Noi saremo simili a Dio
Da Libri e Sermoni Biblici.
Di Tom Steller
su Glorificazione (Resurrezione del Corpo)
Una parte della serie Let Us Walk in the Light: 1 John
Traduzione di Francesca Macilletti
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1 Giovanni 2:28-3:3
E ora, figlioli, rimanete in lui, perché possiamo avere fiducia quando egli si manifesterà e non veniamo da lui svergognati alla sua venuta. Se sapete che egli è giusto, sappiate anche che chiunque opera la giustizia, è stato generato da lui. Vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente! Per questo il mondo non ci conosce: perché non ha conosciuto lui. Carissimi, noi fin d'ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è. Chiunque ha questa speranza in lui, purifica se stesso, come egli è puro.
Una delle preoccupazioni dominanti che Giovanni ha in questa lettera, è che i cristiani siano sicuri che Dio è per loro ora e per sempre. Successivamente, in 1 Giovanni, che tratteremo nelle prossime settimane, Giovanni ci dice che dobbiamo avere fiducia nel fatto che Dio ascolta le nostre preghiere; il che significa che, in questo momento, Dio è per noi e sta lavorando per nostro conto. Ma Giovanni è anche preoccupato del fatto che, quando si guarda al futuro – a quel grande giorno del giudizio quando Cristo tornerà nella sua gloria – anche in questo caso dobbiamo essere pienamente certi che tutto andrà bene.
La fiducia nella venuta di Cristo
È questa futura fiducia a cui Giovanni punta nel nostro passaggio di questa mattina. Il monito di Giovanni, nel versetto 28, è questo: “E ora, figlioli, rimanete in lui, perché possiamo avere fiducia quando egli si manifesterà e non veniamo da lui svergognati alla sua venuta”. Notate che non tutti quelli che si avvicinano alla porta della chiesa hanno questa fiducia, ma solo coloro che dimorano in Gesù e che, secondo il versetto 29, fanno ciò che è giusto. Giovanni sa che ci sono alcune persone nella chiesa che, per la vergogna, si allontaneranno da Gesù quando egli tornerà. Egli è consapevole di ciò che disse Gesù in Matteo 7:21 “Non chiunque mi dice: «Signore, Signore», entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli” E Gesù continua a dire, “In quel giorno molti mi diranno: «Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?»” E poi Gesù dichiarò loro: “«Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l'iniquità!».”
Giovanni non vuole che questo accada ai suoi lettori. Egli non vuole che noi, per la vergogna, ci allontaniamo da Gesù quando egli verrà. Lui vuole che siamo pieni di fiducia: non una falsa fiducia, ma una vera.
E questa è la mia preghiera per noi questa mattina: che noi che dimoriamo in Gesù, sperimentiamo la fiducia di cui Giovanni scrive e che sarà più di poche semplici parole in una pagina: sarà un'esperienza reale del cuore. E se qualcuno di voi in questa stanza non dimora in Gesù, la mia preghiera è che vogliate iniziare a farlo, perché la promessa che attende coloro che dimorano in Gesù è straordinaria. E la prospettiva per coloro che non lo fanno è terrificante.
Rimanete in Gesù
Giovanni vuole che noi siamo fiduciosi quando Gesù ritornerà. E, così, egli ci dice “rimanete in lui, perché possiamo avere fiducia”. Rimanere in Gesù, significa vivere in lui, fare di Gesù il centro della vostra vita, prendere spunto da Gesù per capire cosa è giusto e cosa è sbagliato, per fare affidamento sulla sua forza nel fare ciò che è giusto. O, per usare la metafora di Gesù in Giovanni 15 – rimanere in Gesù significa essere come un ramo che è attaccato alla vite. Gesù disse: “Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla”. Rimanere in Gesù è legarsi a lui in modo da poter diventa come lui nel vostro vivere quotidiano; che la sua natura scorra nella vostra vita e attraverso di voi per il bene degli altri.
