Vantati solo della Croce

Da Libri e Sermoni Biblici.

Versione delle 02:28, 2 dic 2009, autore: Steffmahr (Discussione | contributi)
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English: Boasting Only in the Cross

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Di John Piper su l'edonismo cristiano
Una parte della serie Passion's OneDay 2000

Traduzione di Cinzia Tesei

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Galati 6:14

“Non sia mai che io mi vanti, tranne che della croce di nostro Signore Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo è stato crocefisso per me, ed io per il mondo.”

Non hai bisogno di conoscere molte cose affinché la tua vita faccia una differenza duratura nel mondo.

Ma devi conoscere le poche grandi cose che sono importanti e poi essere disposto a vivere e morire per esse.

Le persone che fanno una differenza durevole nel mondo non sono le persone che hanno il controllo di molte cose, ma coloro dei quali poche grandi cose hanno il controllo.

Se vuoi che la tua vita conti, se vuoi che i cerchi prodotti nell'acqua dai sassi che butti diventino onde che raggiungono tutti gli angoli della terra e che scorrono per secoli fino all'eternità, non devi avere un alto quoziente intellettivo o emotivo; non devi essere bello o ricco; non devi venire da una buona famiglia o da una buona scuola.

Devi conoscere solo poche cose ma grandi, maestose, immutabili, ovvie, semplici e gloriose ed essere infiammato da esse.

Ma io so che non tutti tra di voi vogliono che la propria vita faccia la differenza.

Siete centinaia e non vi importa se fate una differenza duratura per qualcosa di grande, volete solo piacere agli altri.

Se solo piaceste agli altri sareste già soddisfatti.

Oppure, se poteste anche solo avere un buon lavoro, una brava moglie, un paio di bravi figli ed una bella macchina, dei lunghi weekend ed alcuni buoni amici, una pensionamento divertente ed una morte rapida e serena e non andare all'inferno, se poteste avere tutto ciò (senza Dio), sareste soddisfatti.

Questa è una tragedia incombente.

Tre settimane fa è arrivata notizia alla nostra chiesa che Ruby Eliason e Laura Edwards sono entrambe rimaste uccise in Camerun. Ruby aveva più di 80 anni. Nubile per tutta la vita, si è completamente dedicata ad una sola grande cosa: far conoscere Gesù a coloro non ancora raggiunti, ai poveri e agli ammalati. Laura era una vedova, un medico, arrivata fino a quasi 80 anni, e lavorava al fianco di Ruby in Camerun. I freni non hanno funzionato, l'automobile è andata giù dalla scarpata e sono rimaste entrambe uccise istantaneamente. E io ho chiesto alla mia gente: è stata una tragedia questa? Due vite, guidate da un'unica grande visione, vissute rendendo un mai sbandierato servizio ai poveri morenti solo per la gloria di Gesù Cristo, due decenni dopo che quasi tutti i loro coetanei americani in pensione si erano ritirati in Florida o in New Mexico a gettare via la loro vita in sciocchezze. No, non è una tragedia. E' gloria.

Ve lo dico io cos'è una tragedia. Leggo dal Reader's Digest (Febb. 2000, p. 98) "Bob e Penny sono andati in pensione anticipatamente lasciando il loro lavoro nel Nordest cinque anni fa quando lui aveva 59 anni e lei 51. Ora vivono a Punta Gorda, in Florida, dove girano il mare sul loro peschereccio di 30 piedi, giocano a softball e collezionano conchiglie. "Il Sogno Americano: arrivare alla fine della propria vita, la propria sola ed unica vita, e l'ultimo grande lavoro prima di render conto al tuo Creatore è "Ho collezionato conchiglie". "Guarda le mia conchiglie." QUESTA è una tragedia. E la gente oggi spende miliardi di dollari per convincervi ad abbracciare questo tragico sogno. Ed io ho quaranta minuti per scongiurarvi: non credeteci.

Non sprecate la vostre vita. E' così breve e preziosa. Io sono cresciuto in una casa dove mio padre si è dedicato come predicatore a portare il Vangelo di Gesù Cristo alle anime smarrite. Aveva un'unica visione divorante: predicare il Vangelo. C'è stata una targa nella nostra cucina per tutti gli anni in cui sono cresciuto. Ora è appesa nel nostro salotto. La guardo quasi ogni giorno da circa 48 anni. Essa dice: "Una sola vita, presto sarà finita". Solo ciò che si fa per Cristo durerà.

