Chiamati a soffrire e gioire: per un peso eterno di gloria

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English: Called to Suffer and Rejoice: For an Eternal Weight of Glory

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Di John Piper su l'Afflizione
Una parte della serie Called to Suffer and Rejoice

Traduzione di Porzia Persio

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2 Corinzi 4,7-18

Or noi abbiamo questo tesoro in vasi di terra, affinché l’eccellenza di questa potenza sia di Dio e non da noi.
 Noi siamo afflitti in ogni maniera, ma non ridotti agli estremi; perplessi, ma non disperati;
 perseguitati, ma non abbandonati; abbattuti, ma non distrutti, portando del continuo nel nostro corpo il morire del Signore Gesù, affinché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo. Noi che viviamo, infatti siamo del continuo esposti alla morte per Gesù, affinché anche la vita di Gesù si manifesti nella nostra carne mortale. Cosicché in noi opera la morte, ma in voi la vita. Ma pure, avendo noi lo stesso spirito di fede, come sta scritto: “Io ho creduto, perciò ho parlato”, anche noi crediamo e perciò parliamo,
 sapendo che colui che ha risuscitato il Signore Gesù, risusciterà anche noi per mezzo di Gesù e ci farà comparire con voi. Tutte queste cose infatti sono per voi, affinché la grazia, raggiungendo un numero sempre maggiore di persone, produca ringraziamento per abbondare alla gloria di Dio. Perciò noi non ci perdiamo d’animo; ma, anche se il nostro uomo esteriore va in rovina, pure quello interiore si rinnova di giorno in giorno. Infatti la nostra leggera afflizione, che è solo per un momento, produce per noi uno smisurato, eccellente peso eterno di gloria;
 mentre abbiamo lo sguardo fisso non alle cose che si vedono, ma a quelle che non si vedono, poiché le cose che si vedono sono solo per un tempo, ma quelle che non si vedono sono eterne.

Il versetto 16 esprime qualcosa che tutti qui, questa mattina, vogliamo provare. Paolo afferma: “Noi non ci perdiamo d’animo; ma, anche se il nostro uomo esteriore va in rovina, pure quello interiore si rinnova di giorno in giorno”. Qui c'è qualcosa che nessuno vuole e qualcosa che tutti vogliono.

Quel che nessuno vuole e quel che tutti vogliono

Nessuno qui questa mattina vuol perdersi d'animo. Nessuno è venuto qui dicendo: “Di sicuro spero che canteremo degli inni e ascolteremo un sermone che mi aiuti a perdermi d'animo. Voglio davvero che quel che John dirà stamani mi avvilisca”. Non uno solo tra voi. Nessuno vuole smorzare gli animi. E nemmeno Paolo lo voleva.

Al contrario, tutti vogliono rinnovarsi interiormente, di giorno in giorno. Sappiamo tutti che quel senso di forza e novità e speranza e vitalità e coraggio e voglia di vivere dura qualche istante e poi tende a disperdersi. Se vogliamo essere forti dentro e avere speranza e gioie e risorse per amare, dovremo essere RInnovati di giorno in giorno. Lo sappiamo. La vita non è statica o stagnante. Ha alti e bassi e alti. Si colma, si svuota e si ricolma di nuovo. Si rinnova, si esaurisce, si rinnova e si esaurisce e si rinnova. E tutti noi vogliamo il potere di rinnovarci. Nessuno di noi vuol essere lasciato in uno stato di esaurimento, vuoto e prostrazione. Se c'è un segreto per divenire forti e speranzosi e gioiosi e pieni d'amore ancora e poi ancora e poi ancora, di giorno in giorno, siamo interessati a conoscerlo.

Due parole cruciali: “perciò” e “infatti”

Ciò significa che nel testo ci sono due parole a cui dovremo rivolgere la nostra attenzione; la parola “perciò” del versetto 16 e “infatti” all'inizio del 17. Perché sono così cruciali?

Il versetto 16 come vertice di un triangolo

Raffiguratevi il versetto 16 come il vertice di un triangolo con due lati a reggerlo. Quindi il nostro struggimento è retto da questi due lati: “Non ci perdiamo d'animo... ma il nostro uomo interiore si rinnova di giorno in giorno”. Questo è ciò che tutti vogliamo stamattina – essere in grado di affermarlo ed esserne convinti.

Versetto 16: Non ci perdiamo d'animo... ma ci rinnoviamo di giorno in giorno.

