La gioia acquisita
Da Libri e Sermoni Biblici.
Di John Piper
su Vangelo
Una parte della serie La Ricerca della Felicità
Traduzione di Valeria Mandolei
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Romani 5: 6-8 6Infatti, mentre noi eravamo ancora peccatori, Cristo morì per gli empi nel tempo stabilito. 7Ora, a stento si trova chi sia disposto a morire per un giusto; forse ci può essere chi ha il coraggio di morire per una persona dabbene. 8Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi perché, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi.
Finora abbiamo parlato delle quattro verità bibliche che ci aiutano a capire meglio il Vangelo, mentre questa mattina ci concentreremo sul vero fulcro del Vangelo: la buona novella della Cristianità. Vorrei quindi rivedere queste verità rapidamente e poi dimostrarvi che la quinta verità è la misericordiosa risposta di Dio ai nostri più grandi bisogni.
Rivediamo le quattro verità viste finora.
La prima verità riguarda il gioioso scopo di Dio: DIO CI HA CREATO PER LA SUA GLORIA. Il progetto della creazione prevedeva che ci fossero tutta la sua bellezza, eccellenza, saggezza, giustizia, potere e amore, per la gioia delle sue creature. La realtà centrale dell'universo è Dio, non l'uomo. Noi esistiamo per la sua Gloria.
La seconda verità riguarda il gioioso compito dell'uomo: OGNI UOMO DOVREBBE VIVERE PER LA GLORIA DI DIO. In altre parole, la nostra ragione di vita deriva dalla ragione per cui Dio ha creato. Poco tempo fa ho ricevuto una lettera di John Jenstad che diceva “Essere un essere umano è una cosa meravigliosa”: essere chiamati a vivere per la gloria di Dio, fidandoci di lui, ringraziandolo, amandolo e obbedendogli, sapendo che il nostro destino eterno rimane in sospeso. È meraviglioso essere creati a immagine e somiglianza di Dio e mangiare, bere, lavorare e giocare per la sua gloria. Questo è il gioioso compito che ci spetta in quanto esseri umani.
La terza verità parla di come noi tutti abbiamo scambiato questa gioia con l'effimero piacere del peccato: NESSUNO DI NOI È RIUSCITO A GLORIFICARE DIO COME AVREBBE DOVUTO. Non abbiamo amato Dio, non ci siamo fidati di Lui, non Lo abbiamo ringraziato, non Gli abbiamo obbedito. Neanche lontanamente. Questo dobbiamo ammetterlo, sia che pensiamo di essere brave persone o meno. Dio non è stato al centro delle nostre vite. Non abbiamo fatto quello che avremmo dovuto per la Sua gloria. Nessuno di noi lo ha fatto.
La quarta verità, quindi, parla di come sia andata perduta la gioia per la quale siamo stati creati: SIAMO TUTTI SOGGETTI ALLA GIUSTA CONDANNA DI DIO. Dio è giusto. La sua rettitudine è assoluta e non ci sono compromessi nell'impegno che mette nel fare tutto il possibile per la Sua gloria. Quindi, quando scambiamo la gloria di Dio con altre cose e non viviamo per la sua gloria, ci esponiamo alla sua legittima ira. In altre parole, se continuiamo a sminuire la Sua gloria con l'indifferenza, l'incredulità, l'ingratitudine o la disobbedienza, Lui affermerà il valore della Sua gloria condannandoci all'inferno per l'eternità.
Con queste quattro verità abbiamo visto, quindi, che il più grande pericolo per l'umanità non è la guerra nucleare, né l'AIDS, né il comunismo, né l'effetto serra, né i conflitti razziali. Il più grande pericolo per l'umanità è l'ira di Dio: il nostro più grande problema è che la rettitudine di Dio esige la nostra condanna perché noi, tutti noi, abbiamo disprezzato la Sua gloria.
Dio ha mandato il suo unico figlio per donarci la vita eterna
Ora siamo pronti a comprendere la quinta verità, che è proprio il cuore del Vangelo: DIO HA MANDATO GESÙ CRISTO, IL SUO UNICO FIGLIO, PER DONARCI LA VITA ETERNA. Con le parole di 1 Timoteo 1:15, “Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori”.
Questa mattina, nei pochi minuti che abbiamo a disposizione, vorrei farvi capire chiaramente come Gesù salva i peccatori. La quinta verità non si concentra su quello che dobbiamo fare per essere salvati (di questo argomento parleremo la prossima settimana), ma piuttosto su quello che Dio ha fatto per salvare i peccatori.