Io sono qui in questo "Un Giorno" come padre, in un certo senso. Ho 54 anni. Ho quattro figli ed una figlia: Karsten di 27 anni, Benjamin di 24 anni, Abraham di 20 anni, Barnabas di 17 anni. Talitha ha 4 anni. Poche cose, se non addirittura niente, mi riempiono di più di vivo desiderio in questi mesi ed anni se non il desiderio che i miei figli grandi non sprechino le loro vite dietro al fatale successo.

Quindi, guardo a voi come figli e figlie e vi supplico come se fossi vostro padre, forse il padre che non avete mai avuto. O il padre che non ha mai avuto una visione per voi come io l'ho per voi, e che Dio ha per voi. O il padre che HA una visione per voi, ma è tutta a rivolta ai soldi e al prestigio sociale. Guardo a voi come figli e figlie e vi supplico: vogliate che le vostre vite contino per qualcosa di grande ed eterno. Vogliatelo. Non vivete la vita con leggerezza senza una passione.

Uno dei motivi per cui mi sono piaciute molto la visione della Passione '98 e della Passione '99 e "Un Giorno" è che la dichiarazione 268 rappresenta molto chiaramente il significato della mia vita. La dichiarazione è basata su Isaia 26:8: "Sì, o SIGNORE, sulla via dei tuoi giudizi, noi t’abbiamo aspettato! Al tuo nome, al tuo ricordo anela l’anima nostra." Qui non si tratta solo di un corpo ma di un'anima. Qui non si tratta solo di un'anima, ma di un'anima con una passione e un desiderio. Qui non si tratta solo di un desiderio di piacere o di giocare a softball o di collezionare conchiglie, qui si tratta di un desiderio di qualcosa di infinitamente grande, ed infinitamente bello, ed infinitamente prezioso, ed infinitamente gratificante: il nome e la gloria di Dio. "Al tuo nome, al tuo ricordo anela l’anima nostra."

Conoscere questo è ciò per cui vivo ed è ciò che desidero ardentemente sperimentare. La dichiarazione di missione della mia vita e della chiesa che servo è: "Noi esistiamo, io esisto, per diffondere la passione per la supremazia di Dio in ogni cosa per la gioia di tutti i popoli".

Non è necessario che voi lo diciate come lo dico io. Non è necessario che voi lo diciate come lo dice Louie Giglio (o come Beth Moore lo dice o come Voddie Baucham lo dice).

Ma qualunque cosa facciate, trovate la vostra passione e trovate il vostro modo di dirlo e di vivere per questo e di morire per questo. E voi farete una differenza che durerà. Sarete come l'apostolo Paolo. Nessuno hai mai avuto una visione così determinata nella sua vita quanto Paolo. Lo poteva dire in modi diversi.

Atti 20:24 "Non ritengo tuttavia la mia vita meritevole di nulla, purché conduca a termine la mia corsa e il servizio che mi fu affidato dal Signore Gesù, di rendere testimonianza al messaggio della grazia di Dio."

Una sola cosa importava: terminare il mio percorso, fare la mia corsa.

Filippesi 3:7-8: "Ma quello che poteva essere per me un guadagno, l’ho considerato una perdita a motivo di Cristo". "Anzi, tutto ormai io reputo una perdita di fronte alla sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore". "Per Lui ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero come spazzatura, al fine di guadagnare Cristo".

Come posso aiutarvi? Come posso io essere usato da Dio in questo momento a "Un Giorno" per risvegliare in voi un'unica passione per un'unica grande realtà che vi svincoli e vi liberi dai piccoli sogni e che vi mandi ai capi della terra?

La risposta, credo, che il Signore mi ha dato è stata: rimandali ad un verso delle Sacre Scritture che sia il più vicino possibile al cuore della questione e mostra loro perché Paolo dice ciò che dice.

Il verso è Galati 6:14: "Non sia mai che io mi vanti, tranne che della croce di nostro Signore Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo è stato crocefisso per me, ed io per il mondo."

O, per dirlo in maniera positiva: Vantati solo della croce di Gesù Cristo. E' un'unica idea. Un unico scopo. Un'unica passione. Vantati solo della croce. La parola può essere tradotta con "esulta" o gioisci". Esulta solo per la croce di Cristo. Gioisci solo per la croce di Cristo. Paolo dice, fai che questa sia la tua unica passione, il tuo unico vanto, gioia ed esultanza. In questo eccezionale momento chiamato "UN GIORNO" fate sì che l'UNICA COSA che amate, l'unica cosa che avete cara, l'unica cosa per cui esultate e gioite sia la croce di Gesù Cristo.

Ciò è scioccante per due ragioni.

