Essere genitori, mantenendo la speranza nei tempi più cupi

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English: Parenting with Hope in the Worst of Times

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Di John Piper su Genitori

Traduzione di Porzia Persio

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Michea 7,1-20

Guai a me! Poiché sono come quelli che raccolgono frutti estivi, come quelli che racimolano l’uva dell’annata: non c’è alcun grappolo da mangiare, la mia anima desidera un fico primaticcio.
L’uomo pio è scomparso dalla terra, fra gli uomini non c’è più gente retta, tutti stanno in agguato per versare sangue, ognuno dà la caccia al proprio fratello con la rete.
Entrambe le loro mani sono protese a fare il male con bravura; il principe pretende, il giudice cerca ricompense, il grande manifesta la sua cupidigia; così pervertono insieme la giustizia.
Il migliore di loro è come un roveto, il più retto è peggiore di una siepe di spine.

Il giorno della tua punizione viene; ora sarà la loro confusione.
Non fidatevi del compagno, non riponete fiducia nell’intimo amico; custodisci le porte della tua bocca davanti a colei che riposa sul tuo seno.
Poiché il figlio disonora il padre, la figlia insorge contro la madre, la nuora contro la suocera, i nemici di ognuno sono quelli di casa sua.

Ma io guarderò all’Eterno, spererò nel DIO della mia salvezza; il mio DIO mi ascolterà.
Non rallegrarti di me, o mia nemica! Se sono caduto, mi rialzerò; se siedo nelle tenebre, l’Eterno sarà la mia luce.
Io sopporterò l’indignazione dell’Eterno, perché ho peccato contro di lui, finché egli difenderà la mia causa e farà giustizia per me; egli mi farà uscire alla luce e io contemplerò la sua giustizia.
Allora la mia nemica lo vedrà e sarà coperta di vergogna, lei che mi diceva: “Dov’è l’Eterno, il tuo DIO?”. I miei occhi la guarderanno con piacere, mentre sarà calpestata come il fango delle strade.

Quando si ricostruiranno le tue mura, in quel giorno il tuo confine sarà grandemente esteso.
In quel giorno verranno a te, dall’Assiria e dalle tue città fortificate, dalla città fortificata fino al Fiume, da mare a mare e da monte a monte.
Ma il paese sarà ridotto in desolazione a causa dei tuoi abitanti, a motivo del frutto delle loro azioni.

Pasci il tuo popolo con la tua verga, il gregge della tua eredità, che sta solitario nella foresta in mezzo al Karmel. Pascolino in Bashan e in Galaad, come nei tempi antichi.

“Come ai giorni in cui uscisti dal paese d’Egitto, io farò loro vedere cose meravigliose”.
Le nazioni vedranno e si vergogneranno di tutta la loro potenza; si metteranno la mano sulla bocca, le loro orecchie rimarranno sorde.
Leccheranno la polvere come il serpente, come i rettili della terra, usciranno tremanti dai loro nascondigli; avranno paura dell’Eterno, il nostro DIO, e avranno timore di te.

Qual Dio è come te, che perdona l’iniquità e passa sopra la trasgressione del residuo della sua eredità? Egli non conserva per sempre la sua ira, perché prende piacere nell’usare misericordia.

Egli avrà nuovamente compassione di noi, calpesterà le nostre iniquità. Tu getterai in fondo al mare tutti i nostri peccati.
Tu mostrerai la tua fedeltà a Giacobbe e la tua misericordia ad Abramo, come hai giurato ai nostri padri fin dai tempi antichi.

Stiamo per concludere la nostra serie sull'essere genitori spiritualmente oggigiorno. Il titolo da me scelto per quest'ultimo messaggio è Essere genitori, mantenendo la speranza nei tempi più cupi. Non vi sono tempi in cui sia più facile generare e crescere i propri figli. Il punto di Genesi 3 è che, non appena il peccato s'insinuò nel mondo, la nascita e l'educazione dei figli divennero estremamente difficili. Il Signore proclamò a Eva: “Io moltiplicherò grandemente le tue sofferenze e le tue gravidanze; con doglie partorirai figli” (Genesi 3,16). In seguito, Eva crebbe con Adamo due figli maschi, uno dei quali uccise l'altro.

