Dio giustificò gli empi
Da Libri e Sermoni Biblici.
Di John Piper
su Garanzia della Salvezza
Una parte della serie God's Invincible Purpose: Foundations for Full Assurance
Traduzione di Mafalda Giudice
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Romani 3:21-4:8
Ora invece, indipendentemente dalla legge, si è manifestata la giustizia di Dio, testimoniata dalla legge e dai profeti; giustizia di Dio per mezzo della fede in Gesù Cristo, per tutti quelli che credono. E non c'è distinzione: tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio, ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, in virtù della redenzione realizzata da Cristo Gesù. Dio l’ha prestabilito a servire come strumento di espiazione per mezzo della fede, nel suo sangue, al fine di manifestare la sua giustizia, dopo la tolleranza usata verso i peccati passati, nel tempo della divina pazienza. Egli manifesta la sua giustizia nel tempo presente, per essere giusto e giustificare chi ha fede in Gesù. Dove sta dunque il vanto? Esso è stato escluso! Da quale legge? Da quella delle opere? No, ma dalla legge della fede. Noi riteniamo, infatti, che l'uomo sia giustificato per la fede indipendentemente dalle opere della legge. Forse Dio è Dio soltanto dei Giudei? Non lo è anche dei pagani? Certo, anche dei pagani! Poiché non c'è che un solo Dio, il quale giustificherà per la fede i circoncisi, e per mezzo della fede anche i non circoncisi. Togliamo dunque ogni valore alla legge mediante la fede? Nient'affatto, anzi confermiamo la legge. Che diremo dunque di Abramo, nostro antenato secondo la carne? Se, infatti, Abramo è stato giustificato per le opere, certo ha di che gloriarsi, ma non davanti a Dio. Ora, che cosa dice la Scrittura? Abramo ebbe fede in Dio e ciò gli fu accreditato come giustizia. A chi lavora, il salario non è calcolato come un dono, ma come debito; a chi invece non lavora, ma crede in colui che giustifichi l'empio, la sua fede gli è accreditata come giustizia Così, anche Davide proclama beato l'uomo a cui Dio accredita la giustizia indipendentemente dalle opere: Beati quelli le cui iniquità sono state perdonate e i peccati sono stati ricoperti; beato l'uomo al quale il Signore non mette in conto il peccato!
La giustificazione della rettitudine divina
La settimana scorsa ho cercato di dimostrare che il problema più profondo risolto dalla morte di Cristo era che egli stesso non è apparso giusto nel sorvolare su così tanti peccati che invece meritavano condanna. L’intero Vecchio Testamento è la testimonianza della verità che Dio è “lento all'ira e ricco di grazia e di fedeltà, che conserva il suo favore per mille generazioni, che perdona la colpa, la trasgressione e il peccato” (Esodo 34:6–7).
Inoltre, ho detto che non sentiremo mai pienamente tale problema finché il nostro modo di pensare al peccato e alla rettitudine ha Dio come perno centrale.
Il peccato (Romani 3:23) non è principalmente un crimine verso l’uomo, bensì verso Dio. “Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio”. Peccare è valorizzare sempre qualcosa che è nel mondo più di Dio; significa minimizzare la sua gloria e disonorare il suo nome.
Tuttavia l’integrità di Dio si mostra nel suo impegno a fare ciò che è corretto fino alla fine, ossia ingrandire l’onore del Suo nome e il valore della Sua gloria. La rettitudine è il contrario del peccato che minimizza il valore di Dio nello scegliere contro di lui; la
rettitudine ingrandisce il valore di Dio scegliendo per lui.
Quindi, quando Dio tralascia i peccati e non punisce i peccatori in modo giusto appare scorretto. Sembra che Egli dica: il disprezzo del mio valore è insignificante; non è importante se si scredita la mia gloria; non importa se si disonora il mio nome. Se ciò fosse vero, Dio sarebbe ingiusto e noi non avremmo speranza.
Dio, invece, non ha voluto che fosse così. Egli espose il Figlio, Gesù Cristo, in modo tale che, tramite la sua morte, la giustizia di Dio poteva essere manifestata. La morte del figlio di Dio è la dichiarazione del valore che Dio dà alla Sua gloria, dell’odio che prova per il peccato e dell’amore che ha per i peccatori.