È questa natura, quest'essenza di Cristo, ad essere al centro del nostro passaggio di oggi. Versetto 29: “Se sapete che egli è giusto, sappiate anche che chiunque opera la giustizia, è stato generato da lui”. O, leggendo più avanti, 4:17 dove Giovanni parla di nuovo di questa futura fiducia. Egli scrive: “In questo l'amore ha raggiunto tra noi la sua perfezione: che abbiamo fiducia nel giorno del giudizio, perché come è lui, così siamo anche noi, in questo mondo”. Senza l'essenza di Cristo nella nostra vita quotidiana, non c'è alcuna fiducia nel giorno del giudizio. Solo quelli simili a Cristo non verranno messi in imbarazzo.
Il fondamento ultimo della nostra fiducia
Ma il nostro fare ciò che è giusto e il nostro rimanere in Gesù, non è il fondamento ultimo della nostra fiducia – è un segnale essenziale, ma non il fondamento della nostra fiducia. Grazie a Dio, il fondamento della nostra fiducia non è quello che facciamo, ma piuttosto quello che Dio ha fatto per noi. Nel versetto 29 si legge: “Chiunque opera la giustizia, è stato generato da lui”. O, in maniera più letterale, “Chiunque fa ciò che è giusto, è nato da Dio”. Cosa ha fatto Dio per noi? Leggiamo il versetto seguente: “Vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente!”.
Il fatto che stiamo imparando a rimanere in Cristo e a fare ciò che è giusto, è una prova, un segnale, che qualcosa di soprannaturale ci è successo. Giovanni la chiama rinascita in Dio, che avviene grazie all'amore libero e senza limiti del Padre, Egli chiama una persona ad essere Suo figlio e fa si che, questa persona, rinasca. Questa rinascita che Dio ci ha dato, precede qualsiasi sentore di amore per Lui da parte nostra. In 1:13 del suo vangelo, Giovanni dice che, diventare figlio di Dio, non ha origine con noi, ma con Dio: “Non da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati”. In 1 Giovanni 4:10, viene detto:”In questo sta l'amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati”. Poi di nuovo, un paio di versi più avanti, in 4:19 leggiamo: “Noi amiamo perché egli ci ha amati per primo”. Noi amiamo, facciamo ciò che è giusto e rimaniamo in Gesù come risultato della nostra rinascita attuata da Dio.
Cosa succede alla rinascita?
Quindi, cosa avviene in questa rinascita? Cos'è che ci è successo e che ora ci permette di rimanere in Gesù, fare ciò che è giusto e avere fiducia che Dio sarà con noi nel Giorno del Giudizio? Abbiamo fiducia perché facciamo ciò che è giusto. Facciamo ciò che è giusto, perché siamo nati da Dio. Cos'è questa rinascita? Che cosa ci è successo di così potente quando siamo nati di Dio?
Guardiamo insieme il versetto 9 del capitolo 3: “Chiunque è stato generato da Dio non commette peccato, perché un germe divino rimane in lui, e non può peccare perché è stato generato da Dio”. Quando rinasciamo, è come se Dio impiantasse un seme in noi – il seme di Cristo. Egli ci dà una nuova natura che inizia in forma di seme e poi cresce e si sviluppa finché, un giorno, la nostra vecchia natura peccaminosa non verrà completamente sradicata.
Inizialmente, sembra che nessun peccato sia possibile dopo la rinascita. Ebbene, un giorno, non sarà possibile peccare. Ma Giovanni ne parla in altre parti di questa lettera (1:8-10; 2:1 e 5:16-17) per mostrare che, i credenti, non sperimenteranno la perfezione in questa vita. Il punto di questo verso è che, la rinascita, determina una trasformazione fondamentale al centro stesso del nostro essere. Una nuova dimensione entra nella nostra vita, che porta con sé nuove aspirazioni e nuove azioni volte a esaltare Gesù. La concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita hanno ancora il potere di sedurvi, ma questa nuova dimensione, l'amore per il Padre, vi sta conquistando. Un'insoddisfazione di base nei confronti del peccato, rimbomba in profondità dentro di noi. Una crescente sete di Dio sta emergendo. Un peccatore cristiano appagato, diventerà una contraddizione di termini. Sì, ci saranno momenti in cui ci sembrerà abbastanza appagante continuare a commettere un qualche peccato specifico, ma poi una parola verrà pronunciata e ci sarà un gesto d'amore di un fratello o di una sorella. La Parola di Dio diventerà viva, una fitta di coscienza crescerà in noi, e la convinzione dello Spirito Santo diventerà forte. Un vero cristiano, quindi, risponderà, si pentirà, confesserà i propri peccati e ricomincerà una nuova vita con la profonda volontà di rimanere in Gesù e fare ciò che è giusto.
