Io sono l’Alfa e l’Omega

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English: I Am Alpha and Omega

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Di John Piper su Gloria di Dio
Una parte della serie Hallowed be Thy Name: Eight Sermons on the Names of God

Traduzione di Marzia Nicole Bucca

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Apocalisse 21:1-8

“Vidi poi un nuovo cielo e una nuova terra, perché il cielo e la terra di prima erano scomparsi e il mare non c'era più. Vidi anche la città santa, la nuova Gerusalemme, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo. Udii allora una voce potente che usciva dal trono: Ecco la dimora di Dio con gli uomini! Egli dimorerà tra di loro ed essi saranno suo popolo ed egli sarà il Dio-con-loro. E tergerà ogni lacrima dai loro occhi; non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno, perché le cose di prima sono passate.” “E Colui che sedeva sul trono disse: Ecco, io faccio nuove tutte le cose; e soggiunse: Scrivi, perché queste parole sono certe e veraci. Ecco sono compiute! Io sono l'Alfa e l'Omega, il Principio e la Fine. A colui che ha sete darò gratuitamente acqua della fonte della vita. Chi sarà vittorioso erediterà questi beni; io sarò il suo Dio ed egli sarà mio figlio. Ma per i vili e gl'increduli, gli abbietti e gli omicidi, gl'immorali, i fattucchieri, gli idolàtri e per tutti i mentitori è riservato lo stagno ardente di fuoco e di zolfo. È questa la seconda morte.”

Nell’Apocalisse 21:6 Dio si identifica come “Alfa e Omega”. L’alfa è la prima lettera dell’alfabeto greco e l’omega è l’ultima lettera. In altre parole, Dio è “il Principio e la Fine.”

Dio però non parla di alfabeti, parla di realtà. Dio è principio e fine assoluti. Tutto ciò che è ha la sua origine certa in Lui. E tutto, in un modo o nell’altro, finirà con Lui.

Il profeta Isaia si esprime in questi termini: “Così dice il re di Israele, il suo redentore, il Signore degli eserciti: Io sono il primo e io l'ultimo; fuori di me non vi sono dei.”(44:6). In altre parole, dal momento che tutto proviene da Dio e nulla sopravviverà a Lui, ne consegue che non c’è nessuno che possa competere con Dio. “Fuori di me non vi sono dei!”. Dio ha la prima e l’ultima parola sulla storia. Tutti i tentativi da parte di altri di avere l’ultima parola falliranno. L’argilla non ha altra origine se non nel Vasaio che la crea e alla fine tutto serve al Suo disegno.

Indice

L’Alfa

Non vi raccomanderò mai abbastanza di riflettere sulla sconcertante verità che Dio è l’Alfa assoluto. Trovate un momento di calma nella vostra vita e lasciate che entri in voi la verità che Dio è il PRIMO – IL PRINCIPIO. Prima di Lui vi era il nulla. Non c’era un “prima di Lui.” Pensateci! Per milioni, miliardi e triliardi di anni infiniti Dio esisteva e non ha mai avuto inizio. Lui è il principio. Da sempre e per sempre Lui è Dio. (Salmi 90:2). Non è mai esistito un tempo in cui Lui non esisteva.

Potremmo meravigliarci del fatto che Dio è infinito, eterno e immutabile nella sua giustizia, sapienza, forza, bontà e verità. Tuttavia se vi fermate a riflettere sul fatto che Lui non ha mai scelto di essere così e che nessun altro ha scelto di crearlo in questo modo, la mente si riempie di stupore. La giustizia, la sapienza, la forza, la bontà e la verità di Dio sono una realtà eterna. Il carattere di Dio non è un’emanazione della realtà. Esso è la realtà. Dio non scaturisce dalle molte possibilità. Tutto scaturisce da Lui. Egli determina tutte le possibilità. Dio non è un pezzo di realtà che cercate di far combaciare con gli altri pezzi. Lui è il primo e l’ultimo, la realtà nella sua totalità: "In lui infatti viviamo, ci muoviamo ed esistiamo" (Atti, 17:28).

L’Omega

Ma questa mattina vorrei che ci soffermassimo su questa verità: Dio è l’Omega. Credo che questo sia il punto centrale delle parole dell’Apocalisse al versetto 21:6. L’affermazione “Io sono l'Alfa e l'Omega, il Principio e la Fine,” viene posta all’interno di un brano che tratta della fine della storia. Dunque il punto centrale del testo è su Dio come omega di tutte le cose.

