Armatevi con lo scopo di soffrire

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English: Arming Yourself with the Purpose to Suffer

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Di John Piper su l'Afflizione
Una parte della serie 1 Peter: Grow in the Grace & Knowledge of Christ

Traduzione di Marzia Nicole Bucca

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1 Pietro 4:1-6

Poiché dunque Cristo soffrì nella carne, anche voi armatevi degli stessi propositi; chi ha sofferto nel suo corpo ha rotto definitivamente col peccato, per non servire più alle passioni umane ma alla volontà di Dio, nel tempo che gli rimane in questa vita mortale. Basta col tempo trascorso nel soddisfare le passioni del paganesimo, vivendo nelle dissolutezze, nelle passioni, nelle crapule, nei bagordi, nelle ubriachezze e nel culto illecito degli idoli. Per questo trovano strano che voi non corriate insieme con loro verso questo torrente di perdizione e vi oltraggiano. Ma renderanno conto a colui che è pronto a giudicare i vivi e i morti; infatti con questo scopo è stata annunziata la buona novella anche ai morti, perché pur avendo subìto, perdendo la vita del corpo, la condanna comune a tutti gli uomini, vivano secondo Dio nello spirito.

Indice

Il Grande Mandato e la sofferenza

Le Scritture ci offrono un buon numero di motivi per credere che il Grande Mandato non si realizzerà senza la sofferenza. Uno di questi motivi è dato dal fatto che quando Gesù dice che il Vangelo sarà annunziato in tutto il mondo perché ne sia resa testimonianza a tutte le genti, dice anche, sempre nello stesso brano, che "sarete odiati da tutti i popoli" (Matteo 24:9, 14). In altre parole, ovunque andrete, i vostri sforzi per diffondere la buona novella del dono della vita eterna tra le nazioni saranno accolti con gioia da alcuni e con rabbia da altri.

Un altro motivo per credere che il Grande Mandato non sarà portato a termine senza la sofferenza è dato dal fatto che Paolo chiama evangelizzazione il "completare nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo" (Colossesi 1:24). In altre parole, il disegno di Dio prevede che le sofferenze di Gesù, tramite le quali abbiamo ottenuto la nostra salvezza, siano imitate e dimostrate nella propagazione di tale salvezza.

Un terzo motivo per credere che il Grande Mandato non si realizzerà senza la sofferenza è dato dal fatto che Gesù ha mandato i primi discepoli ad annunciare il Vangelo dicendo loro: "Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi." (Giovanni 20:21). "Se hanno chiamato Beelzebùl il padrone di casa, quanto più i suoi familiari!" (Matteo 10:25).

Il quarto motivo è dato dalle parole che Paolo disse a Timoteo durante la sua opera per la fondazione della chiesa ad Efeso e per la diffusione del Vangelo in Asia (Atti 19:10): "Non vergognarti, ma soffri anche tu insieme con me per il Vangelo, aiutato dalla forza di Dio . . . Prendi anche tu la tua parte di sofferenze, come un buon soldato di Cristo . . . Sappi sopportare le sofferenze, compi la tua opera di annunziatore del Vangelo" (1:8; 2:3; 4:5).

Questi sono i quattro motivi contenuti nella Bibbia—e ce ne sarebbero molti altri ancora—sul perché dovremmo aspettarci di soffrire se siamo parte dell’imminente piano di salvezza di Dio—ciò che Paolo descrive nel far passare i popoli "dalle tenebre alla luce e dal potere di Satana a Dio" (Atti 26:18). Io so di voler prendere parte a questo piano e credo che lo vogliate anche voi. Ecco perché la Prima Lettera di Pietro è per noi, oggi, così pertinente. Il suo scopo principale è quello di aiutare i cristiani a sopportare le sofferenze e a scegliere la sofferenza al posto del peccato e del silenzio.

Altre cinque parti dell’armatura della sofferenza

Nel testo di oggi Pietro offre altri cinque incoraggiamenti per aiutarci a scegliere la sofferenza per il bene di un’autentica testimonianza cristiana. Il punto principale del testo è contenuto nel versetto 1: "Poiché dunque Cristo soffrì nella carne, anche voi armatevi degli stessi propositi." Pensieri e propositi sono le nostre armi; essi ci proteggono e ci aiutano a vincere. Il proposito che Pietro ha in mente è il proposito della sofferenza, se così vuole Dio (come si legge in 3:17) per il bene della giustizia. Se sceglierete quel proposito, sarete dotati di un’armatura; innanzitutto perché non sarete colti di sorpresa quando inizierà la battaglia e poi perché sarete preparati per quello che accadrà.

Ecco a cosa servono questo brano e questo sermone. Servono ad aiutarvi e quindi ad essere ben armati quando arriverà il momento di combattere.

Ecco i cinque consigli—li potremmo chiamare le cinque parti della nostra armatura.

