Il Figlio di Dio è apparso per distruggere l'opera del diavolo

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English: The Reason the Son of God Appeared Was to Destroy the Works of the Devil

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Di John Piper su Incarnazione
Una parte della serie You Must Be Born Again

Traduzione di Francesca Macilletti

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Perché abbiamo bisogno di rinascere? Parte 3

1 Giovanni 3,1-10

Vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente! Per questo il mondo non ci conosce: perché non ha conosciuto Lui. 2 Carissimi, noi fin d'ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando Egli si sarà manifestato, noi saremo simili a Lui, perché lo vedremo così come Egli è. 3 Chiunque ha questa speranza in Lui, purifica se stesso, come Egli è puro. 4 Chiunque commette il peccato, commette anche l'iniquità, perché il peccato è l'iniquità. 5 Voi sapete che Egli si manifestò per togliere i peccati e che in Lui non c'è peccato. 6 Chiunque rimane in Lui non pecca; chiunque pecca non l'ha visto né l'ha conosciuto. 7 Figlioli, nessuno v'inganni. Chi pratica la giustizia è giusto come egli è giusto. 8 Chi commette il peccato viene dal diavolo, perché da principio il diavolo è peccatore. Per questo si manifestò il Figlio di Dio: per distruggere le opere del diavolo. 9 Chiunque è stato generato da Dio non commette peccato, perché un germe divino rimane in lui, e non può peccare perché è stato generato da Dio. 10 In questo si distinguono i figli di Dio dai figli del diavolo: chi non pratica la giustizia non è da Dio, e neppure lo è chi non ama il suo fratello.

Indice

Perché è accaduto il Natale

Due volte in 1 Giovanni 3,1-10 ci viene detto il motivo per cui il Natale è accaduto – ovvero, perché l'eterno, divino Figlio di Dio è venuto nel mondo come uomo. Nel versetto 5, Giovanni dice: “Voi sapete che egli si manifestò per togliere i peccati e che in lui non c'è peccato”. Quindi, l'impeccabilità di Cristo è confermata – “in lui non c'è peccato”. E anche il motivo della sua venuta è confermato - “Egli si manifestò per togliere i peccati”.

Successivamente, nella seconda parte del versetto 8, Giovanni dice: “Per questo si manifestò il Figlio di Dio: per distruggere le opere del diavolo”. E ciò che Giovanni ha in mente quando dice “opere del diavolo” è il peccato che il diavolo incoraggia. Vediamo che, nella prima parte del versetto 8, viene detto: “Chi commette il peccato viene dal diavolo, perché da principio il diavolo è peccatore”. Quindi, le opere del diavolo che Gesù è venuto per distruggere, sono le opere del peccato.

Per due volte Giovanni ci dice che il Natale è accaduto – il Figlio di Dio è diventato uomo – per eliminare il peccato o per distruggere le opere del diavolo, cioè, il peccato. Quindi Gesù è nato da una vergine e dallo Spirito Santo (Matteo 1,18-20), “cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini” (Luca 2,52), ed è rimasto perfettamente obbediente e senza peccato per tutta la sua vita, il suo ministero, nei momenti precedenti alla sua morte, e durante la morte in croce (Filippesi 2,5-8; Ebrei 4,15) per distruggere le opere del diavolo e quindi eliminare il peccato.

L'incarnazione di Gesù e la nostra rigenerazione

Stiamo procedendo con una serie di messaggi che riguardano la rinascita. Quindi la domanda che tratteremo oggi è: Qual è il legame tra la nascita di Gesù e la nostra rinascita? Qual è il legame tra la Sua incarnazione e la nostra rigenerazione? Per rispondere a questa domanda permettetemi di provare a costruire un ponte tra il messaggio della scorsa settimana e il testo in 1 Giovanni 3,1-10 preso in considerazone ques'oggi.

