Non di solo pane vivrà l’uomo

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English: Man Shall Not Live on Bread Alone

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Di John Piper su Il Digiuno
Una parte della serie A Hunger for God

Traduzione di Marzia Nicole Bucca

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Matteo 3:16-4:4

Appena battezzato, Gesù uscì dall'acqua: ed ecco, si aprirono i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio scendere come una colomba e venire su di lui. Ed ecco una voce dal cielo che disse: "Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto." Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto per esser tentato dal diavolo. E dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, ebbe fame. Il tentatore allora gli si accostò e gli disse: "Se sei Figlio di Dio, dì che questi sassi diventino pane." Ma egli rispose: "Sta scritto: Non di solo pane vivrà l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio."

Finora quest’anno abbiamo visto i profeti e maestri di Antiochia digiunare negli Atti 13 e abbiamo ascoltato Gesù insegnarci che quando lo sposo, cioè lui, non sarà più di questo mondo, gli invitati a nozze, cioè noi, i suoi discepoli, digiuneremo. E oggi assistiamo al digiuno di Gesù, proprio il Figlio di Dio.

Indice

Due speranze per questo messaggio

Ho due speranze per questo messaggio. La prima è che possiamo conoscere meglio Gesù. La settimana scorsa lo abbiamo ascoltato fare la stupefacente affermazione che lo sposo era arrivato—nel Vecchio Testamento Dio si era chiamato sposo e marito d’Israele. Ora ascoltiamo cosa dice Gesù—lo sposo è qui. Oggi in questo testo vediamo Gesù come rappresentante e capo di una nuova Israele, una specie di nuovo Giosuè che si prepara a condurre il suo popolo nella terra promessa, ma che prima deve mettersi alla prova nel deserto.

L’altra speranza, oltre a poter conoscere meglio Gesù, è che possiamo a capire meglio il digiuno e cogliere in maniera più profonda il suo valore spirituale per noi, sia come individui che come chiesa. Penso che dovrebbe farci fermare a riflettere e comprendere che il Ministero del Figlio di Dio è iniziato con un digiuno di 40 giorni. Dovremmo fermarci a riflettere su questo. Dovremmo chiedere: "Cosa ne è di me, Signore? Posso affrontare le incredibili sfide della mia vita da cristiano senza partecipare al digiuno di Gesù?"

Come chiesa possiamo vivere la pienezza del potere e della benedizione di Cristo senza cercare umilmente il Signore nel digiuno? Questi sono giorni importanti a Betlemme. Il mio cuore è profondamente emozionato per quello che Dio sta preparando per noi. Mercoledì scorso quando il personale ha digiunato e pregato, il Signore intesseva parole piene di speranza. L’ultimo paragrafo della mia relazione annuale per il 1994 fa così:

E infine grazie a tutti voi per le preghiere e per il continuo incoraggiamento. Sono felice di questo operato perché avete pregato. Che privilegio essere qui! Soffiano fresche brezze. Le mie vele sono spiegate. Il cielo è terso. Il Signore è a bordo e mi dice che si può essere buoni pescatori di uomini senza andare troppo lontano.

Il mio cuore ha tanta fame di assistere ad una più profonda opera divina in mezzo a noi! Un’opera che una settimana sì e una no assisterà ad una nuova nascita soprannaturale grazie alle vostre vite che sono state consacrate in queste Città. Per questo digiunare è al centro dell’attenzione. Charles Spurgeon, il pastore inglese vissuto un secolo fa, ha detto:

Le stagioni in cui digiuniamo e preghiamo davanti al Tabernacolo sono state sicuramente giorni di festa; i cancelli del Cielo non sono mai stati tanto spalancati; i nostri cuori non sono mai stati tanto vicini alla vera Gloria.

Il mio cuore desidera per noi una chiesa che sia più vicina alla Vera Gloria, che sia così vicina al fuoco da farci bruciare con lo zelo di Gesù per il suo nome e per questo mondo in perdizione.

Allora adesso soffermiamoci sul suo digiuno.

