che per loro natura sono temporanee e che, quindi, non sono state create per donare la pace duratura (vedi Matteo 6,19). Significa, invece, alimentare l'anima con le promesse e i doni del vostro Padre celeste. Significa riflettere prima di considerare una cosa un bisogno, vivere per qualcosa più grande di noi, donare l'amore e l'attenzione del nostro cuore al Re e al Suo regno e combattere l'istinto di costruirne uno nostro in miniatura. Il regno dell'egoismo non vi darà mai la calma in quanto non ha la capacità di soddisfare i desideri del vostro cuore.

Nella grotta, Davide aveva ragione nel dire “perché Tu solo, Signore, fiducioso mi fai riposare” (Salmo 4,8). È come se Davide stesse dicendo “La mia pace non risiede in un luogo, in una relazione o in una circostanza; risiede nel Signore. Perché sono tanto libero dalla preoccupazione in questa grotta quanto lo ero a palazzo!”. Si, Davide era addolorato come ogni padre lo sarebbe stato al suo posto e no, non sapeva come le cose si sarebbero evolute. Ma tra queste domande e gli spasimi del dolore, il suo cuore era talmente calmo da permettergli di dormire.

Preoccupazione e calma rivelano sempre i veri tesori dei nostri cuori e in questa battaglia non siamo soli in quanto il Re che siamo chiamati a servire è anche Emmanuele. Lui è sempre con noi e combatte per noi con la Sua grazia.