Perché abbiamo bisogno di rinascere?

Da Libri e Sermoni Biblici.

Versione delle 20:06, 21 apr 2015, autore: Pcain (Discussione | contributi)
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Efesini 2,1-10

Anche voi eravate morti per le vostre colpe e i vostri peccati 2 nei quali un tempo viveste, alla maniera di questo mondo, seguendo il principe delle Potenze dell'aria, quello spirito che ora opera negli uomini ribelli. 3 Anche tutti noi, come loro, un tempo siamo vissuti nelle nostre passioni carnali seguendo le voglie della carne e dei pensieri cattivi: eravamo per natura meritevoli d'ira, come gli altri. 4 Ma Dio ricco di misericordia, per il grane amore con il quale ci ha amato, 5 da morti che eravamo per le colpe, ci ha fatto rivivere con Cristo: per grazia siete salvati. 6 Con lui ci ha anche risuscitato e ci ha fatto sedere nei cieli, in Cristo Gesù, 7 per mostrare nei secoli futuri la straordinaria ricchezza della sua grazia mediante la sua bontà verso di noi in Cristo Gesù. 8 Per grazia infatti siete salvati mediante la fede; e ciò non viene da voi, ma è dono di Dio; 9 né viene dalle opere, perché nessuno possa vantarsene. 10 Siamo infatti opera sua, creati in Cristo Gesù per le sue opere buone che Dio ha preparato perché in esse camminassimo.

Uno dei più grandi libri mai scritti su Dio, e cioè, Istituzione di Giovanni Calvino, inizia con questa frase: “Quasi tutta la saggezza che possediamo, cioè, la saggezza vera e buona, si compone di due parti: la conoscenza di Dio e quella di noi stessi”. Quello che potremmo aver bisogno di ricordare ai nostri giorni, non è che la conoscenza di Dio è difficile da comprendere e da accettare – che è più o meno evidente – ma che la conoscenza di noi stessi è altrettanto difficile da comprendere e accettare. In effetti, può essere più difficile. In primo luogo, perché una vera conoscenza di noi stessi presuppone una vera conoscenza di Dio e, in secondo luogo, perché tendiamo a credere di conoscere noi stessi quando, in realtà, la nostra natura o la nostra condizione sono oltre la nostra comprensione senza l'aiuto di Dio. Chi può conoscere il cuore umano?

Il profeta Geremia scrive: “Niente è più infido del cuore e difficilmente guarisce! Chi lo può conoscere?” (Geremia 17,9). Davide ha detto nel Salmo 19,12, “Anche il tuo servo ne è illuminato, per chi li osserva è grande il profitto”. In altre parole, non comprenderemo mai fino in fondo la nostra condizione di peccato. Se il nostro perdono dipendesse dalla pienezza della conoscenza dei nostri peccati, dovremmo tutti perire. Nessuno conosce l'entità del proprio peccato. È più profondo di quello che si pensa.

Ma la Bibbia non ci lascia senza un aiuto per conoscere noi stessi. Il fatto di non poter conoscere appieno quanto siamo peccaminosi, non significa che non possiamo conoscere profondamente quanto siamo peccaminosi. La Bibbia ci offre un messaggio chiaro e devastante riguardo lo stato delle nostre anime. E la ragione per cui lo fa è per farci sapere di cosa abbiamo bisogno e gridare di gioia quando Dio ce lo donerà.

Indice

Perché dobbiamo rinascere?

Questa serie tratta l'argomento della rinascita. Abbiamo sentito Gesù dire in Giovanni 3,7 “Dovete rinascere”. E in Giovanni 3,3 “Se uno non nasce dell'alto, non può vedere il regno di Dio”. In altre parole, rinascere è qualcosa di infinitamente serio. Paradiso e inferno sono appesi a un filo. Non vedremo il regno di Dio a meno che non rinasciamo. Quindi, la domanda di oggi è: Perché? Perché è così necessario? Perché non è sufficiente un altro rimedio, come ricominciare da capo, migliorare la morale o l'autodisciplina? Perché questa cosa radicale, spirituale e soprannaturale chiamata rinascita o rigenerazione? Questa è la domanda alla quale cercheremo di dare una risposta oggi e nella prossima settimana.