Indice

L'unico modo per essere liberi

Il succo di quella storia è che adesso il peccato risiede nel mondo, in ogni genitore e in ogni figlio. Così agisce il peccato: rovina la gente e rovina le famiglie. Il problema principale nel mondo è rappresentato dal potere del peccato immanente, tuttavia non si tratta di un potere, bensì di una forza, un vizio, una depravazione, una corruzione dell'anima dell'uomo, non una serie di libere scelte. Il peccato è una pesante schiavitù che distrugge la libertà dell'uomo.

Il solo modo per l'uomo di essere libero, per un genitore o un figlio di essere liberi, è nascere nuovamente tramite lo Spirito divino; accogliere Gesù Cristo come il Salvatore; essere perdonati per i propri peccati dal Creatore dell'universo e ricevere lo Spirito Santo come la sola forza oppositrice alla forza del peccato. È questa l'unica speranza per il mondo, nonché per i genitori e i figli, ed è sempre vero in qualsiasi tempo.

Non vi sono tempi facili per essere genitori

Non vi sono dunque tempi facili per generare e crescere i propri figli, per farne adulti umili, pieni di amore, giusti, creativi, produttivi ed esaltanti il nome di Cristo. Non vi sono tempi facili, e il fatto che siano più o meno ardui può dipendere dalle proprie circostanze personali o sociali.

Il mio desiderio oggi è quello di aiutare voi genitori a mantenere la speranza anche nelle peggiori circostanze, siano esse domestiche o culturali. E per coloro i quali non sono genitori, tutto quel che dirò varrà anche per voi, perché come mantenere la speranza nei tempi più cupi resta valido per chiunque. Ne abbiamo giusto bisogno per motivi diversi.

Il profeta Michea

Il profeta ebraico Michea predicò durante i regni di Jotham, Achaz ed Ezechia, re di Giuda (Michea 1,1), intorno al 750-687 a.C.; l'affermazione più chiara sul perché cominciò a predicare ci viene offerta in Michea 3,8:

Io invece sono ripieno di forza
dello Spirito dell’ETERNO,
di giustizia e potenza,
per far conoscere a Giacobbe la sua trasgressione
e a Israele il suo peccato.

Glorificando giudizio e misericordia

Dio inviava i profeti perché la gente vedesse ben chiaro il proprio peccato. E, attraverso il peccato, i profeti glorificavano il giudizio e la misericordia. Così è per tutta la Bibbia: giudizio e misericordia. Giudizio e Misericordia. Dio è santo e giusto, e invia il giudizio su coloro che peccano. Dio è misericordioso, paziente e compassionevole, e salva coloro che peccano dal suo giudizio. Michea lo illustra eloquentemente in 4,10:

Contorciti e gemi, o figlia di Sion,
come donna che sta per partorire,
perché ora uscirai dalla città,
dimorerai per la campagna
e andrai fino a Babilonia.
Là tu sarai liberata
là l’Eterno ti riscatterà
dalla mano dei tuoi nemici.

Il Signore li manderà a Babilonia in giudizio, ma li riporterà alla loro terra in misericordia.

Il castigo si avvicina

Nel capitolo 7, Michea fa riferimento all'essere genitori nei tempi più cupi, sia in ambito domestico, che in quello culturale. Versetto 1: “Guai a me! Poiché sono come quelli che raccolgono frutti estivi, come quelli che racimolano l’uva dell’annata: non c’è alcun grappolo da mangiare, la mia anima desidera un fico primaticcio”. Potrebbe voler dire che è privo di mezzi per procurarsi il cibo, ma io sospetto che stia parlando metaforicamente di essere privo di amici e compagni pii, in quanto prosegue nei versetti 2-3: “L’uomo pio è scomparso dalla terra, fra gli uomini non c’è più gente retta, tutti stanno in agguato per versare sangue, ognuno dà la caccia al proprio fratello con la rete. Entrambe le loro mani sono protese a fare il male con bravura; il principe pretende, il giudice cerca ricompense, il grande manifesta la sua cupidigia; così pervertono insieme la giustizia”. I capi sono corrotti. Cospirano (“pervertono”) per commettere quanto più male possibile e commetterlo efficientemente.

Versetto 4: “Il migliore di loro è come un roveto, il più retto è peggiore di una siepe di spine”. Se Michea si avvicina a loro, essi lo pungono. “Il giorno della tua punizione viene; ora sarà la loro confusione”. Dunque, la sentinella che attende l'approssimarsi del nemico, vede giungere il giorno della punizione. Il castigo si avvicina.

