Come facciamo a parlare di sofferenza a persone che la vivono ogni giorno?

Da Libri e Sermoni Biblici.

Risorse Correlate
Altro Di John Piper
L'Indice degli Autori
Altro su l'Afflizione
L'Indice degli Argomenti
A proposito di questa traduzione
English: How do you talk about suffering with people who are in the midst of it?

© Desiring God

Condividi
La nostra missione
Questa risorsa è pubblicata da Gospel Translations, un ministero online il cui scopo è rendere libri e articoli che parlano del vangelo disponibili gratuitamente in ogni paese e lingua.

Per saperne di più (English).
Come puoi aiutarci
Se parli bene l’inglese, puoi aiutarci come traduttore volontario.

Per saperne di più (English).

Di John Piper su l'Afflizione
Una parte della serie Ask Pastor John

Traduzione di Eleonora Franchi

Review Potete aiutarci a migliorare questa traduzione da rivedere per la precisione. Per saperne di più (English).



Il seguente estratto è tratto dalla trascrizione editata di un audio.

Come facciamo a parlare di sofferenza a persone che la vivono ogni giorno?

Penso che bisogna avere un cuore particolarmente sensibile, paziente, saggio, perspicace e pastorale quando ci si interfaccia con una persona provata, soprattutto quando quella persona sta attraversando uno stato di profondo trauma e dolore (come l’improvvisa perdita di una persona amata, o la comunicazione di avere un cancro o la nascita di un bambino con una grave forma di disabilità).

Ci sono situazioni dove la realtà è talmente brutta che tutto quello di cui si ha bisogno prima di tutto è sostegno, poi giustificazioni. Ed è necessario entrare in contatto con la persona, e non basta sussurrare semplici frasi come “sono qui” come fanno spesso i colleghi di lavoro, sette giorni su sette e mai un'altra parola di conforto. Sarebbero giorni buoni per il lavoro, ottimi. Quando I colleghi parlano a vanvera dando spiegazioni insensate e attribuendo la colpa di tanto dolore al lavoro, in quelle occasioni risultano essere falsi.

Occore stare li fisicamente e offrire il proprio aiuto, il proprio supporto e una preghiera e aiutarli a sopportare il peso delle faccende quotidiane (come comprare da mangiare, pulire casa, e tutte le cose che bisogna fare quando qualcuno si trova all’ospedale tutto il giorno) — tutte queste cose ci comunicano l’amore di Dio nella sua forma più forte.

Poi cerchiamo di capire quando sono pronti ad ascoltare la verità biblica. Dovresti probabilmente cominciare con una massima verità “Dio è dalla vostra parte. Credetegli." Loro potrebbero non avere fiducia ma tu continua a ripetere la verità, "Dio è dalla vostra parte. Cristo è’ morto per voi.” “Colui che non ha risparmiato neanche il proprio Figlio, ma lo ha sacrificato per tutti noi, non ci donerà forse anche tutte le cose?” (Lettera ai Romani 8:32)" E quando loro insisteranno a chiedere perchè è successo questo fatto orribile, tu potrai avvicinarti alla verità che all’inizio sembrerà difficile da accettare.

Ho raccontato qualche tempo fa durante una registrazione che ci sono un paio di famiglie nella nostra chiesa che proprio in questo periodo sono testimoni straordinari del fatto che ci vuole tempo per trovare la pace nella Sovranità di Dio nel bel mezzo di una grande crisi. Perciò voglio dare tempo alle persone.

Credo in questa frase che ho letto sul libro di Giobbe che cita: “ Forse voi pensate a confutare parole, e come sparsi al vento, stimate i detti di un disperato!” (Libro di Giobbe 6:26). E penso che voglia dire che quando ci si trova in una momento particolarmente doloroso, non bisogna prendere sul serio quello che si dice. Dovrebbero essere appunto “parole al vento”.

Sei seduto e stai ascoltando qualcuno che dice “ Non credo che Dio mi ami” " Se conosci quella persona e sai che tutte le domeniche viene a Messa, invece di lasciar entrare quelle parole in te, rifletterci e insinuare il dubbio sulla loro fede, dovresti lasciare che quelle parole il vento le porti via. Dovresti dire a te stesso "che quelle parole non provengono dal loro cuore, sono parole al vento. Quindi lasciale dove sono. Perchè loro si pentiranno di averle pronunciate e diranno che non volevano davvero dirle. E’ solo che non hanno più parole per esprimere il loro dolore, e sembrava che in quel modo si sentissero meglio.

Mi piace seguire le persone in modo così assiduo da evitare che dicano cose del genere ma, come Pastore, non ho il potere di impedire alle persone di parlare. Voglio solo essere paziente e d’aiuto.

Se una persona non riesce a capire che Dio è presente anche nelle nostre disgrazie, ritengo sia d’aiuto focalizzarsi sul lato opposto, vedere se l’assenza di Dio li conforta di più della Sua presenza. Suppongo che le persone vorrebbero sentirsi dire a un certo punto "Se Dio non è abbastanza forte da fermare un incidente, che aiuto potrebbe darti?"

In altre parole, faccio in modo che le persone vadano oltre l’immediata testimonianza del problema teologico che stanno affrontando, così di conseguenza respingere la sovranità di Dio è vista come qualcosa di sgradito, infausto e terribile. Dobbiamo ricordare quanto è importante avere Dio dalla nostra parte nel pieno della nostra crisi, che può in ogni momento, nella sua sovranità, provvedere a tutto quello che serve per il nostro bene, cosa che non sarebbe possibile se Lui fosse il genere di Dio che non possa fermare un incidente.

Dovremmo essere tolleranti con la gente e non dare per scontato che le loro parole al vento siano le ultime.