Combattere lo Scetticismo della Cattiva Vergogna

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English: Battling the Unbelief of Misplaced Shame

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Di John Piper su Santificazione e Crescita
Una parte della serie Battling Unbelief

Traduzione di Maria Giovanna Polito

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2 Timoteo 1:6-12

Per questa ragione ti ricordo di ravvivare il dono di Dio che è in te per l’imposizione delle mie mani. 7 Poiché Iddio ci ha dato uno spirito non di timidità, ma di forza e d’amore e di correzione. 8 Non aver dunque vergogna della testimonianza del Signore nostro, né di me che sono in catene per lui; ma soffri anche tu per l’Evangelo, sorretto dalla potenza di Dio; 9 il quale ci ha salvati e ci ha rivolto una sua santa chiamata, non secondo le nostre opere, ma secondo il proprio proponimento e la grazia che ci è stata fatta in Cristo Gesù avanti i secoli, 10 ma che è stata ora manifestata coll’apparizione del Salvatore nostro Gesù Cristo, il quale ha distrutto la morte e ha prodotto in luce la vita e l’immortalità mediante l’Evangelo, 11 in vista del quale io sono stata costituito banditore ed apostolo e dottore. 12 Ed è pure per questa cagione che soffro queste cose; ma non me ne vergogno, perché so in chi ho creduto, e sono persuaso ch’egli è potente da custodire il mio deposito fino a quel giorno.

La definizione e le cause della vergogna

Cominciamo con una definizione del termine vergogna tratta dal dizionario. La vergogna è l’emozione dolorosa provocata dalla colpevolezza, dell’imperfezione o dalla sconvenienza.

Lasciatemi illustrare ognuna di queste cause.

1. In primo luogo, la causa della colpa. Supponiamo che voi agiste contro coscienza e negaste delle informazioni sulla dichiarazione dei redditi. Per un paio d’anni state tranquilli perché non ci avete pensate e non siete stati arrestati. Poi venite chiamati dall’ufficio del fisco per dare una spiegazione e diventa di dominio pubblico il fatto che avete mentito e rubato. La vostra colpa è nota. Ormai, alla luce della pubblica censura, sentite il dolore della vergogna. 2. Ora prendiamo il caso dell’imperfezione. Supponiamo che veniate da un piccolo paese in cui siete piuttosto bravi nei 3000 metri e partecipaste alle Olimpiadi. Dunque gareggiate davanti a migliaia di persone a Seul e la gara è talmente difficile che, all’ultimo giro, siete in ritardo di un giro su tutti gli altri e dovete continuare a correre da soli mentre tutti guardano. Non c’è nessuna colpa in questo. Ma l’umiliazione e la vergogna potrebbero essere intense. 3. Terza causa: la sconvenienza. Siete invitati a una festa e una volta arrivati vi rendete conto che vi siete vestiti male. Di nuovo, nessun peccato e nessuna colpa. Solo uno sbaglio sociale, una sconvenienza che vi fa sentire sciocchi e in imbarazzo.

Buona vs. cattiva vergogna

Una delle cose che salta subito agli occhi da questa definizione di vergogna è che ne esiste una giustificata e una ingiustificata. Ci sono alcune situazioni in cui la vergogna è esattamente il sentimento che dovremmo provare. E ci sono altre situazioni in cui non dovremmo. La maggior parte delle persone direbbe che il bugiardo deve vergognarsi e che il corridore che è stato superato non deve. Può essere pieno di delusione, ma non di vergogna.

Lasciatemi illustrare alla luce delle Scritture questi due tipi di vergogna. La Bibbia spiega chiaramente che esiste una vergogna che dobbiamo provare e una che dobbiamo evitare. Chiamerò il primo tipo “cattiva vergogna” e il secondo “buona vergogna”.

La cattiva vergogna (il tipo che dobbiamo evitare) è quella che sentite quando non ci sono buone ragioni per sentirla. Biblicamente significa che le cose di cui vi vergognate non disonorano Dio o che lo disonorano, ma voi non vi avete contribuito. In altre parole, la cattiva vergogna è la vergogna che si prova dopo aver fatto qualcosa di buono – qualcosa che non disonora Dio. O è la vergogna per qualcosa di sbagliato ma di cui non siete responsabili. Questo è il tipo di vergogna che dobbiamo evitare.

La buona vergogna (il tipo che dobbiamo provare) è quella che sentite quando c’è una buona ragione per sentirla. Biblicamente significa che ci vergogniamo di qualcosa perché il nostro coinvolgimento in essa ha disonorato Dio. Dobbiamo vergognarci quando contribuiamo a disonorare Dio con i nostri comportamenti o le nostre azioni.