I quaranta giorni di digiuno di Gesù

Matteo 3:16 dice che appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua, i cieli si aprirono ed Egli vide lo Spirito Santo scendere come una colomba su di lui. Lo Spirito Santo era sempre stato con Gesù. Egli era stato concepito per opera dello Spirito Santo. Ma questa era una consacrazione speciale, un’effusione, un battesimo che sarebbe rimasto su Gesù durante i tre anni del suo Ministero pubblico. Era stato battezzato per immedesimarsi con noi nella sua sottomissione alla sovranità e alla giustizia di Dio. E lo Spirito Santo è sceso su di lui, come scende su di noi, per dargli forza e per guidarlo negli immensi compiti richiesti dal suo Ministero.

Il compiacimento del Padre e la guida dello Spirito

Mentre lo Spirito scende su Gesù, Dio Padre dice: (v. 17): "Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto." Uno degli effetti stupefacenti di queste parole è rassicurare e noi Gesù che Gesù NON si apprestava a camminare sul fuoco della miseria e del dolore perché il Padre suo non si compiaceva in lui.

Ciò ha particolare importanza se consideriamo nel verso successivo (Matteo 4:1) quale sia il primo atto compiuto dallo Spirito nel Ministero di Gesù. Si legge: "Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto per esser tentato dal diavolo." Il primo atto dello Spirito nel Ministero di Gesù è condurlo nel deserto ed esporlo alle tentazioni di Satana.

Gesù si prepara allo scontro con il digiuno

Guidato dallo Spirito Gesù si preparò all’incontro con il diavolo digiunando. La volontà dello Spirito di Dio era che Gesù fosse tentato durante il suo Ministero, voleva che Gesù trionfasse nella prova grazie al digiuno e Gesù trionfò sul grande nemico dell’anima attraverso il digiuno.

Penso che questa storia dovrebbe scuoterci. Qui c’è Gesù all’inizio del più importante Ministero pubblico nella storia dell’umanità. La salvezza del mondo dipende dalla sua obbedienza e giustizia. Nessuno sfuggirà alla dannazione senza questo Ministero di obbediente sofferenza, morte e resurrezione. E la volontà di Dio richiede che, proprio all’inizio, il Ministero venga minacciato di distruzione —ovvero le tentazioni di Satana ad abbandonare il cammino dell’umiltà, la sofferenza e l’obbedienza. E tra tutte le centinaia di cose che Gesù avrebbe potuto fare per combattere questa tremenda minaccia contro la salvezza, Egli è portato al digiuno. Il digiuno!

Se Satana fosse riuscito a dissuadere Gesù dal seguire il cammino dell’obbedienza umile e sofferente non ci sarebbe stata alcuna salvezza. Saremmo ancora nel peccato e senza speranza. Dunque dobbiamo la nostra salvezza a quel digiuno posto a servizio della Fede seguito da Gesù. Questo è uno straordinario tributo al digiuno. Non andate oltre velocemente. Pensateci. Gesù ha iniziato il suo Ministero con il digiuno e ha trionfato sul suo nemico grazie al digiuno.

Deuteronomio 8:2–3 similitudini con Matteo 4:1–4

Adesso per cogliere appieno questo messaggio andiamo al Deuteronomio 8. Tutte le volte che Gesù risponde alle tre tentazioni del diavolo nel deserto, usa citazioni dal Deuteronomio. "l'uomo non vive soltanto di pane"—Deuteronomio 8:3; "Non tenterete il Signore vostro Dio"—Deuteronomio 6:16; "Temerai il Signore Dio tuo, lo servirai e giurerai per il suo nome."—Deuteronomio 6:13.

Gesù tentato nel deserto

Questo brano è molto significativo. Qui Gesù è condotto dallo Spirito nel deserto—il deserto— e per controbattere alle tentazioni di Satana Gesù cita passi del Deuteronomio, le stesse parole che Mosè aveva pronunciato al popolo di Israele che veniva messo alla prova nel deserto. In Matteo 4:3–4 si legge:

Il tentatore allora gli si accostò e gli disse: "Se sei Figlio di Dio, dì che questi sassi diventino pane." 4. Ma egli rispose: "Sta scritto: Non di solo pane vivrà l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio."

