Conoscerete la Verità e la Verità vi renderà liberi

Da Libri e Sermoni Biblici.

Versione delle 19:10, 28 ago 2012, autore: Steffmahr (Discussione | contributi)
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L’obiettivo di questo messaggio è quello di farvi vivere Gesù -il sovrano, risorto, vivo Dio dell'universo- come origine e contenuto della vera libertà nella vostra vita. Per fare ciò, abbiamo bisogno di due cose: abbiamo bisogno della verità liberatrice di Dio e della Sua grazia liberatrice. Ciò significa che prima predicherò la parola di Dio e poi pregherò per il Suo potere. Leggiamo quindi il passaggio della Bibbia su cui ci baseremo, dopo di che mi metterò a pregare.

Giovanni 8:30-36 A queste sue parole, molti credettero in lui. Gesù allora disse a quei Giudei che avevano creduto in lui: «Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». Gli risposero: «Noi siamo discendenza di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno. Come puoi tu dire: Diventerete liberi?». Gesù rispose: «In verità, in verità vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato. Ora lo schiavo non resta per sempre nella casa, ma il figlio vi resta sempre; se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero.

Signore, apri i nostri occhi alla tua verità liberatrice e a te stesso. Concedici con il tuo potere di liberarci dal nostro legame col peccato. Nel nome del Signore, Amen.

Tutti vogliamo essere liberi Credo di poter dire che chiunque si trovi in questa stanza voglia essere libero, nel senso più profondo e pieno. Se il contrario della libertà sono schiavitù e sottomissione , allora credo che nessuno le voglia. Potreste essere schiavi di abitudini molto piacevoli e allora, in questo caso, potreste volere la schiavitù. Ma se vi fermate un attimo e pensate alla felicità, senza il peso di questa schiavitù, vi renderete conto di non volere più questa sottomissione. Vorrete essere felici nella libertà, non schiavi di piacevoli dipendenze. Tutti vogliamo essere liberi.

Nel versetto 36 di Giovanni 8 troviamo Gesù che dice: ”Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero”. Questo è ciò che saremo, “liberi davvero”. La libertà nel suo senso più pieno e profondo. Questo è ciò che Gesù ci offre questa mattina. Questa è la Pasqua: la celebrazione della resurrezione di Gesù dalla morte. Lui è vivo. Non è solo un ricordo, una figura storica come Cesare, Shakespeare o John Kennedy. È tornato dalla morte con un nuovo corpo glorioso. È vivo e regna come Re dell’universo, offrendo a tutti noi la vera libertà.

Il Gesù della storia come il Gesù della nostra fede. So di dare molto per scontato quando dico queste cose, quindi fermiamoci per un attimo. Noi Cristiani crediamo che quello che i 27 libri del Nuovo Testamento dicono su Gesù sia vero. Tutti questi libri insegnano o ritengono che Gesù sia veramente vissuto, che sia morto per i peccatori per poi risorgere il terzo giorno, che sia salito in Cielo e che ora governi il mondo come il vero Dio del vero Dio (come dice la vecchia dottrina). Questi libri sono pieni di riferimenti alla risurrezione fisica di Gesù dalla morte. Per esempio, nel Vangelo di Giovanni (20:27-28), vediamo Gesù che appare a Tommaso, uno dei suoi discepoli che si era rifiutato di credere che fosse risorto, dicendogli: “Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!”. Tommaso risponde: “Mio Signore e Mio Dio!”.

Lontanissimi dal mito Tutti questi racconti di ciò che è accaduto nella vita di Gesù sono molto lontani dal mito – come ad esempio la mitologia romana o greca, oscurate da un passato distante che non ha nulla a che vedere con la vera storia. La vera storia, invece, si trova nei libri del Nuovo Testamento: il governatore romano Pilato, il re di Galilea Erode, il sommo sacerdote Caifa. Non sono figure mitologiche. Sono personaggi storici conosciuti, al di là di ciò che si trova nella Bibbia. I fatti narrati nel Nuovo Testamento (composto da 27 libri) sono stati scritti quando i testimoni oculari erano ancora in vita. Le lettere di Paolo sono state scritte 15-30 anni dopo la morte di Gesù. In una di queste, Paolo racconta che circa 500 persone avevano visto Gesù risorto e che molte di loro erano ancora in vita (1 Corinzi 15:6). Molti dei libri, forse tutti, sono stati scritti prima del 70 d.C., quaranta anni dopo la morte di Gesù. E anche se il Vangelo di Giovanni fosse stato scritto dall'anziano apostolo nel 90 d.C., il lasso di tempo sarebbe comunque breve.