Voglio essere sicuro che percepiate l’importanza della posizione di Dio in questa distinzione tra cattiva e buona vergogna. Il fatto di aver contribuito a onorare o a disonorare Dio fa la differenza. Se vogliamo combattere la vergogna alla radice, dobbiamo conoscere la posizione di Dio nei suoi confronti. E noi DOBBIAMO combattere la vergogna alla radice – ogni forma di vergogna. Perché sia quella buona sia quella cattiva possono danneggiarci se non sappiamo come affrontarla alla radice.

Quindi, esaminiamo alcune Scritture che illustrano rispettivamente la cattiva e la buona vergogna.

La cattiva vergogna

2 Timoteo 1:8

Non aver dunque vergogna della testimonianza del Signore nostro, né di me che sono in catene per lui; ma soffri anche tu per l’Evangelo, sorretto dalla potenza di Dio.

Ciò che dice questo testo è che se avete vergogna della testimonianza di Gesù, provate una cattiva vergogna. Non dobbiamo vergognarci di questo. Cristo è onorato quando parliamo bene di lui. Ed è disonorato con un pavido silenzio. Quindi, non è una cosa vergognosa testimoniare, ma lo è non farlo.

In secondo luogo, il testo dice che se avete vergogna di un amico che è in difficoltà (in questo caso, in prigione) a causa di Gesù, allora la vostra vergogna è cattiva. Il mondo può vederla come un segno di debolezza e sconfitta. Ma i cristiani hanno più buon senso. Dio è onorato dal coraggio dei suoi servitori che vanno in prigione a causa del suo nome. Non dobbiamo avere vergogna di essere associati a qualcosa che onora Dio, non importa quanto il mondo possa disprezzarci.

Marco 8:38

Perché se uno si sarà vergognato di me e delle mie parole in questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell’uomo si vergognerà di lui quando sarà venuto nella gloria del Padre suo coi santi angeli.

La vergogna è cattiva quando la proviamo a causa della persona di Gesù o delle sue parole. Se Gesù dice: “Amate i vostri nemici” e altri ridono e trovano questa raccomandazione non realistica, noi non dobbiamo vergognarci di applicarla. Se dice: “La fornicazione è un peccato” e dei giovani ambiziosi e liberi lo definiscono datato, noi non dobbiamo vergognarci di stare con Gesù. Sarebbe cattiva vergogna perché le parole di Gesù sono vere e onorate da Dio, non importa come il mondo possa farle apparire assurde.

1 Pietro 4:16

Se uno patisce come Cristiano, non se ne vergogni, ma glorifichi Iddio portando questo nome.

Patire ed essere biasimato e deriso per il fatto di essere Cristiano non è occasione di vergogna, bensì un’occasione per glorificare Dio. In altre parole, nella Bibbia, il criterio per definire buona o cattiva la vergogna non si basa sul fatto che il mondo vi considera assurdi od oziosi, ma sulle conseguenze delle vostre azioni, se avete onorato Dio o no.

Ecco ciò che dobbiamo capire! Perché proviamo più spesso vergogna quando non abbiamo disonorato Dio con le nostre azioni, ma perché non abbiamo soddisfatto le attese degli uomini.

La maggior parte della nostra vergogna non è incentrata su Dio, ma su noi stessi. Finché non capiamo questa distinzione, non saremo capaci di combattere la vergogna alla radice.

Romani 1:16

Io non mi vergogno dell’Evangelo; perché esso è potenza di Dio per la salvezza d’ogni credente.

La vergogna del Vangelo sarebbe una cattiva vergogna perché il Vangelo è la vera potenza di Dio per la salvezza. Il Vangelo magnifica Dio e umilia l’uomo. Ed è per questo che il mondo non considera affatto il Vangelo come potenza. Sembra un segno di debolezza (chiedere alle persone di diventare bambini e dipendere da Gesù, invece di essere indipendenti). Ma, per coloro che credono, il Vangelo è la potenza di Dio Onnipotente per salvare i peccatori.

2 Corinzi 12:9-10

Gesù dice (a Paolo):

“La mia grazia ti basta, perché la mia potenza si dimostra perfetta nella debolezza”. Perciò molto volentieri mi glorierò piuttosto delle mie debolezze, onde la potenza di Cristo riposi su me. Per questo io mi compiaccio in debolezze, in ingiurie, in necessità, in persecuzioni, in angustie per amor di Cristo; perché, quando son debole, allora sono forte.

Di solito la debolezza e le ingiurie sono occasioni di vergogna. Ma per Paolo costituiscono occasioni di esultanza. Paolo pensa che la vergogna provata a causa delle sue debolezze, delle ingiurie e delle persecuzioni sia una cattiva vergogna. Per quale ragione? Perché la potenza di Dio è resa perfetta nelle sue debolezze.

