Le implicazioni del Vangelo

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English: Gospel Implications

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Di Mike Bullmore su Il Ministero Pastorale
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Traduzione di Laura Dal Carlo

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Guida il tuo popolo a pensare e vivere secondo la Verità del Vangelo
Una chiesa locale è sana nella misura in cui: (1) i suoi pastori/maestri sono in grado di portare il Vangelo dentro la vita reale della loro gente nel modo più globale, accurato ed efficace; e (2) la sua gente nutre profonda comprensione ed apprezzamento nei confronti del Vangelo ed è in grado di vivere tutti i giorni nella sua grazia. E’ questa la cosiddetta centralità funzionale del Vangelo.
Per conseguire tale obiettivo è fondamentale aver ben chiaro il collegamento tra il Vangelo e le sue implicazioni dal punto di vista dottrinale/didattico e comportamentale. Potremmo definire queste relazioni rispettivamente "verità evangeliche" e "condotta evangelica."
Immaginate tre cerchi concentrici. Al centro vi è il Vangelo stesso, forse rappresentato al meglio dalle parole della prima lettera ai Corinzi 15:3 – "Cristo morì per i nostri peccati". Questa frase semplice parla della realtà del nostro peccato, della necessità della punizione divina, della meravigliosa condizione di salvezza dalla collera divina per opera di Dio e per tramite di Cristo. Paolo parla della "buona novella" come di una questione di “primaria importanza” e sappiamo bene quanto la "buona novella" fosse importante per lui, sia nella predicazioni che nei documenti scritti (cf. 1Cor 2:1-4). Essa riveste quindi un ruolo centrale ma, per poter avere una centralità funzionale, dev’essere collegata all’ambito della nostra vita quotidiana.
Questo ci porta al secondo cerchio, alle verità del Vangelo, che sono implicazioni dottrinali specifiche e complete del Vangelo stesso o meglio, come Paolo dichiara, "una dottrina che si conformi al Vangelo glorioso(quindi, che da questo venga forgiata)" (1Tim 1:10-11). Le verità del Vangelo di cui parliamo riguardano in particolare la nostra mente e sono utili a rinnovarla, per formare sempre più il nostro pensiero tramite le verità del Vangelo.
Come possiamo immaginare, le lettere ai Romani sono particolarmente ricche di verità del Vangelo. Ecco, qui di seguito, tre esempi:
(1) Nelle lettere ai Romani 5:1 Paolo dichiara: “Giustificàti dunque per la fede, noi siamo in pace con Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo.” Notiamo la logica del versetto.
Vi è qualcosa che deriva dalla verità fondamentale del Vangelo. Il nostro essere in pace con Dio non è il Vangelo stesso ma una forte implicazione evangelica, una verità del Vangelo. Capire quindi questa verità del Vangelo fa parte dell’adeguamento del nostro pensiero al Vangelo glorioso.
(2) Nella lettera ai Romani 8:1 leggiamo: “Non c’è dunque più nessuna condanna per quelli che sono in Gesù Cristo”. Notate l’argomentazione. Paolo qui non presenta il Vangelo in sè, bensì qualcosa che è vero adesso grazie al Vangelo. Le implicazioni sono sorprendenti! Se un credente le comprende fino in fondo, esse rivoluzioneranno il suo pensiero ed il Vangelo agirà su di lui con grande potenza.
(3) La lettera ai Romani 8:32 è una delle predilette. “Egli che non ha risparmiato il proprio figlio, ma lo ha dato per tutti noi, come non ci donerà ogni cosa insieme con lui?” . Notate le parole “insieme con lui”. Si parla di qualcosa che nasce dal Vangelo. Quando arriviamo a comprendere il nesso tra la verità del Vangelo in sè (Egli che non ha risparmiato il proprio figlio, ma lo ha dato per tutti noi) e questa verità in particolare, in cui Dio con la sua misericordia provvede a ciò di cui abbiamo bisogno per la nostra santificazione (cfr. vv. 28-29), allora il Vangelo sarà lo strumento per rinforzare la nostra fede nella provvidenza divina.
Non solo il Vangelo, ma anche molte sue implicazioni comportamentali formano il nostro pensiero. Ruolo del Vangelo non è solo rinnovare le menti, ma istruire anche la nostra condotta. Le Scritture contengono svariati esempi di vita applicata alle regole del Vangelo. Nelle lettere ai Galati 2:14 Paolo rimprovera Pietro “che non si comporta rettamente secondo la verità del Vangelo” e nella lettera ai Filippesi 1:27 egli sollecita i credenti a comportarsi come “cittadini degni del Vangelo”. In altre parole, una delle funzioni del Vangelo è quella di istruire riguardo a comportamenti specifici. Dovremmo quindi leggere la Bibbia cercando sempre d’individuare tali nessi come quando, ad esempio, Paolo si rivolge ai Corinzi facendo riferimento esplicito al Vangelo ed esortandoli a “rifuggire l’immoralità sessuale”: “Non appartenete a voi stessi; siete stati riscattati ad un prezzo. Per questo onorate Dio con il vostro corpo” (1Corinzi 6:18-20). Quando egli esorta il perdono, si riferisce esplicitamente al Vangelo come motivazione e modello (Efesini 4:32). Quando esorta i mariti ad amare le mogli, lo fa legando la sua esortazione direttamente al Vangelo (Efesini 5:25). Quando esorta i Corinzi alla generosità ricorda loro esplicitamente la generosità di Dio nel Vangelo (2Cor 8:7,9; 9:12-13, 15). Si potrebbero fare molti altri esempi. In conclusione, il comportamento cristiano dovrebbe nascere dal Vangelo, esulando dalla banalità e legandolo ad ogni aspetto della nostra vita.
Illustrare con chiarezza tali collegamenti, affinché il Vangelo possa essere un riferimento specifico ed intelligente per il pensiero ed il comportamento di ognuno di noi, è una tra le maggiori sfide e tra i compiti principali di un pastore-maestro. Il Vangelo diverrà così un fulcro funzionale per ogni Cristiano e per le chiese locali.