Il piacere di Dio nella giustizia pubblica

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English: The Pleasure of God in Public Justice

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Di John Piper su La Giustizia Pubblica
Una parte della serie The Pleasures of God

Traduzione di Porzia Persio

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Proverbi 11,1
La bilancia falsa è un abominio per il SIGNORE, ma il peso giusto gli è gradito.

Dall'interno verso l'esterno

Ci siamo spostati dalla vita interiore a quella esteriore nelle ultime tre settimane. Dio si compiace di coloro che sperano nel suo amore. A Dio sono gradite le preghiere del giusto. A Dio è gradita l'obbedienza molto più che non il sacrificio. La speranza è qualcosa di intimo e interiore e si esprime nella preghiera, mentre l'obbedienza che abbiamo citato è al di fuori, all'esterno. Finora però ci siamo limitati principalmente a quel che potreste definire la parte religiosa della vita.

Oggi ci sposteremo di un ultimo passo verso quella parte della vita che comunemente non consideriamo religiosa. Potreste definirla la parte "laica" della vostra vita, intendendo quella parte in cui di solito avete a che fare col resto del mondo. Potreste chiamarla la parte degli affari. Comprende cose come riempire di benzina il serbatoio dell'auto, acquistare oggetti antichi, timbrare il cartellino, pagare le tasse.

Dio è interessato a questa parte della vostra vita? Si compiace di come agite nei negozi, in ufficio o in cucina? C'è forse un comportamento sbagliato in queste aree non religiose, così significativo che Dio potrebbe addirittura definirlo un abominio?

La vita non religiosa, degli affari

Ci siamo spostati con questo argomento il più in là possibile: dalla speranza alla preghiera, all'obbedienza generale e alla vita non religiosa e laica. Potremmo tuttavia intraprendere un passo ulteriore e voglio farlo oggi. Potremmo chiederci: "Dio ha forse un qualche piacere nel comportamento dei non cristiani nelle aree non religiose della vita?".

Abbiamo dunque due aree da esaminare oggi: la vita non religiosa e degli affari dei cristiani e dei non cristiani. Dio si compiace di una o di entrambe? Se sì, perché?

Lo scopo, come sempre, è di chiarire il carattere e la natura di Dio prendendo in esame quel che egli ama (ricordate la citazione da Henry Scougal: "Il valore di un'anima si misura dall'oggetto del suo amore"). So però che questo messaggio apporterà anche buoni consigli pratici nella nostra vita quotidiana e spero quindi che ascolterete in entrambi i casi.

Quali cose sono comprese nel nostro testo?

Innanzitutto, consideriamo insieme entrambe le aree e chiediamoci semplicemente quali cose siano comprese nel nostro testo Proverbi 11,1. Il versetto non specifica se vengano considerati soltanto i credenti o anche i non credenti. Si limita a dire:

La bilancia falsa è un abominio per il SIGNORE, ma il peso giusto gli è gradito.

Il quadro specifico del testo

Le implicazioni arrivano molto lontano. Cerchiamo comunque di vedere con chiarezza nella nostra mente il quadro specifico. Supponiamo che siate dei mercanti all'epoca dell'Antico Testamento e che vendiate farina di mais (sic) e supponiamo che in quei giorni dieci centesimi la libbra fossero un prezzo equo. Qualcuno viene da voi e vi chiede di vendergli cinque libbre di farina di mais, così voi prendete una pietra da cinque libbre e la mettete su un piatto della bilancia; poi prendete un grande sacco di farina e iniziate a versarla sull'altro piatto, finché i due piatti non raggiungano lo stesso livello. Infine versate il piatto di farina nel contenitore del cliente e lui sa che gli è stata data la giusta quantità di grano. La misura di una pietra da cinque libbre è diffusa piuttosto comunemente.

Supponiamo che però, durante la notte, voi prendiate una lama dura e affilatissima e vi scaviate un piccolo foro nella pietra, lavorandolo per vuotarlo internamente fino a fargli raggiungere il peso di sole quattro libbre, che poi copriate il foro con argilla dello stesso colore della pietra e lasciate asciugare. Il giorno seguente non usate la pietra con i clienti più avveduti e forti, perché potrebbero notare che il mucchio di farina è evidentemente più piccolo e chiederebbero di controllare la pietra. Ma quando un bambino mandato dalla madre o una vedova quasi cieca vengono a comprare la farina, voi usate la pietra falsata.

Il nostro testo dice che questo è un abominio per il Signore, ma che il peso giusto gli è gradito.

Ora, quali tipi di atti nella nostra epoca sono impliciti nell'espressione "bilancia falsa" in Proverbi 11,1? Permettetemi di menzionare quattro categorie che sono in realtà due modi diversi di suddividere gli atti in due categorie.