La scorsa settimana, abbiamo visto che quando ci chiediamo il perché abbiamo bisogno di rinascere, la risposta potrebbe guardare al passato – alla nostra miserabile condizione nel peccato e nella corruzione e arrivare alla conclusione che è questo il motivo per cui abbiamo bisogno di rinascere. Oppure potremmo guardare al futuro e alle cose buone che non si verificherebbero se non rinascessimo – come entrare nel regno di Dio – e affermare che è questo il motivo per cui abbiamo bisogno di rinascere. Abbiamo dato dieci risposte a questa domanda – guardando al passato e a cosa eravamo senza di essa. E cinque alla stessa domanda guardando al futuro e a cosa non avremmo se non rinascessimo.

Il grande amore di Dio

Ora, il ponte tra quel messaggio e il testo di oggi è il grande amore di Dio che investe gli uomini che sono morti nelle colpe e nei peccati – i quali sono Suoi nemici, non Suoi figli – e che li rende vivi. Efesini 2,4-5 dice questo: “Ma Dio, ricco di misericordia, per il grande amore [!] con il quale ci ha amato, da morti che eravamo per le colpe, ci ha fatto rivivere con Cristo”. Quindi, la grandezza dell'amore di Dio è amplificata dal fatto che dà la vita spirituale – che è rinascita – per coloro che non hanno alcuna pretesa su Dio. Eravamo spiritualmente morti e in questa condizione stavamo camminando accanto all'arcinemico di Dio, il diavolo (Efesini 2,2). La giustizia di Dio sarebbe stata ben servita se fossimo morti per sempre in quella condizione. Ma proprio per questo la nostra rinascita – il nostro essere resi vivi – è una magnifica esposizione della grandezza del Suo amore. “Per il grande amore con il quale ci ha amato, da morti che eravamo per le colpe, [Dio] ci ha fatto rivivere con Cristo”. Voi possedete la vostra vita spirituale e tutti i suoi impulsi alla grandezza e alla libertà dell'amore di Dio.

Questo è il ponte col testo di oggi. Date un'occhiata a 1 Giovanni 3,1-2 e riflettete con me a come Giovanni enfatizza l'amore di Dio in questo passaggio.

“Vedete quale grande amore ci ha dato il Padre [ecco il legame con la grandezza dell'amore di Dio] per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente! Per questo il mondo non ci conosce: perché non ha conosciuto lui. Carissimi, noi fin d'ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è.”

Quattro osservazioni prese da 1 Giovanni 3,1-2

Facciamo insieme quattro osservazioni per collegare questo testo alla grandezza dell'amore di Dio descritta in Efesini 2,4 – testo preso in considerazione la scorsa settimana – e la questione della settimana scorsa sul perché abbiamo bisogno di rinascere.

Osservazione #1: Siamo fatti figli di Dio

Quando, nel versetto 1, viene detto che siamo “chiamati” figli di Dio, non significa che precedentemente lo eravamo ma che non siamo stati chiamati tali fin quando Dio non lo ha fatto. No, significa che non eravamo figli di Dio. Eravamo come il resto del mondo, a cui ci si riferisce nel versetto 1. Eravamo morti e non facevamo parte della Sua famiglia. Poi Dio ci ha chiamati figli e siamo diventati Suoi figli. Notate le parole “e lo siamo”. Versetto 1b: Siamo “chiamati figli di Dio; e lo siamo realmente”. Dio ci ha fatto Suoi figli. Questa è la rinascita. Dio ci ha resi vivi.

Osservazione #2: La grandezze dell'amore di Dio

Questa rinascita nella famiglia di Dio è dovuta alla grandezza dell'amore di Dio, proprio come abbiamo visto in Efesini 2,4-5. “Vedete [È incredibile!] quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio”. Giovanni era stupito, proprio come Paolo – proprio come dovremmo esserlo noi – che dei ribelli, nemici, morti e schiavi insensibili al peccato come noi siano fatti vivi, rinascano e siano chiamati i figli di Dio. Giovanni voleva farvi percepire la meraviglia di questo.

Osservazione #3: La nostra garantita perfezione finale

Questo stupefacente amore di Dio che ci ha donato la vita quando eravamo morti, ci ha permesso di rinascere e ci ha reso parte della Sua famiglia, assicura la nostra perfezione finale alla presenza di Dio per l'eternità. Guardate al modo con cui il versetto 2 si lega all'amore di Dio, alla nostra vita presente come Suoi figli e al futuro che desideriamo. “Carissimi [quelli amati da Dio in questo modo sorprendente!] noi fin d'ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è.”

