Questa grande salvezza/Questa grande salvezza

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Capitolo 3 del libro Questa grande salvezza La settimana prima dell’inizio di un ritiro matrimoniale in cui avrei dovuto tenere un discorso, mia moglie Carolyn mi fece presente che nella nostra relazione mancava qualcosa. A dire il vero, il punto era il mio egoismo. Ero sempre più immerso nei miei studi, tanto da trascurare di occuparmi di lei e passare del tempo insieme. Nondimeno, mi sentivo così sotto pressione nel completare i preparativi per il ritiro, e la predica della seguente domenica, tanto da non reagire e cambiare atteggiamento. Pensavo di avere una scusa più che legittima. Ma nel bel mezzo dei miei preparativi, mentre scrivevo esponendo il punto che l’egoismo è un problema radicale in molti matrimoni, sentii che lo Spirito Santo mi attaccava con tutta la forza della profezia di Nataniele a re Davide: “Tu sei l’uomo!”. La mia colpa era evidente, quindi chiamai subito Carolyn e le chiesi perdono. Come mi aspettavo, mi perdonò senza esitare (essere sposata con me le ha dato spesso modo di praticare in materia). Tuttavia, riprendendo i miei studi, provai la penosa e fin troppo familiare realtà dell’accusa. Un pensiero assillante continuava a interrompere la mia concentrazione: “Che cosa ti dà il diritto di insegnare l’intimità coniugale quando tu stesso non hai rispettato quel che insegnerai? Lo hai fatto persino mentre ti ci preparavi!”. Non ebbi difficoltà a identificare la causa del senso di colpa che minacciava di frenarmi. La sfida era, come liberarsene? Un diverso scenario mi aveva messo alla prova giusto un paio di settimane prima. Pareva che alcuni dei nostri elettrodomestici avessero cospirato per guastarsi tutti contemporaneamente (avete notato che succede? Perché mai le cose non si rompono una per volta, in modo da poter affrontare il fatto con più facilità?). L’aspirapolvere si era guastato, così il forno a microonde, una vera e propria catastrofe a casa mia. Mi fu difficile aspettare i 15 secondi necessari a scaldare il mio pasto nel microonde. Aspettare 15 minuti usando il forno normale? Per carità! Come se ciò non bastasse, risultò che anche la nostra caldaia aveva un guasto, quando ricevemmo una bolletta della luce che ammontava al doppio del solito. Prima che quella settimana finisse, mi toccò un’altra sorpresa. Carolyn si era alzata presto per andare a correre. Era appena uscita di casa, quando tornò dentro e chiese con calma: “Dov’è la macchina?”. La guardai senza sapere che cosa rispondere. Dov’è la macchina?, pensai tra me e me, È nel vialetto. La teniamo sempre lì. Ma lì non c’era più. Aspettai 45 minuti prima di avvertire le autorità, aspettandomi che qualcuno tra i nostri amici chiamasse e confessasse uno scherzo. Ma nessuno chiamò. Più tardi in giornata, la polizia trovò la mia auto abbandonata a chilometri di distanza, intatta tranne che per gli pneumatici. Rubata proprio sotto il mio naso! Come possiamo reagire al persistente senso di colpa (accusa), combinato con circostanze difficili e poco chiare (avversità)? Avrete probabilmente provato qualcosa di simile, se non di più serio, voi stessi. Troppo spesso siamo più consapevoli delle accuse che non della grazia di Dio; siamo sconcertati, perfino amareggiati, nelle avversità, piuttosto che certi della sovranità di Dio. Adesso per favore prendete un momento per leggere Romani 8,28-39, prima di proseguire nella lettura di questo capitolo. Per quanto incredibile sembri, una solida comprensione delle verità contenute in questi dodici versetti vi aiuterà a rispondere con un convinto “Sì!” a ciascuna delle domande nella casella a sinistra. Non vi è più efficace reazione alle accuse e alle avversità che in questa splendida parte delle Scritture. Lo sapevate? Due versetti del brano da Romani potrebbero qualificarsi per la sezione “I più citati” della Bibbia: E noi sappiamo che in tutte le cose Dio opera per il bene di coloro che lo amano, che sono stati chiamati secondo il suo proponimento (v.28). Che cosa dunque diremo in risposta a questo? Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? (v.31). Ma vogliate considerare questo: troppo spesso, penso, cerchiamo di esortarci e incoraggiarci a vicenda con quei versetti, senza capire il contenuto dei due versetti in mezzo. È un tentativo inutile, perché se non capiamo il contesto dato nei versetti 29 e 30, non possiamo apprezzare pienamente le promesse di 28 e 31, e il passaggio che segue. Guardate da vicino questi due versetti di cruciale importanza: Poiché quelli che egli ha preconosciuti, li ha anche predestinati a essere conformi all’immagine del suo Figlio affinché egli sia il primogenito fra molti fratelli. E quelli che ha predestinati, li ha pure chiamati, quelli che ha chiamati, li ha pure giustificati, e quelli che giustificati, li ha pure glorificati (v.29-30). Se vi foste presentati da me il giorno in cui mi rubarono l’auto e il mio microonde si era guastato, avreste potuto legittimamente consigliarmi di credere che “tutte le cose cooperano per il bene”. Spero che avrei risposto degnamente a questa verità biblica. Similmente, avreste potuto esortarmi a rigettare il senso di colpa rimastomi dopo aver chiesto perdono a Carolyn, ricordandomi “Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? Chi accuserà gli eletti di Dio? Dio è colui che li giustifica”. E di nuovo non avrei potuto confutare l’accuratezza di tale verità. Tuttavia, qualora non intese nel contesto, queste promesse non portano altro se non un cambiamento o un sollievo temporanei. La loro efficacia è limitata finché non comprendiamo le dottrine contenute nei versetti 29 e 30. Leggendo Romani 8,28-39, ci è chiaro che Paolo era convinto di ciò che scriveva. Sapeva che tutte le cose cooperavano per il bene nella sua vita, malgrado pene e tribolazioni che noi non avremo mai a provare (Paolo definiva il “bene” non in termini di piacere e prosperità, ma come l’essere conforme all’immagine di Cristo). Sapeva che Dio lo aveva giustificato anche quando aveva patito accuse. Sapeva che nulla, né avversità, persecuzioni, accuse, molestie del demonio, né persino la stessa morte, potevano allontanarlo dall’amore di Cristo (v.35). Che cosa gli dava tanta fiducia e rassicurazione? La sua intima familiarità con le cinque cruciali dottrine: preconoscenza, predestinazione, chiamata, giustificazione, glorificazione. Lo stesso grado di convinzione e fede vi colmerà, allorché mediterete sul contenuto dei versetti 29 e 30. Potrete rispondere con fiducia “È Dio colui che giustifica”, semmai dovessero accusarvi. Potrete dire con certezza “Tutte le cose cooperano per il bene nella mia vita”, anche quando vi troverete in circostanze che vi confondono, vi lasciano perplessi, e che andranno contro i vostri desideri. Paolo confidò nelle cinque dottrine citate in Romani 8,29-30: preconoscenza, predestinazione (o elezione), chiamata, giustificazione, glorificazione. Queste parole ci descrivono il piano sovrano di redenzione di Dio. Se leggete con attenzione, noterete che Paolo usa il tempo passato nell’elencare le dottrine (per esempio, “E quelli che ha predestinati, li ha pure chiamati”). Non vi è niente in queste affermazioni che lasci adito a tentativi di speculazione. Ciascun aspetto del piano di redenzione di Dio viene descritto come se fosse già stato compiuto nelle nostre vite. È la prospettiva eterna, come scrive F.F.Bruce, studioso della Bibbia: La preconoscenza e la predestinazione appartengono all’eterno consiglio di Dio; la chiamata e la giustificazione hanno preso posto nell’esperienza della sua gente; la gloria però, per quanto concerne la loro esperienza, sta nel futuro. Perché dunque Paolo usa lo stesso tempo passato per questo, come fa per gli altri atti di Dio? Forse imita l’uso ebraico del “passato profetico”, con cui un evento predetto viene definito con tale certezza del suo compimento che è descritto come se già avesse avuto luogo. Nella storia, la gente di Dio non è ancora stata glorificata. Per quel che riguarda il decreto divino, tuttavia, la loro gloria è stata determinata da tutta l’eternità. [4] Qualche anno fa mi capitò qualcosa