Fratelli, dite loro di non servire Dio!
Da Libri e Sermoni Biblici.
Di John Piper su Il Ministero Pastorale
Traduzione di Elena Mordenti
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Abbiamo sempre detto alla gente di servire Dio. La scrittura dice di “servire il Signore con gioia”. Ora però potrebbe essere il momento di dire loro di non servire Dio. La Scrittura dice anche: “Il Figlio dell’Uomo….venne per non essere servito.”
La Bibbia si preoccupa di richiamarci dall’idolatria per servire al Dio vivo e vero (1 Tess. 1:9). Si preoccupa anche d’impedirci di servire il Dio vero nella maniera sbagliata. C’è un modo per servire Dio che lo sminuisce e lo disonora. Dobbiamo stare attenti quindi per timore di reclutare servitori il cui operato diminuisca la gloria del Padrone onnipotente. Se Gesù aveva detto che non veniva per essere servito (Marco 10:45), il servirlo potrebbe costituire ribellione.
Dio non desidera essere servito: “Il Dio che ha fatto il mondo e tutto ciò che contiene…né dalle mani dell’uomo si lascia servire come se avesse bisogno di qualche cosa, essendo lui che dà a tutti la vita e il respiro e ogni cosa” (Atti 17:25-26). Paolo mette in guardia da qualunque modo di vedere Dio che Lo mostri quale beneficiario della nostra beneficenza. Ci informa che Dio non può essere servito in ogni modo che implichi una nostra rispondenza ai Suoi bisogni.
“Lui che dà a tutti la vita e il respiro e ogni cosa.”
Qual’è la grandezza del nostro Dio? Qual’è la Sua unicità nel mondo? Dice Isaia :”Orecchio non ha sentito, occhio non ha visto che un Dio, fuori di te, abbia fatto tanto per chi confida in lui” (Isaia 64:4). Tutti gli altri cosiddetti dei fanno lavorare l’uomo per loro. Il nostro Dio non vuole essere messo nella posizione di un datore di lavoro che dipende dagli altri per fare girare i suoi affari. Lui invece ingigantisce la sua autosufficienza facendo tutto da solo. L’uomo è un dipendente che collabora in questi affari. Il suo lavoro è di restare in attesa del Signore.
“Non si cerca aiuto”
Cosa sta cercando Dio nel mondo? Assistenti? No. Il vangelo non è un annuncio di “cercasi aiuto” e nemmeno una chiamata al servizio Cristiano. Dio non sta cercando gente che lavori per Lui. “Il Signore con gli occhi scruta tutta la terra per mostrare la sua potenza a favore di chi si comporta con lui con cuore sincero” (2 Cronache 16:9).
Dio non è uno scout che sta cercando di fare le prime selezione per aiutare la sua squadra a vincere. E’ come un difensore inarrestabile pronto ad andare alla meta per chiunque gli vorra’ passare la palla.
Cosa vuole Dio da noi? Non quello che ci potremmo aspettare. Egli rimprovera Israele per avergli offerto tanti sacrifici: “Non prendero’giovenchi dalla tua casa….Sono mie tutte le bestie della foresta….Se avessi fame, a te non lo direi; mio e’ il mondo e quanto contiene`` (Ps. 50:9-12).
Ma c’e’ qualcosa che possiamo dare a Dio senza ridurlo al ruolo di beneficiario? Si’. Le nostre apprensioni. E’ un comando: ``Gettate in Lui ogni preoccupazione`` (1 Pietro 5:7). Dio ricevera’ con piacere qualunque cosa da noi che dimostri la nostra dipendenza e la Sua autosufficienza.
La differenza tra lo zio Sam e Gesu’ Cristo e’ che lo zio Sam non ti reclutera’ al suo servizio a meno che tu non sia in buona salute, mentre Gesu’ non ti reclutera’ a meno che tu non sia malato. ``Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; non sono venuto per chiamare i giusti, ma i peccatori``. (Marco 2:17). Il Cristianesimo e’ essenzialmente una convalescenza. I pazienti non servono i loro medici. Si fidano delle loro ricette. Il Discorso della Montagna e’ come il consiglio medico del Dottore, e non la descrizione delle mansioni da parte del nostro Datore di lavoro.
Le nostre vere vite dipendono dal non lavorare per Dio. ``A chi lavora, il salario non viene calcolato come un dono, ma come debito; a chi invece non lavora, ma crede in Colui che giustifica l’empio, la sua fede gli viene accreditata come giustizia`` (Romani 4:4-5). Gli operai non ricevono doni. Hanno quello che gli spetta. Se avessimo il dono della giustificazione, non oseremmo lavorare. Dio in questo caso e’ l’operaio e cio’ che riceve e’ la gloria per essere il benefattore di grazia, non il beneficiario del servizio.
Nemmeno dovremmo pensare che dopo la giustificazione il nostro lavoro per Dio debba cominciare. Coloro i quali elaborano la santificazione discreditano la gloria di Dio. Gesu’ Cristo e’ ``giustizia e santificazione`` (1 Cor. 1:30). ``E’ per le opere della legge che avete ricevuto lo Spirito o per aver creduto alla predicazione? Siete cosi’ privi d’intelligenza che, dopo aver cominciato con lo Spirito, ora volete finire con la carne? (Gal. 3:2-3). Dio e’ l’operaio nella nostra giustificazione e sara’ l’operaio nella nostra santificazione.