Le parole di Mosè durante la permanenza d’Israele nel deserto

Guardiamo adesso Deuteronomio 8:2–3; sottolineate le somiglianze che trovate tra questa permanenza nel deserto e quella di Gesù. Mosè dice al suo popolo:

Ricordati di tutto il cammino che il Signore tuo Dio ti ha fatto percorrere [NOTA: come Gesù era stato condotto dallo Spirito nel deserto] in questi quarant'anni nel deserto [NOTA: Gesù vi rimase quaranta giorni], per umiliarti e metterti alla prova [NOTA: Gesù fu "messo alla prova"], per sapere quello che avevi nel cuore e se tu avresti osservato o no i suoi comandi. 3 Egli dunque ti ha umiliato, ti ha fatto provare la fame [NOTA: come Gesù patì la fame a causa del suo digiuno], poi ti ha nutrito di manna, che tu non conoscevi e che i tuoi padri non avevano mai conosciuto, per farti capire che l'uomo non vive soltanto di pane, ma che l'uomo vive di quanto esce dalla bocca del Signore.

Qual’è il significato di queste similitudini?

Ci sono troppe somiglianze tra quanto succede a Gesù nel deserto e quanto è accaduto al popolo d’Israele per pensare che si tratti di coincidenze. Cosa vuol dire?

Vuol dire che Dio ora si accinge a liberare il suo popolo —la nuova Israele— dalla schiavitù egiziana del peccato per condurlo nella terra promessa di perdono, giustizia, pace, gioia e vita eterna. Per questo ha mandato un nuovo Giosuè — in greco il nome di Gesù è lo stesso di Giosuè (Acts 7:45). Il nuovo Giosuè si presenta come capo e rappresentante di tutte le genti ed è per loro che Egli ora sarà condotto da Dio nel deserto. I suoi 40 giorni rappresentano quarant’anni. Egli sarà messo alla prova come fu messa alla prova Israele e patirà la fame come Israele. E se trionferà Lui e tutto il suo popolo arriveranno sani e salvi nella terra promessa.

Lo scopo del digiuno per Gesù (e per noi)

Ora possiamo cogliere più chiaramente il significato del digiuno di Gesù.

La volontaria immedesimazione con il popolo di Dio

Non si è trattato di una scelta casuale per opporsi alla tentazione satanica. Si è trattato di un atto volontario d’immedesimazione con il popolo di Dio quando esso subì privazioni e fu messo alla prova nel deserto. Gesù in effetti diceva: "Sono stato mandato per guidare il popolo di Dio fuori dall’Egitto del peccato verso la terra promessa della salvezza. Per riuscirci devo diventare uno di loro. Ecco perché sono venuto al mondo. Dunque mi sobbarcherò della prova che essi hanno vissuto, mi sostituirò a loro nel deserto e lascerò che il mio cuore sia messo alla prova con il digiuno per dimostrare la mia lealtà. Con l’intercessione dello Spirito supererò il digiuno, sconfiggerò il diavolo e condurrò tutti quelli che credono in me nella terra promessa della Gloria eterna."

Un modo per lottare contro Satana

In altre parole il digiuno di Gesù fa parte del suo modo di provare come il popolo d’Israele patì la fame nel deserto. Ma questo non significa che digiunare non fosse un mezzo per combattere Satana, perché il digiuno mostra dove sta il cuore. E quando il cuore dimostra di amare Dio più del pane, Satana non ha l’appiglio che avrebbe se il nostro cuore amasse i beni terreni come il pane.