Cosa vuol dire che Dio è l’Omega, la fine? Leggiamo i versetti 5-8: “E Colui che sedeva sul trono disse: Ecco, io faccio nuove tutte le cose; e soggiunse: Scrivi, perché queste parole sono certe e veraci. Ecco sono compiute! Io sono l'Alfa e l'Omega, il Principio e la Fine. A colui che ha sete darò gratuitamente acqua della fonte della vita. Chi sarà vittorioso erediterà questi beni; io sarò il suo Dio ed egli sarà mio figlio. Ma per i vili e gl'increduli, gli abietti e gli omicidi, gl'immorali, i fattucchieri, gli idolàtri e per tutti i mentitori è riservato lo stagno ardente di fuoco e di zolfo. È questa la seconda morte.”

In che modo Dio è la Fine per quelli che hanno sete di Lui

Questo brano spiega chiaramente che Dio è l’Omega, la fine, in due modi diversi. Per quelli che hanno sete (come si legge al versetto 6) Egli rappresenta la fine nel senso che sarà per loro la fonte della vita eterna. Sarà il loro Dio e loro saranno i suoi figli che godranno dei suoi beni per i secoli dei secoli. Egli era la fonte della vita al momento della loro creazione, e sarà la fonte della vita al momento del loro compimento.

Per quelli che saranno vittoriosi, per quelli che hanno sete, Dio non è il principio e la fine allo stesso modo in cui un fiume nasce dalla sorgente e finisce nell’ oceano. L’ oceano è alimentato dai fiumi che sfociano e si riversano in esso. Dio non è alimentato o reso più grande dai santi che hanno sete di Lui e che alla fine ritornano a Lui. No, per chi ha sete Dio è il principio e la fine allo stesso modo in cui una carovana nel deserto inizia il suo percorso in un’oasi e termina in un’oasi. Dio è la fonte della vita al principio ed Egli è la fonte della vita alla fine - per sempre.

In che modo Dio è la Fine per quelli che non hanno sete di Lui

Al versetto 8, però, si fa riferimento anche ad un altro gruppo di persone. Sono quelli che non hanno sete di Dio. Anche per loro Dio è l’Omega, ma non allo stesso modo. Dio per loro sarà la Fine nel senso che alla fine queste persone Lo incontreranno nella Sua veste di Giudice. Anche il loro percorso ha avuto inizio nell’oasi di vita di Dio ma poi queste persone hanno seguito la rotta probita che li ha diretti verso il basso, lungo i torrenti poco profondi dell’assenza della fede, lontani dall’angusto sentiero che conduce a Dio. Tuttavia ogni strada porta a Dio e alla fine essi si troveranno dall’altra parte del deserto dove incontreranno Dio. Ma invece di un’oasi di vita eterna, troveranno uno stagno ardente di fuoco.

L’eternità dell’Inferno

Oggi ci sono molti cristiani, per non parlare di tutti quelli che rifiutano il Cristianesimo, che non credono all’eternità dell’Inferno. Non credono che per alcuni l’omega sarà uno stagno di fuoco. Ci sono alcune persone che rifiutano l’idea tout-court; altre dicono che si tratta di un luogo temporaneo di purificazione ma che in ogni caso, dicono loro, alla fine tutti saranno salvati. A Dio spetta l’ultima parola e quella parola sarà sempre di misericordia per ogni singola creatura. L’ Omega significherà misericordia per tutti, non fuoco e zolfo. Ma il versetto 8 non si tira indietro davanti alla terribile realtà: “Ma per i vili e gl'increduli, gli abietti e gli omicidi, gl'immorali, i fattucchieri, gli idolàtri e per tutti i mentitori è riservato lo stagno ardente di fuoco e di zolfo. È questa la seconda morte.”

Altri due versetti dell’Apocalisse indicano chiaramente che questo giudizio sarà eterno. Nell’Apocalisse, versetto 20:10, si legge: “E il diavolo, che li aveva sedotti, fu gettato nello stagno di fuoco e zolfo, dove sono anche la bestia e il falso profeta: saranno tormentati giorno e notte per i secoli dei secoli.”

E neppure dobbiamo pensare che questa punizione eterna sia riservata solo al diavolo e ai suoi servitori. Nell’Apocalisse 14:9-11 si legge anche: “Chiunque adora la bestia e la sua statua e ne riceve il marchio sulla fronte o sulla mano, berrà il vino dell'ira di Dio che è versato puro nella coppa della sua ira e sarà torturato con fuoco e zolfo al cospetto degli angeli santi e dell'Agnello. Il fumo del loro tormento salirà per i secoli dei secoli,'' e non avranno riposo né giorno né notte quanti adorano la bestia e la sua statua e chiunque riceve il marchio del suo nome.”