La ``carne`` religiosa desidera lavorare sempre per Dio. Ma ``se vivrete secondo la carne, voi morirete`` (Rom. 8:13). Ecco perche’ le nostre vite autentiche dipendono dal non lavorare per Dio, sia nella giustificazione sia nella santificazione.
Servi del Padrone Celeste
Ma allora non dovremo servire Cristo? E’ stato comandato: ``Servi il Signore`` (Rom. 12:11). Coloro che non servono Cristo sono da rimproverare (Rom. 16:18). Si’ Lo serviremo, ma prima di agire, rifletteremo su cosa evitare in questo servizio. Certamente tutte le avvertenze contro il servire Dio stanno a significare che nell’idea di servizio risiede qualcosa che deve essere evitato. Nel momento in cui mettiamo a confronto la nostra relazione con Dio e quella tra il servo e il padrone, il paragone non e’ perfetto. Alcune cose che riguardano la servitu’ dovrebbero essere evitate in relazione a Dio. Altre dovrebbero essere affermate.
Allora chi dovremo servire e chi no? Il Salmo 123:2 risponde in parte a questa domanda: ``Ecco, come gli occhi dei servi alla mano dei loro padroni, come gli occhi della schiava alla mano della sua padrona, cosi’ i nostri occhi sono rivolti al Signore nostro Dio, finche’ abbia pieta’ di noi.`` La strada giusta per servire Dio e’ trovare pieta’ presso di Lui.
Si ribella al Creatore qualunque servo che tenti di smantellare il ruolo divino e instauri un’audace collaborazione con il Padrone Celeste. Dio non baratta. Egli da’ misericordia a quei servi che la vorranno, e il salario della morte a quelli che non la vorranno. Un buon servizio e’ sempre ed essenzialmente ricevere misericordia e non la restituzione di un servizio.
Non si tratta di essere completamente passivi. Matteo 6:24 da’ un’altra definizione di buon servizio: ``Nessuno puo’ servire a due padroni: o odiera’ l’uno e amera’ l’altro, o preferira’ l’uno e disprezzera’ l’altro: non potete servire a Dio e a mammona.``
Come serve una persona il denaro? Non assiste il denaro. Non e’ il benefattore del denaro. E allora come serviamo il denaro? Il denaro esercita un tale controllo su di noi poiche’ pare realizzi molto della promessa di felicita’. Sussurra con grande forza: ``Pensa e agisci in modo da ottenere la posizione per godere dei miei benefici.`` Cio’ potrebbe includere il rubare, il prendere in prestito o il lavorare.
Il denaro promette felicita’ e noi lo serviamo credendo nella promessa e camminando con questa convinzione. Noi cosi’ non serviamo il denaro mettendo le nostre forze a sua disposizione per il suo beneficio. Serviamo il denaro facendo quanto necessario affinche’ il potere del denaro possa essere a nostra disposizione e a nostro vantaggio.
Penso che lo stesso genere di servizio a Dio debba essere in vista in Matteo 6:24, poiche’ Gesu’ mette i due fianco a fianco: ``Non potete servire Dio e mammona.`` Se noi dunque serviremo Dio e non il denaro, allora apriremo i nostri occhi alla felicita’ enormemente superiore che Dio offre. Allora Dio esercitera’ un controllo su di noi ancora piu’ intenso di quello che potra’ fare il denaro.
Serviremo credendo nelle Sue promesse di una gioia piu’ piena e camminando con questa fede. Noi non lo serviremo tentando di mettere le nostre forze a Sua disposizione per il Suo bene, ma facendo cio’ che e’ necessario affinche’ il Suo potere sia sempre a nostra disposizione e a nostro beneficio.
Beneficiari ubbidienti
Naturalmente questo significa obbedienza. Un paziente ubbidisce al suo dottore con la speranza di star meglio. Un peccatore convalescente si fida del suo Terapista riguardo alle indicazioni sul dolore e le segue. Solo in questo modo rimaniamo nella posizione per trarre vantaggio da quello che il Medico divino ha da offrirci. In tutta questa obbedienza ci siamo noi, che siamo i beneficiari. Dio e’ sempre colui che da’ e per questo chi da’ e’ colui che riceve la gloria.
E cio’ e’ forse la cosa piu’ importante di tutte. L’unica maniera giusta di servire Dio e’ nel riservare a Lui tutta la gloria. Uno ``che esercita un ufficio, lo compia con l’energia ricevuta da Dio, perche’ in tutto venga glorificato`` (1 Pietro 4:11). Come possiamo servire Dio cosi’ da glorificarlo? Lo serviamo con l’energia che Lui ci fornisce. Quando siamo al massimo del nostro attivo per Dio, siamo ancora dei beneficiari. Dio non si arrende alla gloria del benefattore, mai!
Percio’ lavoriamo sodo, ma non dimentichiamo mai che non siamo noi ma la grazia di Dio che e’ con noi (1 Cor. 15:10). Obbediamo ora come sempre, ma non dimentichiamo che e’ Dio che lavora in noi, sia nel volere sia nell’operare (Filipp. 2:13). Diffondiamo il vangelo in lungo e in largo e impieghiamo noi stessi nell’interesse dell’eletto, ma non avventuriamoci in discorsi di qualunque genere tranne in quello su cio’ che Cristo ha operato in noi (Rom. 15:18). In tutto il nostro servire possa Dio essere il datore e possa ricevere la gloria.
E finche’ la gente non capira’questo, fratelli, dite loro di non servire Dio!