La pace che va oltre ogni comprensione
Da Libri e Sermoni Biblici.
Di Edward T. Welch su Paura e ansia
Traduzione di Francesca Macilletti
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È uno dei passaggi più noti delle Scritture:
Non angustiatevi per nulla, ma in ogni circostanza fate presenti a Dio le vostre richieste con preghiere, suppliche e ringraziamenti. E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e le vostre menti in Cristo Gesù. (Fil. 4,6–7)
È sicuramente facile: preghiera + rendere grazie = pace. Completate le fasi e raggiungerete la pace. Allora perché la formula non ha funzionato? Quando sono preso dall'ansia prego, ma la mia mente continua a pensare alle circostanza ansiose e, prima che me ne accorga, mi ritrovo a provare a risolvere il problema. Dopo aver confessato la mia distraibilità, ritorno a pregare solo per terminare la sequenza. Pensando di dover rendere grazie in maniera migliore, trascrivo una lista di cose per le quali rendere grazie, ma essa elimina raramente la mia ansia – e con ottime ragioni. Non importa quanto lunga sia la lista, non è garantito che sarò risparmiato dai recenti scenari apocalittici.
E adesso? Ho appena utilizzato uno dei classici passaggi sull'ansia e non ha funzionato.
Vi darò un indizio. Stavo cercando una pillola, sono andato da Dio, il mio farmacista, e gli ho chiesto cosa potessi prendere per la mia ansia. Non è così che funzionano le Scritture. Avrei dovuto accorgermene quando ho ridotto il passaggio a una formula. Le Scritture riguardano Dio Trino e Uno. Riguardano il conoscere e fidarsi di una persona e le nostre formule possono farcene allontanare e farci confidare, invece, su una serie di fasi.
Quindi tornate al passaggio e cercate il Principe della Pace (Is 9,6).
Il Signore è vicino
I comandamenti del tipo “non essere ansioso”, generalmente, li troviamo dopo il motivo del perché non dobbiamo essere ansiosi. In questo caso, il significato è stato inserito nel precedente versetto: “Il Signore è al lavoro” (Fil 4,5).
Questo cambia tutto. Si enfatizza non sul come si prega, ma sul Dio che si è avvicinato a noi, che ascolta e che è insieme a noi. L'unica cosa che potrebbe separarci dal Suo amore e dalla Sua presenza sono i nostri peccati, spazzati via dal sangue di Gesù.
Non è forse vero che la presenza di un'altra persona, nella nostre situazioni spaventose, può far diminuire le nostre paure? La paura non necessita una serie di traguardi impersonali, necessita una persona. Camminate da soli in un luogo buio e sconosciuto e avrete paura. Tenete stretta la mano di qualcuno in quello stesso luogo e le paure svaniranno. Se siamo confortati dalla presenza di un mero essere umano, come si potrebbe essere meno forti e coraggiosi quando saremo confortati dalla presenza del Cristo Re?
Questo è il cammino da intraprendere per raggiungere pace e conforto. Meditate sull'Emmanuele, che significa “Dio è con noi”. Ricordate come lo Spirito di Gesù ci è stato donato (Giovanni 14,27). Non è limitato da un corpo fisico che lo confina a un luogo e a una persona alla volta. Lui è, tutto il tempo, con tutti i popoli di Dio.
L'Emmanuele ci darà la manna
Ma cosa farà quando sarà con noi? Ci darà i soldi di cui abbiamo bisogno? Colpirà la persona che ci vuole fare del male? Salverà i bambini dagli incidenti? Abbiamo la chiara idea che la risposta a questa domanda sia “Non sempre”. Sabbiamo che brutte cose accadono al popolo di Dio. Quindi, che significato ha la Sua presenza quando, anche se sia l'Onnipotente, non sempre usa il Suo potere nel modo in cui vorremmo? Ci sentiamo come se fossimo stati lasciati al punto di partenza – avere fiducia in qualche piccolo traguardo che speriamo ci faccia sentire più in pace. Ci deve essere più di quanto Dio non dica.
E c'è molto altro. Per prima cosa, dobbiamo capire che quando Dio dice che Lui è presente (o ascolta, guarda, ricorda), Lui ci sta dicendo che sta facendo qualcosa. Non è mai un presenza passiva. Secondo, quello che sta facendo è questo: ci dona quello di cui abbiamo bisogno quando ne abbiamo bisogno (Mt 6,19-34). Nel Nuovo Testamento viene detto che ci darà la grazia di cui avremo bisogno e che essa è parte di una tradizione che iniziò con l'apparizione della manna donata agli israeliti. Nei momenti di difficoltà, Dio promette di donarci la manna di cui necessitiamo.
Inoltre, spiega esattamente come questo accadrà (Es 16). Ci sono momenti in cui ci sentiamo come vagabondi indigeni del deserto con poca speranza di trovare cibo e acqua. In quel momento, Dio ci darà la manna a noi necessaria. Non ce ne darà abbastanza da poterla conservare per il giorno seguente, altrimenti cominceremo a confidare nella manna e non in Dio.
