Considerazioni sulla richiesta di pentimento fatta da Gesù

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English: Thoughts on Jesus' Demand to Repent

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Di John Piper su Il Ravvedimento
Una parte della serie Taste & See

Traduzione di Giuseppe Bellone

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Lettere da Cambridge #2

Nell'ambito del mio anno sabbatico qui a Cambridge, in Inghilterra, sto lavorando a un libro dal titolo provvisorio Cosa richiede Gesù al Mondo. La richiesta di pentimento è basilare come è evidente nel messaggio di Gesù. È altrettanto fondamentale, e ha quasi lo stesso significato, quanto il comando "Dovete nascere di nuovo" (Giovanni 3:7). Una delle cose che mi premono è dimostrare come il pentimento del messaggio di Gesù non sia il comportamento ma il cambiamento nell'intimo che suscita un comportamento nuovo imperniato su Dio e sull'esaltazione di Cristo. Ecco alcuni versetti che aiutano a rendere più chiaro il significato del pentimento.

Da quel tempo Gesù cominciò a predicare e a dire “Ravvedetevi, perché il regno dei cieli è vicino.” (Matteo 4:17)
Non sono venuto a chiamare i giusti ma i peccatori alla conversione. (Luca 5:32)
Gli uomini di Ninive si alzeranno a giudicare questa generazione e la condanneranno, perché si convertirono alla predicazione di Giona, ed ecco, qui c'è ben più di Giona. (Matteo 12:41)
Se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. (Luca 13:3, 5)

La prima richiesta di Gesù durante il suo ministero pubblico fu "Convertitevi". Diede questo comando a tutti coloro che volevano ascoltarlo, senza discriminazione. Era il richiamo a un cambiamento interiore radicale nei confronti di Dio e dell'uomo.

Due cose ci mostrano come il pentimento sia piuttosto un cambiamento interiore dell’animo e del cuore che un mero dolore per il peccato o un semplice miglioramento del comportamento. Per prima cosa il significato del termine greco da cui deriva "pentirsi" (metanoeo) va verso questa direzione. È formato da due parti: meta e noeo. La seconda parte (noeo) si riferisce all’animo e ai suoi pensieri, alle sue percezioni, alle sue inclinazioni e ai suoi propositi. La prima parte (meta) è un prefisso che generalmente significa movimento o cambiamento.[1] Quindi il significato di fondo di pentirsi è sentire un cambiamento delle percezioni, delle inclinazioni e dei propositi dell’animo.

L'altro fattore che va nella direzione di questo significato di pentirsi è il modo con cui Luca 3:8 descrive il rapporto tra pentimento e comportamento nuovo. Dice: "Producete fruttidegni del ravvedimento". Poi indica alcuni esempi di frutti: "Chi possiede due tuniche ne faccia parte a chi non ne ha, e chi ha da mangiare faccia altrettanto" (Luca 3:11). Questo significa che il pentimento è ciò che avviene dentro di noi e conduce ai frutti di un comportamento nuovo. Il pentimento non sono le nuove azioni ma il cambiamento interiore che produce il frutto di nuove azioni. Gesù ci chiede di sentire questo cambiamento interiore.

Perché? La sua risposta sta nel fatto che noi siamo peccatori. "Non sono venuto a chiamare i giusti ma i peccatori alla conversione" (Luca 5:32). Qual era il pensiero di Gesù riguardo al peccato? Nella parabola del figliol prodigo Gesù descrive il peccato del figlio in questo modo: "Sperperò le sue sostanze vivendo da dissoluto... [e] divorando i suoi beni con le prostitute" (Luca 15:13, 30). Ma quando si pente il figliol prodigo dice: "Padre, ho peccato contro il cielo e contro di te. Non sono più degno di essere chiamato tuo figlio". Quindi, sciupare la propria vita nella dissolutezza e con le prostitute non è soltanto dannoso umanamente; è un'offesa contro il cielo — cioè contro Dio. Quella è la vera natura del peccato. È un affronto a Dio.

Ritroviamo ancora questo nel modo in cui Gesù insegnò ai suoi discepoli a pregare. Egli disse che dovevano pregare così: "Perdonaci i nostripeccati, perché anche noi perdoniamo ad ogni nostro debitore" (Luca 11:4). In altre parole, i peccati che Dio perdona vengono paragonati a quelli che gli altri commettono nei nostri confronti, e quelli sono chiamati debiti. Pertanto Gesù considerava il peccato come un disonore nei confronti di Dio che ci pone in debito per il ristabilimento del divino onore diffamato dal nostro comportamento e dai nostri atteggiamenti che screditano Dio. Questo debito è pagato da Gesù stesso. "Il Figlio dell'uomo è venuto... a dare la sua vita in riscatto per molti" (Marco 10:45). Ma per godere di questo dono dice che dobbiamo pentirci.