che può aiutare a chiarire tutto questo. Essendo originario della zona di Washington e un accanito fan sportivo, ero ben più che interessato all’incontro di Superbowl tra i Washington Redskins e i Denver Broncos. Ero anche piuttosto incredulo sulla capacità dei Redskins di rendere bene sotto pressione, specialmente dopo dopo aver visto John Elway, il quarterback dei Broncos, segnare un touchdown da 80 yards nel primo gioco. Passai il primo quarto della partita in un certo qual stato di sofferenza, contorcendomi a ogni gioco, come se i miei spasmi nervosi potessero migliorare la prestazione dei Redskins. Nel secondo quarto, comunque, i Redskins riaprirono il gioco allorché Doug Williams realizzò quattro sorprendenti passaggi di touchdown. La mia incredulità cominciò lentamente a svanire, e la squadra riportò una vittoria convincente. Quel che è interessante è il modo in cui guardavo lo svolgersi della partita e il modo in cui più tardi ne rividi la registrazione. La seconda volta fu molto diverso, ero rilassato, mangiavo con piacere. Conoscevo già il risultato prima ancora di iniziare a guardare. Non mi importava quanto i fan dei Broncos festeggiassero il veloce touchdown di Elway; sapevo che in pochi minuti i nostri avrebbero dominato. Qual è il punto? Dio è certo del futuro quanto noi lo siamo del passato. Egli vuole instillare in noi quella certezza e sicurezza nel presente. Vuole che sappiamo che siamo giustificati, che tutte le cose cooperano per il bene, che niente può separarci dall’amore di Cristo. Lo sapevate? Condividete la certezza di Paolo? O nutrite ancora dubbi sul piano e la provvidenza di Dio? Dio vuole che abbracciamo e gioiamo del suo piano di redenzione come fosse un fatto compiuto nella nostra vita. Ora è pur vero che la nostra glorificazione non si è ancora realizzata, non accadrà fino al ritorno di Gesù e noi riceveremo nuovi corpi. Ma dobbiamo vivere nel bene di questo piano preparato per noi, cominciando nel passato dell’eternità ed estendendolo nel futuro dell’eternità. L’impatto del presente su di noi è che possiamo vivere e in certezza e in sicurezza che colui che ha iniziato un buon lavoro in noi, lo porterà a compimento fino al giorno di Gesù Cristo. Quando comprenderete la predestinazione (al minimo grado possibile), quando capirete l’elezione, quando riconoscerete la chiamata, quando beneficerete della giustificazione, quando anticiperete la glorificazione, allora capirete che Dio è potentemente, ovviamente, per voi. Niente può separarvi dall’amore di Gesù Cristo! E anche se il vostro microonde si guastasse domani o la vostra auto sparisse, saprete che tutte le cose cooperano per il bene, perché amate Dio e siete stati chiamati secondo il suo proponimento. Per il resto della nostra vita e per l’eternità ci meraviglieremo a questi aspetti del carattere e del piano di Dio. Quanto poco meritevoli siamo della sua preconoscenza, predestinazione, chiamata, giustificazione e glorificazione! Sebbene tutto ci sarà più comprensibile una volta che saremo glorificati con lui, nondimeno guarderemo con riverente stupore alla nostra grande salvezza. Non aspettiamo la fine dei tempi, però. Esplorare la nostra grande salvezza adesso farà un’enorme differenza nel modo in cui reagiremo alle accuse e alle avversità, mentre serviamo il proponimento di Dio. Il potere della teologia In Romani 8,31 avviene una transizione cruciale. Paolo chiede: “Che cosa dunque dovremo rispondere a questo?”. Come abbiamo visto, Paolo ha molto da dire nei seguenti nove versetti. E una volta che preconoscenza, predestinazione, chiamata, giustificazione e glorificazione ci sarannno divenute familiari, potremo rispondere a questa grande salvezza con l’intensa convinzione dell’esempio di Paolo. Leggete qua: Dio è per noi (v.31). È vero ciò? Se avete iniziato il capitolo incerti sulla predisposizione di Dio, non chiedetevelo più. Egli è per voi. Lo ha dimostrato in maniera convincente, come vedremo qualche paragrafo più avanti. La base per capire se Dio sia o no per noi non è soggettiva. Il nostro stato emotivo è irrilevante. Il fatto