Ruth: sotto le ali di Dio

Da Libri e Sermoni Biblici.

Versione delle 17:45, 1 mar 2011, autore: Steffmahr (Discussione | contributi)
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Di John Piper su Fede
Una parte della serie Ruth: Sweet & Bitter Providence

Traduzione di Manola D'Alessandro

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Ruth 2

Nel capitolo 1 di Ruth la mano di Dio è caduta rigida su Naomi e la sua famiglia. La carestia in Giudea, il viaggio verso Moab, la morte di suo marito, il matrimonio dei suoi figli con mogli straniere e infine la loro morte. Un colpo dopo l’altro che la portarono a dire (1:13; 1:20): “La mano del Signore si è stesa contro di me… l’Onnipotente mi ha riempita di amarezza”. Infatti, è così oppressa dall’amara provvidenza di Dio nella sua vita che non riesce a vedere alcun segno di speranza quando inizia a comparire. Sa che c’è un Dio. Sa che è Onnipotente e governa negli affari nazionali e personali degli uomini. E sa che l’ha trattata amaramente. La sua vita è tragica. Quello che ha dimenticato è che in tutte le amare esperienze dei suoi figli Dio sta tramando per la loro gloria. E se vorremmo crederlo e ricordarlo, non saremo così ciechi come Naomi quando Dio comincia a rivelare la sua grazia.

La comparsa della dolce provvidenza di Dio

La dolce provvidenza così come quella amara è mostrata a Naomi nel capitolo 1. Dio mette fine alla carestia e le apre la via di casa. Le dà una nuova nuora incredibilmente fedele e amorevole che l’accompagni. E conserva un parente di suo marito che un giorno sposerà Ruth e assicurerà la discendenza di Naomi. Ma Naomi non vede nulla di tutto ciò. Alla fine del capitolo, dice ai cittadini di Betlemme: “Sono partita in abbondanza, e il Signore mi ha riportata a casa priva di tutto. Perché chiamarmi Naomi, quando il Signore mi ha afflitto e l’Onnipotente ha portato infelicità su di me?” (v. 21). Così Ruth e l'amareggiata Naomi si stabiliscono a Betlemme. Nel capitolo 2 la misericordia di Dio diventa così evidente che anche Naomi finisce per riconoscerla.

1 Ora Naomi aveva un parente di suo marito, un uomo ricco della famiglia di Elimelech, che si chiamava Boaz.

2 E Ruth la moabita disse a Naomi: ”Lasciami andare nei campi a spigolare dietro colui nei cui occhi troverò grazia. Ed ella le rispose: ”Va', figlia mia”.

3 Così Ruth andò e si mise a spigolare nel capo dietro ai mietitori; e le capitò di trovarsi nella parte del campo appartenente a Boaz, che era della famiglia di Elimelech.

4 Ed ecco che Boaz arrivò da Betlemme e disse ai mietitori: ”Il Signore sia con voi!”. E loro risposero: ”Il Signore ti benedica”.

5 Allora Boaz disse al suo servo che aveva il compito di sorvegliare i mietitori: ”A chi appartiene questa fanciulla?”.

6 E il servo che aveva il compito di sorvegliare i mietitori rispose: ”È la fanciulla moabita, che è tornata con Naomi dal paese di Moab.

7 Ella disse: “Per favore, lasciatemi spigolare e raccogliere le spighe tra i covoni dietro ai mietitori”. Così essa è venuta ed è rimasta da questa mattina fino ad ora, senza fermarsi un momento”.

8 Allora Boaz disse a Ruth: “Ascolta figlia mia, non andare a spigolare in un altro campo, non allontanarti da qui, ma rimani con le mie serve.

9 Tieni gli occhi sul campo che stanno mietondo e va' dietro a loro. Non ho forse ordinato ai miei servi di non molestarti? Quando hai sete, va' dove sono i vasi a bere l'acqua attinta dai servi”.

10 Allora Ruth si gettò giù, prostrandosi faccia a terra e gli disse: “Per quale ragione ho io trovato grazia ai tuoi occhi al punto che tu presti attenzione a me che sono una straniera?”.

11 Ma Boaz le rispose dicendo: “Mi è stato riferito tutto ciò che hai fatto per tua suocera dopo la morte di tuo marito e come hai lasciato tuo padre, tua madre e il tuo paese natio, per venire a vivere con un popolo che prima non conoscevi.