Parte #1: Cristo ha sofferto

Versetto 1: " Poiché dunque Cristo soffrì nella carne, anche voi armatevi degli stessi propositi." Il nostro primo consiglio è scegliere la sofferenza se necessario, così come ha fatto Cristo. A Lui non è semplicemente accaduto, Cristo la scelse. "Nessuno mi toglie la vita, ma la offro da me stesso, poiché ho il potere di offrirla" (Giovanni 10:18).

Nel suo libro One Hundred Prison Meditations [Cento Riflessioni dal Carcere] Richard Wurmbrand, pastore rumeno che trascorse quattordici anni in prigione a causa della sua fede, scrisse:

Ho accettato questa proposta. I cristiani sono destinati alla stessa vocazione del loro Re, quella di portare la croce. È questa consapevolezza della suprema vocazione a cui siamo chiamati e della cooperazione con Gesù che porta letizia nelle tribolazioni, che fa sì che i cristiani entrino in prigione per la loro fede con la stessa gioia di uno sposo che entra nella camera nuziale. [1]

Questa riflessione è la parte centrale della nostra armatura: Gesù—il creatore dell’universo, il sostenitore di tutte le cose, il Salvatore del mondo, l’Uno perfettamente innocente, il Figlio di Dio—ha scelto la sofferenza come vocazione e ci ha chiamati a prendere la nostra croce e seguirlo per trovare la vita vera ed eterna. Il nostro scopo è soffrire assieme a Lui.

Parte #2: Dare un taglio netto con il peccato

Versetto 1b: "Armatevi voi stessi degli stessi propositi, perché chi ha sofferto nel suo corpo ha rotto definitivamente col peccato." Non sono del tutto sicuro, ma credo che il significato di questo versetto è che se vi fidate abbastanza di Dio da soffrire facendo ciò che è giusto (come si legge al versetto 3:17), allora avrete dato un taglio netto con il peccato.

In altre parole, scegliete la sofferenza perché, se non lo farete, sceglierete il peccato. Ma se lo fate, darete prova che il vostro legame con il peccato è stato spezzato. Mettevi in testa il pensiero e il proposito che vale la pena soffrire per Cristo; attuate questa convinzione quando dovrete scegliere tra sofferenza e peccato e nella sofferenza il peccato sarà sconfitto e voi sarete vittoriosi. Se arriverete al punto in cui soffrirete per il bene della giustizia, avrete rotto definitivamente col peccato—non avrete raggiunto la perfezione, ma avrete dato un taglio netto con il passato del peccato.

Questa rottura è descritta al versetto 2: " . . . per non servire più alle passioni umane ma alla volontà di Dio." Soffrire per ciò che è giusto è il segno della vostra rinuncia ai desideri umani peccaminosi e che avete accolto la volontà di Dio come valore supremo. Dunque per il bene della giustizia e della libertà dal peccato, armatevi di questi propositi.

Parte #3: I peccati del passato sono sufficienti

Versetto 3: " Basta [è già abbastanza!] col tempo trascorso nel soddisfare le passioni del paganesimo, vivendo nelle dissolutezze, nelle passioni, nelle crapule, nei bagordi, nelle ubriachezze e nel culto illecito degli idoli." Si tratta di un’affermazione semplice e degna di nota: Il tempo già trascorso nel peccato è sufficiente. Basta così. Dunque non peccate più. Soffrite se è necessario. Ma non commettete altri peccati.

Armatevi di questo pensiero: il numero dei peccati commessi in passato è sufficiente. Se avete peccato poco prima della vostra conversione, basta così. Se avete peccato molto e per molti anni prima di convertirvi, basta così. Non si pecca mai così poco da dover dire: " Mi serve un altro po’ di tempo per peccare." Quanti dicono: "Allora, so di dover fare bene i conti con Dio e dare un taglio col peccato. Ma mi serve solo un altro po’ di tempo. Un altro po’ di tempo nel peccato." Pietro dice: armatevi di questo pensiero: il tempo che avete speso nel peccato è sufficiente. Dateci un taglio; scegliete la volontà di Dio. E soffrite per essa, se è necessario.

Le sofferenze alle quali si riferisce Pietro sono descritte al versetto 4: "Per questo trovano strano che voi non corriate insieme con loro verso questo torrente di perdizione e vi oltraggiano." Ecco qui—vi oltraggiano, vi calunniano, vi fanno sembrare degli stupidi. Meglio accettare questa sorte come ha fatto Gesù, se questa è la volontà di Dio, che scegliere il peccato. Il tempo che avete trascorso peccando è sufficiente. Basta così.

Parte #4: Gli avversari saranno assicurati alla giustizia

Quando soffrirete per il bene della giustizia, non avrete bisogno di ricorrere al peccato della vendetta. Non avrete bisogno di avere l’ultima parola o di quell’ultimo sguardo torvo e silenzioso. Dio è pronto a saldare tutti i conti e lo farà molto meglio di come faremmo noi.