La giustificazione degli empi
Un’altra parola per esprimere questo trascurare i peccati che ha reso Dio ingiusto è “la giustificazione”- la giustificazione degli empi (Romani 4:5). È di questo che voglio parlare oggi e non solamente del fatto che Dio sorvolò sui peccati commessi molto tempo fa, ma che sorvolò anche sui peccati che noi, il suo popolo, abbiamo commesso ieri, oggi e commetteremo domani.
Nel verso 26 si dice che quando Gesù è morto accaddero due cose e non solamente una. “[La morte di Cristo] ha provato che Dio stesso è giusto e giustifica chi ha fede in Gesù”. Dio dimostra di essere giusto e i credenti sono giustificati.
Oggi non voglio concentrarmi sull’atto soggettivo della fede per il quale riceviamo la giustificazione; voglio porre la nostra attenzione sull’opera soggettiva di Dio nella giustificazione perché credo che se ci concentriamo su questa grande opera, su ciò che Dio fa e non su ciò che Noi facciamo, troveremo la fede per riceverla, come una sorgente che sgorga nei nostri cuori.
Diamo uno sguardo a quello che la giustificazione significa per chi riceve il dono tramite la fede in Gesù. Ci sono quattro punti da osservare:
1. Essere perdonati per tutti i nostri peccati
Prima di tutto, essere giustificati significa essere perdonati per tutti i nostri peccati.
Tutti i peccati - presenti, passati e futuri
Si guardi ai Romani 4: 5-8 dove Paolo spiega la verità della giustificazione citando il Vecchio Testamento.
5) A chi invece non lavora, ma crede in colui che giustifica l'empio, la sua fede gli viene accreditata come giustizia. 6) Così anche Davide proclama beato l'uomo a cui Dio accredita la giustizia indipendentemente dalle opere: 7) Beati quelli le cui iniquità sono state perdonate e i peccati sono stati ricoperti; 8) beato l'uomo al quale il Signore non mette in conto il peccato”.
Questo è semplicemente il nocciolo della giustificazione. Ci si diletti in queste tre grandi frasi nei versi 7-8 “le iniquità sono perdonate”, “i peccati sono ricoperti”, “il Signore non mette in conto il peccato”.
È da notare che Paolo non limita il perdono dei nostri peccati commessi prima di credere, come se i peccati passati siano perdonati ma il futuro è in palio. Non è menzionato alcun limite del genere. La benedizione della giustificazione consiste nel fatto che le iniquità sono perdonate e i peccati coperti e “il Signore non metterà in conto il peccato”. È enunciato in forma assoluta e senza restrizioni.
Perché Cristo ha portato il nostro peccato e la nostra colpa
Come può farlo? Nei Romani 3:24 si dice che siamo giustificati “in virtù della redenzione realizzata da Cristo Gesù”. La parola “redenzione” significa liberarsi, sollevarsi o abbandonare la schiavitù o la reclusione. Il punto, quindi, è che quando Gesù muore per noi, egli ci libera dalla schiavitù dei nostri peccati. Egli ha rotto le catene della colpa che ci condannavano.
Nei Galati 3:13 Paolo afferma: “Cristo ci ha riscattato dalla maledizione della legge, diventando lui stesso maledizione per noi”. Pietro dice (1Pietro 2:24) “Cristo portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce”. Isaia dichiara: “il Signore fece ricadere su di lui l'iniquità di noi tutti” (53:6).
Così la giustificazione, il perdono dei peccati, ci arriva perché Cristo portò i nostri peccati, la nostra maledizione e la nostra colpa e ci liberò dalla condanna. Ecco cosa significa essere giustificati “in virtù della redenzione realizzata da Gesù Cristo”. Siamo liberati dai loro castighi perché egli sostenne i loro castighi.