E siccome dimoreremmo in Gesù e faremmo ciò che è giusto, avremmo fiducia nel giorno del giudizio e non ci allontaneremmo da lui per la vergogna nel momento della sua venuta; perché l'essenza di Cristo in noi – anche se ora è molto imperfetta – sarà la prova che siamo nati da Dio.
La rinascita è solo l'inizio
Ma questa fiducia va ancora più in profondità. La rinascita è solo l'inizio della nostra trasformazione. Rimanere in Gesù e fare ciò che è giusto è la continuazione della nostra trasformazione. Ma, in un giorno a venire, essa sarà completata, perfezionata, finita.
Diamo un'occhiata a 3:2. “Carissimi, noi fin d'ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato”. In questo momento, quelli di noi in questa stanza che sono rinati, messi in evidenza dall'essenza di Cristo in loro – sono figli di Dio. In questo momento, abbiamo un rapporto intimo con il creatore dell'universo, abbiamo la certezza che Dio è nostro Padre ed è per noi, in questo momento possediamo la vita eterna, che consiste nel conoscere il Padre e il Figlio. L'elenco dei vantaggi di essere un figlio di Dio in questo mondo potrebbe continuare a lungo. Ma, Giovanni, vuole dire che, nonostante sia buono essere un figlio di Dio in questa vita, si tratta solo della punta dell'iceberg di ciò che è in serbo per noi in futuro. “Carissimi, noi fin d'ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato”. Ciò che saremo esattamente in un futuro, non lo sappiamo realmente.
Siamo sicuri che continueremo ad essere figli di Dio per tutta l'eternità. Non c'è nulla di più grande del poter diventare figli di Dio. Ma il significato di tutto ciò, è ancora incerto. “Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrarono in cuore di uomo, Dio le ha preparate per coloro che lo amano”(1 Corinzi 2:9).
Saremo come Gesù
Il versetto 2 prosegue con la dichiarazione e la promessa più sconvolgenti che si possano immaginare. Sì, “noi fin d'ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui”. Noi saremo simili a lui. Questo è il nostro destino! Noi saremo come Gesù. Non è possibile immaginare promessa più impressionante di questa; soprattutto quando guardiamo a noi stessi in questo momento. Quando lo facciamo, vediamo un po' della natura di Cristo. Ma quando accade, anche la persona più simile a Cristo in questa stanza sarebbe ancora devastata dal peccato. Ci sono enormi lacune in ciascuna delle nostre vite che Cristo ha appena iniziato a riempire e guarire. Abbiamo ancora tanto marciume in noi che deve ancora essere trasformato. Ma la gloriosa promessa di questo verso è che, tutto questo, accadrà davvero. Non del tutto in questa vita. Ma arriverà un giorno in cui saremo trasformati, quando saremo simili a lui! Oh, che prospettiva gloriosa! Che enorme speranza! Che conforto profondo! Saremo come il Figlio di Dio.