Giovanni vede un legame inscindibile tra quello che siamo oggi e ciò che saremo quando Cristo verrà. Si esprime con le parole “sappiamo”. “Noi fin d'ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato [la nostra perfetta conformità a Cristo attende la Sua venuta]. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui”. In altre parole, la perfezione della nostra filiazione sta arrivando. Lo sappiamo. Come? Siamo Suoi figli. E tutto quello che resta di questa adozione è il compimento della nostra trasformazione quando vedremo Gesù in persona. La sua presenza la completerà per tutti i figli di Dio. E “noi fin d'ora siamo figli di Dio,”

Osservazione #4: La necessità della rinascita

L'osservazione # 4 rende esplicita una cosa ovvia presente in quello che abbiamo detto finora: La rinascita è un presupposto necessario e una garanzia della nostra futura perfezione alla presenza di Cristo per l'eternità. Oppure, per dirla come Gesù ha fatto: “In verità, in verità io vi dico, se uno non nasce dall'alto non può vedere il regno di Dio”. Ma se siete rinati vedrete il regno di Dio – vedrete Cristo ed verrete resi perfetti e trascorrerete un'eternità di gioia in Sua presenza.

Perché dobbiamo rinascere

Eccoci alla risposta che Giovanni dà alla domanda Perché dobbiamo rinascere? La sua risposta è: Perché se non siete rinati, in futuro non potrete guardare Gesù e non potrete essere trasformati a Sua immagine. Rimarrete, invece, soggetto all'ira di Dio, come dice Gesù in Giovanni 3,36. O, per dirla in modo positivo, se l'incommensurabile amore di Dio vi fa rinascere e vi dà nuova vita spirituale in unione con Gesù Cristo, lo saprete quando vi trasformerà come lui. Grazie alla rinascita, sapete che entrerete nel regno di Dio. Ecco perché dobbiamo rinascere.

La nascita di Gesù e la nostra rinascita

Ora siamo in grado di rispondere alla domanda posta all'inizio: Qual è il legame tra la nascita di Gesù e la nostra rinascita? Qual è il rapporto tra l'incarnazione di Gesù e la nostra rigenerazione? Dio non poteva semplicemente far rinascere i peccatori e poi conformarli alla propria essenza una volta giunti in Paradiso, senza inviare Suo Figlio nel mondo? Era necessario che avvenisse l'incarnazione del Figlio di Dio, fargli vivere una vita di perfetta obbedienza e farlo morire in croce? La risposta è: la rinascita e tutti i suoi effetti, tra cui fede, giustezza, purificazione e conformità finale a Cristo in paradiso, sarebbe stata impossibile senza l'incarnazione, la vita e la morte di Gesù – cioè, senza il Natale. Accenniamo a questo prendendo in esame la prima lettera di Giovanni. E che il vostro amore per Cristo e la Sua venuta aumentino grazie a questo passaggio.

In primo luogo, considerate che l'obiettivo della rinascita è permetterci di credere nell'incarnato Gesù Cristo. Se non ci fosse Gesù Cristo in cui credere, allora la rinascita non potrebbe accadere. Leggiamo 1 Giovanni 5,1: “Chiunque crede che Gesù è il Cristo [cioè tutti coloro che credono che questo uomo ebreo da Nazareth sia il promesso Messia] è stato generato da Dio”. Ciò significa che lo Spirito Santo attua la rinascere con l'obiettivo di creare la fede nel Dio fatto uomo incarnato, Gesù Cristo (cfr 1 Giovanni 4,2-3). Questo è l'obiettivo della rinascita. E quindi la fede in Gesù Cristo è la prima prova che essa è avvenuta. “Chiunque crede che Gesù è il Cristo, è stato generato da Dio”. La fede è il segno che la rinascita è avvenuta.