Le quattro categorie di atti al giorno d'oggi

In primis, il versetto si riferisce ai venditori e agli acquirenti:

1. Atti del vendere

Comprendono quegli atti in cui il venditore non fornisce beni o servizi che valgano il prezzo o la tariffa richiesti. Immaginate che una pompa di benzina calcoli un centesimo in più al litro di quanto dovrebbe, o che la bilancia del droghiere segni di più, o che l'etichetta di una medicina esageri i propri benefici, o che un agente immobiliare nasconda all'acquirente il danno da allagamento della casa che sta vendendo, o che un professore universitario non scriva una nuova lezione da dieci anni e passi il tempo rimodernandosi la cantina.

2. Atti del comprare

Comprendono quegli atti in cui l'acquirente pianifica di pagare meno di quel che i beni o i servizi valgano in realtà. Potete vedere che cosa Dio pensi di tali atti in Proverbi 20,14: "«È cattivo, è cattivo», dice il compratore; ma quando se ne è andato, si vanta dell’acquisto". Ciò potrebbe comprendere pagare un povero fornitore in Messico una cifra ridicolmente bassa per il pregevole tappeto che ha tessuto, perché ha un bisogno disperato di vendere e gli si impone di prendere o lasciare. Potrebbe comprendere il non pagare la mora sulla mia bolletta dell'acqua, datando l'assegno a prima della scadenza.

Un altro modo per definire gli atti denunciati in Proverbi 11,1 è questo: si riferisce ad atti d'inganno e ad atti d'ingiustizia.

3. Atti d'inganno

Comprendono quegli atti che implicano l'inganno nelle transazioni con gli altri, cosicché l'atto esprime una menzogna. Per esempio, quando nei prossimi giorni compilerete il modulo per il rimborso delle tasse, questo versetto vi fa capire con chiarezza se esso sarà gradito a Dio o se egli lo riterrà un abominio. Parimenti, potreste richiedere alla vostra assicurazione un rimborso e mentire sull'entità dei danni per ottenere un pagamento maggiore.

4. Atti d'ingiustizia

Per di più, tali atti commettono sempre un'ingiustizia verso un'altra persona che non ottiene quello che le spetta. Per esempio, potreste affibbiare a qualcuno un catorcio di automobile, non dicendogli la verità sulle sue condizioni prima di venderla. Oppure potreste spingere una famiglia di profughi a firmare il contratto d'affitto per un appartamento che non hanno visto e far pagare loro una cifra esorbitante, consegnando l'abitazione in condizioni fatiscenti, senza aver condotto lavori di ristrutturazione.

Dunque io mi auguro che possiate vedere che tutte queste cose sono implicite in Proverbi 11,1: "La bilancia falsa è un abominio per il SIGNORE, ma il peso giusto gli è gradito". Potete essere un venditore fraudolento o un acquirente fraudolento, così come potete commettere un'ingiustizia contro un acquirente o un venditore.

L'interesse di Dio in tutta la nostra vita non religiosa

Una lezione da apprendere subito da questo è che Dio nutre interesse per tutta la nostra vita non religiosa. Egli si occupa di tutte le nostre transazioni d'affari. Dio non è così distante o persino così "religioso" da interessarsi soltanto a quel che avviene in chiesa e durante le preghiere. Ogni centimetro quadrato di questa terra è suo e ogni minuto della nostra vita è un prestito del suo respiro. Egli è molto più laico di quanto non pensiamo. E naturalmente ciò dovrebbe fare una grande differenza nel modo in cui viviamo la nostra vita non religiosa. Charles Bridges, pastore della chiesa anglicana più di un secolo fa, pone questa domanda pressante: "Non è impressionante pensare che l'occhio di Dio consideri ogni comune occupazione della nostra vita sia come abominio che come diletto?". Mettetevi alla prova. Vi fate plasmare dallo spirito laico più che dallo spirito divino? La prova consiste in questo: pensate che piccole falsità negli affari siano soltanto parte delle regole del gioco o che siano un abominio agli occhi di Dio?

Ora voglio domandarvi: perché il peso giusto è gradito a Dio nelle mani di un credente? E poi chiudere con la domanda: il peso giusto nelle mani di un non credente è gradito a Dio? Se sì, perché?

I pesi giusti nelle mani dei credenti

Perché il peso giusto nelle mani di un credente è gradito a Dio? Dio gradisce le azioni giuste e oneste dei credenti perché tali azioni rendono visibile la loro fede che onora Dio. Le azioni giuste e oneste rendono la sovranità salvifica di Dio visibile. Vi mostro uno dei passi in cui questo viene esplicitamente insegnato.