Naturalmente, essere come lui non vuol dire che lo diventeremo. Saremo sempre semplicemente umani, mentre egli sarà per sempre il Dio incarnato. Egli, insieme con il Padre, sarà per sempre l'oggetto di culto; ci saranno sempre i predicatori della sua gloria. Egli, insieme con il Padre, sarà per sempre fonte di vita e luce. Saremo per sempre riflettori, spugne e beneficiari. Ma saremo simili a lui nella misura in cui è possibile per gli esseri umani essere come lui. Ciò che egli ama, noi ameremo; ciò che a lui piace, piacerà anche a noi; ciò che egli apprezza, noi apprezzeremo. Egli non ci abbandonerà mai e non peccherà mai. E così faremo anche noi. Egli non potrà mai sperimentare nuovamente il dolore. E neanche noi. Il suo calice è pieno di gioia fino a straboccare; il nostro calice di gioia sarà riempito fino a straboccare. Egli si rallegrerà nel Padre con la massima intensità. Anche noi ci rallegreremo nel Padre con la massima intensità, per sempre. Riuscite a immaginare qualcosa che valga la pena desiderare più di questa? Non è possibile concepire nulla che dia più gioia di questo. Si tratta di rallegrarsi nell'infinito piacere dell'universo. Non c'è più nulla da desiderare. Nel mondo, non ci sono pascoli più verdi. Questa è la fine della nostra ricerca. I nostri cuori sono fatti per Dio e siamo ansiosi finché non troviamo il nostro riposo in Dio. I nostri cuori troveranno il loro riposo sabbatico. Noi saremo simili a lui.
Il “bene” verso il quale Dio dirige tutte le cose
C'è un grande passo, negli scritti di Paolo, che riprende questo insegnamento sconcertante dell'apostolo Giovanni. Andiamo a leggere insieme Romani 8:28-29. L'apostolo Paolo è d'accordo con Giovanni sul fatto che noi saremo simili a Gesù. È il nostro destino, che Dio ha determinato prima della formazione del mondo. Il versetto 28 dice: “Del resto, noi sappiamo che tutto concorre al bene, per quelli che amano Dio, per coloro che sono stati chiamati secondo il suo disegno”. Questo è uno dei versi più spesso citati nella Bibbia.
E così dovrebbe essere. Nulla può essere più confortante. Ma troppo spesso non riusciamo a chiedere cos'è quel “bene” verso il quale Dio dirige tutte le cose. Il prossimo versetto spiega questo bene: “Poiché quelli che egli da sempre ha conosciuto, li ha anche predestinati a essere conformi all'immagine del Figlio suo, perché egli sia il primogenito tra molti fratelli”. Il “bene” verso il quale Dio dirige tutte le cose è la nostra conformità alla somiglianza con Cristo. Questo è quello a cui punta la nostra vita. Non alla salute, alla ricchezza o al successo terreno, ma a Cristo. Se amate Dio e siete chiamati secondo il suo disegno, tutto ciò che si è presentato e si presenterà lungo il vostro cammino è stato progettato da Dio per plasmarvi e farvi somigliare a Gesù. Le cose buone ci plasmano, così come le cose difficili, i successi e i fallimenti. Tutte le cose cooperano per plasmarci e farci somigliare a Gesù.
Quindi, Paolo e Giovanni concordano sul fatto che, un giorno, saremo simili a Gesù. Questo è il nostro destino.
Cosa causerà questa trasformazione?
Ma cosa causerà questa trasformazione? Giovanni ci ha dato la risposta nell'ultima parte del versetto 2: “Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è”. Noi saremo simili a lui, perché lo vedremo. Qual è la causa della nostra trasformazione all'immagine di Gesù? La visione smisurata e senza impedimenti di Gesù in tutta la sua gloria, in tutta la sua eccellenza morale, in tutta la sua perfezione. Questa visione di Gesù sta per essere così sorprendente, così reale, così mozzafiato, così irresistibile! Tutta la nebbia nella nostra visione sarà spazzata via dallo splendore della sua gloria. Stiamo andando a vedere, una volta per tutte, come è stato ridicolo innamorarsi dei piaceri fugaci del peccato. La concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita, appariranno come la ghiaia in confronto alla brillantezza di quel diamante che è Gesù.
E questa sua contemplazione in tutta la sua gloria, si rivelerà irresistibile. Sta per inghiottirci. Stiamo per essere trasformati irresistibilmente secondo la sua stessa immagine. Non saremo costretti a farlo, ma non sapremo resistervi, perché non vorremo resistere a tutto ciò. La nostra ammirazione per lui sarà così totale che tutti gli altri modelli d'ispirazione verranno lasciati nella polvere.