L’Omega eterno per tutti

Dio rappresenta l’Omega eterno per ogni uomo: come fonte di vita eterna, come vino dell’ira o stagno di fuoco. Dobbiamo continuamente ricordare a noi stessi che la fine della nostra vita sarà in Dio. Adesso ci può apparire distante, ma come San Paolo disse ai suoi denigratori ad Atene: “Egli non è lontano da ciascuno di noi.” (Atti, 17:27). Non è mai irraggiungibile per l’assetato e anche se può sembrare distante come la luna per chi è soddisfatto di se stesso, alla fine diventerà profondamente reale per ogni uomo, donna e bambino – gloriosamente reale per l’assetato e terribilmente reale per il soddisfatto di sé.

Io sono l’Alfa e l’Omega, dice il Signore, il Principio e la Fine – la fonte di vita eterna per alcuni e lo stagno di fuoco per altri.

La vita in questo mondo è di profonda importanza, perché il ruolo che attribuisci a Dio su questa terra determinerà il tuo incontro con Lui alla fine. Io prego affinché Dio ci doni gli occhi per vedere le sconcertanti alternative che ci si presentano sull’orlo dell’eternità. Prego affinché non ci manchino la sicurezza e l’entusiasmo.

Anche se sapete di esservi messi in salvo sulla zattera assieme al vostro Capitano, i lampi e i tuoni, le onde alte 25 metri, l’oscurità e il vento in burrasca dovrebbero farvi rabbrividire di timore e tremare di gratitudine per essere stati tirati fuori dalle acque. Non è poca cosa vivere tra l’Alfa e l’Omega del nostro Creatore.

La Grande Separazione

Ritorniamo all’immagine del deserto. Tutta la vita inizia con il potere creativo di Dio. Lui è l’Alfa, l’oasi al principio della nostra vita. Il percorso di ognuno di noi inizia nello stesso punto ma poi, presto o tardi, avrà luogo una separazione. E noi dobbiamo sapere che cosa rappresenta questa separazione, perché alla fine tutto dipende da essa. Alcuni incontreranno l’Omega come fonte di vita, altri Lo incontreranno come stagno di fuoco.

Coloro che hanno sete

Nell’Apocalisse, versetti 21:6-7, vengono utilizzate due parole per descrivere la persona che incontrerà Dio come fonte della vita. Al versetto 6 si legge: “A colui che ha sete darò gratuitamente acqua della fonte della vita.” La prima caratteristica di chi incontrerà Dio come fonte della vita invece che come fuoco è che questa persona ha sete.

L’Apocalisse, al punto 22:17, offre uno splendido invito per colui che ha sete: “Lo Spirito e la sposa dicono: Vieni!. E chi ascolta ripeta: Vieni!. Chi ha sete venga; chi vuole attinga gratuitamente l'acqua della vita.” Così quando Dio dice che darà l’acqua della fonte della vita a chi ha sete, vuol dire che la darà a coloro che la desiderano, a quelli che la sanno riconoscere e che la bramano, e che hanno rifiutato tutte le bevande terrene.

Quando Dio parla di sete come condizione di salvezza, non vuole dire che tutti quelli che vogliono evitare l’inferno e vivere eternamente saranno salvati. Tutti hanno sete in questo senso. Dio vuol dire che tutti quelli la cui anima ha veramente sete di Dio, e non ha sete di lodi, di potere e di piaceri terreni, saranno salvati. Le persone la cui sete li ha allontanati dai superficiali torrenti del peccato e li ha indirizzati verso le profonde oasi all’estremità più lontana del deserto – questi sono coloro ai quali Dio darà da bere per sempre l’acqua della vita.

I vittoriosi

L’altro termine usato al versetto 7 per descrivere la persona che incontrerà Dio come fonte e non come fuoco è ‘vittorioso’. “Chi sarà vittorioso erediterà questi beni; io sarò il suo Dio ed egli sarà mio figlio.” Il termine ‘vittorioso’ viene usato circa una dozzina di volte nell’Apocalisse per indicare la vittoria dei santi che godranno della vita eterna.

Ad esempio, al punto 2:10-11, Gesù dice alla Chiesa di Smirne, “Sii fedele fino alla morte e ti darò la corona della vita… Il vincitore non sarà colpito dalla seconda morte.” Ricorderete che nel brano 21:8 la seconda morte è lo stagno di fuoco. Dunque il punto 2:11 ribadisce lo stesso concetto: se saremo vittoriosi, non ci sarà fatto alcun male. E l’essere vittoriosi viene definito per noi come l’essere fedeli fino alla morte: “Sii fedele fino alla morte e ti darò la corona della vita.” Essere vittoriosi significa vincere contro le forze che ci tentano ad essere infedeli a Cristo. (vedi anche 2:26 e 12:11.)