1) Uno è che è come dire: vantati solo della sedia elettrica. Esulta solo per la camera a gas. Gioisci per l'iniezione letale. Lascia che il tuo unico vanto, la tua unica gioia e la tua unica esultanza sia la corda del linciaggio. "Non sia mai che io mi vanti, tranne che della croce di nostro Signore Gesù Cristo." Nessun sistema di esecuzione capitale che sia mai stato escogitato è stato più crudele e fonte di agonia che essere inchiodato ad una croce. E' stato orribile. Non sareste stati in grado di stare a guardare, non senza urlare e tirarvi i capelli e strapparvi gli abiti. Fate che questa sia l'unica passione della vostra vita.

2) Questa è la cosa che è scioccante riguardo le parole di Paolo. L'altra è che lui dice che questo deve essere l'unico vanto della tua vita. L'unica gioia. L'unica esultanza. "Non sia mai che io mi vanti, tranne che della croce di nostro Signore Gesù Cristo."

Cosa vuole dire con questo? Davvero? Nessun altro vanto? Nessun'altra esultanza? Nessun'altra gioia eccetto la croce di Gesù, la morte di Gesù?

Allora perché Paolo stesso usa in altri luoghi le stesse parole "vantarsi" o "esultare" per altre cose? Ad esempio:

Romani 5:2: "Esultiamo nella speranza della gloria di Dio."

Romani 5:2: "Noi ci vantiamo anche nella tribolazione, ben sapendo che la tribolazione produce pazienza, la pazienza una virtù provata e la virtù provata la speranza".

2 Corinzi 12:9, "Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze."

1 Tessalonicesi 2:19: "Chi infatti, se non proprio tu, potrebbe essere la nostra speranza, la nostra gioia e la corona di cui possiamo esultare?"

Quindi, se Paolo può vantarsi ed esultare di tutte queste cose, cosa vuole dire Paolo quando dice, "Non sia mai che io mi vanti, tranne che della croce di nostro Signore Gesù Cristo."?

Che cosa vuole dire con ciò? E' solo un controsenso? Esulti per una cosa e poi dici che stai esultando per un'altra. No. C'è una ragione molto profonda per dire questo: che qualunque esultanza, qualunque gioia, qualunque vanto per qualunque cosa dovrebbe essere un gioire della croce di Gesù Cristo.

Lui vuole dire che, per un cristiano, qualunque altro vanto dovrebbe essere anche un vanto per la croce. Qualunque esultanza per ogni altra cosa dovrebbe essere esultanza per la croce. Se esultate per la speranza della gloria dovreste anche esultare per la croce di Cristo. Se esultate per le tribolazioni, poiché le tribolazioni generano speranza, dovreste esultare per la croce di Cristo. Se esultate per le vostre debolezze, o per il popolo di Dio, dovreste esultare per la croce di Cristo.

Perché le cose stanno così? Per questo motivo: per i peccatori redenti, ogni buona cosa, anzi, ogni cattiva cosa che Dio fa diventare buona, è stata conquistata per noi dalla croce di Cristo. Oltre alla morte di Cristo, ai peccatori non spetta nulla se non il giudizio. Oltre alla croce di Cristo, c'è solo la condanna. Perciò, tutto ciò di cui gioite in Cristo, come cristiani, come persone che hanno fiducia in Cristo, è dovuto alla morte di Cristo. E tutta la vostra gioia in tutte le cose deve quindi essere gioia nella croce dove tutti i vostri doni sono stati acquistati per voi al prezzo della morte del Figlio di Dio, Gesù Cristo.

Uno dei motivi per cui non siamo abbastanza incentrati su Cristo e impregnati dalla croce come dovremmo, è che non ci siamo resi conto che ogni cosa, ogni buona cosa ed ogni cattiva cosa che Dio trasforma in buona per i suoi figli redenti è stata acquistata per noi con la morte di Cristo. Noi semplicemente diamo per scontato la vita, il respirare, la salute, gli amici e tutto quanto. Pensiamo sia nostro di diritto. Ma il fatto è che non è nostro di diritto.

Noi ne siamo doppiamente immeritevoli.

1) Noi siamo creature ed il nostro Creatore non è stato spinto né obbligato a darci niente, né la vita, né la salute, né nulla. Lui dà, lui prende, e non ci reca alcuna ingiustizia.

2) Ed oltre ad essere creature senza nessuna pretesa nei confronti del nostro Creatore, siamo peccatori. Non siamo riusciti ad ottenere la sua gloria. Lo abbiamo ignorato e gli abbiamo disobbedito e non siamo stati capaci di amarlo e di avere fiducia in lui. La collera della sua giustizia si è sollevata contro di noi. Tutto ciò che meritiamo da lui è il giudizio. Per cui, ogni respiro che facciamo, ogni volta che il nostro cuore batte, ogni giorno che il sole sorge, ogni momento in cui vediamo con i nostri occhi o udiamo con le nostre orecchie o parliamo con le nostre bocche o camminiamo con le nostre gambe, è un dono gratuito ed immeritato per dei peccatori che non meritano altro che il giudizio.