La vera storia: ricordi e testimonianze Pensateci. Se dovessimo essere noi a scrivere il Nuovo Testamento oggi, nel 2011, alcuni avrebbero visto Gesù alla fine degli anni '80, altri negli anni '70 e altri, magari, persino negli anni '50. Ma non si tratterebbe di mitologia, bensì di storia. La storia che si trova nei ricordi e nelle testimonianze. Aggiungete, inoltre, che nulla avrebbe fatto più piacere ai nemici della Cristianesimo che poter portare dentro Gerusalemme il corpo di Gesù con una carriola, per dimostrare che si trattava di un imbroglio. Ma non hanno potuto farlo: la tomba era vuota e non c'era nessun cadavere. Pensate davvero che i discepoli possano aver rubato il corpo e inventato la storia della resurrezione? È ridicolo pensare che questi discepoli spaventati, che avevano abbandonato Gesù perché temevano per la loro vita e che avevano detto “Noi speravamo che fosse lui a liberare Israele” (Luca 24:21), si siano messi d'accordo per creare un simile imbroglio e morire per questo.

Non dei matti, ma dei testimoni No, i discepoli di Gesù non erano matti: erano testimoni. Nel nuovo testamento non troviamo la mitologia, ma il Gesù che i testimoni ricordano di aver visto. Richard Bauckham, che è stato docente di Nuovo Testamento all'Università di St. Andrews, nel suo libro 'Gesù e i testimoni oculari: il Vangelo come testimonianza dei testimoni oculari' afferma: “Il Gesù raffigurato nel Vangelo è il Gesù raffigurato dai testimoni oculari, il Gesù della testimonianza”. È questa la conclusione a cui giunge dopo 500 pagine di accurati studi storici. A uno di questi testimoni -Giovanni, di cui ci stiamo occupando- è dedicato un intero libro di Bauckham, 'La testimonianza dell'amato discepolo: narrativa, storia e teologia nel Vangelo di Giovanni.' Il libro sostiene che l'autore sia un testimone oculare e che “voglia essere fedele alla storia”.

La resurrezione dal punto di vista storico Con questo voglio dirvi che quando noi cristiani affermiamo che Gesù è risorto dalla morte, non parliamo del mito e non ne parliamo senza cognizione di causa. Non ne parliamo dal punto di vista spirituale o emotivo, ne parliamo dal punto di vista storico. In fondo, il Suo obiettivo è quello di conquistare la vostra fiducia e io credo che la storia di Gesù non sia così inaccessibile come si pensa. Quindi lasciate che Lui vi parli.

Un'affermazione pesante: tutti siamo schiavi del peccato Lasciate che Lui vi parli della libertà. In Giovanni 8:32 Gesù afferma: “Conoscerete la verità e la verità vi farà liberi”. Ma, come avrebbero fatto alcuni di noi, il popolo Gli risponde che è già libero (versetto 33): “Noi siamo discendenza di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno. Come puoi tu dire: Diventerete liberi?” Vediamo che il popolo si concentra su alcuni aspetti della libertà, ma non su quello che Gesù ha in mente. Per questo Gesù chiarisce (versetto 34): “In verità, in verità vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato.” Questa affermazione è pesantissima. Ci vorrebbero settimane per capirne le basi e le conseguenze, ma non abbiamo tutto questo tempo. Ci limiteremo a ripetere questa frase e a fidarci delle parole pronunciate da colui che ci conosce meglio di quanto conosciamo noi stessi. Tutti peccano e, per questo, Gesù afferma che tutti sono schiavi del peccato. Ciò significa che il peccato non è solamente un atto malvagio, ma anche un potere, nascosto nei nostri cuori, che ci porta a commettere questo atto malvagio. Pecchiamo perché siamo peccatori. Quindi, la nostra schiavitù è la schiavitù nei confronti di questo potere nascosto dentro di noi. Ci sono anche tipi di libertà che possiamo crearci da soli, ma non è questo il caso. È questo che Gesù vuole dirci. Questa schiavitù è troppo potente. Ed è una schiavitù che riguarda tutti. Solo Gesù può renderci liberi ed è per questo che ci dice (versetto 36): “Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero.”

