Lavato dalla grazia
Da Libri e Sermoni Biblici.
Di John Piper
su Santificazione e Crescita
Una parte della serie Tabletalk
Traduzione di Manola D'Alessandro
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La necessità biblica di una vita santa non rende nulla la grazia. Piuttosto, si basa esattamente sul perdono di grazia e ne dimostra il potere.
Nella prima lettera ai Corinzi 15,10, Paolo dice: "Ma per la grazia di Dio sono quello che sono; e la Sua grazia verso di me non è stata vana, anzi ho faticato più di tutti, loro non io però, ma la grazia di Dio che è con me”. La grazia non è solo il perdono che cancella la nostra cattiveria, ma è anche la forza che produce la nostra bontà. Se Dio dice che è necessario che la grazia lo faccia, non annulliamo la grazia se siamo d'accordo con Lui. Tutt'altro, in realtà.
Il comando biblico di perseguire una vita santa non contraddice la giustificazione per la sola fede. Tutti i peccati del popolo di Dio, siano essi passati, presenti e futuri, vengono perdonati grazie alla definitiva morte di Cristo. Questa giustificazione sulla base della morte di Cristo è per noi fondamento di santificazione - non il contrario. L'unico peccato contro cui possiamo trionfare con successo è un peccato perdonato. Senza la giustificazione definitiva attraverso Cristo, l'unica cosa che la nostra aspirazione alla santità produce è disperazione o superbia .
L'opera di Dio nella giustificazione non rende facoltativa la Sua opera nella santificazione. La Bibbia non dice che il perdono rende facoltativa la santità; piuttosto, il perdono rende possibile la santità. Il Dio che giustifica, santifica anche. La fede che giustifica, appaga anche - appaga il cuore umano in Dio e lo libera dalle gratificazioni ingannevoli del peccato . Questo è il motivo per cui la giustificazione e il processo di santificazione vanno sempre insieme - giungono entrambi dalla stessa fede. La perfezione arriva alla fine della vita, quando moriamo o quando Cristo risorge, ma la ricerca di una vita santa comincia con il primo granello di senape della fede. Questa è la natura di una fede salvifica. Essa trova appagamento in Cristo e così si distacca dalle gratificazioni del peccato.
Nel prima lettera ai Tessalonicesi 5, 23-24, Paolo dice: "Ora il Dio della pace vi santifichi egli stesso completamente; e l’intero vostro spirito, anima e corpo siano conservati irreprensibili per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo. Fedele è colui che vi chiama, e farà anche questo". Notate tre cose qui: i comandamenti, la preghiera e la promessa.
I COMANDAMENTI. Paolo ha appena finito di darci una serie di comandamenti nei versetti 14-22. La serie termina col versetto 22: "Astenetevi da ogni apparenza di male”. Quindi sappiamo che Dio usa i comandamenti e le esortazioni per santificarci. Non dice: "Io sono colui che vi santifica, quindi non ho nulla da comandarvi". Il modo in cui Egli santifica non è soltanto subcosciente. Egli considera la nostra mente e le nostre ragioni.
LA PREGHIERA. Al versetto 23, Paolo passa dall'esortarci o comandarci di essere santi a chiedere a Dio di farci santi: "Ora il Dio della pace vi santifichi egli stesso completamente; e l’intero vostro spirito, anima e corpo siano conservati irreprensibili per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo". Così Dio non solo usa i comandamenti e le esortazioni per renderci santi, Egli usa anche le preghiere del Suo popolo. Egli non solo considera la nostra mente e le nostre ragioni quando ci santifica; considera la mente e le ragioni degli altri così che loro preghino per voi.
LA PROMESSA. Dopo averci comandato di perseguire una vita santa nei versetti 14-22, e dopo aver pregato Dio di santificarci nel versetto 23, Paolo pronuncia parole decisive nel versetto 24: "Fedele è colui che vi chiama, e farà anche questo".
È il ragionamento distorto dell'uomo che dice: "Be’, Egli ci comanda di astenerci dal male, quindi spetta a noi renderci santi", oppure "Be’, Egli prega Dio di santificarmi, quindi dipende dalla preghiera di Paolo che Dio risponda o meno". Tutto ciò è un pensiero erroneo e non è quello che ci dice il testo. Il giusto modo di pensare si sposta al versetto 24 e dice: "La fedeltà di Dio unita alla sua chiamata dimostra che Egli lo farà!". "Fedele è colui che vi chiama, e farà anche questo". Ma che cosa farà? Farà ciò che a Paolo è stato ordinato e ciò per cui ha pregato, cioè la santificazione. Dio lo farà.
Confideremo in Lui non solo per la grazia di perdonare i nostri peccati, ma anche per quella di farci progredire nella lotta contro i nostri peccati? Riflettete su questa domanda per un momento, mentre continuiamo a esaminare questo concetto.
Se leggete attentamente il versetto 23, potreste porvi la mia stessa domanda: quando Paolo prega Dio affinché ci santifichi e ci faccia essere irreprensibili "per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo", vuole dire che Dio ci cambierà in un batter d'occhio quando Gesù verrà o che Egli opererà in noi ora così che saremo santi quando Gesù verrà? I versetti 23 e 24 sono una preghiera e una promessa per quello che Dio farà in una sola volta solo quando Gesù verrà? Oppure sono una preghiera e una promessa per ciò che Dio compirà ora nelle vite dei credenti in modo da prepararli nella santità per quel giorno?