12 Il Signore ti ripaghi per quanto hai fatto, e la tua ricompensa ti sarà donata dal Signore, il Dio d'Israele, sotto le cui ali sei venuta a rifugiarti!”.

13 Poi ella disse: “Usi grande clemenza con me, o mio signore, poiché tu mi hai consolata e hai parlato al cuore della tua serva, sebbene io non sia neppure come una delle tue serve”.

14 Al momento del pasto, Boaz le disse: “Vieni qui, mangia il pane e intingi il tuo boccone nel vino”. Così ella si pose a sedere accanto ai mietitori e Boaz le porse del cibo, ed ella mangiò a sazietà e mise da parte gli avanzi.

15 Quando si levò per tornare a spigolare, Boaz diede quest'ordine ai suoi servi, dicendo: “Lasciatela spigolare anche fra i covoni e non rimproveratela. 16 Lasciate pure cadere per lei delle spighe dai manipoli e abbandonatele, perché essa le raccolga, e non sgridatela”.

17 Così ella spigolò nel campo fino a sera; poi battè quello che aveva raccolto, e ne venne fuori circa un'efa di orzo.

18 E se lo caricò addosso ed entrò in città; mostrò a sua suocera ciò che essa aveva spigolato, e tirò fuori e le diede anche ciò che le era rimasto del cibo dopo essersi saziata.

19 E sua suocera le chiese: “Dove hai spigolato oggi? E dove hai lavorato? Benedetto colui che ti ha prestato attenzione”. Così Ruth disse alla suocera presso chi aveva lavorato e aggiunse: “L'uomo presso il quale ho lavorato oggi si chiama Boaz”.

20 E Naomi le rispose: “Sia egli benedetto dal Signore, che non ha ritirato la sua benignità ai vivi e ai morti. E aggiunse anche: “Quest'uomo è nostro parente stretto, uno che ha il diritto di riscattarci”.

21 Allora Ruth la moabita disse: “Mi ha anche detto: "Rimani con i miei servi, finché abbiano finito tutta la mia mietitura"".

22 E Naomi disse a Ruth sua nuora: “È bene, figlia mia, che tu vada con le sue serve per paura che tu non sia molestata in un altro campo”.

23 Ella rimase perciò a spigolare con le serve di Boaz sino alla fine della mietitura dell'orzo e del frumento; e viveva con sua suocera.

Boaz: un uomo pieno di Dio

Nei versetti 1-7 incontriamo Boaz, vediamo il carattere di Ruth e avvertiamo la presenza di una misericordiosa provvidenza dietro questo incontro. Apprendiamo che Boaz è un parente di Elimelech, il marito di Naomi deceduto da tempo. Subito si può notare che le cose non sono così cupe come ci suggerisce Naomi all’1,11-13 dove dà l’impressione che non ci sia nessuno che possa sposare Ruth e Orpah e continuare quindi la successione dei loro mariti. Per chi legge la storia per la prima volta, Boaz è come uno squarcio luminoso nella nube di amarezza che incombe su Naomi, dilagante sempre più. Per esempio, il versetto 1 dice che è un uomo ricco. Ma più importante è il versetto 4, che mostra come lui sia un uomo di Dio. Perché quindi il narratore si soffermerebbe sul modo in cui Boaz ha salutato i suoi servi? “Ed ecco che Boaz arrivò da Betlemme e disse ai mietitori: ”Il Signore sia con voi!” E loro risposero: ”Il Signore ti benedica”.” Se si vuol conoscere la relazione di un uomo con Dio, bisogna scoprire quanto Dio colmi in ogni minimo dettaglio la sua vita quotidiana. Evidentemente Boaz era un uomo così pieno di Dio che anche il suo lavoro e il rapporto con i suoi dipendenti ne erano pervasi. Egli li accolse con Dio. E vedremo fra poco che tutto ciò è ben più che non banalità da bigotto.

Ruth: una donna di carattere

Oltre all’incontro con Boaz nei versetti 1-7, possiamo vedere come il carattere di Ruth risulterà cruciale per comprendere appieno ciò che questo capitolo vuole insegnarci.