Diagnosi: siamo morti

Il testo utilizzato come apertura di questo messaggio è Efesini 2. Due volte, nei versetti 1 e 5, Paolo dice che siamo morti a causa dei nostri peccati. Versetto 1: “eravate morti per le vostre colpe e i vostri peccati”. Versetti 4-5: “Ma Dio ricco di misericordia, per il grane amore con il quale ci ha amato, da morti che eravamo per le colpe, ci ha fatto rivivere con Cristo: per grazia siete salvati.” Quindi, Paolo ci descrive due volte come “morti”.

Rimedio: “Dio ci ha fatto rivivere”

E il rimedio a questo si trova nel versetto 5: “Dio ci ha fatto rivivere”. Voi non potrete mai sperimentare la pienezza della grandezza dell'amore di Dio per voi se non vedete il Suo amore in relazione alla vostra precedente mancanza di vita. Perché il versetto 4 dice che la grandezza del Suo amore è mostrata proprio in questo: da morti che eravamo, ci ha fatto rivivere. “Ma Dio ricco di misericordia, per il grane amore con il quale ci ha amato, da morti che eravamo per le colpe, ci ha fatto rivivere con Cristo”. Grazie al Suo grande amore per noi, ci ha fatto rivivere. Se non sapete di essere morti, non conoscerete la pienezza dell'amore di Dio.

Considero questo miracolo, “Ci ha fatto rivivere” come quello che Gesù chiama rinascita. Un tempo non avevamo una vita spirituale, poi Dio ci ha sollevati da quello stato di torpore spirituale. E ora siamo vivi. Quello che accade è lo stesso di quando Gesù dice che dobbiamo rinascere dallo Spirito (Giovanni 3,5) e “È lo Spirito che dà la vita” (Giovanni 6,63).

Nuovo patto d'amore

Quindi, possiamo dire che l'opera di rigenerazione, quella della rinascita, quella di essere resi vivi, scaturisce dalla grande misericordia di Dio e dalla grandezza del Suo amore. “Ma Dio, (1) ricco di misericordia, (2) per il grane amore con il quale ci ha amato, da morti che eravamo per le colpe, ci ha fatto rivivere con Cristo” Questo è il nuovo patto d'amore. Questo è il tipo di amore che Dio prova per la sua sposa. Egli la trova morta (Ezechiele 16,4-8), e le sacrifica il proprio Figlio per poi farla rivivere. E Lui la protegge per sempre. “Io do loro la vita eterna”, ha detto Gesù, “e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano” (Giovanni 10,28). Perché la rinascita è necessaria.

Quindi, la domanda è: Cosa significa questa mancanza di vita? Ci sono almeno dieci risposte nel Nuovo Testamento. Se le consideriamo onestamente e se preghiamo ci renderanno profondamente umili e ci indurranno a essere stupiti di fronte al dono della rinascita. Allora, quello che mi propongo di fare è parlare di sette di queste risposte oggi e tre la prossima settimana, quando cercheremo di rispondere anche a una domanda più grande: Abbiamo davvero bisogno di essere cambiati? Non possiamo solo essere perdonati e giustificati? Questo non ci farebbe andare in paradiso? Ma ne parleremo la prossima volta.

Ecco sette delle spiegazioni bibliche sulla nostra condizione privata della rinascita e perché essa è così necessaria.

1. Senza la rinascita, siamo morti per le colpe e i peccati (Efesini 2,1-2).

Morto implica senza vita. Non fisicamente o moralmente. Versetto 1: Stiamo “camminando” e “seguendo” il mondo. Versetto 2: abbiamo “passioni” carnali e mettiamo in pratica “i desideri del corpo e della mente”. Quindi, non siamo morti nel senso che non possiamo peccare. Siamo morti nel senso che non possiamo vedere o percepire la gloria di Cristo. Noi siamo spiritualmente morti. Siamo insensibili a Dio, a Cristo e a questa Sua parola. Consideriamo, adesso, come questo viene spiegato in altre nove descrizioni della nostra condizione prima che la rinascita avvenga.

