Perché Dio ci dice che si diletta dei suoi figli

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English: Why God Tells Us He Delights in His Children

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Di John Piper su l'Amore di Dio
Una parte della serie Taste & See

Traduzione di Giorgio Conte

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La domanda non è se Dio trova diletto dai suoi figli. Lui si diletta di loro. La domanda è duplice: primo, cosa in noi gli dà gioia? E secondo, perché ci dice che si diletta di noi? Qual’è l’effetto che Dio vuole che ciò abbia? (Quando dico “Dio”, intendo tutto ciò che Dio è per noi in Cristo. Intendo il Dio cristiano, uno e trino).

In primo luogo, osserviamo alcuni passi della Scrittura che parlano del compiacimento di Dio per il suo popolo e la Sua lode al loro riguardo.

Per dare una risposta alle domande che ci siamo posti all’inizio, abbiamo bisogno di prestare attenzione anche a questa verità: Dio ci comanda di gioire in lui.

Nota: questi due ultimi versetti mostrano qualcosa di cruciale. Uno afferma che quando ami la salvezza di Dio, come prima cosa non dici “Sia glorificata la salvezza di Dio”! ma “Sia glorificato Dio”! E quando sperimenti la bontà del Signore, non dici “le mie labbra loderanno la tua bontà”, ma “le mie labbra ti loderanno” In altre parole, in tutti questi passi il comandamento è di rallegrarsi in Dio stesso, e tutte le altre benedizioni di cui godiamo dovrebbero condurci a Dio in persona come nostra finale e più piena soddisfazione. Pertanto, la mia risposta alla prima domanda iniziale è: alla radice, il motivo per cui Dio trova diletto da noi è che noi troviamo diletto in Lui.

Questo ci porta alla seguente ovvia deduzione: Dio approva ciò che è giusto. Egli gioisce del nostro pensare, sentire e fare ciò che è retto. Dobbiamo quindi chiederci: che cosa è giusto, in ultima analisi? Cosa rende qualcosa “retto”? La mia risposta è: “rettitudine” significa pensare, sentire e agire in un modo che esprima, nelle giuste proporzioni, il valore di ciò che è più pregiato. La rettitudine è pensare, sentire e attuare ciò che proviene da un percezione reale del valore supremo di Dio. Significa cioè discernere in modo veritiero, gustare in modo adeguato, e mostrare in modo coerente –attraverso le proprie azioni– la virtù infinita di Dio. Pertanto, stiamo facendo ciò che è giusto quando comprendiamo la verità del valore di Dio per ciò che esso è, quando lo sentiamo in noi in modo rispondente alla sua universale supremazia, e quando agiamo in modi che esprimono la somma virtù di Dio. Questo è il significato di “giusto”.

Di conseguenza, quando diciamo che Dio gioisce del nostro pensare, sentire e praticare ciò che è giusto, intendiamo dire che Lui si diletta del nostro scorgere, assaporare, e dimostrare coi fatti il Suo valore supremo. Dio dà valore al nostro valorizzarLo. Dio trova piacere nel nostro trovare piacere in Lui.

Ora la seconda domanda che ci siamo posti sopra è: perché Dio ci dice che si diletta di noi? Dovremmo essere lieti di udirlo? Sì, dovremmo esserlo. Ma perché? Qual’e' l’essenza della nostra gioia nell’apprenderlo? È possibile udirlo, ed esserne felici, in un modo che può essere devastante.

Il motivo più appropriato per essere felici che Dio trovi diletto del nostro dilettarci in Lui è perché ciò conferma che la nostra gioia è veramente in Dio. Questo fissa il nostro sguardo più fermamente su di Lui, e rende più profonda la nostra gioia nel suo splendore. Ma c'è un modo devastante di rispondere all’approvazione divina nei nostri confronti. Cosa succederebbe se udendo che Dio si diletta di noi, venissimo distolti dal bearci in Lui e indotti invece a gioire del fatto che Dio si delizia di noi? A cosa ci condurrebbe il percepire la Sua lode nei nostri riguardi come uno stimolo verso ciò che davvero ci piace, vale a dire, essere lodati? Cosa comporterebbe l’eventualità che il motivo ultimo di ciò che ci rende felici non fosse Dio stesso, ma l’attenzione e la lode da parte Sua? Se è questa la motivazione di fondo, allora non ci stiamo dilettando in Dio, ma solo utilizzando il diletto in Dio per ottenere le Sue lodi. Ciò sarebbe devastante. Quando la gioia di Dio per noi ci attrae a godere del fatto di essere l’oggetto della Sua gioia, smettiamo di fare proprio ciò di cui Dio si diletta.

L'insegnamento che Dio trova piacere in noi è molto pericoloso. Assolutamente vero. Ed estremamente pericoloso. Il motivo per cui è così rischioso è che siamo creature decadute, e il piacere principale per la nostra natura carnale non è il sesso ma l’auto-esaltazione. La nostra natura peccaminosa ama essere lodata per ciò che siamo e ciò che abbiamo conseguito. Ovviamente il rimedio a questa situazione non è quello di rendere Dio colui che tesse le nostre lodi, pensando che vada tutto bene. Ciò può essere letale. Le lodi di Dio per noi ci faranno bene, se le accogliamo come una conferma che siamo davvero deliziandoci in Lui. La lode di Dio per la nostra gioia in Lui vuole aiutarci a continuare a godere della Sua persona, e a non essere distratti da nessun’altra cosa. Dio non voglia che la Sua lode per la nostra esultanza in Lui, ci porti a godere di tale lode fine a se stessa, allontanandoci dal gioire in Lui.

Ascoltatemi bene. Noi ci deliziamo per essere lodati da Dio. Ma non nel modo in cui lo farebbe una mente carnale. La lode di Dio per noi non è il fondamento della nostra gioia. Non dovremmo lasciare che la Sua lode ci distragga da quello che sta esattamente lodando—vale a dire, la nostra gioia in Lui. Ci compiacciamo di essere lodati da Dio perché rafforza e aumenta la nostra concentrazione su di Lui, piuttosto che distrarci da Lui. Persino la Sua misericordiosa accettazione del nostro imperfetto trovare diletto in Lui, lo rende più bello in sé. Possano coloro che odono le parole “Ben fatto, servo buono e fedele” dire, “Com’è grande e misericordioso il nostro Dio”!

Il rapporto tra quello che ho detto qui e la dottrina della giustificazione per fede, è che Dio guarda ai Suoi figli attraverso la lente della giustizia ascritta a Cristo. Ciò vuol dire due cose: una è che Dio ci reputa perfetti in Cristo. L'altra è che può continuare a vederci diventare in pratica ciò che siamo come posizione in Cristo. La lente della giustificazione garantisce il diritto della nostra posizione permanente e invincibile con Dio. Essa ci assicura anche del diletto di Dio del nostro compiacimento spesso inadeguato in Lui. Questo significa che, anche se siamo considerati perfettamente giusti in Cristo, Dio può tuttavia vedere sia il nostro peccare ancora presente che il frutto dello Spirito nella nostra vita. Per questo motivo Lui può dilettarsi di noi in misura maggiore o minore. Questo lo sappiamo perché da un lato Lui ci ritiene perfettamente giusti (Romani 4: 4-6), dall’altro ci disciplina per il peccato nella nostra vita (1 Corinzi 11: 32). Di conseguenza, il diletto di Dio per la nostra gioia in Lui varia in proporzione all’affetto del nostro cuore, ma è possibile unicamente perché Dio ci imputa la perfetta giustizia di Cristo.

Desiderando ardentemente di deliziarmi risolutamente con voi in Dio,

Pastore John