E chi ha comprato questi doni per noi? Gesù Cristo. E come li ha acquistati? Con il suo sangue.

Ogni dono della vita è concepito per magnificare la croce di Cristo, o per dirlo altrimenti, ogni buona cosa della vita è concepita per magnificare Cristo e la sua crocifissione. Quindi, ad esempio, la settimana scorsa abbiamo completamente distrutto la nostra auto, una Dodge Spirit del 1991, ma nessuno si è fatto male. E per questa incolumità io esulto. Mi glorio di ciò. Ma perché nessuno si è fatto male? Questo è stato un dono per me e per la mia famiglia che nessuno di noi merita. Noi siamo peccatori e figli della collera per natura, tranne Cristo. Allora come abbiamo fatto ad avere un tale dono per il nostro bene? Risposta: Cristo è morto sulla croce per i nostri peccati ed ha allontanato la collera di Dio da noi e si è procurato per noi, anche se non la meritiamo, l'onnipotente gloria di Dio che sistema tutto per il nostro bene. Quindi quando esulto per la nostra incolumità, io esulto per la croce di Cristo.

E l'assicurazione ci ha pagato 2800 dollari per la macchina, e Noel ha preso quei soldi ed è andato in Iowa ed ha comprato una Chevy Lumina del '92, e l'ha portata a casa guidando sotto la neve. Ed ora abbiamo di nuovo una macchina. Ed io esulto per la meravigliosa grazia di un tale dono. E’ proprio così. Distruggi la macchina. Ne esci fuori illeso. L'assicurazione paga. Te ne compri un'altra. E vai avanti quasi come se nulla fosse accaduto. E ringrazio inchinando il mio capo ed esultando per le innumerevoli grazie ricevute persino in queste piccole cose materiali. Da dove vengono tutte queste grazie? Se sei un peccatore salvato, un credente in Gesù, esse vengono dalla croce. Oltre alla croce, c'è solo il giudizio, pazienza e misericordia per una stagione, ma poi, se disdegnata, tutta questa misericordia serve solo ad esacerbare il giudizio. Quindi ogni dono è un dono acquistato col sangue. Ed ogni vanto, ogni esultanza, è vanto per la croce.

Guai a me se esulto per un dono qualunque a meno che la mia esultanza non sia un'esultanza per la croce di Cristo.

Un altro modo di dire ciò è che il fine della croce è la gloria di Cristo. L'intento di Dio con la croce è che Cristo sarebbe stato venerato. Quando Paolo dice in Galati 6:14, "Quanto a me invece non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo," sta dicendo che la volontà di Dio è che la croce sia sempre magnificata, che Cristo crocifisso sia sempre il nostro vanto ed esultanza, la nostra gioia, la nostra lode, che Cristo riceva gloria, ringraziamento e venerazione per ogni buona cosa della nostra vita, e per ogni cattiva cosa che Dio fa in modo che sia trasformata in buona.

Ma ecco una domanda: Se questo è l'intento di Dio con la morte di Cristo, cioè, che "Cristo crocifisso" sia venerato e glorificato per ogni cosa, allora come farà Cristo ad avere la gloria che merita? La risposta è che ai bambini, ai giovani ed agli adulti bisogna insegnare che le cose stanno così. O, per dirlo altrimenti: la fonte di esultanza per la croce di Cristo è l'insegnamento riguardo la croce di Cristo.

Questo è il mio lavoro: ottenere gloria per Gesù insegnando a voi queste cose. Ed allora il vostro lavoro è ottenere ancora più gloria per Cristo agendo in base ad esse ed insegnandole ad altre persone. L'insegnamento riguardo Gesù è per l'esultanza in Gesù. E se vogliamo che non ci sia altra esultanza se non nella croce, allora dobbiamo proseguire l'insegnamento riguardo la croce e in base alla croce.

O forse dovremmo dire, "sulla croce". L'insegnamento sulla croce ci porterà all'esultanza nella croce. Cosa voglio dire?

Guardate il resto del verso 14: "Quanto a me invece non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo." Vantarsi della croce avviene quando sei sulla croce. Non è questo quello che dice il verso 14? Il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo. Il mondo è morto per me, ed io sono morto per il mondo. Perché? Perché sono stato crocefisso. Impariamo a vantarci della croce ed esultare nella croce quando siamo sulla croce.

