Non temete le difficoltà del matrimonio

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English: Do Not Fear the Hard Things of Marriage

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Di Elizabeth Wann su Matrimonio

Traduzione di Lorena Croci

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Il quadro nella mia mente era chiaro: l’immagine di una pecora guidata da dietro dal suo pastore. La pecora manteneva la direzione sul sentiero diritto grazie ai colpetti del bastone sulle sue zampe posteriori. Io udii il Signore dire: “Non temere, io ti guiderò e ti proteggerò.”

Dio stava parlando al mio cuore mentre mi confrontavo con i miei timori riguardo al matrimonio. Stavo frequentando mio marito a quel tempo e la paura mi tratteneva dal proseguire nella relazione. Avevo paura di mettermi in una posizione vulnerabile, che avrebbe potuto portarmi a soffrire. Desideravo una vita priva di dolori affettivi e struggimento. Volevo prendermi per le mani e tenere al riparo il mio cuore, anziché metterlo nelle mani del Padre.

Quando Dio mi disse di non temere, io pensai ingenuamente che intendesse dire che tutto sarebbe andato bene e che non mi sarebbe accaduto nulla di male. Di sicuro mi avrebbe protetto dall’avere il cuore spezzato. Ripensandoci, ora, non avevo veramente fiducia in Dio mentre mi avviavo verso il matrimonio, ma confidavo in una prospettiva ottimistica e nella sdolcinatezza di un romanzo. Ora lo so, perché la realtà del matrimonio, alla fine, ha eroso il mio ottimismo e la mia sdolcinatezza. Invece le mie paure si sono avverate.

La guida del Signore

Dio non aveva detto che mi avrebbe protetta? Perché mi aveva condotto dritta nel dolore e nello struggimento del mio matrimonio? Ogni dolore è come un bambino da solo in una stanza buia senza una lucina da notte, consapevole di avere un mostro sotto al letto. Noi desideriamo solo che qualcuno accenda l’interruttore della luce e faccia scomparire quel mostro. Quando Dio dice “Non temere” lo fa perché in questo mondo maledetto ci sono sempre cose da temere, ma lui non vuole che temiamo ciò che fa paura.

Il matrimonio può fare paura, perché rappresenta l’ignoto. Può essere duro, perché stiamo per conoscere e sperimentare l’iterazione tra le nostre forze e debolezze e quelle del nostro sposo. E in quanto esseri umani egoisti, temiamo le cose difficili. Ma Dio porta le difficoltà nelle nostre vite per esporci e raschiare via quegli strati di ego per cui dobbiamo morire. La mia paura del matrimonio era, nella sua essenza, una paura della valle delle ombre della morte.

Re Davide, anche lui un pastore, scrisse queste parole: “Quand'anche camminassi nella valle dell'ombra della morte, non temerei alcun male perché tu sei con me; il tuo bastone e la tua verga sono quelli che mi consolano” (Salmi 23:4). Davide aveva familiarità con l’uso del bastone e della verga nella pastorizia. Lui sapeva che il bastone era usato per il conteggio delle pecore. In buon pastore conta e mantiene le sue pecore, sa quali appartengono a lui. Il bastone ci dà conforto quanto ci avventuriamo nel territorio inesplorato del matrimonio, perché sappiamo che siamo stati conteggiati nel gregge di Dio; siamo salvaguardati dall’appartenenza a Dio.

Il bastone e la verga sono anche strumenti utili per guidare le pecore. Sebbene lui possa condurci verso le valli piene di dolore del matrimonio, possiamo lo stesso aver fiducia nel cuore del nostro Buon Pastore. Nella sua amorevole provvidenza, il dolore diventa un dono, che ha il potere di farci inginocchiare nella nostra dipendenza da Dio. Come disse Charles Spurgeon, “È piacevole affliggersi davanti al paradiso! È una buona cosa essere messi alla prova e, in questo modo, essere resi più giudiziosi per una maggiore grazia divina.”

La disciplina del Signore

I colpetti del bastone del Pastore non servono solo a fornire una guida, ma anche a mantenere la disciplina. Questi colpetti non sono dati per punirci, ma per insegnarci e darci istruzioni. Ci mostrano la strada su cui camminare. Ci insegnano a non temere l’ignoto ma ad aver fiducia nel cuore del nostro Buon Pastore, la cui protezione appare diversa dalla quella concepita da noi. Lui non ci promette una vita senza dolori e difficoltà nel matrimonio, ma ci promette che proteggerà le nostre anime eterne. Perché il suo bastone è pronto ad attaccare i nostri assalitori spirituali ed è la sua presenza confortante e amorevole che protegge i nostri cuori e le nostre menti mentre camminiamo attraverso la valle delle ombre. La sua disciplina è una forma di protezione contro i nostri cuori peccaminosi. Per quanto mi riguarda, era la mia peccaminosa tendenza a temere a non fidarmi di Dio nel mio matrimonio.

Quando il nostro Buon Pastore ci guida attraverso la valle delle ombre del matrimonio, lui ci sta conducendo direttamente a se stesso. E questa è la cosa più confortante, appartenere a Cristo e ricevere di più da lui attraverso le prove, perché è Cristo stesso che cammina con noi nella valle oscura. Questo è il motivo per cui Davide disse “Non temerò alcun male.” Nonostante Dio possa portarci a soffrire e a struggerci nel matrimonio, lui non lo fa per la gioia (sebbene, come per Cristo, c’è gioia per noi). Perché Davide dice anche questo riguardo a Dio: “Tu hai contato i passi del mio vagare; riponi le mie lacrime nel tuo otre; non le hai registrate nel tuo libro?” (Salmi 56:8).

Gesù, il quale cammina con noi, porta addosso le proprie cicatrici per testimoniare la sua sofferenza personale. Lui ha camminato nella sua valle oscura e ora ci comprende e intercede per noi. Di sua spontanea volontà, Cristo si è messo sotto la maledizione di questo mondo, così da proteggere noi dalla sua malvagità e dalla sua eterna dannazione. Lui ha pagato il prezzo per renderci sue amate pecore e lui si prenderà cura di coloro che gli sono costati la sua stessa vita. Un Buon Pastore è pronto a donare la propria vita per una delle sue pecore; noi abbiamo questo pastore e con lui non dovremo temere le difficoltà del matrimonio.