oggettivo, eterno, è che Dio è per noi. Chi può essere contro di noi (v.31)? Tale promessa può venir facilemente malinterpretata. Paolo non dice che nessuno sarà mai contro di voi. Anzi, sia lui che Gesù garantiscono proprio del contrario! Tuttavia, nessuno di coloro che sono contro di voi sarà in ultima istanza vittorioso, perché Dio è per voi. Non vi è avversario che possa sfidare con successo la sua sovranità. Considerate quel che implica tale affermazione. Forse avete una situazione sul lavoro dove pare che il vostro capo ce l’abbia personalmente con voi. Magari ha persino promosso qualcun altro, malgrado il fatto che voi foste più qualificati. Questa può risultare una prova molto difficile. Che cosa fare dunque in un tale frangente? Potreste cominciare a cercarvi un altro lavoro, o andare a casa e cercare sollievo allo stress osservando pesci tropicali in un acquario. Ma c’è un modo migliore: ricordate che Iddio sovrano è per voi. Qualsiasi cosa faccia il vostro capo, Iddio Onnipotente è per voi, e il suo proponimento per la vostra vita non sarà reso vano. Se riuscite a comprendere ciò, vi garantisco che il giorno dopo andrete al lavoro con ben altro atteggiamento. Invece che opporre resistenza o portare risentimento verso il vostro capo, sarete motivati a lavorare per lui! Una trasformazione così drammatica può avvenire soltanto se avrete afferrato il significato di preconoscenza, predestinazione, chiamata, giustificazione e glorificazione. L’esatta comprensione delle dottrine della grazia cambierà per sempre il vostro modo di vedere e reagire alle diverse circostanze. Invece che cercare vendetta contro i vostri avversari, potrete amarli, pregare per loro, servirli. Neppure Satana può mettersi contro di noi e vincere. Il suo potere e la sua autorità tendono comunque a venir sopravvalutati. Dobbiamo essere consapevoli della sua esistenza e nutrire un certo qual timore per i suoi mezzi, ma anch’egli è una creatura. Non può nulla senza l’autorizzazione di Dio. E, ascoltate bene, Dio non è indifferente al vostro caso. Egli vi ha scelto. Egli conosce il vostro nome. Egli è per voi. Dio ha dato il proprio Figlio per noi (v.32) Se vi servono prove che Dio è per voi, non avete da cercare più in là della Croce. Non riesco a immaginare quale pena abbia provato il Padre nell’udire il grido di Gesù: “Mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato?”. Egli abbandonò il proprio Figlio, così che noi potessimo riconoscerlo come Padre e mai essere abbandonati noi stessi. Di quale altra prova abbiamo bisogno? Quell’essere sanguinante fu messo sulla Croce per proclamare all’eternità: IO SONO PER VOI! Nessuno può muovere accusa contro quelli che Dio ha scelti (v.33) Forse siete tra quelli che conoscono il tormento dell’accusa. Peccati e fallimenti del passato vi tornano incessantemente alla memoria. Non importa quante volte abbiate confessato il peccato, il ricordo di quel che avete fatto ritorna. Il versetto 33 è però una dichiarazione legalmente vincolante: “Chi muoverà accusa contro quelli che Dio ha scelti? Dio è colui che giustifica”. Il santo e giusto Giudice di tutto ha emesso un verdetto che non può venir impugnato. Egli ha dichiarato che, dato in sostituzione il sacrificio del proprio Figlio, voi ora siete giustificati davanti a lui. Ogni volta che vi muoveranno accusa, affermate e dichiarate che siete stati giustificati dall’opera compiuta di Cristo. Chi è colui che condanna (v.34)? Per quanto liberatorio sia scrollarsi di dosso accuse demoniache, è di capitale importanza il fatto che Dio stesso non ci condannerà. Quel giorno in cui ciascuno di noi sarà in ginocchio davanti allo scranno di Cristo giudice, innumerevoli moltitudini udranno le terribili, irreversibili parole: “Non vi ho mai conosciuti. Lungi da me, voi che siete maledetti, dentro il fuoco eterno preparato dal diavolo e i suoi angeli”. Dio non desidera dire ciò a nessuno. Egli ha posto la Croce direttamente sul nostro cammino così da risparmiarci queste spaventose parole. E però coloro che l’hanno caparbiamente ignorata, che si sono rifiutati di