I versetti 7-15 come lato che sostiene il vertice

La parola “perciò” ad apertura del versetto significa che Paolo sta dicendo delle cose che lo hanno portato a questa esperienza e a sostenerla: “Questo è vero ed è vero ed è vero” nei versetti 7-15, “PERCIO' non ci perdiamo d'animo... PERCIO' siamo rinnovati di giorno in giorno”. Dunque il primo lato del triangolo è la verità dei versetti 7-15 che conduce a questa esperienza e la sostiene. Ciò dovrebbe spingere la nostra attenzione a ricercarla in quei versetti. Magari è lì anche per noi!

I versetti 17-18 come l'altro lato che sostiene il vertice

Poi, la parola “infatti” all'inizio del versetto seguente, il 17, significa che Paolo sta per dire alcune cose che spiegano il versetto 16. “Noi non ci perdiamo d'animo... e siamo rinnovati di giorno in giorno” INFATTI (PERCHE') questo è vero ed è vero ed è vero. Dunque il secondo lato del triangolo che viene dall'altra parte è la verità dei versetti 17-18 che reggono l'esperienza appena descritta. Allora, la vedete adesso? L'esperienza che desideriamo sta lì sulla punta del triangolo con due lati di sostegno. I versetti 7-15 sono veri: “PERCIO' non ci perdiamo d'animo, ma siamo rinnovati di giorno in giorno”, e questo è un lato. “Noi non ci perdiamo d'animo, ma siamo rinnovati di giorno in giorno” PERCHE' i versetti 17-18 sono veri.

Il nostro scopo è dunque quello di guardare i due lati del triangolo, e fare di quella verità che sosteneva Paolo, la verità che ci sostiene.

Il versetto 16 è inscritto nella sofferenza

Prima però, una breve osservazione: il versetto 16 riconosce che non perdersi d'animo e rinnovarsi di giorno in giorno accadono mentre si soffre. “Noi non ci perdiamo d’animo; ma, anche se il nostro uomo esteriore va in rovina, pure quello interiore si rinnova di giorno in giorno”. Paolo sapeva di dover morire, e che tutti dobbiamo morire. Egli provava una terribile sofferenza e in essa vedeva il decadimento e lo sperpero della propria vita terrena. C'erano debolezze, malattie, offese, avversità, pressioni, frustrazioni e delusioni. E ciascuna di queste gli costa un pezzo di vita. Un modo di dirlo era che “in lui operava la morte” (cfr. il versetto 12).

Quello era il contesto in cui affermare: “Noi non ci perdiamo d’animo... ci rinnoviamo di giorno in giorno”. Quindi quel che ci chiediamo adesso non è tanto: “Come posso non perdermi d'animo nella vita?”, quanto: “Come posso prepararmi a soffrire senza perdermi d'animo?”, “Come posso accettare il decadimento del mio corpo e il declino della mia vita terrena, e al tempo stesso non perdermi d'animo, bensì trovare una rinnovata forza interiore per andare avanti con gioia fino alla fine con atti d'amore?”.

Ora siamo pronti a vedere come Paolo risponda a tale domanda, prima nei versetti 7-15, poi in quelli 17-18.

Versetti 7-15: quattro motivi per non perdersi d'animo

Nei versetti 7-15 vi sono almeno quattro motivi che spingono Paolo a dire: “PERCIO' non ci perdiamo d'animo”. Ciascuno di questi prende in considerazione il decadimento della sua vita terrena. Non perde mai di vista il fatti di essere un uomo morente e che la sua vita è ormai trascorsa. Perciò quello che fa in quei versetti è mostrare ciò che è vero, malgrado e persino proprio perché il suo uomo esteriore decade e declina.

1. La glorificazione della potenza divina e del Figlio di Dio

Innanzitutto, anche se il suo uomo esteriore sta decadendo, in questa sofferenza e tramite essa si manifestano e si glorificano la potenza divina e la vita del Figlio di Dio.

Versetto 7: “NOI abbiamo questo tesoro in vasi di terra [ovvero, l'uomo esterno decadente e debole], affinché l’eccellenza di questa potenza sia di Dio e non da noi”. PERCIO' non ci perdiamo d'animo... perché la potenza divina è esaltata nella nostra debolezza.

Versetto 10: “Portando del continuo nel nostro corpo il morire del Signore Gesù [un altro aspetto del decadimento dell'uomo esteriore], affinché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo. PERCIO' non ci perdiamo d'animo... perché la vita del Figlio di Dio è esaltata nel nostro morire quotidiano.