Ma non è l'unica ragione per cui l'incarnazione è necessaria per la rinascita – non solo perché il suo scopo è la fede in Gesù Cristo. L'incarnazione del Figlio di Dio è necessaria perché la vita che riceviamo attraverso la rinascita sia una vita in unione con il Cristo incarnato. Gesù disse: “Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno. E il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo” (Giovanni 6,51). Quella vita che abbiamo in unione con Cristo è stata ottenuta da Lui per noi attraverso la vita che ha vissuto e la morte del Suo corpo.

Leggiamo 1 Giovanni 5,10-12 e teniamo a mente che il Figlio di Dio del quale si parla è qui il Figlio di Dio incarnato. “Chi crede nel Figlio di Dio, ha questa testimonianza in sé … E la testimonianza è questa: Dio ci ha donato la vita eterna e questa vita è nel suo Figlio. Chi ha il Figlio, ha la vita; chi non ha il Figlio di Dio, non ha la vita”.

In altre parole, la rinascita ci dà la vita mettendoci in connessione spirituale con Gesù Cristo. Egli è la nostra vita. La Sua nuova vita in noi, con tutti i cambiamenti che comporta, è la testimonianza di Dio che noi siamo Suoi figli. E questa è la vita del Figlio di Dio incarnato. “E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi … Dalla sua pienezza [la pienezza dell'incarnato] noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia” (Giovanni 1,14-16) – cioè: la rinascita equivale a una nuova vita.

Senza incarnazione non c'è rigenerazione

Quindi, se non ci fosse l'incarnazione – e quindi il Natale – non ci sarebbe la rigenerazione per questi due motivi: 1) Se non ci fosse l'incarnazione, non ci sarebbe l'incarnato Gesù Cristo in cui credere, il quale è l'obiettivo della rinascita, quindi essa non accadrebbe. 2) Se non ci fosse l'incarnazione, non ci sarebbe l'unione vitale o connessione tra noi e il Cristo incarnato, quindi la rinascita non avverrebbe perché non ci sarebbe alcuna fonte di nuova vita.

Il cristianesimo non è una sorta di spiritualità che galleggia da religione a religione. È storicamente radicato nella persona di Gesù Cristo. Pertanto, le Scritture dicono: “Chi ha il Figlio ha la vita; chi non ha il Figlio di Dio non ha la vita” (1 Giovanni 5,12). “Chi non onora il Figlio, non onora il Padre che lo ha mandato” (Giovanni 5,23). “Chi disprezza me”, disse Gesù, “disprezza colui che mi ha mandato” (Luca 10,16). Se non c'è l'incarnazione, non vi è l'unione con il Figlio o con il Padre, e quindi non c'è la rigenerazione e la salvezza.

Incarnazione e purificazione

Quindi, senza l'incarnazione del Figlio di Dio come Messia, non ci sarebbe la rigenerazione e nessuna fede salvifica. E possiamo aggiungere poi brevemente che non ci sarebbe alcuna giustificazione o purificazione. E senza queste cose, non ci sarebbe neanche la salvezza finale. Leggiamo 1 Giovanni 3: 3-5: “Chiunque ha questa speranza in lui [in altre parole, ogni figlio di Dio per il quale è assicurata la trasformazione per essere fatto come Cristo] purifica se stesso, come egli è puro. Chiunque commette un peccato, commette anche l'iniquità, perché il peccato è l'iniquità. Voi sapete che egli si manifestò per togliere i peccati e in lui non c'è peccato”.

Sia la giustificazione che la purificazione sono implicite. La purificazione è esplicita. Giovanni dice: Se avete sperimentato la rinascita, amerete il giorno della venuta di Cristo e il giorno in cui sarete trasformati in quella medesima immagine perfetta (come dice il versetto 2: “quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui”). Poi, nel versetto 3, Giovanni dice “Chiunque ha questa speranza in lui, purifica se stesso come egli è puro”. Questo significa che tutti coloro che amano il giorno della purificazione finale, amano la purezza, odiano l'impurità e combattono il peccato in questo istante.

Il che significa che la rinascita, che risveglia la fede e ci riempie di amore per quell'ultimo grande giorno di purificazione, produce la lotta per la purezza. E così, poiché non vi è alcuna rigenerazione senza l'incarnazione, non ci sarà nessuna purificazione nel presente, nessuna purificazione finale e neanche la purezza simile a quella di Cristo senza l'incarnazione.