Mettere alla prova i nostri cuori

Il popolo di Dio è spesso chiamato, nella vita, a fare a meno di beni comunemente ritenuti basilari. Il digiuno è una breve esperienza volontaria di questo tipo di privazione che serve a mettere alla prova il nostro cuore. Quando sperimentiamo questo "fare a meno," il Signore rivela cosa abbiamo nel nostro cuore. "Da cosa siamo comandati? " si domanda il teologo Richard Foster nel suo capitolo sul digiuno:

Più di ogni altra disciplina il digiuno ci fa vedere le cose che hanno potere su di noi. Questo è un vantaggio meraviglioso per il vero discepolo che desideri ardentemente essere cambiato nell’immagine di Gesù Cristo. Copriamo le cose che abbiamo dentro di noi con il cibo e altri beni materiali, ma nel digiuno queste tornano in superficie. Si scoprirà quasi subito se siamo comandati dall’orgoglio. Davide ha detto: "Mi sono estenuato nel digiuno"(Sal. 69:11). Ira, asprezza, invidia, litigi, paura— se sono dentro di noi riaffioreranno durante il digiuno. All’inizio comprenderemo che la nostra ira è causata dalla fame, poi sapremo che abbiamo fame perché lo spirito dell’ira è dentro di noi, ma possiamo rallegrarci di questa scoperta perché sappiamo che attraverso il potere di Cristo possiamo guarire.

Di cosa siamo schiavi? Quali sono le nostre passioni di fondo? Il digiuno è il banco di prova di Dio—e il luogo di guarigione. Ci lamenteremo come gli israeliti quando non avevano pane? Abbandoneremo il cammino dell’obbedienza e trasformeremo le pietre in pane? Oppure vivremo "di quanto esce dalla bocca del Signore"? Digiunare è un modo per mostrarci a noi stessi e per dichiarare a Dio cosa abbiamo nei nostri cuori.

Lo scopo del digiuno

Lo scopo del digiuno è quello di dipendere meno dal cibo e più da Dio stesso. Questo è il significato delle parole in Matteo 4:4, "Non di solo pane vivrà l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio." Ogni volta che digiuniamo, noi diciamo a Gesù: "Non di solo pane, ma di te o Signore. Non di solo pane, ma di te o Signore."

Prima di concludere lasciate che vi mostri velocemente perché penso che Gesù dica che dovremmo dipendere da Dio e non dal pane.

Perché dovremmo dipendere da Dio e non dal pane

È dal Deuteronomio 8:3 che Gesù prende le parole pronunciate in Matteo 4:4:

[Dio] ti ha nutrito di manna, che tu non conoscevi e che i tuoi padri non avevano mai conosciuto, [NOTA!] per farti capire che l'uomo non vive soltanto di pane, ma che l'uomo vive di quanto esce dalla bocca del Signore.

Dio ha dato loro la manna —un cibo totalmente sconosciuto proveniente dal cielo—Perché? "Affinché" imparassero a vivere di quanto esce dalla bocca di Dio. Come può insegnarglielo la manna miracolosa? Perché la manna è uno degli incredibili modi in cui Dio, con una semplice parola, è capace di rivelare se stesso e venire incontro ai vostri bisogni quando vi sembra che non ci sia più speranza. Ma osservate cosa fa Satana. Satana dice a Gesù: "Se sei Figlio di Dio, dì che questi sassi diventino pane." In altre parole Satana dice: "crea la manna. Creala come hai fatto nel deserto. Se lo scopo della manna nel deserto era quello di mostrare alle genti che potevano sperare nei miracoli nei momenti di sofferenza, allora regalati un po` di quel pane miracoloso e avrai obbedito alle Scritture."

E Gesù risponde: "Tu sei così vicino eppure così lontano. Ti sei sempre servito della Parola di Dio in questo modo, così subdolo. Sembri approvare la Parola di Dio, ma poi la usi contro di Lui. Satana, il punto è questo: Non dipendere dal pane —nemmeno dal pane miracoloso— ma credi in Dio. Non lasciare che le più grandi soddisfazioni della tua vita vengano dal cibo —nemmeno dal cibo miracoloso creato da Dio— ma fa’ che vengano da Dio. Ed è di questa autorivelazione che noi ci nutriamo. Questa durerà per sempre. Questa è la vita eterna. Vattene Satana, Dio è il mio cibo. Non mi allontanerò dal suo cammino e dalla sua compagnia, nemmeno per la manna miracolosa."

Vi invito, questo mercoledì, a lasciare che Dio metta alla prova il vostro cuore con il digiuno e vediamo se Egli non vi mostrerà cose profonde che vi riguardano e non vi donerà se stesso come cibo.