1. Iniziativa di Ruth nel prendersi cura di Naomi In primo luogo, vediamo l’iniziativa di Ruth nell’accudire sua suocera. Notiamo nel versetto 2 che Naomi non obbliga Ruth ad andare a lavorare. Ruth dice: ”Lasciami andare nei campi a spigolare”. Ruth ha dedicato se stessa a Naomi con devozione incredibile e prende lei stessa l’iniziativa di lavorare e occuparsi di lei. 2. Umiltà di Ruth

In secondo luogo, vediamo l’umiltà di Ruth. Lei sa come prendere l’iniziativa senza risultare sfacciata. Nel versetto 7 i servi riferiscono a Boaz come quella mattina lei li avesse avvicinati. Aveva detto: ”Per favore, lasciatemi spigolare e raccogliere le spighe tra i covoni dietro ai mietitori”. Non chiede l’elemosina. Non pretende nemmeno di avere diritto di spigolare. Tutto ciò che vuole è raccogliere gli avanzi dopo che i mietitori hanno finito e chiede anche il permesso per farlo. È come quell’altra donna straniera che si avvicinò a Gesù e disse: ”Signore, anche i cani sotto il tavolo mangiano le briciole dei piccoli”, e alla quale Gesù rispose esaltandone la fede. Ruth sa come prendere l’iniziativa, ma non è invadente o sfacciata, bensì modesta e umile.

3. Laboriosità di Ruth

In terzo luogo, vediamo la sua laboriosità. È una lavoratrice straordinaria. Il versetto 7 continua: “Così essa è venuta ed è rimasta da questa mattina fino ad ora, senza fermarsi un solo momento”. Il versetto 17 continua dicendo che ha raccolto fino a sera, e poi prima di andare via ha battuto quello che aveva raccolto, lo ha misurato e portato a casa da Naomi. Non c’è dubbio che lo scrittore vuole farci ammirare e imitare Ruth. Ella prende l’iniziativa di accudire la suocera bisognosa. È umile e modesta e non si presenta con sfacciataggine. E lavora duramente dall’alba al tramonto. Iniziativa. Umiltà. Laboriosità. Tratti meritevoli. Continuate a tenere ancora d'occhio tutto ciò.

Provvidenza misericordiosa di Dio

Ma prima di abbandonare i versetti 1-7, avete notato un senso di provvidenza misericordiosa dietro tutto ciò? Notate il versetto 3: “Così Ruth andò e si mise a spigolare nel capo dietro ai mietitori; nella parte del campo appartenente a Boaz, che era della famiglia di Elimelech”. “Le è capito di trovarsi lì?” Non dovete scrivere la vostra teologia in ogni riga. A volte è bene lasciare qualcosa di ambiguo per dare al vostro lettore la possibilità di riempire lo spazio vuoto se ci arriva da solo. La risposta può essere data successivamente. E così sarà. Infatti, Naomi, con la sua grande teologia della sovranità di Dio, è colei che darà la risposta. La risposta è Dio – la provvidenza misericordiosa di Dio che guida Ruth mentre spigola. Ruth giunse nel campo di Boaz perché Dio è misericordioso e sovrano anche quando è in silenzio. Come dice il proverbio (16,9): ”La mente di un uomo pianifica la sua strada, ma il Signore ne dirige i passi”.

Perché Ruth ha trovato favore?

Ora, nei versetti 8 e 9, Boaz si avvicina a Ruth e le mostra grande bontà, sebbene lei sia una straniera. Egli le offre cibo e le dice di lavorare nel suo campo e stare vicina alle sue serve. Egli le assicura protezione dicendo ai giovani di non molestarla (v.9). Ed egli provvede alla sua sete dicendole di bere da ciò che gli uomini avevano attinto. Così tutta la ricchezza e la devozione di Boaz cominciano a dispiegarsi per il bene di Ruth.

Ora veniamo dunque al dialogo più importante del capitolo – i versetti 10-13. Ruth solleva una domanda che risulta molto profonda. È una delle cose che tutti dobbiamo chiedere a Dio. Quasi nulla nella nostra vita è più importante della risposta che otteniamo.

Allora Ruth si gettò giù, prostrandosi faccia a terra e gli disse: “Per quale ragione ho io trovato grazia ai tuoi occhi al punto che tu presti attenzione a me che sono una straniera?” Ruth sa di essere una moabita. Da un punto di vista naturale ha due punti a sfavore contro di lei. Non si risente di questo, ma lo accetta. Da non israelita non si aspetta alcun trattamento speciale. La sua risposta alla gentilezza di Boaz è stupore.