Alla luce di tutti questi testi, deduco che il criterio biblico di definizione della cattiva vergogna è radicalmente incentrato su Dio. Questo criterio afferma: non vergognatevi di qualcosa che onora Dio, non importa quanto deboli o assurdi possiate apparire agli occhi dei miscredenti.

La buona vergogna

Constateremo la stessa centralità in Dio se analizziamo alcuni testi che illustrano la buona vergogna.

1 Corinzi 15:34

Svegliatevi a vita di giustizia, e non peccate; perché alcuni non hanno conoscenza di Dio; lo dico a vostra vergogna.

Qui, Paolo dichiara che queste persone dovrebbero provare vergogna. “Lo dico a vostra vergogna”. La loro vergogna sarebbe stata buona se avessero constatato la loro deplorabile ignoranza di Dio e come essa conduca alla falsa dottrina (non esiste resurrezione) e al peccato nella chiesa. In altre parole, la buona vergogna rinvia alla vergogna delle cose che disonorano Dio – l’ignoranza di Dio, il peccato contro Dio, lo scetticismo nelle promesse di Dio.

1 Corinzi 6:5

I Cristiani portavano le loro controversie davanti ai tribunali pagani per regolarle. Paolo li rimprovera.

Io dico questo per farvi vergogna. Così non v’è tra voi neppure un savio che sia capace di pronunziare un giudizio fra un fratello e l’altro?

Dice un’altra volta che dovrebbero vergognarsi: “Io dico questo per farvi vergogna”. La loro vergogna sarebbe stata buona perché il loro comportamento avrebbe disonorato il loro Dio poiché combattevano l’uno contro l’altro e sollecitavano l’aiuto dei pagani per regolare le loro controversie. La buona vergogna è la vergogna che provate perché avete contribuito a disonorare Dio.

E non dimentichiamo la seguente implicazione: queste persone si sforzavano di apparire forti e giusti. Volevano che gli uomini rendessero loro giustizia. Volevano risultare vincitori in tribunale. Non volevano subire delle ingiustizie come se non avessero diritti da far valere. Sarebbero apparsi deboli e vergognosi. Così, mentre evitavano la vergogna agli occhi del mondo, adottavano proprio quel comportamento che Dio considera vergognoso.

Il principio è il seguente: quando disonorate Dio, dovete vergognarvi, non importa quanto possiate apparire forti, saggi o giusti agli occhi degli uomini.

Ezechiele 43:10

E tu, figlio dell’uomo, mostra questa casa alla casa d’Israele, e si vergognino delle loro iniquità.

Dio dichiara che Israele deve vergognarsi delle sue iniquità. Il peccato causa sempre la vergogna perché è il comportamento che disonora Dio.

(Vedi anche Romani 6:21; 2 Tessalonicesi 3:14 per ulteriori esempi di buona vergogna).

Alla luce di tutti questi testi possiamo dedurre che il criterio biblico di definizione della buona e della cattiva vergogna è radicalmente incentrato su Dio.

Il criterio biblico di definizione della cattiva vergogna afferma: non vergognatevi di qualcosa che onora Dio, non importa quanto deboli, assurdi o sbagliati possiate apparire agli occhi degli uomini. E non vergognatevi delle circostanze deplorevoli in cui non contribuite a disonorare Dio.

Il criterio biblico di definizione della buona vergogna afferma: vergognatevi per tutto ciò che disonora Dio, non importa quanto possiate apparire forti, saggi o giusti agli occhi degli uomini.

Ora, come combattere questa dolorosa emozione, la vergogna? La risposta è semplice: combattiamo lo scetticismo che la nutre. E combattiamo per la fede nelle promesse di Dio che vincono la vergogna e ci liberano dal suo dolore.

Tre esempi di lotta contro la cattiva vergogna

Prendiamo tre esempi

1. Quando la buona vergogna dura troppo a lungo

Nel caso della buona vergogna causata dal peccato, il dolore deve essere sentito, ma non deve restare. Se resta, questo dolore è dovuto allo scetticismo nelle promesse di Dio.

Ad esempio, una donna va piangendo da Gesù in una casa di Farisei e gli lava i piedi. Provò certamente vergogna poiché gli occhi di Simone comunicavano a tutti i presenti che era una peccatrice e che Gesù non aveva motivo di lasciarsi toccare da lei. Doveva davvero provare vergogna. Ma questa vergogna non doveva durare a lungo. Gesù dichiarò: “I tuoi peccati ti sono rimessi” (Luca 7:48). E quando gli ospiti si misero a mormorare, fortificò la sua fede dicendo: “La tua fede t’ha salvata; vattene in pace” (v. 50).