In Romani 5: 6-8 Paolo dice: “Infatti, mentre noi eravamo ancora peccatori, Cristo morì per gli empi nel tempo stabilito. Ora, a stento si trova chi sia disposto a morire per un giusto; forse ci può essere chi ha il coraggio di morire per una persona dabbene. Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi perché, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi”. In questo testo ci sono tre cose che vorrei farvi notare:
1. Dio muore per i peccatori: è così che li salva. “Cristo morì per gli empi “. “Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori” (1 Timoteo 1:15): Lui è venuto al mondo per morire per i peccatori. Rispondiamo quindi alla nostra domanda, “In che modo Gesù salva i peccatori?”, affermando che li salva morendo per loro. 2. La seconda cosa da notare in Romani 5: 6-8 è che non siamo stati noi a dare il via a questa opera di salvezza. Non la meritavamo e non ne siamo stati la causa. Paolo ci dice che siamo tutti impotenti, empi e peccatori. L'iniziativa è partita esclusivamente da Dio. 3. Questo ci porta al terzo aspetto da notare, ovvero che la morte di Cristo per i peccatori è una dimostrazione dell'amore di Dio. Versetto 8: “Dio dimostra il suo amore verso di noi perché, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi ”. Non dovete pensare neanche per un momento che Dio Padre sia solamente il Dio dell'ira e che Dio Figlio, Gesù Cristo, sia il Dio della misericordia. Non è così. Dio Padre ha pianificato la nostra salvezza e ha mandato il suo unico Figlio proprio perché, oltre ad essere il Dio dell'ira, è anche il Dio dell'amore. È il nostro Giudice e noi siamo soggetti alla sua giusta condanna, perché abbiamo degradato la sua gloria. Ma la meraviglia dell'amore di Dio sta nel fatto che, anche se lui è il Giudice e la sua legittima condanna ricade su di noi, Lui è anche un Salvatore, che ha previsto un modo per salvarci dalla sua ira.
La morte di Gesù salva i peccatori in tre modi.
Siamo in grado di capire in che modo la morte di Gesù, Figlio di Dio, salva il suo popolo dall'ira di Dio? Nella Bibbia troviamo elencate tre diverse modalità, che vorrei illustrarvi.
1. Un riscatto
La morte di Cristo è considerata da molti come un riscatto.
In Marco 10:45, Gesù dice: “Il Figlio dell'uomo infatti non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti”. 1 Pietro 1: 18-19 recita “Voi sapete che non a prezzo di cose corruttibili, come l'argento e l'oro, foste liberati dalla vostra vuota condotta ereditata dai vostri padri, ma con il sangue prezioso di Cristo, come di agnello senza difetti e senza macchia”. 1 Corinzi 6: 19-20 dice: “O non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete da Dio, e che non appartenete a voi stessi? Infatti siete stati comprati a caro prezzo. Glorificate dunque Dio nel vostro corpo!”. Apocalisse 5: 9 recita. “sei stato immolato e hai riscattato per Dio con il tuo sangue uomini di ogni tribù, lingua, popolo e nazione”.
Uno dei modi di interpretare la morte di Cristo è vedendola come il pagamento di un riscatto: ma a chi è stato pagato questo riscatto? Potreste rispondere “Satana” o rispondere “Dio”. Il quale, in questo ultimo caso, avrebbe pagato un riscatto a se stesso.
Ritengo che sarebbe decisamente sbagliato rispondere che Dio ha pagato Satana per redimere il proprio popolo. Pensare che abbia acconsentito alle richieste del suo principale nemico andrebbe contro la sovranità di Dio, così come sarebbe contrario alla sua santità pensare che avrebbe lasciato dettare le condizioni a Satana. Al di là di queste considerazioni, in Marco 3: 27 Gesù descrive come ha liberato il popolo dalla schiavitù di Satana, che -come ci viene detto- lega gli uomini forti e saccheggia le loro case. In altre parole, non ha negoziato con Satana, come si fa con un terrorista che ha degli ostaggi. Irrompe, lega e fa ciò che deve.
Ritengo quindi giusto dire che, mandando suo figlio Gesù a morire per i nostri peccati, Dio ha pagato un riscatto a se stesso. In altre parole né noi, né, tanto meno Dio, dobbiamo qualcosa a Satana. Il grande debito che aleggia sulle nostre teste è quello che abbiamo nei confronti di Dio. È Lui che abbiamo offeso con i nostri peccati. Abbiamo diffamato il suo onore e screditato il suo nome con la nostra sfiducia e la nostra disobbedienza.
È facile quindi intuire che, se dobbiamo essere salvati dalla legittima ira di Dio, deve esserci una forma di ricompensa. Quindi, il primo modo in cui la morte di Cristo salva i peccatori è salvandoli dall'ira di Dio.
Quando avete ascoltato 1 Corinzi 6: 19-20, avete notato l'obiettivo di Dio, che vuole comprarci o riscattarci così? Il testo recita: “siete stati comprati a caro prezzo. Glorificate dunque Dio nel vostro corpo“. Siamo stati riscattati così da poter tornare allo scopo per il quale siamo stati creati. Vale a dire che Gesù è morto per farci tornare sulla strada gioiosa della conoscenza e della riflessione sulla gloria di Dio. Spero che questo vi abbia aiutato a capire come le cinque verità siano collegate tra loro.
2. Una sostituzione
La Bibbia ci descrive anche una seconda modalità tramite cui la morte di Cristo salva i peccatori: ci dimostra che questa morte è una sostituzione.