Cristo soffrì solo una volta
Si prenda nota di questo: Egli soffre una volta sola. Egli non si è sacrificato più volte nella Cena del Signore o nella Messa come se il suo primo sacrificio fosse insufficiente: Il verso 9:26 degli Ebrei dice “Ora invece una volta sola, alla pienezza dei tempi, è apparso per annullare il peccato mediante il sacrificio di se stesso (cfr. Ebrei 7:27). E ancora nel verso 9:12 “non con sangue di capri e di vitelli, ma con il proprio sangue entrò una volta per sempre nel santuario, procurandoci così una redenzione eterna”. Questo è assolutamente cruciale per comprendere la gloria di quello che Dio fece per noi sulla croce.
Vedete la connessione tra la morte una volta e per sempre di Cristo e la totalità dei vostri peccati e i peccati di tutto il popolo di Dio? Non sono alcuni peccati, o certi tipi di peccato, o solo i peccati passati, ma i peccati e il peccato che Dio toglie a tutto il suo popolo.
Quindi il perdono della giustificazione è il perdono di tutti i nostri peccati, passati, presenti e futuri. Questo è ciò che accadde quando Cristo morì.
2. Riconosciuti giusti con una rettitudine aliena
Essere giustificati significa essere riconosciuti giusti perchè la giustizia di Dio non è imputata o considerata nostra.
Non siamo meramente perdonati e lasciati senza posizione davanti a Dio. Dio non solo mette da parte il nostro peccato, ma ci considera anche giusti e ci pone in una buona relazione con lui, donandoci la sua rettitudine.
La rettitudine di Dio attraverso la fede in Gesù
Si guardino i versi 21-22: Paolo ha appena detto nel verso 20 che nessun uomo può essere mai giustificato per le opere della legge. Nessuno può avere una buona relazione con Dio basandosi su sforzi legalistici. Poi afferma, per dimostrare come si ottiene la giustificazione, “Ora invece, indipendentemente dalla legge, si è manifestata la giustizia di Dio, testimoniata dalla legge e dai profeti; giustizia di Dio per mezzo della fede in Gesù Cristo, per tutti quelli che credono”.
Così anche se nessuno può essere giustificato dalle opere della legge, esiste una giustizia di Dio che si può ottenere tramite la fede in Gesù Cristo. Questo è quello che intendo quando dico che esere giustificato significa essere considerato giusto. La giustizia di Dio è considerata nostra per mezzo della fede.
Quando Gesù muore per dimostrare la giustizia di Dio, come abbiamo visto la settimana scorsa nei versi 25-26, Egli rende tale giustizia disponibile per i peccatori, come un regalo.
Se Cristo non fosse morto per dimostrare che Dio è giusto nel sorvolare sui peccati, la nostra condanna sarebbe l’unico modo di dimostrare la giustizia divina.Tutatvia Cristo morì e quindi la rettitudine divina non è una condanna ma un regalo di vita a tutti coloro che credono.
2 Corinzi 5:21
2 Corinzi 5:21 è uno dei passaggi più affascinanti su questo grande regalo di giustizia imputata. “Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo trattò da peccato in nostro favore, perché noi potessimo diventare per mezzo di lui giustizia di Dio”.
Cristo non conosceva il peccato, era un uomo perfetto e non peccò mai. Egli visse perfettamente per la gloria di Dio durante tutta la sua vita e anche la morte. Egli fù giusto a differenza di tutti noi che abbiamo peccato.
Tuttavia, Dio, che ci scelse in Gesù Cristo prima della fondazione del mondo, ordinò che ci fosse uno scambio splendido: Egli fece che Cristo fosse il peccato, non un peccatore ma il peccato, il nostro peccato, la nostra colpa, il nostro castigo, la nostra separazione da Dio, la nostra ingiustizia. Egli prese la giustizia divina, che Cristo ha vendicato in modo così fantastico e ce la fece portare, indossare e possedere nel modo in cui Cristo ha fatto con il nostro peccato.
Il punto qui non è che Cristo si converte moralmente in un peccatore e noi ci convertiamo in giusti. Il punto è che Cristo porta un peccato estraneo e soffre per questo e che noi portiamo una giustizia estranea e viviamo grazie a essa.