Come l’ha aiutata Gesù a combattere i rovinosi effetti della vergogna? Le ha fatto una promessa: “I tuoi peccati ti sono rimessi! La tua fede ti ha salvata. Il tuo futuro conoscerà la pace”. Dunque il problema della donna era quello della fede. Doveva credere alle parole di condanna degli ospiti o a quelle rassicuranti di Gesù che rivelavano che la sua vergogna era durata abbastanza? È perdonata. È salvata. Può andare in pace.

Ed è così che ognuno di noi deve combattere gli effetti di una buona vergogna che minaccia di durare troppo a lungo e di danneggiarci. Dobbiamo combattere lo scetticismo afferrando promesse come:

Presso te v’è perdono affinché tu sia temuto. (Salmi 130:4)

Cercate l’Eterno, mentre lo si può trovare; invocatelo, mentr’è vicino. Lasci l’empio la sua via, e l’uomo iniquo i suoi pensieri: e si converta all’Eterno che avrà pietà di lui, e al nostro Dio ch’è largo nel perdonare. (Isaia 55:6)

Se confessiamo i nostri peccati, Egli è fedele e giusto da rimetterci i peccati e purificarci da ogni iniquità. (1 Giovanni 1:9)

Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori, dei quali io sono il primo. (1 Timoteo 1:15)

Chiunque crede in lui riceve la remissione dei peccati mediante suo nome. (Atti 10:43; 13:39)

2. Vergognarsi per qualcosa che glorifica Dio

Il secondo esempio di lotta contro la vergogna è quello di vergognarsi per qualcosa di lodevole che glorifica Dio – come Gesù o il Vangelo.

Il nostro testo mostra come Paolo lottò contro questa cattiva vergogna. Al versetto 12 dichiara: “Ed è pure per questa cagione che soffro queste cose; ma non me ne vergogno, perché so in chi ho creduto, e son persuaso ch’egli è potente da custodire il mio deposito fino a quel giorno”.

Paolo spiega chiaramente qui che la battaglia contro la cattiva vergogna è una battaglia contro lo scetticismo: “Ma non me ne vergogno, PERCHE’ SO IN CHI HO CREDUTO, E SON PERSUASO CH’EGLI E’ POTENTE”. Combattiamo i sentimenti di vergogna verso Cristo, il Vangelo e l’etica cristiana combattendo lo scetticismo nelle promesse di Dio. Crediamo che il Vangelo è la potenza di Dio per la salvezza? Crediamo che la potenza di Cristo è resa perfetta nelle nostre debolezze? La lotta contro la cattiva vergogna è la battaglia contro lo scetticismo nelle promesse di Dio.

3. Vergognarsi per qualcosa che non abbiamo fatto

Infine, l’ultimo esempio della lotta contro la vergogna è il caso in cui gli altri cercano di coprirci di vergogna a causa di circostanze nefaste, mentre noi non abbiamo contribuito a disonorare Dio.

È accaduto a Gesù. Lo chiamavano ubriacone e ingordo. Lo chiamavano distruttore di templi. Lo chiamavano ipocrita: “Guarisce gli altri, ma non sa guarire se stesso. In tutte queste cose, lo scopo era di coprire Gesù di una vergogna che non toccava a lui portare.

Lo stesso con Paolo. Lo chiamarono pazzo quando si difese in tribunale. Lo chiamarono nemico dei costumi ebrei e profanatore della legge di Mosè. Si diceva che incitasse al peccato affinché abbondasse la grazia. Tutto questo per coprirlo di una vergogna che non toccava a lui portare.

Ed è accaduto a voi. E accadrà ancora. Come combattere la cattiva vergogna? Credendo nelle promesse di Dio secondo le quali alla fine tutti gli sforzi per coprirci di vergogna falliranno. Possiamo cercare di identificare la vergogna che dobbiamo provare e quella che non dobbiamo subire. Ma Dio ha una promessa per noi in entrambi i casi:

Israele sarà salvato dall’Eterno d’una salvezza eterna, voi non sarete svergognati né confusi, mai più in eterno. (Isaia 45:17; 49:23)

Chiunque crede in lui, non sarà svergognato. (Romani 10:11; 9:33)

In altre parole, per tutti i giudizi malefici e falsi e le critiche che gli altri potrebbero usare per coprirci di una vergogna che non tocca a noi portare e per tutte le difficoltà e le guerre spirituali che ne derivano, la promessa è certa: non vinceranno in eterno. Tutti i figli di Dio saranno vendicati. La verità sarà conosciuta. E tutti coloro che sperano nelle promesse di Dio non saranno coperti di vergogna.