Il cristianesimo non è un programma generale per la trasformazione morale che galleggia da religione a religione. La trasformazione che richiede è storicamente radicata nella persona di Gesù Cristo. La rinascita risveglia la fede in lui. E lui - l'incarnato – assicura la nostra purificazione finale. E noi, con quella speranza incrollabile in lui, purifichiamo noi stessi come egli è puro.

L'incarnazione e la giustificazione

Adesso analizziamo l'ultima grande opera di Cristo: la giustificazione. Si è accennato a essa in 1 Giovanni 3,4-5. Proprio dopo aver detto che quelli che sono rinati e hanno riposto la loro speranza nell'essere perfetti come Cristo purificano sé stessi come egli è puro, Giovanni dice qualcosa sul peccato. “Chiunque commette il peccato, commette anche l'iniquità, perché il peccato è l'iniquità. Voi sapete che egli si manifestò per togliere i peccati e che in lui non c'è peccato.”

Per quale motivo ci dice che “il peccato è violazione della legge” e che pertanto tutti i peccati sono illegalità? E successivamente che Cristo è apparso “per eliminare i peccati”? Penso che lo scopo sia questo. Vuole mettere in chiaro che la grande opera di Cristo nel salvarci dal peccato non è solo un'opera di purificazione. I termini pulizia e purificazione non riescono a fare i conti con la dimensione enorme e terribile del nostro peccato, e cioè, che ogni peccato è violazione della legge. Non ci limitiamo a incorrere in contaminazioni che devono essere purificate, incorriamo nella colpa che deve essere perdonata, nell'ira che deve essere propiziata e nella diminuzione della giustezza che deve essere imputata.

Ecco perché nei versetti 4-5 viene detto: “il peccato è l'iniquità. Voi sapete che egli si manifestò per togliere i peccati”. Questo “togliere i peccati” non è una semplice pulizia. È l'opera di Cristo nel togliere la colpa del peccato e l'ira di Dio che è nel peccato stesso. E come è riuscito Cristo a fare ciò? Attraverso la Sua incarnazione, vita e morte. Qui ci sono due testi presi da 1 Giovanni per mostrare cosa l'apostolo pensava a riguardo.

In primo luogo, 1 Giovanni 4,10: “In questo sta l'amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è Lui che ha amato noi e ha mandato il Suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati”. Ha mandato Suo Figlio – che è l'incarnazione – a morire per noi e quindi assorbire l'ira di Dio e così diventare vittima di espiazione per i nostri peccati.

In secondo luogo, 1 Giovanni 2,1: “Figlioli miei, vi scrivo queste cose perché non pecchiate; ma se qualcuno ha peccato, abbiamo un Paràclito presso il Padre: Gesù Cristo, il giusto”. Perché Gesù in cielo è esplicitamente chiamato “il giusto” quando è descritto come l'avvocato di cui abbiamo bisogno a causa del nostro peccato? Perché quello che supplica dinanzi al Padre non è solo il Suo sangue, ma anche la Sua giustizia. È per questo che, in 1 Giovanni 3,5 dice: “in Lui non vi è peccato”. La perfezione che non abbiamo ce la fornisce Gesù. Il giudizio che non vogliamo, Gesù lo ha sopportato.

Il Natale non era facoltativo

Tutto questo perché Lui è nato, si è incarnato. Egli era il Dio fatto uomo. Se non c'è l'incarnazione, non c'è rigenerazione, né fede, né motivazione o purificazione. Nessuna esaltazione finale. Il Natale non era facoltativo. E quindi, essendo ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci ha amati, mentre eravamo morti nelle colpe, Dio ha mandato il Suo Figlio nel mondo per vivere senza peccato e morire per noi. Che grande amore il Padre ci ha mostrato! Che grande obbedienza e sacrificio il Signore Gesù ci ha offerto! Che grande risveglio ha operato in noi lo Spirito per farci ottenere la fede e la vita eterna! Amen.