Le istruzioni di Dio nel Levitico

In Levitico 19,35-37 Dio istruisce su pesi e bilance con queste ragioni:

Non farete ingiustizia nei giudizi con le misure di lunghezza, di peso e di capacità. Avrete bilance giuste, pesi giusti, efa giusto, hin giusto. Io sono l’Eterno, il vostro Dio, che vi ha fatti uscire dal paese d’Egitto. Osserverete dunque tutti i miei statuti e tutti i miei decreti e li metterete in pratica. Io sono l’Eterno.

In che modo Dio motiva onestà e giustizia qui?

Tre osservazioni

Notate tre cose nel versetto 36:

1. Primo, egli dice: "Io sono l'ETERNO!", ovvero: "Io sono Yahweh!". Egli usa il proprio nome, quello usato con Mosè poco prima che questi portasse il popolo via dall'Egitto. E ricorderete che egli spiegò il significato di quel nome dicendo: "Io sono colui che è". Il nome implica assolutezza e indipendenza, libertà e sovranità.

2. Secondo, egli dice: "Io sono il tuo Dio!". In altre parole, io sono per voi. Sono dalla vostra parte. La mia assolutezza e indipendenza e libertà e sovranità sono vostre. Questo è quel che significa quando diciamo in verità: "Yahweh è il mio Dio!".

3. Terzo, egli dice: "Vi ho fatti uscire dal paese d'Egitto". Questa è la dimostrazione specifica che conferma una volta per tutte a Israele che Dio è per loro. Egli è il loro Dio. Egli è assoluto e libero e sovrano non di distruggere, bensì di salvare il suo popolo. Per i cristiani oggi la morte e risurrezione di Gesù, il secondo Esodo, ha superato il primo in valore.

Il punto centrale

Che cos'ha tutto questo a che fare con il modo in cui compilerete la dichiarazione dei redditi nei prossimi giorni? Che cos'ha a che fare con i pesi giusti e le bilance oneste?

Il versetto 36 recita: "Avrete bilance giuste, pesi giusti, efa giusto, hin giusto. Io sono l’Eterno, il vostro Dio, che vi ha fatti uscire dal paese d’Egitto". Sicuramente il punto è questo:

Crederete che il vostro Dio onnipotente ha impegnato se stesso con tutta la propria assoluta libertà e potere sovrano a salvarvi dall'Egitto e a portarvi nella terra ove scorrono latte e miele, e che ha cura di voi in ogni passo sulla vostra via.

Rendere evidenti la signoria salvifica e il potere di Dio

Questo è ciò che intendo quando affermo che Dio gradisce le azioni giuste e oneste dei credenti perché tali azioni ne rendono evidente la fede. Le azioni giuste e oneste rendono la signoria salvifica e il potere di Dio evidenti. Quando un cristiano agisce con integrità, invece di cercare di farsi strada con l'inganno, dimostra il potere e l'amore del Dio dell'Esodo.

Egli dice: Ho un grande Dio che si prende cura di me!

Proverbi 20,17 dice:

Il pane ottenuto con frode è dolce all’uomo, ma dopo la sua bocca sarà piena di ghiaia.

In altre parole, quando usiamo bilance false o mentiamo al fisco o falsiamo i fatti delle nostre azioni, dichiariamo che la fugace dolcezza del peccato è più desiderabile dell'eterna pace con Dio. Ciò non fa onore a Dio e quindi non è gradito al suo cuore. "La bilancia falsa è un abominio per il SIGNORE, ma il peso giusto gli è gradito".

I pesi giusti nelle mani dei non credenti

E che cosa dire dei non credenti? Ci sono non credenti che regolano la propria vita d'affari in modo giusto e onesto. È questo gradito a Dio?

La risposta è no e sì, perché Dio guarda all'onestà dei non credenti in due modi diversi.

In quanto esprimono la vita interiore del non credente

Quando Dio guarda all'onestà e giustizia come fossero l'opera di perfezionamento della vita interiore del non credente, non se ne compiace perché essa è peccato. Romani 14,23 dice: "Tutto ciò che non viene da fede è peccato".

I non credenti onesti sono come un adolescente ribelle che respinga i propri genitori e tutto quello che essi rappresentano, andando via in un'altra città. Tuttavia, per cavarsela nel mondo reale, decide di comportarsi secondo alcune delle loro regole. Così ottiene il posto di cuoco in un ristorante. Tempo dopo, i suoi genitori si trovano a visitare quella città e si recano in quel ristorante. Senza sapere che il loro figlio è lì, ordinano uno dei loro piatti preferiti (chiamati "bilance giuste" oppure "stadere oneste"), senza sapere che è lui a preparare il loro pasto. Ma nel retro del locale egli è il solito ribelle e non cucina il pasto per far loro piacere, perciò anche questo atto di preparare quel che hanno ordinato è pur sempre un'espressione di ribellione e, se ai genitori venisse detta la verità, non se ne rallegrerebbero e non direbbero: "Oh, che gioia, nostro figlio è un diletto per noi, ci ha preparato il nostro pasto preferito!".