È molto diversa dalla maggior parte delle persone di oggi. Ci aspettiamo gentilezza e rimaniamo stupiti e pieni di risentimento se non otteniamo i nostri diritti. Ma Ruth esprime il suo senso di indegnità prostrando il suo viso e chinandosi a terra. La gente orgogliosa non ringrazia. La gente umile è ancora più umile se trattata con grazia. La grazia non è destinata a innalzarci dall’umiltà. È destinata a renderci felici in Dio. Non in base del merito Ma stiamo andando troppo in là. Ruth si chiede perché Boaz l’abbia trattata con così tanta gentilezza. I versetti 11 e 12 sono cruciali: Ma Boaz le rispose, dicendo: “Mi è stato riferito tutto ciò che hai fatto per tua suocera dopo la morte di tuo marito, e come hai lasciato tuo padre, tua madre e il tuo paese natio, per venire a vivere con un popolo che prima non conoscevi. Il Signore ti ripaghi di quanto hai fatto, e la tua ricompensa ti sarà donata dal Signore, il Dio d'Israele, sotto le cui ali sei venuta a rifugiarti”.

Notate: quando Ruth chiede perché le viene mostrata grazia, Boaz non risponde che la grazia non ha condizioni. Egli risponde alla sua domanda dicendo: “Perché hai amato Naomi così tanto che eri disposta a lasciare tuo padre e tua madre per servirla in terra straniera”.

Questo vuol dire forse che lo scrittore vuole farci pensare all’amore di Ruth per Naomi come a un lavoro che merita il favore di Boaz e quello di Dio? Vuole farci pensare alla grazia come a una gentilezza che dobbiamo guadagnarci? Non penso. Se Ruth si è guadagnata la benevolenza di Boaz, allora dobbiamo pensare a lei come a una sorta di dipendente che rende i suoi servigi a Boaz, suo padrone, servigi così preziosi che lui si sente in debito di ripagarla. Non è l’immagine che lo scrittore vuole creare nelle nostre menti. Il versetto 12 ci mostra un’altra immagine che rende l’associazione padrone-dipendente impossibile.

Perché lei ha cercato rifugio sotto le ali di Dio

Boaz dice nel versetto 12 che Dio è davvero l’unico che sta premiando Ruth per il suo amore verso Naomi. Boaz è solo uno strumento di Dio (come sapremo da Naomi in seguito). Ma ora soffermiamoci sulle parole: “Il Signore ti ripaghi di quanto hai fatto, e la tua ricompensa ti sarà donata dal Signore, il Dio d'Israele, sotto le cui ali sei venuta a rifugiarti”. Questo versetto non ci spinge a vedere Ruth come una dipendente di Dio che esegue il lavoro richiesto, e a Dio come a un padrone che la ricompensa con un buon salario. L’immagine è quella di Dio come una possente Aquila alata e Ruth come un aquilotto indifeso che viene a cercare salvezza sotto le ali dell’Aquila. L’implicazione del versetto 12 è che Dio ricompenserà Ruth perché ha cercato rifugio sotto le sue ali.

Questo è un insegnamento comune nel Vecchio Testamento. Per esempio, il Salmo 57,1 dice: ”Abbi pietà di me, o Dio, abbi pietà di me, perché l’anima mia si rifugia in te; mi rifugio all’ombra delle tue ali”. Notate la parola “perché”. Abbi pietà di me, perché l’anima mia si rifugia in te. Perché Dio dovrebbe mostrare misericordia verso Ruth? Perché lei ha cercato rifugio sotto le sue ali. Ha considerato la sua protezione migliore di tutte le altre. Ha rimesso il suo cuore a Dio per speranza e gioia. E quando una persona fa questo, l’onore di Dio è in gioco ed egli sarà misericordioso. Se fate appello al valore di Dio come fonte di speranza, invece di far appello al vostro come fonte della speranza di Dio, allora il suo costante impegno al proprio valore lo spinge a offrire tutto il suo cuore per la vostra protezione e gioia.