La sete che ci rende vittoriosi

Se ci poniamo nella condizione di avere sete e di essere ''vittoriosi, il quadro che ne otteniamo è pressappoco come questo: c’è una lotta in ognuno di noi. La lotta è tra l’aver sete di Dio e l’aver sete di tutto il resto. Se la nostra anima ha sete di Dio come la cerva anela ai corsi d’acqua, se abbiamo assaporato abbastanza della bellezza, dell’amore e della forza di Cristo da lasciarci tutto alle spalle e andare alla ricerca di Lui, se rifiutiamo la sete per le cose terrene, prendiamo la croce e bramiamo Cristo, allora Dio ci aspetterà dall’altro lato del deserto come una fonte di vita che da’ un totale, infinito appagamento.

In altre parole, se saremo vittoriosi su tutti gli altri competitori e troveremo il nostro appagamento in Cristo, erediteremo la vita eterna. La sete di Cristo deve prevalere sulla sete delle cose di questo mondo e per tutto ciò che esso offre.

Coloro che non hanno vinto la sete delle cose terrene

Quelli che dall’altra parte del deserto incontreranno Dio come uno stagno di fuoco, invece che come fonte di vita, sono le persone che non hanno domato la loro sete per le cose di questo mondo. Per queste persone Cristo era invitante quanto l’olio di ricino. Per alcuni di loro Egli era insipido, per altri aveva un sapore amaro. Ma il mondo, ah, il mondo! Lì sì che c’era sapore! E così a causa di questa specie di cancro che consapevolmente hanno posto sulla loro lingua, queste persone non hanno trovato alcuna soddisfazione in Cristo. E in cosa l’hanno trovata invece? Al versetto 8 Dio li chiama vili e increduli. Prima, al punto 2:10-11, Gesù aveva detto alla Chiesa: “Non temere ciò che stai per soffrire. … Sii fedele fino alla morte, e ti darò la corona della vita.” Non siate codardi, abbiate fede! Soddisfate la vostra sete di vita, sicurezza e felicità in Me, ci dice Gesù. Non arrendetevi alla sete di cose terrene, di sicurezza e autosufficienza.

Ma le persone descritte al 21:8 non hanno dato retta agli avvertimenti di Gesù. Sono stati vili ed increduli. La sete per le cose di questo mondo ha vinto sulla sete per Cristo e così saranno destinati allo stagno che arde di fuoco.

Dio continua descrivendo alcuni di loro come abbietti, cioè persone che hanno provato sete per cose indecenti e segrete. Gli omicidi: coloro che avevano sete di vendetta o ai quali era utile togliersi qualcuno di mezzo. Gli immorali: coloro che bramavano certi tipi di piaceri sessuali che Cristo proibisce. I fattucchieri: persone con sete di poteri magici e de “le profondità di satana” (Apocalisse 2:24). Gli idolatri: coloro che hanno avuto sete di facili divinità invece che di un Dio che dice loro: “Io sono l’Alfa e l’Omega.” Tutti i mentitori: coloro che hanno desiderato, non il futuro che Dio avrebbe portato loro attraverso l’integrità della fede, ma il futuro che potevano crearsi da soli con l’inganno.

In altre parole, quelli che incontreranno Dio come terribile stagno di fuoco invece che come fonte di vita sono le persone che non hanno ‘vinto’ sulla loro sete per le cose terrene. Queste persone, se mai hanno avuto sete di Cristo, l’hanno messa da parte per far posto all’amore per le cose di questo mondo. Dio non darà la preziosa acqua della fonte della vita a coloro che non hanno dimostrato una sete di Lui vittoriosa. Se questa sete di Cristo è presente in voi, vi esorto in tutta onestà a darle una scossa. Beati sono gli assetati, perché solo loro saranno saziati.

Creare e alimentare la sete di Dio

Quindi voglio concludere sulla sete di Dio, affinché essa nasca o aumenti in ciascuno di voi.

