Due Versetti Per Sostenermi Nel Dolore
Da Libri e Sermoni Biblici.
Di Paul Tripp su Santificazione e Crescita
Traduzione di Susanna Giubileo
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Ha lasciato in sospeso la sua vita per amor mio.
Quando sono stato ricoverato all'ospedale per dieci spaventosi giorni pieni di agonia, quattro anni fa, mia moglie Luella non ha mai lasciato il mio capezzale. Non solo mi è venuta a trovare durante gli orari di visita, parlando con i dottori e accogliendo i visitatori quando io non riuscivo a farlo. No; lei ha anche dormito accanto a me, ogni notte, appoggiandosi a una scomoda poltrona reclinabile.
Quando venivo còlto dagli spasmi, il dolore si intensificava o l'infermiera mi svegliava per somministrarmi la cura, Luella mi era accanto. Quando, la mattina, mi toccava svegliarmi e affrontare una realtà a cui non volevo far fronte, Luella era proprio lì vicino a me. Quando mi sgorgavano le lacrime dagli occhi, lei era lì a consolarmi. Quando mi perdevo di coraggio, lei subito mi confortava.
Molte sono state le parole d'incoraggiamento da lei pronunciate in quella stanzetta d'ospedale; in quei momenti di dolore tanto fisico quanto spirituale, ma, fra di esse, ce ne sono state cinque che mi ripeteva in continuazione, quelle che io avevo più bisogno di sentire: "Paul, il tuo Dio ti è vicino."
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Più Di Parole
Ho spesso pensato che la presenza di Luella, così leale e premurosa, nei miei giorni più bui e nei miei momenti di maggior debolezza, avesse costituito una splendida testimonianza della fedele Presenza divina. Dio costituisce la Presenza per eccellenza. Si è fatto strada nelle nostre vite per mezzo della Grazia. Egli è con noi, per noi, in noi.
La nostra speranza in lui si rifà a qualcosa di più di un sistema teologico o di una manciata di sani princìpi da mantenere nella vita quotidiana. La nostra speranza deriva dalla volenterosa, fedele, potente e amorevole presenza di Dio in noi. È il dono che supera tutti i doni, dato a tutti coloro che percorrono l'arido e impervio sentiero che separa la nascita dall'eternità. Dio non ci ha dato nulla di più dolce o di più bello del dono di sé stesso. Egli è il dono che rivoluziona l'esistenza.
La nostra speranza non sta nel comprendere come mai Dio permetta alle tribolazioni di ostruire il nostro cammino. La nostra speranza non si fonda sulla convinzione che, in qualche modo, riusciremo a districarcene. La nostra speranza non si trova nei dottori, negli avvocati, nei sacerdoti, nella nostra famiglia o nei nostri amici. Non risiede nella nostra perseveranza, né nella nostra ingenuità. Non può essere rinvenuta né nei concetti astratti né nelle cose materiali. Anche se dovessimo trovare in loro un aiuto temporaneo, alla fine la nostra speranza risiede nella presenza fedele e piene di grazia di Dio dentro di noi.
Due Versetti Da Imparare Ancora E Ancora
Sono certo che avrete memorizzato questi due versetti innumerevoli volte, ma io vorrei che rivolgeste loro nuovamente la vostra attenzione. Queste due meravigliose promesse a proposito della presenza di Dio forniscono una speranza veritiera, solida e duratura laddove le cose materiali in cui avevate sperato si sono infrante.
"Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni" (Vangelo secondo Matteo, 28:20).
È importante sottolineare che Gesù disse queste parole ai suoi discepoli al momento di impartire loro la missione di agire in suo nome nella sua missione di redenzione. Gesù terminò il suo discorso con queste parole perché conosceva i pericoli del mondo in cui stava mandando i suoi discepoli, e sapeva cosa si sarebbero ritrovati a dover affrontare.
Sapeva che il loro cammino sarebbe stato difficile e la loro missione scomoda. Sapeva che si sarebbero costantemente scontrati con opposizioni, equivoci, accuse e rifiuti. Sapeva che sarebbero stati cacciati, imprigionati, perseguitati e picchiati, e che molti di loro avrebbero dato la vita per la causa.
Ma non li avrebbe abbandonati nella loro sofferenza. Non avrebbe lasciato che soffrissero da soli, contando unicamente sulle proprie forze. Non li avrebbe lasciati soli nella lotta. Non avrebbe lasciato che si affidassero unicamente alla propria sapienza. Avrebbe offerto ai suoi fedeli sofferenti la miglior forma di rassicurazione: ossia la certezza che sarebbe stato sempre con loro. Non gli sarebbe mai venuto in mente di mandare i suoi discepoli in pasto alla crudeltà di questo mondo di decadenza senza essere con loro. Sapeva quello che avrebbero dovuto affrontare, e avrebbe dato loro ciò di cui avevano bisogno: e ciò di cui avevano bisogno, più di ogni altra cosa, era lui.
"Io non ti lascerò e non ti abbandonerò." (Libro di Giosuè, 1:5).
Questa promessa viene citata in numerosi passi della Scrittura. Ogni volta che uno o l'intera comunità dei figli di Dio ha dovuto affrontare qualcosa di faticoso, inaspettato, difficile o opprimente, Dio ha offerto loro tale promessa. Non ha mai affidato loro un compito, mandato loro verso una destinazione o assegnato loro una prova difficile per poi abbandonarli al loro destino. Per quanto difficile la situazione o inadeguata la risposta, Dio era con loro e per loro. La sua dichiarazione di essere sempre con noi è un importante promemoria della Sua protezione nei confronti di chi soffre.
Non Un Dio Distante
Dio, in un atto di indescrivibile e immeritata Grazia, ha posto in voi la sua dimora, e, nella fedeltà verso tale grazia, non vi abbandonerà mai a voi stessi.
In tutti i vostri alti e bassi spirituali, nelle giornate sì e nelle giornate no, nella lotta o nella resa, una cosa è certa: Il vostro Dio sarà con voi, e non ci sarà conflitto esteriore o interiore che lo allontanerà mai dai suoi figli. E la Sua presenza vi darà la certezza che, anche nella sofferenza, avrete sempre ciò di cui avete bisogno.
Qui in basso vi è una meditazione in versi che ho scritto per fare coraggio alla mia anima, quando il Signore la dovesse condurre in luoghi ardui ed inaspettati. Prego che la verità del Vangelo ispiri in voi una un culto, un riposo e una gioia tali da non poter essere distrutte dalle difficoltà di questa vita, all'altro capo dell'eternità.
Tu non sei un Dio distante,
un Maestro che distaccato
muove le pedine
sulla scacchiera
in una vittoria
impersonale.
La Tua nobiltà
non ti separa
da me
come un pedone
è separato
dal Re. No, tu hai eseguito
il Tuo piano divino
invadendo il mio
mondo buio e caotico
nella persona
del tuo Figlio
donando Te stesso
in un rivoluzionario atto di Grazia
a persone
che non hanno veduto il valore
della tua vicinanza.
Tu sei Maestro,
ma sei
l'Emmanuel.
Tu sei Signore,
ma sei
Padre.
Tu sei Re,
ma sei
Amico.
Tu sei Sovrano,
ma sei
Pastore.
Non amministri il Tuo regno da
lontano.
No, il Tuo regno ti porta
qui vicino.
Oggi io ho speranza
perché Tu non sei
distante.
E gioisco
nel meraviglioso
riposo e nella fortezza
di aver trovato che nella mia realtà
il tuo regno
ti ha reso
vicino.