Noi diventiamo come quelli che ammiriamo di più
Vi è un semplice principio alla base di tutto questo e credo che tutti, in questa stanza, concorderanno. Il principio è questo: noi diventiamo come quelli che ammiriamo di più.
Ho ammirato l'onestà di mio Padre, così ho cercato di essere onesto io stesso. Mi è piaciuto lo stile del lancio di Mudcat Grant, così è diventato il mio stile nella Little League. Ho pensato fosse bello il modo in cui Lenny Green masticava la gomma, così ho iniziato a masticare la gomma proprio come lui. Hannah arriccia il naso perché lo fa sua madre.
Noi diventiamo come quelli che ammiriamo. Quando Gesù ritornerà, lo vedremo così come egli è; la nostra ammirazione per lui sarà assoluta e noi diventeremo come lui. Quale speranza per il futuro! Il futuro è così luminoso.
La trasformazione inizia ora
Ma ora dobbiamo portare questa verità ad oggi e domani. Qual è l'impatto di sapere che, un giorno, saremo come Gesù su come affrontiamo le sfide del domani? La risposta è ovvia. E Giovanni la dice utilizzando termini semplici nel versetto 3. “Chiunque ha questa speranza in lui, purifica se stesso, come egli è puro”. La trasformazione inizia ora. Se la nostra speranza è di essere, un giorno, come Gesù, cercheremo di essere come lui oggi. Se l'essenza di Cristo è il nostro destino, la perseguiremo ora. Se ammiriamo veramente Gesù ora, continueremo sempre di più a fare nostra la sua natura. È pura ipocrisia dire che speriamo di essere come Gesù, un giorno, senza cercare di essere come lui oggi.
Ognuno di noi ha bisogno di un eroe da ammirare. Ed è legittimo che questi eroi o modelli siano esseri umani. È opportuno modellare se stessi prendendo spunto dai nostri genitori, insegnanti o dall'esperto nel nostro ambiente di lavoro, ma solo se, questi modelli, prendono spunto da Gesù. In 1 Corinzi 11:1, Paolo dice: “Diventate miei imitatori, come io lo sono di Cristo”. Quindi, in ultima analisi, il nostro eroe è Gesù. Egli è il nostro modello d'ispirazione. La nostra ricerca e la nostra vocazione è quella di essere come lui. Domani dovremmo avere due tipi di obiettivi. Uno di questi è quello di ottenere e portare a termine compiti specifici sul posto di lavoro, in casa o a scuola, ma non dovrebbe essere il nostro obiettivo generale quello di essere come Gesù in ogni situazione che incontriamo e in ogni compito che intraprendiamo? Quando ripensiamo al giorno trascorso, siamo in grado di misurare il successo dei nostri giorni non in quanti compiti abbiamo realizzato, ma piuttosto se abbiamo vissuto in un modo cristiano. Confesseremo quelle situazioni in cui non siamo riusciti in questo intento. Daremo grazie per quelle situazioni in cui è stato esemplificato Cristo. E anche se non siamo stati perfetti, abbiamo perseguito ciò che era giusto, proprio come egli è giusto. E la forza per fare ciò che è giusto, l'abbiamo trovata rimanendo in lui.
Questa trasformazione per somigliare a Cristo, che sarà perfezionata quando Cristo ritornerà, si sta compiendo in questo momento. E non accade focalizzando la nostra attenzione su qualsiasi metodo di ministero o di missione, ma contemplando tanta parte della sua gloria e natura quanta possiamo in questo momento – innamorandoci di lui, ammirandolo, adorandolo. L'apostolo Paolo, proprio come Giovanni, chiarisce anche il collegamento tra il vedere Gesù e diventare come lui. In 2 Corinzi 3:18 egli dice: “E noi tutti, a viso scoperto, riflettendo come in uno specchio la gloria del Signore, veniamo trasformati in quella medesima immagine, di gloria in gloria”.
Il processo di trasformazione è già iniziato e, un giorno, sarà perfezionato perché “Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è”.
Noi saremo simili a lui, perché lo vedremo! E tutti coloro che hanno speranza in lui, purificano se stessi, come egli è puro.