Persino moglie e figli

Ora Michea sposta il discorso dall'ambito della cultura a quello del vicinato e della famiglia. Versetto 5: “Non fidatevi del compagno, non riponete fiducia nell’intimo amico; custodisci le porte della tua bocca davanti a colei che riposa sul tuo seno”. In altre parole, peccato, corruzione e inganno sono talmente infestanti che dovete stare in guardia per timore che persino le vostre stesse mogli vi tradiscano - “colei che riposa sul tuo seno”.

Adesso veniamo ai figli. Versetto 6: “Poiché il figlio disonora il padre, la figlia insorge contro la madre, la nuora contro la suocera, i nemici di ognuno sono quelli di casa sua”. Vi sono cinque persone in questo quadro: un padre e una madre; un figlio e una figlia; una nuora. Dunque il figlio è ammogliato. Michea ha già affermato che la relazione tra marito e moglie è incrinata (“custodisci le porte della tua bocca davanti a colei che riposa sul tuo seno”) e ora dice che il figlio disonora il padre, la figlia insorge contro la madre e la nuora si allea con la cognata contro la madre. Michea li chiama addirittura i nemici di quest'uomo. Alla fine del versetto 6: “I nemici di ognuno sono quelli di casa sua”, egli si riferisce in particolare ai figli maschi. Pare che le figlie rivolgano piuttosto la propria ostilità verso la moglie, ma l'uomo ne soffre comunque.

Ciò è straziante. Alcuni di voi vivono la stessa identica situazione. Eccoli, i tempi più cupi. La cultura è corrotta, matrimonio e famiglia sono in crisi. Questo è il quadro raffigurato in Michea 7. Per alcuni tra voi, è il quadro odierno; per altri, sarà quello di domani.

È Gesù a provocare tutto questo?

Prima che vi mostri la speranza di Michea in questa situazione, voglio che vediate che cosa Gesù fece di tale ritratto di famiglia nel versetto 6. Prendiamo Matteo 10, 34-36. Gesù descrive l'effetto della sua venuta. “Non pensate che io sia venuto a mettere pace sulla terra; non sono venuto a mettervi la pace, ma la spada. [Poi, citando Michea 7,6] Perché io sono venuto a mettere disaccordo tra figlio e padre, tra figlia e madre, tra nuora e suocera, e i nemici dell’uomo saranno quelli di casa sua.”

Qui vediamo le stesse cinque persone, lo stesso riferimento ai nemici nella propria casa, ma con una vistosa differenza. Gesù afferma di aver provocato tutto questo. Versetto 35: “Sono venuto a mettere disaccordo tra figlio e padre...” Con questo non vuol dire, ovviamente, che ama disfare le famiglie. Quello che intende dire è che la sua definitiva chiamata all'apostolato porta alla dissoluzione delle relazioni. Uno crede, l'altro no. Un padre segue Gesù, il figlio non lo segue, o viceversa. Una figlia segue Gesù, la madre no.

Perché proprio Gesù?

Qui, il punto di portare Gesù nel quadro è innanzitutto quello di mostrare che lo spezzarsi dell'unità familiare ai tempi di Michea non è necessariamente dovuto soltanto alla corruzione in seno alla famiglia. Potrebbe essere dovuto alla rettitudine nella famiglia. Presumibilmente, tutto andava a gonfie vele, finché qualcuno decise di seguire Dio, la sua parola e il suo patto. In quel momento, dunque, cominciarono a volare accuse: “Pensi di essere migliore di noi, ora che sei religioso! Andava tutto bene e adesso pensi che tutti noi dobbiamo seguirti”.

Un'altra ragione per menzionare l'uso che Gesù fa di questo testo è mostrare che non c'era niente di unico ai tempi di Michea. Era vero nell'ottavo secolo a.C., era vero nel primo secolo d.C. ed è ancora vero nel XXI secolo. Per qualcuno sono sempre tempi cupi, anche se per voi non lo sono.

Che cosa dunque ha da dire Michea riguardo l'essere genitori, mantenendo la speranza nei tempi più cupi?