I due modi in cui il peccato ci rende schiavi Sono due i modi in cui il peccato ci rende schiavi e, conseguentemente, sono due i modi in cui può arrivare la libertà. Prima di tutto, il peccato ci rende schiavi perché crea desideri a cui non possiamo resistere. Il peccato è questo: desiderare qualcosa più di quanto desideriamo Gesù e agire di conseguenza. Inoltre, il peccato ci rende schiavi perché, in fin dei conti, per noi è una maledizione. A meno che non intervenga qualcosa, ci porta all'inferno. Parlo di schiavitù perché qualcuno potrebbe dire “A me va bene desiderare altro, oltre a Gesù. Mi sembra una forma di libertà.” Ma non lo direste se alla fine di quella strada ci fosse la distruzione.

Libertà dalla dominazione e dalla maledizione del peccato Solo Gesù può liberarci da questi due tipi di schiavitù: la dominazione e la maledizione del peccato. Ci libera dalla maledizione del peccato diventando una maledizione per noi. “Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della legge, diventando lui stesso maledizione per noi” (Galati 3:13). Inoltre, ci libera dalla dominazione del peccato cambiando la nostra natura alla radice, tramite una nuova nascita. La cosa fondamentale è che ci dà la capacità di poter vedere che dobbiamo desiderare il nostro Salvatore più di qualsiasi altra cosa. Quando i nostri peccati vengono perdonati, quando l'ira di Dio scompare e vediamo Gesù come il più grande tesoro del mondo, allora siamo liberi tanto dalla maledizione quanto dalla dominazione del peccato. Siamo veramente liberi. Questo è ciò che Gesù ci offre.

Cos'è la piena libertà Vorrei tornare a questo tipo di liberazione, che ci porta alla libertà che desideriamo veramente. Sentendo queste parole potreste pensare: “Ma io sono già libero! Siete voi cristiani che siete legati da costrizioni morali. Io faccio quello che voglio e sono grato perché il paese in cui vivo mi dà la possibilità di farlo. È questa l'unica libertà che mi interessa”. Concludiamo quindi questo messaggio chiarendo cosa sia la piena libertà. “Liberi davvero” dice Gesù. Questo è ciò che Lui, solo Lui, può darci. Quali altri tipi di libertà ci sono? Qual è quella libertà che non ci rende “liberi davvero”?

Quattro tipi di libertà Ci sono almeno quattro tipi di libertà e ciascuno aggiunge una dimensione cruciale a quella finale, che è quella che ci rende “liberi davvero”. Cerchiamo di riassumere queste tipologie in una sola definizione di libertà piena e completa: sarete pienamente e completamente liberi –liberi davvero- quando avrete il desiderio, la capacità e l'opportunità di fare ciò che vi renderà felici per mille anni. Potremmo anche dire che sarete pienamente liberi quando avrete il desiderio, la capacità e l'opportunità di fare ciò che non vi lascerà nessun rimorso. - Se non avete il desiderio di fare una cosa, non siete pienamente liberi di farla. Potete trovare la forza di volontà di fare ciò che non volete fare, ma questa non può essere definita piena libertà. Non è così che vogliamo vivere, questa è una costrizione, una pressione che non vogliamo. - Se avete il desiderio di fare una cosa, ma non ne avete la capacità, allora non siete liberi di farla. - Se avete il desiderio e la capacità di fare una cosa, ma non l'opportunità, non siete liberi di farla. - Se avete il desiderio, l'abilità e la capacità di fare una cosa, ma questa cosa vi porta alla distruzione, allora non siete pienamente, veramente liberi. Per essere pienamente liberi, dobbiamo avere il desiderio, la capacità e l'opportunità di fare ciò che ci renderà per sempre felici, senza rimpianti. E solo Gesù, il figlio di Dio che è morto e risorto per noi, può renderlo possibile. Se il Figlio ci libererà, allora saremo veramente liberi. Per essere felici per sempre, è necessario che i nostri siano perdonati, che l'ira di Dio sparisca e che Cristo diventi il nostro Tesoro supremo. Solo Gesù può fare questo. Anzi, in realtà lo ha già fatto. È morto per i nostri peccati. Ha assorbito l'ira di Dio. È risorto dalla morte e, per questo, oggi è sommamente prezioso. E ci offre tutto questo come un regalo. Vorrei fare un esempio concreto, in modo che diventi ancora più chiaro ciò che intendo dire.