Questi versetti sono una preghiera e una promessa che Dio farà quello che è necessario sia fatto ora. Lo affermo perché la santificazione di solito si riferisce al processo di diventare santi ora, e perché il parallelismo nella prima lettera ai Tessalonicesi 3, 12-13 mostra che questo è ciò che Paolo intende: "E il Signore vi faccia crescere e abbondare nell'amore gli uni verso gli altri e verso tutti, come anche noi abbondiamo verso di voi, per rendere fermi i vostri cuori, affinché siano irreprensibili nella santità [quello per cui Paolo prega in 5, 23] davanti a Dio e Padre nostro, alla venuta del Signore nostro Gesù Cristo [la stessa frase compare in 5, 23] con tutti i suoi santi".
Paolo prega affinché Dio operi per farci subito crescere e abbondare nell'amore. E l'obiettivo di questo lavoro progressivo in noi ora è che quando arriverà la fine potremmo esserci stabiliti davanti a Dio in santità, poiché l'amore è l'essenza della santità umana.
La prima lettera ai Tessalonicesi 5, 23-24 davvero insegna che Dio è l'unico che santifica ora. Egli lo fa attraverso i comandamenti e le esortazioni che si appellano alla nostra mente e alle nostre ragioni. Egli lo fa attraverso la preghiera. Ma in qualsiasi modo Egli lo faccia, per quanto lentamente arrivi, e per quanto ci sentiamo imperfetti, la cosa principale è che Dio lo fa.
Ma perché la fedeltà di Dio Lo impegna a santificarci? La chiave sta nella connessione tra le altre parti della nostra salvezza e l'opera di santificazione di Dio. Potete vederlo chiaramente in 5, 24. Paolo dice: "Fedele è colui che vi chiama, e farà anche questo". È come se Paolo dicesse: "Vi ha chiamati! Non vedete? Egli vi ha chiamati! E se Egli vi ha chiamati, allora Egli vi santificherà. Questo è ciò che significa la sua fedeltà. Non capite?”.
E voi perplessi chiedete: "Perché il fatto che Egli ci abbia chiamati vuol dire che deve santificarci?". E Paolo risponde: "È perché il Suo scopo nel chiamarvi era che voi diventaste santi. La santità è lo scopo assoluto di Dio nel chiamarvi. Egli non sarebbe stato fedele al Suo scopo se avesse solo chiamato e non santificato. È quello che ho detto già nella prima lettera ai Tessalonicesi 4,7: ‘Dio infatti non ci ha chiamati all'impurità, ma alla santificazione’”.
Ogni passo successivo della vostra salvezza è radicato nella certezza di tutti i passi fatti in precedenza. La vostra santificazione è radicata nella vostra chiamata ed è garantita da essa. La vostra chiamata è radicata nella morte di Cristo per i peccatori. La morte di Cristo è radicata nella predestinazione, e la predestinazione è radicata nell'elezione. Una volta che vi sentite parte di questa grande, obiettiva, graziosa, salvezza operata da Dio, vi sapete amati da un amore onnipotente, eterno, eletto, predestinato, espiatorio, che vi chiama, vi santifica e vi salva. Allora canterete: "Dio è fedele. Egli lo farà!”.
Non solo questo, lo scopo di Dio nella vostra elezione era la vostra santità. Efesini 1,4: "In lui ci ha eletti [Dio] prima della fondazione del mondo, affinché fossimo santi e irreprensibili davanti a lui" (cf. 2 Tessalonicesi 2,13). La vostra santità è tanto sicura quanto la vostra elezione.
Non solo questo, lo scopo di Dio nella vostra predestinazione era la vostra santità. Romani 8, 29a: "Poiché quelli che egli ha preconosciuti, li ha anche predestinati a essere conformi all'immagine del Suo Figlio". Diventare più simili a Gesù è tanto sicuro quanto lo è lo scopo di predestinazione di Dio.
Non solo questo, l'intenzione di Dio nella morte del Suo Figlio era la vostra santità. Efesini 5, 25b-26a: "Cristo ha amato la chiesa e ha dato Se stesso per lei per santificarla" (Versione Standard Riveduta, o RSV). Il vostro diventare santi è tanto sicuro quanto lo scopo invincibile di Dio nella morte del Suo Figlio.
Nello scegliervi, nel predestinarvi, nel morire per voi, e nel chiamarvi, il Suo scopo era la vostra santità. E così, non solo possiamo dire con Paolo nella prima lettera ai Tessalonicesi 5, 24: "Fedele è colui che vi ha chiamato, e farà anche questo", ma anche: "Fedele è colui che vi ha scelti, e farà anche questo. Fedele è colui che vi ha predestinati, e farà anche questo. Fedele è colui che ha mandato il Suo Figlio a morire per voi, e farà anche questo". Per quale scopo, alla fine? “A lode della gloria della sua grazia ” (Efesini 1,6).