Il Club Cristiano

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English: The Christian Club

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Di W. Robert Godfrey su Santificazione e Crescita
Una parte della serie Tabletalk

Traduzione di Isabella Intelisano

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Molte chiese americane sono nel caos. Teologicamente sono indifferenti, confuse o pericolosamente in errore. Liturgicamente sono prigioniere dell’ultima moda. Moralmente vivono allo stesso modo del mondo. Spesso hanno moltissimi membri, molti soldi e tante attività. Ma sono veramente chiese o sono degenerate in strani club?

Cos’è che è andato storto? All’origine del caos c’è un fenomeno molto semplice: le chiese sembrano aver perso amore e fiducia nella Parola di Dio. Le persone portano ancora le loro Bibbie in chiesa e dichiarano l’autorità delle Scritture. Fanno ancora sermoni basati sui versi della Bibbia e studi biblici. Di solito, però, questi sermoni e studi non esaminano la Bibbia per vedere che cosa essa ritiene importante per il popolo di Dio. Sempre di più trattano la Bibbia come chicche di ispirazione poetica, di psicologia spicciola e di consulenza fai-da-te. Le comunità dove la Bibbia è ignorata o abusata sono quelle più in pericolo. Le chiese che si allontanano dalla Parola presto si accorgeranno che Dio si è allontanato da loro.

Che soluzione insegna la Bibbia per questa triste situazione? La risposta, breve ma profonda, ci è data da Paolo in Colossesi 3:16: “La parola di Cristo abiti in voi doviziosamente, in ogni sapienza; ammaestrandovi, ed ammonendovi gli uni gli altri, con salmi, ed inni, e canzoni spirituali; cantando con grazia del cuor vostro al Signore”. Abbiamo bisogno che la Parola abiti in noi abbondantemente affinché conosciamo le verità che Dio ritiene le più importanti e affinché conosciamo i Suoi propositi e priorità. Dobbiamo occuparci meno dei bisogni percepiti e più dei bisogni reali dei peccatori perduti, come insegna la Bibbia.

Paolo non solo ci chiama a far sì che la Parola abiti in noi abbondantemente ma ci mostra com’è questa esperienza abbondante della Parola (dopo tutto Paolo era un predicatore).

Primo, ci chiama ad essere istruiti nella Parola, la quale ci condurrà ad una saggezza sempre più abbondante “ammaestrandovi, ed ammonendovi gli uni gli altri.” Paolo ci sta ricordando che la Parola deve essere insegnata e applicata a noi come parte di questo abitare abbondantemente in noi. La chiesa deve incoraggiare e facilitare tali insegnamenti sia nelle predicazionI che negli studi biblici, letture o conversazioni. Dobbiamo crescere nella Parola.

Tuttavia non sono solo informazioni ció che dobbiamo trarre dalla Parola. Dobbiamo crescere nella conoscenza della volontà di Dio per noi: “Perciò anche noi, dal giorno che abbiamo saputo questo, non cessiamo di pregare per voi e di domandare che siate ricolmi della profonda conoscenza della volontà di Dio con ogni sapienza e intelligenza spirituale” (Col 1:9). Conoscere la volontà di Dio ci renderà saggi e in quella saggezza verremo rinnovati a immagine del nostro Creatore, un’immagine così danneggiata dal peccato: “vi siete rivestiti del nuovo [uomo], che si va rinnovando in conoscenza a immagine di colui che l’ha creato” (3:10).

Questa saggezza rimetterà a posto le nostre priorità e i nostri obiettivi, da ciò che è mondano a ció che è del regno dei cieli: “la speranza che vi è riservata nei cieli, della quale avete già sentito parlare mediante la predicazione della verità del vangelo” (1:5). Quando questa Parola dimora in noi abbondantemente possiamo essere sicuri di conoscere la piena volontà di Dio: “di questa [Parola] io sono diventato servitore, secondo l’incarico che Dio mi ha dato per voi di annunciare nella sua totalità la Parola di Dio” (1:25). Dalla Bibbia conosciamo tutto ciò che ci serve per la salvezza e la pietà.

Secondo, Paolo ci chiama ad esprimere la Parola dai nostri cuori rinnovati “cantando”. Curiosamente Paolo collega l’abitare della Parola abbondantemente in noi con il cantare. Ci ricorda che cantare è un modo inestimabile di collocare la volontà di Dio nel profondo delle nostre menti e dei nostri cuori. Ho saputo di cristiani anziani ad uno stadio avanzato di Alzheimer che riescono ancora a cantare inni di lode a Dio. Cantare aiuta anche a mettere in collegamento la verità con le nostre emozioni. Ci aiuta a sperimentare l’incoraggiamento e la certezza della nostra fede: “affinché siano consolati i loro cuori e, uniti mediante l’amore, siano dotati di tutta la ricchezza della piena intelligenza per conoscere a fondo il mistero di Dio, cioè Cristo, nel quale tutti i tesori della sapienza e della conoscenza sono nascosti” (2:2-3).

L’importanza del cantare, certamente, rende vivo il contenuto dei nostri inni. Se cantiamo in modo superficiale, canzoni ripetitive, non serberemo molto della parola nel nostro cuore. Ma se cantiamo la Parola stessa nella sua pienezza e ricchezza, ne saremo davvero arricchiti. Dobbiamo ricordarci che Dio ci ha dato un libro di canti, il libro dei Salmi, per aiutarci nel nostro cantare.

Terzo, Paolo ci chiama a ricordare il significato della Parola per far di noi un popolo dal ringraziamento sempre pronto. Tre volte in Colossesi 3:15-17 Paolo ci chiama al ringraziamento. Se la parola di Cristo dimora in noi abbondantemente, saremo condotti a una vita di riconoscenza. Quando impareremo e contempleremo tutto ciò che Dio ha fatto per noi nella creazione, nella sua provvidenza e nella redenzione, allora saremo riempiti da gratitudine. Quando ci ricorderemo le Sue promesse di perdono, rinnovamento, protezione e gloria, vivremo da persone veramente grate.

Abbiamo bisogno che la parola di Cristo dimori in noi abbondantemente oggi più che mai. Le chiese potrebbero smettere di essere nel caos e diventare il corpo splendente di Cristo, come Dio lo intendeva.