Versetto 11: “Siamo del continuo esposti alla morte per Gesù, affinché anche la vita di Gesù si manifesti nella nostra carne mortale”. PERCIO' non ci perdiamo d'animo... perché la vita del Figlio di Dio si manifesta e si glorifica nei nostri corpi in decadimento.

Quindi il primo motivo per cui Paolo non si perde d'animo, mentre il suo uomo esteriore decade, sta nel fatto che, nella sua debolezza e nel suo morire quotidiano per amore degli altri, la potenza divina e la vita del Figlio di Dio sono glorificati e questo è ciò che Paolo ama più d'ogni altra cosa.

2. Il rafforzamento della chiesa

In secondo luogo, malgrado il suo uomo esteriore stia decadendo, in questa sofferenza e tramite essa la vita scorre da lui alla chiesa. I cristiani si rafforzano con l'indebolimento di Paolo.

Versetto 12: “Cosicché in noi opera la morte, ma in voi la vita”. PERCIO' non ci perdiamo d'animo... perché non soltanto Dio è glorificato, ma voi, miei diletti, ricevete vita e forza e speranza.

Versetto 15: “Tutte queste cose infatti sono per voi, affinché la grazia, raggiungendo un numero sempre maggiore di persone [tramite le sofferenze di Paolo per loro], produca ringraziamento per abbondare alla gloria di Dio”. PERCIO' non ci perdiamo d'animo... perché (e notate come il versetto 15 riunisca in sé i primi due motivi) nel mio ministero di sofferenza la grazia si diffonde a voi e la gloria va a Dio. Questi sono i grandi amori della vita di Paolo: portare la grazia agli altri e portare la gloria a Dio, e questo versetto dice che avvengono all'interno della stessa esperienza. PERCIO' Paolo non si perde d'animo.

3. La presenza sostenitrice di Dio

In terzo luogo, malgrado il suo uomo esteriore stia decadendo, in questa sofferenza e tramite essa Dio lo sostiene e non lascia che sia travolto.

Versetti 8-9 (notate che in ciascuno quel che dice realmente è: Sì, il nostro uomo esteriore decade, eppure No, non ci perdiamo d'animo): “Noi siamo afflitti in ogni maniera, ma non ridotti agli estremi; perplessi, ma non disperati;
 perseguitati, ma non abbandonati; abbattuti, ma non distrutti”. PERCIO' non ci perdiamo d'animo... perché Dio ci sostiene e non lascia che siamo travolti.

4. La nostra resurrezione dai morti

In quarto luogo, anche se il suo uomo esteriore sta decadendo, egli verrà risuscitato dai morti con la chiesa e sarà con Gesù.

Versetto 14: “[Noi sappiamo] che colui che ha risuscitato il Signore Gesù, risusciterà anche noi per mezzo di Gesù e ci farà comparire con voi”. PERCIO' non ci perdiamo d'animo... perché finirà tutto bene. Neppure la morte toglierà il lieto fine alla storia. Io vivrò di nuovo; vivrò con voi, coloro che amo; vivrò con Gesù e ne condividerò la gloria per sempre.

PERCIO'... questo è il primo lato del triangolo (versetti 7-15) che regge la grande esperienza di non perdersi d'animo, ma di rinnovarsi ogni giorno.

  1. Mi rinnovo perché la potenza divina e la vita del Figlio di Dio si manifestano e glorificano nella mia decadente debolezza.
  2. Mi rinnovo perché la vita scorre dalle mie sofferenze verso la chiesa che amo così tanto.
  3. Mi rinnovo perché Dio mi sostiene nella mia sofferenza e non lascia che ne sia travolto.
  4. Mi rinnovo perché so che sarò risuscitato dai morti con voi e con Gesù per vivere insieme per sempre.

PERCIO' non mi perdo d'animo!

Versetti 17-18: quattro motivi per non perdersi d'animo

Ora guardiamo all'altro lato del triangolo che regge la meravigliosa esperienza di Paolo nel versetto 16, ovvero i versetti 17-18. Egli non si perde d'animo ed è rinnovato di giorno in giorno PERCHE' i versetti 17-18 sono veri. Ancora una volta, vi sono quattro motivi che illustrano perché Paolo non si perda d'animo, nonostante il suo uomo esteriore in decadimento, le sue debolezze, malattie, offese e avversità.