Dio fa una promessa. Vi darà la manna – o la grazia – quando ne avrete bisogno, non prima. Ciò significa che sarete ansiosi se prevederete il futuro, perché state facendo delle previsione basate sulla manna che vi sarete fatti avanzare oggi, e non ce ne sarà più. Quello che non considerate nelle vostre previsioni è che riceverete una nuova grazia quando ne avrete bisogno.
Questo dovrebbe suonarvi familiare. Pensate ai momenti in cui avete sognato un evento prossimo che non è risultato tanto brutto quanto lo avevate immaginato. Vi è stata data la manna quando ne avevate bisogno. Pensate ai momenti in cui siete stati sorpresi da qualcosa di particolarmente difficile: un dolore immenso e avete ricevuto grazia per sopportarlo nella fede.
Avremo delle difficoltà nella vita, di questo non ci sono dubbi. Le Scritture non offrono un regno che ci risparmia dal dolore. Il Re promette, comunque, che sarà con noi in ogni prova e che ci darà tutta la manna di cui necessitiamo così da poterLo conoscere meglio, fidarci di Lui, vivere per Lui ed essere sempre di più trasformati per assomigliare a Gesù: non importa cosa la vita potrebbe portarci. In altre parole, Lui ci darà il miglior dono quando avremo bisogno di aiuto. La manna ha un significato più profondo (Deut. 8,2-3): rappresentava il Pane della Vita che avrebbe placato la nostra fame in modo da non essere di nuovo affamati due ore dopo. La manna rappresentava Gesù e cosa ci viene donato nella Sua morte e resurrezione.
Notate qualche entusiasmante speranza? L'opposto dell'ansia è la speranza. L'ansia prevede che la manna non arrivi. La speranza, al contrario, prevede che Dio sia con noi e ci dia qualcosa di meglio della manna. Dove si trova la pace in tutto questo? Essa è la compagna della speranza.
L'umiltà è il cammino
La speranza e la pace non giungono mai senza una lotta. Dio è felice di lavorare per la nostra speranza e pace, questo è sicuro, ma lo fa gradualmente. Arrivano quando meditiamo, ci nutriamo delle Scritture, di Cristo e continuiamo a pregare per la manna e la grazia. Il regno di Dio avanza attraverso la debolezza e la dipendenza dal Re, non attraverso vittorie frettolose e ottenute senza fatica. Se vi sentite leggermente deboli, probabilmente siete sulla giusta strada.
L'essenziale per questa battaglia contro paura e ansia è il dono dell'umiltà. Tutto torna, vero? Nella nostra ansia siamo solitamente preoccupati per le cose che amiamo. Vogliamo il controllo, vogliamo prendere la situazione in mano per proteggere il nostro futuro ma scopriamo che è impossibile gestire tutte le eventualità. Vogliamo proteggere il nostro regno. Trovate l'ansia e troverete spesso che, per voi, il vostro fine è più importante di quello di Dio. Dovete ammettere che voi adottate la vostra personale interpretazione del mondo di Dio invece di sottomettervi alle Sue chiare parole riguardo il Suo potere, amore e interesse.
Questo è come l'apostolo Pietro rapporta l'umiltà all'ansia:
Umiliatevi dunque sotto la potente mano di Dio, affinché vi esalti al tempo opportuno, riversando su di Lui ogni vostra preoccupazione, perché Egli ha cura di voi. (1 Pietro 5,6-7)
Ci sta chiedendo di fare solo una cosa – umiliarci dinanzi a Dio. L'umiltà è espressa dall'indirizzare le nostre ansie a Lui che è potente e affidabile.
Quando le paure di un bambino non sono placate dai tentativi di un genitore di confortarlo, il bambino sta essenzialmente dicendo che o il mostro sotto il suo letto è più forte dei suoi genitori, o che questi non siano veramente interessati ai suoi reali bisogni. La paura di un bambino mostra la mancanza di fiducia e sicurezza nel genitore. L'umiltà, al contrario, ascolta la voce del genitore e crede che di lui ci si possa fidare anche nelle situazioni che sono fuori controllo. L'umiltà dice “Credo in te più di quanto credo ai miei occhi e alla mia immaginazione”. L'umiltà è sottomissione.
Questo significa che la mera informazione e conoscenza non porteranno alla pace. Per di più, dobbiamo rispondere con umiltà e fiducia a ciò che ascoltiamo.
Perseguite la pace per la gloria di Dio
Ci sono delle fasi per arrivare alla pace ma sono leggermente diverse da quelle che si seguono per completare una ricetta. Queste fasi sono del tutto personali. Conoscere il Dio che vi è vicino, accettare la manna migliore e camminare dinanzi a Lui con umiltà. Non rinunciate a perseguire la pace. Essa vi farà sentire meglio, che è qualcosa di buono, ma c'è una cosa migliore in gioco. In un mondo dove la vera pace sembra impossibile, vogliamo essere ambasciatori che affermano che essa è raggiungibile solo confidando nel Principe della Pace. Questo, infatti, porterà gloria a Dio.