Pentimento significa esperienza di un cambiamento nell’animo che adesso vede Dio come vero e bello e degno di tutta la nostra lode e di tutta la nostra obbedienza. Questo cambiamento interiore si estende nella stessa maniera anche a Gesù. Lo sappiamo perché Gesù disse: "Se Dio fosse vostro padre, voi mi amereste, perché io sono venuto da Dio". Vedere Dio con animo nuovo significa vedere anche Gesù con animo nuovo. Gesù non esclude nessuno dalla sua chiamata al pentimento. Lo affermò chiaramente quando un gruppo di persone venne a lui con la notizia di due calamità. La morte di innocenti in un massacro ad opera di Pilato e a causa del crollo della torre di Siloe (Luca 13:1-4). Gesù colse l'occasione per mettere in guardia anche coloro che portarono le notizie: "Se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo" (Luca 13:5). In altre parole, non pensate che le calamità stiano ad indicare che alcuni sono peccatori bisognosi di pentimento e altri non lo sono. Tutti devono ravvedersi. Proprio come tutti devono rinascere a vita nuova perché "ciò che è nato da carne è [sempliemente] carne" (Giovanni 3:6), così tutti devono pentirsi perché tutti sono peccatori.

Quando Gesù disse: "Non sono venuto a chiamare i giusti ma i peccatori alla conversione" (Luca 5:32), non intendeva dire che alcuni sono così buoni da non avere necessità di ravvedimento. Intendeva dire che alcuni credono di essere buoni (Luca 18:9) mentre altri si sono già pentiti e hanno posto rimedio alla loro posizione con Dio. Per esempio, il ricco giovane dottore della legge voleva "giustificarsi" (Luca 10:29) mentre "il pubblicano... si batteva il petto dicendo: Dio, abbi misericordia di me, sono un peccatore! [e] tornò a casa sua giustificato [da Dio!]" (Luca 18:13-14).

Quindi, nessuno è escluso. Tutti devono ravvedersi. Ed è necessario farlo presto. Gesù disse: "Se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo". Cosa intendeva con perire? Voleva dire che il giudizio finale di Dio si abbatterà su coloro che non si pentiranno. "Gli uomini di Ninive si alzeranno a giudicare questa generazione e la condanneranno, perché si convertirono alla predicazione di Giona, ed ecco, qui c'è ben più di Giona" (Matteo 12:41). Gesù, il Figlio di Dio, ammonisce il popolo riguardo al giudizio che verrà e offre una via d'uscita se noi ci pentiremo. Se non lo faremo, Gesù ha una sola cosa da dirci: "Guai a voi" (Matteo 11:21).

Ecco perché la sua richiesta di pentimento fa parte del suo messaggio centrale, quando dice che il regno di Dio è vicino. "Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; ravvedetevi e credete al vangelo" (Marco 1:15). Il vangelo — la buona novella — è che l'autorità di Dio si è manifestata in Gesù per salvare i peccatori prima della sua seconda venuta il giorno del giudizio. La richiesta di pentimento è quindi basata sulla generosa offerta presente di perdonare e sul benevolo ammonimento che un giorno coloro che rifiutano l'offerta periranno nel giudizio di Dio.

Dopo la sua resurrezione dai morti Gesù si assicurò che i suoi apostoli continuassero la chiamata al pentimento in tutto il mondo. Disse: "Così sta scritto: il Cristo dovrà patire e il terzo giorno risuscitare dai morti e nel suo nome saranno predicati la conversione e il perdono dei peccati a tutte le nazioni, cominciando da Gerusalemme" (Luca 24:46-47). Quindi la richiesta di pentimento che Gesù ha fatto è rivolta a tutte le nazioni. Giunge a noi, chiunque noi siamo e dovunque ci troviamo, e ci reclama. Questa è la richiesta che Gesù rivolge a ogni anima: Pentitevi. Trasformatevi nel vostro intimo. Trasformate tutte le percezioni, le inclinazioni e i propositi che disonorano Dio e screditano Cristo in nuove che tengono Dio in grande considerazione ed esaltano Cristo.

Per Cristo e il Suo regno,

Pastore John

  1. 1. Per esempio meta è usato come prefisso nel termine metabaino (trasferire o cambiare da un posto a un altro), metaballo (cambiare il proprio modo di pensare), metago (condurre o spostare da un posto a un altro), metatithemi (convogliare da un posto a un altro, mettere in un altro posto, trasferire), metamorphoo (cambiare in maniera visibile ad altri, essere trasfigurato), metastrepho (provocare un mutamento di stato o di condizione, cambiare, alterare), metaschematizo (mutare la forma di qualcosa, trasformare, cambiare) ecc.