A causa del modo in cui abbiamo disonorato Dio e sminuito la sua gloria, su di noi ora incombe una maledizione, una legittima e giusta sentenza di condanna. Dio si è fatto carico di questa maledizione e di questa sentenza, sostituendosi a tutti coloro che si fidano di lui.
In 1 Pietro 3: 18 troviamo: “Cristo è morto una volta per sempre per i peccati, giusto per gli ingiusti, per ricondurvi a Dio”. 2 Corinzi 5:21 recita: “Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo trattò da peccato in nostro favore, perché noi potessimo diventare per mezzo di lui giustizia di Dio”. Galati 3: 13 ci dice che “Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della legge, diventando lui stesso maledizione per noi”.
Cristo quindi ci salva dai nostri peccati sostituendosi a noi: si è fatto carico della maledizione che avremmo dovuto sopportare noi e del peccato che ci avrebbe portati alla condanna eterna. Ha preso il nostro posto e ha fatto ricadere su di Lui l'iniquità di tutti noi (Isaia 53: 6).
3. Un'affermazione della rettitudine di Dio
Infine, la morte di Gesù ci salva perché rappresenta un'affermazione della rettitudine di Dio: questo è forse il significato più trascurato e al contempo più importante della morte di Gesù. Probabilmente, viene trascurato perché le quattro verità che abbiamo visto vengono trascurate a loro volta.
Torniamo insieme a Romani 3: 25-26. A meno di non partire dalla gloria di Dio, questo aspetto della morte di Gesù sembrerà senza senso.
Vorrei darvi degli spunti per aiutarvi a comprendere meglio questi due versi. Dio ha creato il mondo per la Sua gloria. La rettitudine rappresenta il Suo costante impegno per difendere il valore della Sua gloria. Ciò significa sostenere tutto ciò che amplifica la Sua gloria e opporsi a tutto ciò che la sminuisce.
Poiché tutti noi abbiamo sminuito e dissacrato la Sua gloria, la Sua rettitudine Lo porta a opporsi a noi con un'ira onnipotente. Come può allora salvare dei peccatori come noi e contemporaneamente continuare a difendere la Sua gloria? Come può assolvere i peccatori colpevoli e continuare ad essere un giudice giusto?
Romani 3: 25-26 ci spiega chiaramente questo significato della morte di Gesù:
Dio lo ha prestabilito a servire come strumento di espiazione per mezzo della fede, nel suo sangue, al fine di manifestare la sua giustizia, dopo la tolleranza usata verso i peccati passati, nel tempo della divina pazienza. Egli manifesta la sua giustizia nel tempo presente, per essere giusto e giustificare chi ha fede in Gesù.
Notate che Gesù è stato mandato a morire proprio per dimostrare la rettitudine di Dio: perché mai c'è stato bisogno di dimostrarla? La risposta è nel versetto 25: “dopo la tolleranza usata verso i peccati passati, nel tempo della divina pazienza”. In altre parole, quando Dio tollera i peccati (e quindi perdona uno di noi) potrebbe sembrare che Lui non sia giusto. Sembrerebbe non dare un valore infinito alla Sua gloria, che noi invece abbiamo disprezzato con i nostri peccati. Sarebbe infatti una tremenda ingiustizia se Dio semplicemente nascondesse i peccati del mondo sotto il tappeto dell'universo, come se assolvere un peccatore colpevole in presenza di Dio non fosse un fatto straordinario.
Quando Cristo è morto, Dio ha dimostrato una volta per tutte che non è indifferente al disprezzo che abbiamo riservato alla Sua gloria. Cristo è morto per rimediare al danno che abbiamo fatto al nome e all'onore di Dio. Quando Cristo è morto ha affermato la rettitudine di Dio tramite la salvezza dei peccatori. Se Cristo non fosse morto al posto nostro, si sarebbe potuta affermare la rettitudine di Dio in un solo modo: con la nostra condanna eterna.
Sintesi
Riassumiamo quindi le tre modalità con cui la morte di Cristo ci ha salvato dal giudizio e ci ha dato la vita eterna. Prima di tutto è un riscatto, che ripaga il debito tremendo che abbiamo nei confronti di Dio a causa dei nostri peccati. In secondo luogo, è una sostituzione: si fa carico dei nostri peccati e della nostra maledizione, così che possiamo essere liberi dalla colpa e dalla punizione. Terza ed ultima, è un'affermazione della rettitudine di Dio, che può essere giusto e, contemporaneamente, giustificare chi ha fede in Gesù.
Prego quindi affinché possa ora esservi chiaro che la morte di Gesù Cristo è per noi l'unico modo di evitare l'ira di Dio e trovare in Lui la pace. Non solo prego affinché vi sia chiaro, ma anche perché questo vi possa spronare. Il mio profondo desiderio e la mia preghiera a Dio sono che voi possiate essere salvati. La strada è libera. Lui giustifica chi ha fede in Gesù. Riponete in Lui tutta la vostra fiducia e Lui sarà per voi un vero Salvatore.