Che cosa dice Michea: l'audacia nello strazio

Egli si descrive, immagino, come padre rappresentativo e come rappresentante del popolo d'Israele, e l'atteggiamento che adotta è quello dell'audacia nello strazio. È l'essenza di ciò che voglio dirvi riguardo l'essere genitori nei tempi più cupi. Siatelo con un atteggiamento di audacia, pur nello strazio. Per essere sicuri che sappiate che cosa intendo per “audacia” e per “strazio”, dobbiamo chiederci: perché il suo cuore è straziato? E su quali basi riesce a essere audace? Esaminiamo i versetti 7-9 per la risposta a queste due domande.

Senza affettare superiorità morale

Dopo aver affermato nel versetto 6: “I nemici di ognuno sono quelli di casa sua”, aggiunge nel versetto 7: “Ma io guarderò all’Eterno, spererò nel Dio della mia salvezza; il mio Dio mi ascolterà”. Nei tempi più cupi, dunque, guardiamo all'Eterno. Potremmo aver provato a guardare altrove, ma non ha funzionato. Tutto si è spezzato. Pensavamo di poter far funzionare la nostra famiglia. Forse avevamo il potere di fare dei nostri figli ciò che avevamo scelto fossero. Forse, con i giusti manuali sul matrimonio, profondi sentimenti di fiducia, rispetto, ammirazione e affetto reciproci sarebbero stati alla nostra portata. Ora, invece, ora guardiamo all'Eterno.

Siate prudenti, però. Michea sta forse cercando il Signore, affettando una presunta superiorità morale? Potrebbe essere. Dice forse: “Ho agito nel modo giusto, ho fatto tutto quel che un padre dovrebbe fare. Se questa famiglia non funziona, il mio cuore è straziato, ma il problema non sono di certo io. Sono loro”? È forse questo il suo atteggiamento? No, non lo è. E mi auguro che non lo sia nemmeno il vostro.

Peccano contro di lui, ma egli è consapevole del proprio peccato

Ascoltate quel che ci dice nei versetti 8 e 9. Ascoltate la sua audacia e il suo strazio. Perché è straziato?

Non rallegrarti di me, o mia nemica! Se sono caduto, mi rialzerò; se siedo nelle tenebre, l’Eterno sarà la mia luce. Io sopporterò l’indignazione dell’Eterno, perché ho peccato contro di lui, finché egli difenderà la mia causa e farà giustizia per me; egli mi farà uscire alla luce e io contemplerò la sua giustizia.

Notate bene l'inizio del versetto 9: “Io sopporterò l’indignazione dell’Eterno, perché ho peccato contro di lui”. Il motivo per cui ciò risulta così importante per le coppie sposate e i genitori è poiché lo afferma nel contesto di aver realmente peccato contro. Nel versetto 8, egli dichiara al proprio nemico (forse la moglie o il figlio): “Non rallegrarti di me, o mio nemico”. Non esultare. Invece, a metà del versetto 9, dice: “Il Signore difenderà la mia causa e farà giustizia per me, non contro di me”. “Egli mi farà uscire alla luce e io contemplerò la sua giustizia”.

In altre parole, egli sa che hanno peccato contro di lui. Egli sa che alcune di quelle accuse sono false, sa che Dio è per lui e non contro di lui; che Dio lo porterà fuori dalle tenebre e lo farà uscire alla luce; Dio farà giustizia. Michea è audace nella propria fiducia e nelle proprie affermazioni, sorprendentemente audace. Tuttavia, non manca di sottolineare l'indignazione del Signore e che le tenebre sono il suo stesso peccato: “Io sopporterò l’indignazione dell’Eterno, perché ho peccato contro di lui”.

Perché il suo cuore è straziato?

Ecco la mia risposta alla domanda: perché il suo cuore è straziato? Non è tanto perché la sua famiglia ha peccato contro di lui, ma perché egli stesso ha peccato. L'atteggiamento dei genitori che restano speranzosi nei tempi cupi è uno di audacia, pur nello strazio. E questo deriva innanzitutto dal proprio peccato e, soltanto in seguito, per aver subito il peccato. Questa è la grande battaglia che ci troviamo ad affrontare. Troveremo, per grazia di Dio, quell'umiltà che ci renderà capaci di vedere le nostre famiglie e noi stessi sotto quella luce?

Come può essere audace?

Seconda domanda: come può essere audace, se ha peccato? Come può parlare in quel modo, quando il suo stesso peccato è così presente nella sua mente? Da dove proviene tanta audacia? “Non rallegrarti di me, o mio nemico! Se sono caduto, mi rialzerò; ... l’Eterno farà giustizia per me; egli mi farà uscire alla luce e io contemplerò la sua giustizia”.