1. L’acqua concessa gratuitamente agli assetati

Notiamo come al versetto 6 Dio ci dona gratuitamente l’acqua della vita: “A colui che ha sete darò gratuitamente acqua della fonte della vita.” Per ottenerla bisogna avere sete, ma la sete non è mai stata considerata un premio o un merito da nessuno. La sete non è una valuta con la quale si vende o si compra. L’aver sete non è un lavoro. Si tratta semplicemente di un altro modo per descrivere la fede. Un senso di vuoto che può essere colmato in Cristo. Chi attraversa il deserto e, ansimante, giunge all’oasi più lontana dove sente queste parole: “A colui che ha sete darò acqua”, non direbbe mai al proprietario dell’oasi “Tu chiedi troppo.” Il proprietario dell’oasi non sta contrattando, non sta chiedendo troppo. Per chi ha sete l’acqua è gratis. Dio si compiace nello spegnere la sete dell’assetato che si rivolge a Lui per ottenere l’acqua della vita; “Chi ha sete venga; chi vuole attinga gratuitamente l'acqua della vita.”

2. L’incontro finale con Dio

Ricordatevi che colui che vi offre l’acqua è l’Alfa e l’Omega, il Principio e la Fine. Ciò significa che se cercherete di spegnere la sete che sentite nella vostra anima lontano da Dio, alla fine v’imbatterete in Lui e dovrete rendere conto davanti a Lui per averlo offeso continuamente, preferendo i torrenti del peccato all’acqua della vita. Rifiutare Dio, l’infinitamente prezioso, pensando che esista quacosa di più soddisfacente di Lui, è un peccato eterno.

3. I vantaggi dell’essere Figli di Dio

3. Notate come al versetto 7 l’acqua della vita rappresenta lo stesso premio del divenire figli di Dio. “Chi sarà vittorioso erediterà questi beni; io sarò il suo Dio ed egli sarà mio figlio.” Essere figli di Dio è un beneficio che non ha eguali al mondo. Significa che tu diventerai l’erede di tutto ciò che Dio possiede. Tutto ciò che Dio possiede sarà a tua disposizione, tutta la creazione sarà al tuo servizio. Dio non risparmierà nessuna cosa buona a chi ha sete di lui e gli dimostri di voler essere suo figlio.

Come il padre nella parabola del figliol prodigo, Dio ci accoglierà nella sua dimora, nell’oasi eterna, abbracciandoci e baciandoci; ci metterà un anello al dito, ci darà una veste e dei calzari ai piedi; farà preparare il vitello più grasso e ci farà sedere ad un banchetto eterno. Tutto questo solo perché avevamo sete!

4. Dio asciugherà ogni lacrima

Riflettiamo sull’infinita dolcezza della verità rivelata al versetto 4. “E tergerà ogni lacrima dai loro occhi; non ci sarà più la morte né lutto, né lamento, né affanno, perché le cose di prima sono passate.” L’uno che è l’Alfa e l’Omega, Dio Onnipotente, ha promesso di cancellare ogni dolore, ogni minaccia di morte e tutto ciò che ci fa piangere. Tutti le ragioni che ci causano depressione, ansia, senso di colpa, tutti gli ostacoli alla nostra gioia, allo stupore e a quella felicità infantile scompariranno. Dio le sostituirà con una gioia infinita, superiore alla vacanza più felice che avete mai fatto. Tutto questo solo per aver avuto sete.

5. La luce nella nuova Gerusalemme

5. Meditiamo infine sull’immagine della Nuova Gerusalemme ai versetti 22-23: “Non vidi alcun tempio in essa perché il Signore Dio, l'Onnipotente, e l'Agnello sono il suo tempio. La città non ha bisogno della luce del sole, né della luce della luna perché la gloria di Dio la illumina e la sua lampada è l'Agnello.” Dio è veramente l’Alfa e l’Omega, il Principio e la Fine. In principio Dio disse “Sia la luce!” e per milioni di anni il sole è sorto ogni giorno per farci venire sete di quella Luce che sta dietro la luce. E alla fine Dio sazierà questa sete dandoci prova della sua indescrivibile, splendente bellezza.

Come dice Isaia: “Il sole non sarà più la tua luce di giorno, né ti illuminerà più il chiarore della luna. Ma il Signore sarà per te luce eterna, il tuo Dio sarà il tuo splendore. Il tuo sole non tramonterà più né la tua luna si dileguerà, perché il Signore sarà per te luce eterna; saranno finiti i giorni del tuo lutto” (60:19-20). Alla fine di ogni strada c’è Dio. Lo incontrerete come luce e vita o come fuoco e tormento. “A colui che ha sete darà gratuitamente acqua della fonte della vita.”

Così lo Spirito dice: “Vieni!” E chi ascolta ripeta: Vieni!. Chi ha sete venga; chi vuole attinga gratuitamente l'acqua della vita. (Apocalisse, 22:17).