Il ministero nascosto della maternità

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English: The Hidden Ministry of Motherhood

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Traduzione di Marta Casara

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Tra un "Mamma, voglio uno spuntino" e strilli di bimbi, mentre piccoli pugni picchiano su un seggiolone, controllo i miei numeri online. Quante visite oggi sul blog? Qualcuno ha commentato il mio post su Facebook? Ci sono nuovi blogger là fuori che cliccano sul pulsante "Mi piace"? C'è qualcuno che legge questa roba a parte i miei genitori?

Questi pensieri sembrano innocenti, ma a volte so che provengono da un cuore che desidera essere notato e riconosciuto per sé stesso. Spesso sono sconcertata da questo forte desiderio di essere conosciuta e vista. Forse è perché il ruolo che gioco come mamma è un ruolo nascosto. Il mio ministero principale è limitato tra quattro mura. Non ricevo uno stipendio, non ho tempo libero, promozioni o aumenti come mio marito. Non sempre ottengo risultati immediati per i miei sforzi, a meno che non si pensi che un bagno splendente e bambini vestiti e nutriti come si deve siano un traguardo (e credetemi, lo è).

Questo non è per dire che le mamme non possono lavorare fuori casa in varie misure e ottenere in qualche modo uno stipendio, ma il ruolo principale per cui Dio ci chiama come mogli e madri è la nostra casa e la nostra famiglia. Dio ha creato le donne perché sostengano e nutrano la vita, e gli uomini perché provvedano e proteggano la vita di donne e bambini. La disposizione del cuore in queste questioni si manifesta lì dove si trovano le nostre priorità.

La visione diversa di Gesù sull'uguaglianza

La chiamata che Dio pone sulle donne spesso ha l'apparenza di un ruolo nascosto rispetto a quello degli uomini intorno a noi. E tuttavia siamo, uomini e donne, uguali davanti a Dio in dignità e valore. La nostra nazione, fondata sui principi dell'uguaglianza — "tutti gli uomini sono stati creati uguali", — rappresenta una verità che può trovare conferma nella Scrittura. Ma non c’è voluto molto perché la nostra ricerca di uguaglianza venisse corrotta da sentimenti di acquisizioni di diritto. I diversi ruoli assegnati da Dio nel matrimonio e la Chiesa gridano disuguaglianza al mondo e alle fortezze di malcontento nei nostri stessi cuori. La nostra società, e anche molti all'interno della Chiesa, considerano l'uguaglianza come un'uniformità mono-dimensionale in cui uomini e donne, mamme e papà, rivestono ruoli intercambiabili.

Molte donne cristiane oggi segretamente - o non segretamente - bramano il pulpito e il comando. Nel nostro processo di competizione con gli uomini reclamiamo sempre più diritti. Ci facciamo beffe dell'adempiere ai ruoli nascosti, perché vogliamo essere visti e ascoltati. Siamo diventati troppo importanti ai nostri stessi occhi. Non c'è di per sé nulla di sbagliato nel voler essere visti, ascoltati e conosciuti. Questi sono i desideri stabiliti da Dio e hanno lo scopo di indicarci colui che "non considerò l'essere uguale a Dio qualcosa a cui aggrapparsi tenacemente.". In Filippesi 2,5-8 è detto:

“Abbiate in voi lo stesso sentimento che già è stato in Cristo Gesù, il quale, essendo in forma di Dio, non considerò qualcosa a cui aggrapparsi tenacemente l'essere uguale a Dio, ma svuotò se stesso, prendendo la forma di servo, divenendo simile agli uomini; e, trovato nell'esteriore simile ad un uomo, abbassò se stesso, divenendo ubbidiente fino alla morte, e alla morte di croce.”.

Abbiamo molto da imparare da Gesù nella quiete apparente e nella segretezza della maternità. Egli può provare compassione per noi, perché entrando nel nostro mondo ha assunto un ruolo nascosto. Essendo una cosa sola con Dio, Gesù era in cielo il centro dell'attenzione e la Sua gloria brillava come il sole cocente. La lode ricevuta da Gesù nei regni celesti non ha mai avuto interruzioni. Egli ha costantemente ricevuto grande fama e riconoscimento; è sempre stato visto, ascoltato e conosciuto. Eppure ha scelto di assumere su di sé l'umanità e l'oscurità, incarnandosi in un bambino sconosciuto nato in una città senza importanza. Colui che solo è degno di ogni fama e riconoscimento ha assunto la forma di un servo.

Questo atto di umile obbedienza non fece sentire Gesù meno sicuro nella Sua uguaglianza con Dio. Gesù stava svolgendo un ruolo diverso da quello di Dio Padre, ma non lo vediamo mai esprimere sentimenti di inferiorità. Era così fiducioso della sua eguaglianza con Dio che ciò non lo smosse dalla sua decisione. Gesù non si lamentò mai con Dio di essere trattato ingiustamente dicendo: "Perché io? Perché non lo fai tu, invece? " Ciò non significa che Gesù non abbia lottato mentre si avviava al Calvario, come sappiamo che fece nel giardino del Getsemani, ma ciò che questo episodio rivela è che la visione di Gesù sull'uguaglianza è fondamentalmente diversa da quella della nostra società.

Dio vede e riconosce

Quando Gesù assunse la nostra carne, ad accoglierlo non furono in molti, ma solo un gruppo sgangherato di pastori. Era disonorato nella sua patria (Marco 6,4). Fu respinto dal suo stesso popolo (Giovanni 1,11), tradito e abbandonato dai suoi migliori amici e, alla fine, giustiziato come un criminale. Non meritò mai un tale trattamento, eppure si arrese volontariamente a esso. Il Suo grido di abbandono dalla croce, "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?" (Matteo 27,46) rimase senza risposta, così che in Lui avremmo potuto essere ascoltati da Dio. Dio distolse lo sguardo da Gesù nel Suo ruolo di incarnazione di tutti i nostri peccati, così da poter vegliare su di noi nella gioia assoluta di una piena riconciliazione. La fama e il riconoscimento di Gesù si affievolirono, così che potessimo essere riconosciute come figlie di Dio. Il Suo sacrificio ci ha permesso di essere viste, ascoltate e conosciute - * da Dio *.

Il sacrificio di Gesù sembrava non importante e insignificante per l'uomo, ma velata dall'occhio naturale - nascosta – vi era in realtà una grande gloria, perché le Sue azioni mietevano benefici eterni per il Suo popolo. Allo stesso modo, i nostri sacrifici nascosti come madri non sono poco importanti o insignificanti, perché sotto l'asciugare nasi e lacrime, sotto i capricci vi è una grande gloria che si traduce in benefici eterni.

Possiamo seguire l'esempio di Gesù ogni giorno nelle nostre case, assumendo la forma di un servitore. Una vita svuotata di se stessa, nel nome di Gesù, non passa inosservata a Dio. Questo è tutto ciò che conta veramente: essere visti da Dio nei nostri ruoli apparentemente nascosti.