Ora, cosa significa ciò? Quando è accaduto ciò? Quando siete stati crocefissi? La risposta è in Galati 2:20, "Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me. Questa vita nella carne, io la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me." Quando Cristo è morto, noi siamo morti. Il significato glorioso della morte di Cristo è che quando lui è morto, tutto ciò che gli appartiene è morto con lui. Quella morte, la sua morte per noi, diventa la nostra morte quando siamo uniti a Cristo dalla fede.

Ma voi dite, "Non sono forse vivo? Mi sento vivo." Bene, ecco qui il bisogno dell'insegnamento. Dobbiamo imparare quello che ci è successo. Dobbiamo farci insegnare queste cose. Ecco perché Galati 2:20 e 6:14 sono nella Bibbia. Dio ci insegna cosa ci è accaduto, così che anche noi lo possiamo sapere e conoscere le sue vie di operare con noi ed esultare in lui e nel suo Figlio e nella croce come dobbiamo.

Così leggiamo ancora Galati 2:20 per vedere che, sì, siamo morti, e, sì, siamo vivi. "Sono stato crocifisso con Cristo (così io sono morto, e poi continua); e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me." Perché? Perché sono morto, cioè il mio vecchio io ribelle e miscredente è morto, e poi continua: "Questa vita nella carne, (quindi, sì, sono vivo, ma non è lo stesso "io" del vecchio "io" che è morto) io la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me." In altre parole l'"io" che vive è il nuovo "io" di fede. La nuova creazione vive. Il credente vive. Il vecchio "io" è morto sulla croce con Gesù.

E se domandate, "Qual è la chiave per legarmi a questa realtà? Come può ciò diventare mio? La risposta è implicita nelle parole riguardanti la fede in Galati 2:20. "Questa vita nella carne, io la vivo nella fede del Figlio di Dio." Questo è il legame. Dio vi lega a suo Figlio tramite la fede. E quando lo fa, c'è un'unione col Figlio di Dio in modo che la sua morte diventi la vostra morte e la sua vita diventi la vostra vita.

Adesso trasportate tutto in Galati 6:14, "Non sia mai che io mi vanti, tranne che della croce di nostro Signore Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo è stato crocefisso per me, ed io per il mondo." Non vantatevi di nulla eccetto della croce.

E come posso io diventare così radicalmente incentrato sulla croce in modo che tutta la mia esultanza sia fatta risalire alla croce? Risposta: rendetevi conto che, quando Cristo è morto sulla croce, voi siete morti; e quando vi siete fidati di lui, quella morte ha avuto effetto nelle vostre vite. Paolo dice, è la tua morte per il mondo, e la morte del mondo per te.

Significato: quando riponi la tua fiducia in Cristo, il tuo legame col mondo viene meno e l'irresistibile richiamo del mondo viene meno. Voi siete cadaveri per il mondo, e il mondo è un cadavere per voi. Ora, per dirla in maniera positiva, in base al verso 15, voi siete una "nuova creazione". Il vostro vecchio io è morto. Un nuovo io è vivo.

Ed il nuovo io è l'io nella fede. E ciò in cui esulta la fede NON è il mondo, ma Cristo, e soprattutto, Cristo crocefisso. Ed è così che diventate così incentrati sulla croce che dite insieme a Paolo, "Non sia mai che io mi vanti, tranne che della croce di nostro Signore Gesù Cristo." Il mondo non è più il mio tesoro, non è la fonte della mia vita, la mia soddisfazione e la mia gioia. Cristo lo è.

Ma allora perché l'incolumità nell'incidente automobilistico? Perché il pagamento dell'assicurazione? Non hai detto che eri felice riguardo a ciò? Non è il mondo, quello? Allora sei morto per il mondo?

Può darsi. Lo spero. Poiché essere morti per il mondo non significa uscire dal mondo. E non significa non sentire le cose del mondo, alcune positive, altre negative (1 Giovanni 2:15; 1 Timoteo 4:3). Significa che ogni piacere legittimo nel mondo diventa prova acquistata col sangue dell'amore di Cristo ed un'occasione per vantarsi della croce. Siamo morti per i pagamenti dell'assicurazione quando il denaro non è ciò che ci soddisfa, ma Cristo crocifisso, il Donatore, ci soddisfa. Quando i nostri cuori risalgono il raggio del bene fino alla sua fonte nella croce, allora la mondanità del bene è morta, e Cristo crocifisso è tutto.

Questo è lo scopo dell'insegnamento dell'esultanza: nella croce. Oh, che Dio possa concederci di sognare, progettare, lavorare, dare, insegnare e vivere per la gloria di Cristo e della sua crocifissione!