sottomervisi, saranno condannati all’eterno tormento. Inoltre, poiché avete ricevuto il sacrificio di sostituzione di Cristo, nessuno può vittoriosamente muovere accuse contro di voi, non soltanto in questa vita, ma anche in quel momento critico in cui starete davanti allo scranno di Dio giudice. Non vi è modo più efficace di lottare contro la condanna che concentrarsi sulla Croce. Se vi difettano assicurazione o accettazione, colmate i vostri pensieri, il vostro cuore e la vostra adorazione con la Croce di Gesù Cristo. Gesù intercede per noi (v.34) Oltre al fatto meraviglioso della sua volontaria morte per noi, nostro Signore prega per noi dalla sua posizione privilegiata alla destra del Padre. Egli non attende passivamente la fine dei tempi, guardando di tanto in tanto l’orologio, né tantomeno si rilassa, godendo il sacrificio della nostra adorazione e dei nostri servigi. Egli trascorre la vostra intera esistenza intercedendo per voi, per nome. Non vi sentite incoraggiati sapendo che lo stesso Gesù sta pregando proprio in questo momento per le vostre necessità? Niente ci separerà dall’amore di Cristo (vv.35-39) Se Paolo non dice nulla, è perché non vuole dire nulla. Problemi, avversità, persecuzioni, carestie, pericoli, morte: nulla di tutto ciò può mettersi tra noi e e l’amore di nostro Signore. Infatti io sono persuaso che né morte né vita né angeli né principati né potenze né cose presenti né cose future,
né altezze né profondità, né alcun’altra creatura potrà separarci dall’amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore (Romani 8,38-39). Gravati di accuse o perseguitati dalle avversità, potremmo sentirci separati dall’amore di Dio, come se ci avesse abbandonati. Comprendere preconoscenza, predestinazione, chiamata, giustificazione e glorificazione ci libera dalla dipendenza inutile e non biblica delle nostre attuali fluttuanti emozioni. Conosco un uomo in Inghilterra che avrebbe potuto reagire alle proprie avverse circostanze dandone la colpa a Dio. Si tratta di uno stimato autore e insegnante della Bibbia, nonché uomo di sicuro carattere. Nel corso degli anni sono sempre rimasto colpito dalla premurosa gentilezza a cui sono improntati i nostri rapporti. Durante una recente visita in Inghilterra, venni a sapere che la moglie di Henry era gravemente malata e che la sua aspettativa di vita non superava i sei mesi. Fui sorpreso di vederli presenti alla conferenza. Ancora più sorprendente era l’evidente espressione di gioia sui loro volti, mentre aveva quasi dell’incredibile il modo in cui avvicinavano le altre persone. Invece di chiudersi nell’autocommiserazione, continuavano ad agire normalmente, e la cosa mi toccò profondamente. Rividi Henry a colazione un mattino durante la conferenza. “C.J.”, mi disse, “di certo sai che cosa è successo a mia moglie. Ho cercato Dio, l’ho visto guarire tanta gente, ma non penso che lei verrà guarita”. Non sapevo che cosa dire. Continuavo a pensare tra me e me: Che cosa mai potrei dire? La prossima volta che ci rivedremo, sua moglie non sarà con lui. Risultò poi che non dovevo dire nulla, perché nel successivo quarto d’ora Henry condivise con me un’inestimabile lezione dalle Scritture e dalla storia della Chiesa riguardo alla morte. Citò Charles Spurgeon che descriveva come il trovarsi al capezzale di un santo morente lo rendesse più consapevole della gloria di Dio. Citò anche la frase di John Wesley sulla generazione precedente: “La nostra gente muore bene”. Il dolore di Henry era evidente. Non tentava nemmeno di nascondere la sua pena, ma era convinto che la morte non avrebbe potuto separare né lui né sua moglie dall’amore di Gesù Cristo. Decenni di studio e insegnamento delle grandi verità di preconoscenza, predestinazione, chiamata, giustificazione e glorificazione li avevano convinti dell’amore e della sovranità di Dio. Non avevano paura, erano sicuri. Quando Henry si accomiatò, commentai con un amico: “Ecco quale potere ha la comprensione della dottrina della grazia nel cambiare la vita di qualcuno e sostenerlo nell’avversità”. In un secondo momento, mi trovai