2. Senza la rinascita, siamo per natura meritevoli d'ira (Efesini 2,3).

Versetto 3: “Eravamo per natura meritevoli d'ira, come gli altri.” Il punto principale di questo è quello di rendere chiaro che il nostro problema non è solo in ciò che facciamo, ma in ciò che siamo. Senza la rinascita, io sono il mio problema. Non siete voi il mio problema principale. I miei genitori non erano il mio problema principale. I miei nemici non sono il mio problema principale. Io sono il mio problema principale. Non le mie azioni, non la mia situazione e nemmeno le persone nella mia vita, ma la mia natura è il mio più profondo problema personale.

La mia natura non si è tramutata da buona a cattiva perché ho compiuto delle cattive azioni. “Ecco, nella colpa io sono nato, nel peccato mi ha concepito mia madre” (Salmo 51,7). Questo è quello che sono. La mia natura è egoista, egocentrica, esigente e molto esperta nel farvi sentire come se foste voi il problema. E se la vostra prima risposta a tale affermazione è conosco persone del genere, dovreste essere completamente ciechi alla scaltrezza del vostro cuore.

Paolo descrive la nostra natura prima della rinascita come “meritevoli d'ira”. In altre parole, l'ira di Dio ci appartiene come l'ira di un genitore appartiene a un bambino. La nostra natura è così ribelle, egoista e così insensibile verso la maestà di Dio che la Sua santa rabbia ne è una risposta naturale e giusto.

3. Senza la rinascita, amiamo il buio e odiamo la luce (Giovanni 3,19-20).

Questo è il giudizio: la luce è venuta nel mondo e la gente amava le tenebre più della luce, perché le loro opere erano malvagie. Infatti chiunque compie azioni malvagie, odia la luce e non viene alla luce affinché le sue opere siano esposte. (Giovanni 3,19-20)

Queste parole di Gesù enunciano alcune cose riguardo la nostra natura se non avvenisse la rinascita. Noi non siamo neutrali quando la luce spirituale ci si avvicina: vi resistiamo. E non siamo neutrali quando le tenebre spirituali ci avvolgono: le accettiamo. Amore e odio sono attivi nel cuore non rigenerato. E si muovono esattamente nella direzione sbagliata – si odia ciò che si dovrebbe amare e si ama ciò che si dovrebbe odiare.

4. Senza la rinascita, i nostri cuori sono duri come pietre (Ezechiele 36,26; Efesini 4,18).

Lo abbiamo visto la scorsa settimana in Ezechiele 36,26, quando Dio dice: “toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne”. Qui in Efesini 4,18, Paolo risale alla nostra condizione attraverso il buio per descrivere l'alienazione, l'ignoranza e la durezza del cuore. “Loro sono accecati nella loro mente, estranei alla vita di Dio a causa dell'ignoranza che è in loro e della durezza del loro cuore.” Il nostro problema principale non è l'ignoranza. C'è qualcosa di più profondo: “l'ignoranza che è in loro, a causa della durezza del loro cuore”. La nostra ignoranza è un'ignoranza colpevole, non innocente. Si è radicata nei cuori duri e resistenti. Paolo dice in Romani 1,18 che soffochiamo la verità nell'ingiustizia. L'ignoranza non è il nostro problema più grande. La durezza e la resistenza lo sono.

5. Senza la rinascita, non possiamo sottometterci a Dio o compiacerLo (Romani 8,7-8).

In Romani 8,7 Paolo dice: “La mente che è impostata sulla carne [letteralmente: la mente della carne] è ostile a Dio, perché non si sottomette alla legge di Dio; anzi, non può. Coloro che sono nella carne non possono piacere a Dio”. Possiamo dedurre dal versetto successivo quello che Paolo intendeva dire con “mente della carne” ed essere “nella carne”. Ha detto nel versetto 9: “Voi, però, non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi”. In altre parole, distingue quelli che sono rinati e sono fatti di Spirito da coloro che non sono rinati e quindi non sono fatti di Spirito ma di carne. Ciò che è nato dallo Spirito è Spirito e ciò che è nato dalla carne è carne (Giovanni 3,5).