Versetto 5: "Ma loro [cioè quelli che vi oltraggiano] renderanno conto a colui che è pronto a giudicare i vivi e i morti." Una delle tentazioni più grandi quando si soffre per il bene è quella di urlare contro le ingiustizie e chiedere all’altra persona di rendere conto delle loro azioni. Ci sono volte in cui è giusto fare così: i genitori devono comportarsi così quando i figli non sono ubbidienti (Proverbi 13:24), i poliziotti con i cittadini che non rispettano le leggi (Romani 13:4); i capi con gli impiegati sfaticati (2 Tessalonicesi 3:10) e gli anziani devono comportarsi in questo modo per la disciplina della chiesa (Ebrei 13:17). Tuttavia, la maggior parte delle volte che soffrite per il bene della giustizia, la volontà di Dio non vi esorta a chiedere delle giustificazioni, ma che lasciate fare a Lui, a colui che giudica con giustizia, come dice Pietro nella Prima Lettera al versetto 2:23: "Renderanno conto a Dio."

Quando consegnamo il nostro caso a Dio il nostro senso di giustizia chiede a gran voce di essere rassicurato che giustizia sarà fatta. Ed è quello che ci offre Pietro al versetto 5: Un giorno dovranno rendere conto. Nulla verrà insabbiato. Niente sarà dimenticato. E il giudice sarà Dio.

E non pensiamo neppure che la morte possa salvare qualcuno dall’essere giudicato. Pietro dice: Egli è pronto a giudicare i vivi e i morti. La morte non è una via di fuga per il peccatore. In Ebrei 9:27 si legge: "È stabilito per gli uomini che muoiano una sola volta, dopo di che viene il giudizio." Le cattive azioni possono essere un lontano ricordo per gli uomini. Il pentimento che non è stato raggiunto può essere dimenticato dagli uomini. La morte può arrivare alla fine di una lunga e confortevole vita nel peccato. Ma poi ci sarà il giudizio davanti al Dio che tutto ricorda.

Dunque quando soffrite ingiustamente e sentite che qualcuno "la fa franca," lasciate fare a Dio. Egli giudicherà con giustizia i vivi e i morti. Armatevi di questa sicurezza: meglio soffrire facendo il bene e lasciare il giudizio a Dio.

Parte #5: Trionferemo sulla morte

Il versetto 6 è difficile da comprendere. Penso si riferisca alle persone che hanno sentito il Vangelo e poi sono morte (e non a chi ha sentito il Vangelo dopo la morte) ma che sono rinate nello spirito con Cristo. Si legge:

Infatti con questo scopo [cioè, ritornando al versetto 5, salvare i popoli dal giudizio] è stata annunziata la buona novella anche a coloro i quali [ora] sono morti [non erano morti quando hanno sentito il vangelo], perché pur essendo giudicati nel corpo come uomini, essi possano vivere secondo Dio nello spirito.

Lo scopo di questo versetto è darci coraggio perché nonostante tutto, anche se saremo giudicati nell’oltretomba e moriremo tutti, coloro i quali ascoltano e credono al Vangelo "vivranno secondo Dio nello spirito."

Probabilmente uno dei modi in cui gli avversari calunniavano i cristiani era dicendo: "Ha! Voi dite di portare la buona novella. Dite che scamperete al giudizio. Dite che il vostro Dio è grande e vi salverà e vi darà la gioia. Beh, tutto quello che abbiamo da dire è questo: vi state perdendo un sacco di feste e morirete proprio come tutti gli altri. Quindi se voi morirete e sarete mangiati dai vermi e noi moriremo e saremo mangiati dai vermi, allora noi diciamo: "Mangiamo e beviamo, siamo felici perché domani moriremo!"

L’armatura di Pietro contro queste calunnie e il suo quinto consiglio per aiutarci ad abbracciare le sofferenze come Gesù è semplicemente questo: Il Vangelo non è stato predicato invano ai vostri amici cristiani che sono morti. Il motivo per cui il Vangelo è stato predicato a coloro i quali sono morti è per fare in modo che, nonostante sembri che essi siano stati giudicati come tutti gli altri, in realtà non lo sono stati. Essi sono vivi nello spirito. Sono vivi con il Signore. E le sofferenze che essi patiscono nel presente non sono comparabili con la gloria che sarà loro rivelata. (Romani 1 8:17).

Armatevi con lo scopo di soffrire

La parola del Signore di oggi, rivelata a ciascuno di noi, è: Armatevi con lo scopo di soffrire per il bene della giustizia se questa è la volontà di Dio. Le parti di quest’armatura che ci sostengono, ci danno coraggio e ci sorreggono sono:

Parte #1: Cristo, l’unico che amiamo e seguiamo, ha sofferto.
Parte #2: Soffrendo diamo un taglio netto con il peccato.
Parte #3: Il numero dei peccati già commessi è sufficiente. Basta così.
Parte #4: Gli avversari saranno assicurati alla giustizia.
Parte #5: Noi che abbracciamo il Vangelo trionferemo sulla morte.

Non esiste condanna per coloro i quali sono in Cristo Gesù. Seguitelo questa settimana, ovunque vi conduca, a qualunque costo.


  1. Tradotto da: Richard Wurmbrand, One Hundred Prison Sermons (Middlebury, IN: Living Sacrifice Books, 1982), p. 3.