Perciò Dio non si compiace dell'onestà e giustizia dei non credenti quando la vede come un'espressione del loro cuore ribelle e non credente. Gli atti compiuti senza fede nella sua grazia o senza alcun amore per la gloria di Dio non sono graditi a Dio.

In quanto riflettono il carattere e l'opera di Dio

Vi è tuttavia un senso in cui Dio si compiace delle bilance giuste e dei pesi onesti dei non credenti, ossia quando guarda alla loro onestà e giustizia come fossero frammenti della propria opera divina.

Ce lo fa capire Proverbi 16,11:

La stadera e le bilance giuste sono dell’Eterno, tutti i pesi del sacchetto sono opera sua.

Penso che ciò significhi che, ogni qualvolta trovate stadere giuste e un sacchetto di pesi onesti, trovate l'opera di Dio. La giustizia è una creazione di Dio. L'onestà è un disegno di Dio. L'integrità è l'opera di Dio, persino nei non credenti; proprio come anche la loro testa, il loro cuore, le loro mani e piedi sono opera sua.

I teologi la definiscono grazia comune. Non è la grazia salvifica. Non porta un uomo in paradiso. È quella stessa grazia che fa sorgere il sole ogni giorno sul buono e sull'empio, e invia la pioggia sul giusto e sull'iniquo (Matteo 5,43-47). È la grazia che previene la società dallo scivolare nell'anarchia. E allorché Iddio vede l'opera della propria grazia comune tenere il mondo lontano dalla rovina prematura, e offrire almeno qualche espressione visibile del proprio fine di giustizia e onestà, egli si compiace di ciò che vede.

Come una conchiglia portata a riva dalla corrente del mare

L'onestà e la giustizia dei non credenti sono come una conchiglia portata a riva dalla corrente del mare. Non c'è vita in essa. Ha però una certa bellezza, una propria solidità, simmetria e ordine. La vita è più piacevole perché questa conchiglia esiste. Ha una propria utilità: ci si può piantare un fiore, o utilizzarla per rinforzare un muro di pietre, o usarla per una lezione scolastica.

Lo stesso vale per l'integrità dei non credenti. È il guscio della santità, il segno dell'immagine di Dio, il residuo di qualcosa di glorioso e splendido nel cuore di Dio e l'opera vera e propria della sua grazia che difende e mantiene l'umanità caduta lontana dal baratro dell'anarchia e del caos.

E quando Dio guarda all'onestà e alla giustizia delle proprie creature non credenti e ribelli in questo modo, egli si compiace della loro giustizia e prende diletto della loro onestà. È l'opera delle sue mani e il dono della sua grazia.

Essere come Wilberforce o Wesley

Di tutti gli insegnamenti che potremmo ricavare da tali verità, lasciatemi concludere con uno soltanto, augurandomi che ne troviate altri nel vostro cuore.

Dal momento che la conformità esteriore dei non credenti ai disegni divini di giustizia e onestà in un certo senso è molto gradita al cuore di Dio, fu cosa giusta che William Wilberforce dedicasse 20 anni della propria vita in parlamento all'abolizione del commercio inglese degli schiavi, sebbene la grande maggioranza di quei mercanti che cessarono tale attività lo avesse fatto perché costretta e non certo perché spinti da santità. Fu l'opera della grazia di Dio a liberare l'Inghilterra dalla barbarie della tratta degli schiavi dall'Africa. E fu quindi con grande diletto che il Signore guardò dall'alto il 22 febbraio 1807, quando la Camera dei Comuni promulgò la legge decisiva.

Egli si compiacque in sommo grado del potere vivo della santità nella vita di Wilberforce e Henry Thornton che, fuori dal Parlamento, si abbracciarono, giocando poi a palle di neve proprio come due bambini.

E, in un modo diverso e misterioso, Dio si compiacque inoltre della conchiglia di santità che prese forma nella società inglese, allorché essa si purificò cancellando la tratta degli schiavi una volta per tutte. Perché egli si compiace dell'opera delle proprie mani.

John Wesley, il grande evangelista, scrisse a Wilberforce perché rendesse più salda la propria mano in Dio. Egli disse:

A meno che Iddio L'abbia innalzata a tale impresa, Lei verrà fiaccato dall'opposizione di uomini e demoni; ma se Dio è per Lei, chi mai può esserLe contro? Sono loro tutti insieme più forti di Dio? Oh, non si stanchi mai di fare il bene.

Oggigiorno in America ci sono battaglie da combattere contro innumerevoli ingiustizie e iniquità. Che il Signore ci dia la saggezza di discernere se siamo chiamati a combattere come Wesley o come Wilberforce.