Ciò a cui Paolo vuole arrivare è che senza lo Spirito Santo, le nostre menti sono così resistenti all'autorità di Dio che non si sottometteranno – non sarà possibile farlo – a Lui. “La mente che è impostata sulla carne è ostile a Dio, perché non si sottomette alla legge di Dio; anzi, non può farlo”. E se non possiamo sottometterci a Lui non possiamo compiacerLo. “Quelli che si lasciano dominare dalla carne non possono piacere a Dio”. Questo spiega quanto morti, oscuri e duri siamo verso Dio finché Dio non ci fa rinascere.

6. Senza la rinascita, non possiamo accettare il Vangelo (Efesini 4,18; 1 Corinzi 2,14).

In 1 Corinzi 2,14 Paolo ci spiega in modo diverso a cosa portano questa mancanza di vita e questa durezza, parlando delle cose che siamo in grado di fare. Egli dice: “Ma l'uomo lasciato alle sue forze [cioè, la persona non rigenerata per natura] non comprende le cose dello Spirito di Dio: esse sono follia per lui e non è capace di intenderle, perché di esse si può giudicare per mezzo dello Spirito”. Il problema non è che le cose di Dio sono troppo complesse. Il problema è che, chi non è rinato, le considera delle sciocchezze. “Non comprende le cose dello Spirito di Dio: esse sono follia per lui”. In effetti, sono così folli per lui che non riesce a capirle.

Intendiamoci: questa è un'impossibilità morale, non fisica. Quando Paolo dice: “L'uomo lasciato alle sue forze … non è capace di intenderle”, intende dire che il cuore è così resistente a riceverle che la mente giustifica la ribellione del cuore vedendole come sciocchezze. Questa ribellione è così completa che il cuore non può ricevere le cose dello Spirito. Questa è la vera incapacità. Ma non è un'incapacità forzata. La persona non rigenerata non può capire perché non capirà. Le sue preferenze per il peccato sono così forti da non poter scegliere il bene. Si tratta di una vera e terribile schiavitù. Ma non è una schiavitù innocente.

7. Senza la rinascita, ci è impossibile venire a Cristo o accettarLo come Signore (Giovanni 6,44, 65; 1 Corinzi 12,3).

In 1 Corinzi 12,3 Paolo dichiara: “Nessuno può dire 'Gesù è Signore!', se non sotto l'azione dello Spirito Santo”. Non intende dire che un attore su un palcoscenico o un ipocrita in una chiesa non possano dire le parole “Gesù è il Signore” senza lo Spirito Santo. Intende dire che nessuno può dire queste parole sinceramente senza essere nato dallo Spirito. È moralmente impossibile per i cuori senza vita, bui, duri e resistenti di celebrare la grandezza di Gesù senza essere rinato.

Oppure, come dice Gesù tre volte in Giovanni 6, nessuno può venire a Lui a meno che il Padre non lo attiri. E quando questo mette una persona in relazione viva con Gesù, parliamo di rinascita. Versetto 37: “Tutto ciò che il Padre mi , verrà a me”. Versetto 44: “Nessuno può venire a me, se il Padre che mi ha mandato non lo attira”. Versetto 65: “Nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre”. Tutte queste meravigliose opere di attrarre, concedere, e donare sono opera di Dio nella rigenerazione. Senza di loro non ci avvicineremmo a Cristo, perché non lo vorremmo. Questo è ciò che cambia in seguito alla rinascita.

Una risposta personale e urgente

C'è altro da dire sul perché la rinascita è necessaria, ma per oggi basta. Concludiamo tornando alle sorprendenti parole piene di speranza di Efesini 2:4-5: “Ma Dio ricco di misericordia, per il grane amore con il quale ci ha amato, da morti che eravamo per le colpe, ci ha fatto rivivere con Cristo: per grazia siete salvati. ”

Si può reagire in due modi diversi: uno è teorico e impersonale; l'altro è personale e urgente. Uno dice: Come è possibile che questo accada? L'altro dice: oggi Dio mi ha portato qui e mi ha parlato in questi testi. La misericordia, l'amore e la grazia di Dio mi sembrano disperatamente necessarie e belle oggi. O Dio, oggi, mi sottometto alla Tua incredibile grazia che mi ha portato qui, mi ha svegliato, mi ha intenerito e ha aperto il mio cuore. Grazie a Dio per la ricchezza della Sua misericordia e del Suo amore e la potenza della Sua grazia.