L’ Ecclesiaste

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English: Ecclesiastes

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Di Jay Adams su La Bibbia
Una parte della serie Tabletalk

Traduzione di Francesca Bornatici

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“L’Ecclesiaste? Puah - nient’altro che distruzione e malinconia! Farei meglio a studiarmi un altro libro della Bibbia”.

Aspetta un attimo. So che non è il massimo iniziare un articolo dando torto al proprio lettore - ma in questo caso, hai proprio torto! Lo scrittore dell’Ecclesiaste non era quell’acido, cinico vecchio arrabbiato con la vita, che qualcuno ha voluto farci credere. Non era il pessimista più accanito del mondo. Sicuramente molte ( forse la maggior parte) delle righe da lui scritte sono pessimiste, ma Qoheleth ( Salomone trasformato in prete) ha un obiettivo essenzialmente positivo. Il suo pessimismo è centrato su “la vita sotto il sole”. O meglio, se leggi il libro con un occhio focalizzato su ciò che lui realmente intende, scoprirai che è in realtà una persona tranquilla, oltre che calma e rilassata. Ha provato tutto – il male e il bene- e, all’improvviso, ha accettato la vita. Ha accettato Dio, ecco. In realtà, se interpretato correttamente, vi si trova molto che possa dare al credente nient’altro che fiducia e gioia di fronte ai problemi.

“Ce ne vuole per convincermi di questo!”

Ok. Proviamo a dare un’occhiata approfondita al libro. Innanzitutto, si noti come il nome, “Ecclesiaste” ( “il prete”), gli fu dato dal traduttore del Septuagint greco. Il termine originario ebreo, Ooheleth, significa “ colui che raccoglie la gente”. Salomone radunava la sua platea ( e possibilmente non solo) per predicare loro: “ Qoheleth, oltre ad essere sapiente lui, insegnò anche la scienza al popolo…..Il prete si studiò di trovare parole piacevoli e scrisse la verità onestamente” (12:9-10). Volle che le sue parole, nel divulgarle, divenissero come “pungoli, come chiodi ben piantati le raccolte delle sentenze dei sapienti “(12:11). L’uso del dialetto nell’ Ecclesiaste indica che egli scrisse non solo per Israele, ma anche per il mondo fenicio. Il libretto, tra le altre cose, era evangelico, composto per lettori non convertiti sia della propria terra che all’estero.

Poi, considera le parole “sotto il sole”. Questa frase, che appare spesso, descrive il vivere che si pone come unico obiettivo mete materiali. Raffigura qualcuno che si esaurisce febbrilmente nel perseguire attività vane, perché sono tutto ciò per cui deve vivere. In contrasto, il vivere cristiano è una vita misurata, “sotto il Figlio”, che si prefigurò a Salomone in cerimoniali . Salomone vuole smuovere la gente dal primo stile di vita verso il l secondo: “ora ascoltate la conclusione di tutta la faccenda: temete Dio e osservate i suoi comandamenti perché l’uomo è tutto qui.” (12.13). Così, conclude con un severo avvertimento: ”Dio giudicherà ogni azione, anche ciò che è nascosto, sia buono che cattivo”(12:14). Questo non significa che le persone siano giustificate per ciò che fanno, ma che nel giudizio le azioni degli uomini saranno testimonianza del loro essere salvati o meno. L’insegnamento del Nuovo Testamento concorda (vedi Matt. 25:31–46; Rev. 20:12–15).

Ma Salomone era veramente scanzonato e riconciliato verso la vita? E cosa offre ai Cristiani?”. In questo libro straordinario, Salomone affronta tematiche fondamentali - dello stesso tipo che, se ci pensi seriamente, sollevi anche tu oggi. Egli chiede, “perché preoccuparsi di sforzarsi, dato che i risultati sono temporanei e quindi vani? Perchè cercare il denaro, il successo, il potere e il possesso, che non possono soddisfarci? Perché preoccuparsi di niente quando sia i cattivi che i saggi finiscono la loro vita entrambi in una tomba?” La sua risposta? Per fortuna Dio agisce con le persone come meglio ritiene. Salomone vuole che tu riposi in pace credendo nel volere di Dio sovrano!