1. Afflizione momentanea

Non si perde d'animo POICHE' la sua afflizione è momentanea.

Versetto 17: “Infatti la nostra leggera afflizione, che è solo per un momento...” non significa che dura 60 secondi, ma che dura soltanto una vita (che è momentanea se paragonata a un milione di millenni) ed è finita. La parola significa “presente” - “le afflizioni presenti” - quelle afflizioni che non andranno oltre questa vita. Non mi perdo d'animo... PERCHE' le mie afflizioni avranno fine. Non avranno l'ultima parola sulla mia vita.

2. Afflizione leggera

Non si perde d'animo POICHE' la sua afflizione è leggera.

Versetto 17: “Infatti la nostra leggera afflizione, che è solo per un momento...” non è il giudizio di un americano moderno senza problemi. Questo è il giudizio di Paolo. E Paolo non ha dimenticato quel che afferma in 2 Corinzi 11, 23-28:

Nelle fatiche molto di più, nelle battiture grandemente di più, molto più nelle prigionie e spesso in pericolo di morte.
 Dai Giudei ho ricevuto cinque volte quaranta sferzate meno una.
 Tre volte sono stato battuto con le verghe, una volta sono stato lapidato, tre volte ho fatto naufragio, ho trascorso un giorno e una notte sull’abisso.
 Sono stato spesse volte in viaggio fra pericoli di fiumi, pericoli di ladroni, pericoli da parte dei miei connazionali, pericoli da parte dei gentili, pericoli in città, pericoli nel deserto, pericoli in mare, pericoli fra falsi fratelli,
 nella fatica e nel travaglio, sovente nelle veglie, nella fame e nella sete, spesse volte in digiuni, nel freddo e nella nudità. Oltre a queste cose esterne, ciò che mi assilla quotidianamente, è la sollecitudine per tutte le chiese.

Quando Paolo afferma che le sue afflizioni sono leggere, non vuol dire che non siano pesanti o dolorose, bensì che, paragonate a quel che succederà, esse sono nulla. Paragonate al peso della gloria a venire, sono come piume su una bilancia. “Io ritengo infatti che le sofferenze del tempo presente non sono affatto da eguagliarsi alla gloria che sarà manifestata in noi” (Romani 8,18). Non mi perdo d'animo... POICHE' le mie afflizioni sono leggere.

3. Un peso eterno di gloria

Non si perde d'animo POICHE' la sua afflizione sta preparando in quel momento per Paolo uno smisurato, eccellente peso eterno di gloria.

Versetto 17: “Infatti la nostra leggera afflizione, che è solo per un momento, produce per noi uno smisurato, eccellente peso eterno di gloria”. Quel che si prepara per Paolo non è solo per un momento, bensì eterno. Non è leggero, bensì ponderoso. Non è l'afflizione, bensì la gloria ed è al di là di ogni comprensione. Le cose che occhio non ha visto e che orecchio non ha udito sono quelle che Dio ha preparato per quelli che lo amano (1Corinzi 2,9).

E il punto è che le afflizioni non si limitano a precedere la gloria, ma che aiutano a produrre la gloria. Vi è una reale connessione causale tra come sopportiamo le avversità adesso e quanto saremo in grado di gioire della gloria di Dio nei secoli a venire. Non un solo momento di pena paziente verrà perso. Non mi perdo d'animo... POICHE' tutti i miei triboli mi stanno preparando un eccellente e smisurato peso eterno di gloria.

4. La gloria a venire non vista ed eterna

Paolo non si perde d'animo POICHE' ha in vista una gloria a venire non vista ed eterna.

Versetto 18: “Abbiamo lo sguardo fisso non alle cose che si vedono, ma a quelle che non si vedono”. Dio potrebbe offrirvi tutta la gloria dell'universo per evitare che vi perdiate d'animo e per far sì che rinnoviate la vostra anima di giorno in giorno, ma se non avete mai guardato a essa, non ne otterrete nulla.

Il generoso invito di Dio

In effetti, è quel che Dio sta facendo proprio adesso durante questo sermone. Questo testo è il generoso invito con cui Dio offre al vostro sguardo tutti i motivi per cui non dovete perdervi d'animo, tutti i motivi per cui potete rinnovarvi di giorno in giorno.

Perciò GUARDATE! Concentratevi! Meditate! Riflettete su queste cose! Credete a quel che dice Dio. E non vi perderete d'animo, mentre il vostro uomo interiore si rinnoverà di giorno in giorno.