Parlare alle proprie lacrime
Da Libri e Sermoni Biblici.
Di John Piper
su l'Afflizione
Una parte della serie Taste & See
Traduzione di Marinella Bortone
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Salmo 126:5-6
- Quelli che seminano con lacrime,
- mieteranno con canti di gioia.
- Ben va piangendo colui che porta il seme da spargere,
- ma tornerà con canti di gioia portando i suoi covoni.
Non c’è niente di triste nel seminare. Non occupa più lavoro del raccogliere. I giorni possono essere bellissimi. Ci può essere grande speranza di raccolta. Il salmo parla anche di “seminare con lacrime”. Dice che “ben va piangendo colui che porta il seme da spargere”. Dunque, perché piangere?
Io non penso che il motivo riguardi il fatto che la semina sia triste, o che seminare sia difficile. La semina è semplicemente il lavoro che deve essere fatto anche quando ci sono cose nella vita che ci fanno piangere. Il raccolto non aspetterà che finisca la nostra pena o che risolviamo i nostri problemi. Se vogliamo avere da mangiare il prossimo inverno, dobbiamo andare nel campo e seminare i semi, che piangiamo o meno.
Questo salmo ci insegna una dura verità: il lavoro deve essere fatto, che io sia emotivamente predisposto a farlo o meno. Immagina di sentirti giù di morale e che sia tempo di seminare. E di dire anche: “Non riesco a seminare il campo questa primavera perché ho il morale a terra”. Se fai così, non avrai da mangiare il prossimo inverno.
Ora, immagina di dire: “Ho il morale a terra. Piango quando finisce il latte a colazione. Piango se il telefono squilla mentre suonano alla porta. Piango per nessuna ragione. Ma il campo ha bisogno di essere seminato. Questa è la vita. Non mi va, ma prenderò la busta di semi e andrò nei campi e piangerò mentre farò il mio dovere. Seminerò con lacrime”.
Se lo farai, la promessa del salmo è che “mieterai con canti di gioia” e “tornerai con canti di gioia portando i tuoi covoni”. Non perché le lacrime della semina producano la gioia della raccolta, ma perché la sola semina produce il raccolto, e te ne devi ricordare anche quando le tue lacrime ti spingono ad abbandonare la semina.
Quindi, la lezione è questa: Quando ci sono semplici, facili lavori da fare, e tu sei pieno di tristezza, e le lacrime scendono giù, vai avanti e svolgi il tuo lavoro in lacrime. Sii realista. Dici alle tue lacrime: “Lacrime io vi sento. Mi fate venir voglia di smettere di vivere. Ma c’è un campo da seminare (piatti da lavare, macchina da aggiustare, sermoni da scrivere). Lo so che bagnerete il mio viso più volte oggi, ma ho del lavoro da fare e voi verrete con me. Ho intenzione di prendere la mia sacca di semi e seminare. Se mi accompagnate, allora dovrete bagnare i filari”.
Poi dici, in base alla parola di Dio: “Lacrime, lo so che non resterete qui per sempre. Il fatto stesso di fare il mio lavoro (lacrime e tutto) alla fine mi porterà un raccolto di benedizioni. Quindi fate pure e scorrete, se dovete. Ma io credo (ancora non lo vedo o sento completamente), io credo che il semplice lavoro della mia semina porterà i covoni del raccolto. E le tue lacrime si trasformeranno in gioia”.
Imparare a seminare fermamente,
Pastore John.