La parola “vanità”, da lui spesso usata, significa che la vita sotto il sole è “vuota”, perchè non è duratura. Questo è il tema che permea il libro. Egli dice “ Una generazione va e la successiva viene” (1:4), “ non c è memoria degli antichi”(1:11), e come una persona viene al mondo alla nascita, “ così se ne andrà” via dal mondo senza portare nulla con se (5:16). Nel terzo capitolo, versi 1-15, Salomone fa una lista di alcune cose che mutano continuamente. Le persone nascono, quindi muoiono, le piante vengono piantate, e poi sradicate, alcune cose vengono demolite, altre costruite. Alcune cose vengono raccolte, altre gettate; alcune custodite, altre buttate; c è un tempo per piangere, e un tempo per ridere, periodi per lamentarsi, occasioni in cui danzare - e così via. La vita va avanti e torna indietro. Niente rimane. Ragion per cui, dobbiamo afferrare le cose senza pensarci troppo. Gli sforzi per ottenere la stabilità sono frustranti e completamente infruttuosi.

Salomone afferma che l’ accumulo di ricchezza e di beni è folle in quanto non si possono poi portare con se. Anziché riporre speranze in qualsivoglia cosa sotto il sole, lui esorta a credere nel Creatore. In che modo questo migliora la vita? Bene, non solo farà la differenza nel momento del giudizio, ma fornisce una filosofia di vita presente che ti libera da preoccupazioni e inquietudine. Perché Dio ha posto “ eternità nel cuore di ogni persona” (3:11), tu puoi sperare in un tempo in cui le cose materiali saranno dimenticate. E un giorno, gli obiettivi di Dio – che ora sembrano non avere senso- verranno compresi: “ egli ha posto nell’uomo anche una certa visione d’insieme, senza però che gli riesca di afferrare da capo a fondo l’opera fatta da Dio”(3:11). Puoi rilassarti- tutto verrà reso noto a Suo tempo.

Dato che, come sottolinea Salomone, sprecare sforzi nel tentativo di ottenere l’impossibile è vanità, egli consiglia di vivere tranquillamente, lavorare moderatamente e responsabilmente, e questo porterà alla realizzazione di ciò che si ha il diritto di realizzare, e del godimento dei semplici doni di Dio. Egli non vuole che ti preoccupi del domani né che ti ammazzi di lavoro! Ascolta questo passaggio illuminante:

“Non c ‘è cosa buona per l’uomo se non mangiare e bere e godere il successo delle proprie fatiche. E ho anche capito che questo viene dalla mano di Dio” (2:24; vedi anche 3:12–13; 5:18; 8:15; e 9:7–8).

Da questi versi emerge un tema costante: goditi il cibo e il vino ed i semplici piaceri della vita. Ma considera che non è tutto: mangi e sei soddisfatto, per aver poi nuovamente fame ( il suo frequente riferimento al cibo e al bere spiega la natura temporale delle cose). Smettila di preoccuparti di ciò che non può essere modificato. Fai un buon pasto e una buona vita ( ricordando che qualsiasi cosa tu faccia verrà poi giudicata un giorno; vedi 12:9 ).

Quindi, di cosa parla l’Ecclesiaste? Dopo aver vissuto in modo stravagante, dopo aver lavorato troppo per ottenere fama e fortuna durevoli, dopo aver indugiato nel peccato, Salomone può solo dire, “ presi in odio la vita, perché per me era male tutto ciò che si fa sotto il sole”. Perché? Perché egli riconobbe che, alla fine, tutto ciò che aveva fatto non era altro che “ vanità e agire senza senso”. (2:17- 18).

Salomone ha scritto per aiutarti nella scoperta di tutto questo. L’Ecclesiaste ti ha spinto a vedere la vita come dovrebbe farlo un credente? Se non lo ha fatto, rileggilo – e rileggilo di nuovo, e poi di nuovo. Vale la pena perdere tempo facendolo!