La risposta ci viene fornita alla fine del capitolo. Il fatto che sia posta a conclusione dell'intero libro, e che lo sia con tanta enfasi, mostra quanto assolutamente cruciale essa sia nel libro, anzi, in tutta la Bibbia. Versetti 18-19:

Qual Dio è come te, che perdona l’iniquità e passa sopra la trasgressione del residuo della sua eredità? Egli non conserva per sempre la sua ira, perché prende piacere nell’usare misericordia. Egli avrà nuovamente compassione di noi, calpesterà le nostre iniquità. Tu getterai in fondo al mare tutti i nostri peccati.

Il motivo per cui Michea è così audace, pur nel suo strazio, è perché egli conosce Dio. Egli sa che cosa è davvero unico e sorprendente in Dio. “Qual Dio è come te?” significa: non c'è altro Dio come te. Le tue vie sono più alte delle nostre vie. Le tue vie sono più alte di qualsiasi altra divinità nel mondo. E qual è la tua unicità? Tu perdoni l'iniquità e passi sopra la trasgressione del tuo popolo. Questa è dunque la particolare unicità del Dio della Bibbia e non c'è altro Dio.

La profondità del perdono di Dio

Come si può quindi essere genitori, mantenendo la speranza nei tempi più cupi? Come si può , quando la propria stessa famiglia si divide in tre contro due e due contro tre? Si guarda all'Eterno. S'implora l'Eterno (versetto 7). E lo si fa con due profonde convinzioni: la prima, che siamo peccatori e non meritiamo nulla da Dio. Non siamo stati genitori perfetti. Abbiamo peccato, ma non siamo né stupidi, né ingenui. Sappiamo anche che hanno peccato contro di noi, ma tutto, in ogni nostra fibra, vuole pensare solo a quello. Soltanto lo Spirito Santo può farci vedere il nostro stesso peccato. Soltanto lo Spirito Santo può farci sentire la nostra stessa colpa. Questa è una profonda convinzione.

L'altra è che non c'è altro Dio come il nostro Dio, che perdona l'iniquità e passa sopra la trasgressione, placa la propria ira e si diletta nella misericordia. Siamo davvero convinti profondamente di ciò, così come lo siamo di aver peccato contro i nostri sposi e di aver peccato contro i nostri figli e che, in tutto questo, abbiamo peccato contro Dio. Vedete come entrambe siano cruciali, come operano insieme, ognuna rendendo possibile la profondità dell'altra? Se non sentite il vostro peccato o la vostra colpa, non sentirete la profondità del perdono di Dio. Però è vero anche l'opposto e ciò riveste un'importanza fondamentale nelle famiglie: se non conoscete la profondità del perdono di Dio, non conoscerete l'estensione del vostro stesso peccato.

Tali profonde convinzioni producono entrambe quell'atteggiamento di audacia nello strazio, quello dell'essere genitori, mantenendo la speranza anche nei tempi più cupi. Lo strazio per il nostro peccato nel vortice del subire peccato, e l'audacia perché “Quale Dio perdona come te!”.

L'audacia nello strazio - più forte in Gesù

Per i cristiani, le due metà di tale atteggiamento sono fissate e rafforzate dalla conoscenza di Gesù Cristo e di ciò che compì per noi sulla croce. Per Michea, Gesù non era che una speranza nel capitolo 5: “Ma tu, o Betlemme... da te uscirà per me colui che sarà dominatore in Israele, ... Egli rimarrà a pascere il suo gregge nella forza dell’Eterno, nella maestà del nome dell’Eterno” (Michea 5,2-4). Questo buon Pastore deporrà la propria vita per le pecore (Giovanni 10,11). E, allorché lo fece, noi vedemmo con chiarezza più vivida che mai la grandezza del nostro peccato (da richiedere una tale sofferenza) e la grandezza della risolutezza di Dio nel perdonarlo. E dunque lo strazio e l'audacia ne escono rafforzati.

Perciò, se siete genitori in un periodo arduo o volete prepararvi a esserlo o, semplicemente, volete mantenere la speranza anche nei tempi più cupi, guardate a Michea e guardate a Gesù, e seguite questo atteggiamento: lo strazio per il vostro peccato e l'audacia per Cristo. Dopodiché, nel potere dello Spirito Santo, siate determinati a essere i migliori genitori imperfetti che potete, per amore di Gesù.