La giustificazione precede la santificazione
Bisogna assicurarsi di vederla come una realtà oggettiva esterna a noi stessi. Questa non è ancora la realtà della santificazione, il processo reale di divenire moralmente giusto è il modo di pensare, di sentire e di vivere. Anche ciò è un regalo (lo vedremo fra tre settimane) ma è basato su questo; prima di progredire nel vangelo ed essere parzialmente giusto bisogna credere che siamo riconosciuti come completamente giusti. In altre parole, l’unico peccato che si può superare praticamente nel potere di Dio è un peccato già perdonato. Il grandioso regalo della giustificazione procede e abilita il processo della santificazione.
3. Amati da Dio e trattati con grazia
Essere giustificati significa essere amati da Dio e trattati con grazia.
Cristo dimostra la misura dell’amore di Dio per noi
Se Dio non vi amasse non ci sarebbe alcun problema da risolvere tramite la morte del suo Figlio.Fù il suo amore per voi che lo fece sorvolare sui vostri peccati e lo fece apparire ingiusto. Se non vi amasse, avrebbe risolto il problema del peccato semplicemente condannando tutti noi alla distruzione e ciò avrebbe vendicato la sua giustizia; però non lo fece perchè Egli vi ama.
Ciò è rappresentato meravigliosamente nei Romani 5:6–8:
La speranza poi non delude, perché l'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato. Infatti, mentre noi eravamo ancora peccatori, Cristo morì per gli empi nel tempo stabilito.
Ciò che Dio sta dimostrando nella morte del Figlio non è solo la verità della sua rettitudine, ma anche la misura del suo amore.
L’omaggio di Dio
Nei Romani 3:24 Paolo dice che siamo giustificati “gratuitamente per la sua grazia”. L’amore di Dio per i peccatori si esprime in regali di grazia, i quali vengono da parte della generosa bontà di Dio e non ad opera nostra o per merito.
Il perdono dei peccati e la giustizia di Dio sono regali gratuiti e significa che non ci costano nulla perché costarono tutto a Cristo. Non possono essere guadagnati con opere, ereditati attraverso i genitori o assorbiti attraverso i sacramenti. Sono liberi, da ricevere attraverso la fede.
Nei Romani 5:17 è così espresso:
Infatti, se per la caduta di uno solo la morte ha regnato a causa di quel solo uomo, molto di più quelli che ricevono l'abbondanza della grazia e del dono della giustizia regneranno nella vita per mezzo del solo Gesù Cristo.
Il perdono dei peccati e la rettitudine di Dio sono omaggi della grazia che sgorga dall’amore di Dio.
Essere giustificati significa essere perdonati, essere riconosciuti giusti ed essere amati da Dio.
4. Protetti da Dio per sempre
Infine, essere giustificati significa essere protetti da Dio per sempre.
La benedizione suprema è questa e Paolo la proclama nei Romani 8:30 “Quelli poi che ha predestinato li ha anche chiamati; quelli che ha chiamato li ha anche giustificati; quelli che
ha giustificato li ha anche glorificati”.
Se sei giustificato, sei glorificato. Raggiungerai la gloria che verrà e vivrai per sempre con Dio in gioia e santità. Perché ciò è così sicuro?
È sicuro perché la conseguenza della morte del Figlio di Dio è oggettiva, reale, definitiva e invincibile per il popolo di Dio. Ciò che si ottiene lo si ottiene per sempre. L’effetto del sangue di Cristo non è mutevole – ora si, ora no, ora si, ora no.
Questo è il significato del verso 32 “Egli che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma l’ha dato per tutti noi, come non ci donerà ogni cosa insieme con lui?”; quindi ci glorificherà! Si! Lo stesso sacrificio che assicura la nostra giustificazione, assicura la nostra glorificazione.
Se stamattina sei giustificato, sei lontano dall’accusa e dalla condanna. Nel verso 33 “Chi accuserà gli eletti di Dio? Dio giustifica”. Vedi il punto: Se Dio ti ha giustificato attraverso la morte del Figlio, nessuno, né in cielo né in terra, né sottoterra, può accusarti con successo. Sarai glorificato.
Perché? Perché sei senza peccato? No, perché sei giustificato dal sangue di Cristo.