Cercare rifugio in Dio e amare gli altri

Ma dobbiamo chiederci come l’amore di Ruth per Naomi e l’aver lasciato la sua famiglia siano collegati alla sua ricerca di rifugio sotto le ali di Dio. L’ipotesi più probabile è che Ruth era in grado di lasciare la protezione di suo padre e sua madre a Moab perché aveva trovato rifugio sotto le ali di Dio, di gran lunga superiore. Ed evidentemente ha visto un bisogno nella vita di Naomi e sentito Dio che la chiamava per rispondere a tale esigenza. L’Aquila si è mossa verso Naomi, e per continuare a gioire della protezione delle ali di Dio, anche Ruth si muove e s’impegna a prendersi cura di Naomi con la cura che sta ricevendo dalla sua Aquila.

Quindi la relazione tra il rifugiarsi sotto le ali di Dio da una parte e lasciare la propria casa per prendersi cura di Naomi dall’altra sta nel fatto che trovandosi sotto le ali di Dio, Ruth è riuscita ad abbandonare il rifugio umano e a donarsi con amore a Naomi. Oppure un altro modo di dirlo, è che lasciare casa e amare Naomi sono il risultato e la prova dell’essersi rifugiati in Dio.

Il messaggio del Vangelo

Così tornando alla domanda di Ruth nel versetto 10: ”Perché ho trovato la grazia?”, la risposta è che ha preso rifugio sotto le ali di Dio e che ciò le ha dato la libertà e il desiderio di lasciare casa e amare Naomi. Non si è guadagnata la misericordia di Dio o Boaz. Non è la loro dipendente. Loro non stanno pagando salario per il suo lavoro. Al contrario, lei li ha onorati ammettendo il suo bisogno di lavorare per loro e semplicemente rifugiandosi nella loro generosità.

Questo è il messaggio del vangelo nel Vecchio e Nuovo Testamento. Dio avrà pietà di chiunque (palestinese o israelita o americano) si umili come Ruth e si rifugi sotto le ali di Dio. Gesù dice: ”O Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi coloro che sono stati mandati a te! Quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli insieme come una chioccia raccoglie i suoi pulcini sotto le sue ali, e voi no! Ecco, la vostra casa è abbandonata e desolata”. Tutto quello che i farisei dovevano fare era rifugiarsi sotto le ali di Gesù. Non più giustificarsi. Non più fare affidamento soltanto su se stessi. Non più glorificarsi. Ma non vollero. Ruth non era il loro modello. Nessuno prostrò il volto davanti a Gesù. Nessuno si inchinò. Nessuno si stupì per la grazia. Non siate come i farisei. Siate come Ruth.

Dio non è un padrone alla ricerca di dipendenti. È un’Aquila alla ricerca di persone che si rifugino sotto le sue ali. Egli è alla ricerca di persone che lasceranno padre e madre e patria o qualsiasi altra cosa che possa tenerci lontani da una vita di amore sotto le ali di Gesù.

Teologia di Naomi sulla sovranità di Dio

Vorrei concludere tornando brevemente a Naomi. Boaz offre a Ruth tutto ciò che può mangiare per pranzo (v. 14, cfr. “più grazia”, Giacomo 4,6). Ruth lavora fino al tramonto. Torna da Naomi e le offre gli avanti del pranzo e tutto il grano (vv. 17-19). Le racconta che cosa è accaduto con Boaz, e nel versetto 20 la teologia di Naomi sulla sovranità di Dio le fornisce una spiegazione. Ella dice: ”Sia egli [Boaz] benedetto dal Signore, che non ha ritirato la sua benignità ai vivi e ai morti”. Penso che la benignità a cui si riferisce sia la benignità del Signore (cfr. Genesi 24,27). Boaz aveva appena cominciato a mostrare benignità ai morti. Sembrava che Dio li avesse abbandonati. La benignità del Signore non ha abbandonato i vivi (Naomi e Ruth) o i morti (Elimelech e Chilion). È stato il Signore a porre fine alla carestia. È stato il Signore a legare Ruth e Naomi. È stato il Signore a conservare Boaz per Ruth. Ruth non è giunta per caso al campo di Boaz. La luce dell’amore ha finalmente sprigionato tanta luminosità da poter infine essere vista da Naomi. Il Signore è benigno. È buono verso tutti coloro che si rifugiano sotto le sue ali. Cerchiamo quindi di prostrare i nostri volti, di inchinarci davanti al Signore, di confessare la nostra indegnità, di rifugiarci sotto le ali di Dio e rimanere stupiti della sua grazia.