Una rappresentazione della libertà Pensiamo, ad esempio, allo skydiving: lo scopo di chi lo pratica è quello di raggiungere il massimo grado di euforia e libertà. Supponiamo che vi troviate in macchina e stiate andando in aeroporto, per fare il vostro primo salto. Ma supponiamo anche che, per colpa di una buca sulla strada, foriate una gomma e finiate contro un palo del telefono. Non siete più liberi di saltare, che ne abbiate o meno la capacità, perché l'opportunità di farlo sfuma mentre attendete il carro attrezzi. Vi manca la libertà dell'opportunità. Supponiamo invece che riusciate ad arrivare all'aeroporto, ma che non abbiate frequentato alcun corso e non sappiate nulla sullo skydiving. Vi mancano le capacità di base, non sapete come si apre il paracadute. L'opportunità c'è, ma non avete la libertà della capacità: non vi lasceranno saltare. Supponiamo che siate arrivati in aeroporto, che abbiate frequentato il corso e che quindi abbiate tutte le capacità necessarie. Ma supponiamo anche che, quando dopo il decollo il portellone si apre, guardando in basso il vostro desiderio svanisca, sostituito da una paura paralizzante. Ci sono l'opportunità e la capacità, ma non avete la libertà del desiderio. C'è però un ultimo requisito per avere la piena libertà. Supponiamo che riusciate ad arrivare in aeroporto senza ostacoli (quindi avete la libertà dell'opportunità), che abbiate tutte le conoscenze necessarie (quindi avete la libertà della capacità)e che, guardando fuori da portellone e vedendo i minuscoli silos, i granai e le fattorie, non vediate l'ora di buttarvi (quindi avete la libertà del desiderio). E così vi buttate. Ma, mentre siete in caduta libera e vi godete pienamente questa esperienza, non sapete che il vostro paracadute è difettoso e non si aprirà. Siete liberi? Pienamente, veramente liberi? No. ciò che state facendo con tanta felicità e libertà vi ucciderà. Anche se non lo sapete, siete schiavi della distruzione. Ha le sembianze della libertà, ma molto presto tutto, tutta l'euforia, si rivelerà essere un'illusione. Fra trenta secondi sarete morti. Per essere pienamente, veramente liberi, il Figlio di Dio deve liberarvi.

Morto e risorto per renderci veramente liberi Non abbiamo un paracadute creato dall'uomo, ma abbiamo un Salvatore. Poiché è morto per noi, non c'è condanna. L'inesorabile e mortale forza gravitazionale dei nostri peccati è bloccata. Lui ci ha afferrato mentre cadevamo ed è diventato il nostro Tesoro supremo. Il nostro destino e i nostri desideri sono nuovi e Lui ne è origine e contenuto. Ci ha dato un nuovo desiderio ed è Lui stesso il nuovo desiderio. “Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero”. Non è quindi sciocco per un cristiano invidiare la cosiddetta libertà di coloro che si gettano dal grattacielo del peccato e gioiscono a lungo, dimenticandosi di Gesù, per questa caduta libera provocata dall'avarizia, dalla droga, dalla fama, dal sesso, dal potere, dalla lussuria. Tutta questa libertà è come vapore, ma chi ha fede in Gesù e lo considera il più grande tesoro riuscirà ad alzarsi in volo, come un'aquila, e sarà felice, anche tra mille anni. Sarà veramente libero. Con questo messaggio Gesù non vi sta solo dando delle informazioni, vi sta anche invitando. Fidatevi di lui. Consideratelo un tesoro. È morto e risorto per renderci veramente liberi.