Tre doni di cui abbiamo bisogno, ma che odiamo ricevere

Da Libri e Sermoni Biblici.

Versione delle 20:22, 16 mag 2016, autore: Pcain (Discussione | contributi)
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English: Three Gifts We Need, But Hate to Receive

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Di Christina Fox su l'Afflizione

Traduzione di Ihiri Haswani

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Prima di qualsiasi festa di compleanno o della confusione della mattina di Natale, dico sempre ai miei figli cosa dire quando aprono un regalo. Dico loro che qualsiasi sia il regalo, che piaccia o meno, devono sorridere e dire grazie al donatore.

Indipendentemente dall'età, è sempre divertente ricevere un regalo. Da adulti sappiamo però che anche se un pacchetto ha un incarto esterno grazioso, il suo contenuto potrebbe non essere all’altezza delle aspettative. Altri regali invece, come quelli che i nostri figli potrebbero incartare per noi, dall’aspetto spiegazzato e consumato, contengono le creazioni artigianali più dolci e più preziose.

Dio ci dà molti doni come Suoi figli adottivi. La nostra salvezza è un dono della grazia di Dio che abbiamo a cuore e che celebriamo ogni giorno. Non è mai amara. Ma la salvezza non è l'unico dono dato da Dio. Egli ci grazia anche nella nostra santificazione. È un dono che spesso non è avvolto da un bel fiocco. A volte questo dono è quello che trattiamo come un maglione di Natale indesiderato o una torta di frutta ben intenzionata. Potremmo addirittura non accorgerci che si tratti di un dono.

Fino a quando non guardiamo più da vicino.

Quelli che seguono sono alcuni di quei doni che potremmo essere inclini a non riconoscere, ma dovrebbero essere amati tanto quanto qualsiasi altro dono:

1. Il dono degli ostacoli

Perciò ecco, ti ostruirò la via con spine, la rinchiuderò con un muro, e così non troverà più i suoi sentieri. Correrà dietro ai suoi amanti, ma non li raggiungerà; li cercherà, ma non li troverà. Allora dirà: “Ritornerò al mio primo marito, perché per me era meglio allora che adesso”. (Osea 2:6-7).

Dio parla qui della Sua sposa ribelle, Israele, che ha lasciato il Marito alla ricerca di falsi amanti e falsi dei. Come sappiamo, Dio la mandò in cattività. Fu un atto di grazia, affinché lei si pentisse e tornasse al suo vero amore.

Come gli Israeliti, abbiamo anche noi cuori ribelli. Inseguiamo anche noi idoli e falsi amanti. Perseguiamo esperienze, cose e piaceri temporanei che pensiamo siano in grado di soddisfare i nostri desideri. Cerchiamo di trovare il nostro significato, la nostra speranza e la nostra gioia nelle cose create, piuttosto che nel Creatore. Anche se non adoriamo idoli intagliati nel legno o fatti di pietra, idolizziamo il denaro, la famiglia, il lavoro, il successo, il comfort e il controllo. In grazia, Dio mette spesso ostacoli nel nostro percorso per rendere difficile il nostro cammino. Non si tratta di una forma di punizione, ma del rimprovero di un Padre amorevole. Questi ostacoli sono destinati a fermarci, con amore, per farci pentire e tornare a casa da Lui.

Questi ostacoli potrebbero consistere nella rimozione delle cose che idolizziamo. Potrebbero essere barriere ai nostri piani. Potrebbero essere conflitti e circostanze che ci rallentano. Spesso non riconosciamo questi ostacoli come atti della grazia di Dio, ma rispondiamo con frustrazione o rabbia. Potremmo anche mettere in discussione la bontà di Dio. Potremmo perseguire i nostri idoli ancora di più. Ma Dio non si accontenta di farci rimanere come siamo. Egli persegue coloro che ama, farà tutto ciò che serve e introdurrà qualsiasi ostacolo necessario per riportarci a dove apparteniamo.

2. Il dono della sofferenza

Paolo dice: “Poiché a voi è stata data la grazia per amore di Cristo, non solo di credere in lui, ma anche di soffrire per lui” (Filippesi 1:29).

L’espressione “è stata data” in questo passaggio significa “essere dotati”. Non solo la nostra salvezza è un dono, ma anche la nostra sofferenza è una manifestazione della grazia di Dio per noi. Molto spesso non prendiamo questo dono. Vogliamo semplicemente restituirlo al mittente senza aprirlo. Ma la Scrittura ci insegna che Dio ci grazia con prove e stagioni di sofferenza per la Sua gloria e per il nostro bene ultimo. È nelle nostre prove che siamo trasformati nell’immagine di Cristo.

Dio è determinato alla nostra completa trasformazione. Il Suo obiettivo non è il nostro comfort e la facilità in questa vita, ma prepararci per l'eternità. Ecco perché Giacomo poteva scrivere: “Considerate una grande gioia, fratelli miei, quando vi trovate di fronte a prove di vario genere, sapendo che la prova della vostra fede produce costanza. E la costanza compia in voi un'opera perfetta, affinché siate perfetti e completi, in nulla mancanti” (Giacomo 1:2-4).

3. Il dono dell’irritazione quotidiana

Un altro dono della grazia di Dio di cui spesso non ci rendiamo conto è rappresentato dalle irritazioni quotidiane della vita. Quando la luce diventa rossa non appena ci avviciniamo al semaforo, quando la coda alla cassa è lunga, quando qualcuno ignora che abbiamo messo la freccia e prende il posto che volevamo al parcheggio, quando i bambini corrono dappertutto e non vogliono andare a dormire e quando perdiamo le chiavi per la terza volta in una settimana, Dio è all'opera graziandoci con opportunità di fidarci di Lui, amarlo e obbedirgli.

Questo particolare dono è quello che spesso non viene notato affatto. Vediamo queste irritazioni come un qualcosa da superare. Diamo la colpa di questi momenti frustranti ad altri. Pensiamo che la nostra giornata sarebbe andata meglio se quella tal cosa non fosse accaduta.

Ma, come Lamentazioni 3:37-38 ci ricorda, Dio governa e regna su tutte le cose, anche sui più piccoli dettagli della nostra vita.

Chi può dire qualcosa che poi si avvera, se il Signore non l’ha comandato? Il male e il bene non procedono forse dalla bocca dell'Altissimo?

Non un momento della vostra vita è sprecato; Dio usa tutto per trasformarvi, anche le irritazioni quotidiane della vita. Ogni irritazione è parte di una serie di momenti banali della vita dove ci viene data la possibilità di cercarlo, fidarci di Lui, obbedirgli; momenti dove impariamo a godere e ad affidarci sempre di più alla Sua grazia.

A tutti noi piace ricevere regali. Ma dobbiamo ricordarci che Dio non dà i regali come facciamo noi. Egli ci dà i doni di cui abbiamo più bisogno. Ci dà il dono più grande: se stesso. Alla luce di tale misericordia e grazia, tutto ciò che Egli dà dovrebbe essere ricevuto come il dono di un Padre che ci ama con un amore perfetto e trasformante.