dietro Henry che attendeva al culto. Mi si rivolse dicendo: “Ho esaminato la mia biblioteca e ho scelto dei libri per alcune persone che voglio trasmettere ad altre generazioni. Ti spedirò un libro”. Non soltanto Henry era preparato per la morte della moglie, ma lavorava pure a che la prossima generazione di guide fosse preparata. Non siate in pena per lui. Io mi sentivo intimamente sconvolto, eppure Henry stava lì e amministrava il culto sorridendo con tenerezza. Perché non era amareggiato, triste, lamentoso o chiuso nel suo dolore? Come riusciva a trasmettere gioia alla gente nel pieno di una tale profonda sofferenza personale? Perché Romani 8,38-39 era scolpito nel suo cuore: sapeva che niente lo avrebbe separato dall’amore di Cristo. Allorché le verità su questa grande salvezza penetreranno nel vostro cuore, il risultato sarà quello di riuscire a reagire ad accuse e avversità sapendo e affermando che, se Dio è per voi, nessuno riuscirà a mettersi contro di voi, che egli vi ha giustificato, che niente vi separerà dal suo amore. Se questo libro cercasse di esplorare tutte le cinque dottrine evidenziate nel primo capitolo - preconoscenza, predestinazione, chiamata, giustificazione, glorificazione – avrebbe diverse centinaia di pagine in più (a dire il vero, lo staremmo ancora scrivendo!). Abbiamo scelto per i prossimi sei capitoli di concentrarci su una soltanto: la magnifica dottrina della giustificazione tramite la fede. Man mano che vi addentrerete in queste pagine, non lasciatevi intimidire dalla teologia e dottrina che coprirete. Questa materia è piena di vita… e cambierà la vostra vita. Rimarrete colpiti dal dono della giustificazione che Gesù assicurò per noi sulla Croce. Vi persuaderete che Dio è per voi, che tutte le cose cooperano per il bene nella vostra vita, e che nessuno può in ogni modo opporsi a voi con successo. Come è potente tutto ciò, e quanto immeritato! Questa è davvero meravigliosa grazia.
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La settimana prima dell’inizio di un ritiro matrimoniale in cui avrei dovuto tenere un discorso, mia moglie Carolyn mi fece presente che nella nostra relazione mancava qualcosa. A dire il vero, il punto era il mio egoismo. Ero sempre più immerso nei miei studi, tanto da trascurare di occuparmi di lei e passare del tempo insieme.
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Nondimeno, mi sentivo così sotto pressione nel completare i preparativi per il ritiro, e la predica della seguente domenica, tanto da non reagire e cambiare atteggiamento. Pensavo di avere una scusa più che legittima.
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Ma nel bel mezzo dei miei preparativi, mentre scrivevo esponendo il punto che l’egoismo è un problema radicale in molti matrimoni, sentii che lo Spirito Santo mi attaccava con tutta la forza della profezia di Nataniele a re Davide: “Tu sei l’uomo!”.
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La mia colpa era evidente, quindi chiamai subito Carolyn e le chiesi perdono. Come mi aspettavo, mi perdonò senza esitare (essere sposata con me le ha dato spesso modo di praticare in materia).
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Tuttavia, riprendendo i miei studi, provai la penosa e fin troppo familiare realtà dell’accusa. Un pensiero assillante continuava a interrompere la mia concentrazione: “Che cosa ti dà il diritto di insegnare l’intimità coniugale quando tu stesso non hai rispettato quel che insegnerai? Lo hai fatto persino mentre ti ci preparavi!”.
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Non ebbi difficoltà a identificare la causa del senso di colpa che minacciava di frenarmi. La sfida era, come liberarsene?
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Un diverso scenario mi aveva messo alla prova giusto un paio di settimane prima. Pareva che alcuni dei nostri elettrodomestici avessero cospirato per guastarsi tutti contemporaneamente (avete notato che succede? Perché mai le cose non si rompono una per volta, in modo da poter affrontare il fatto con più facilità?). L’aspirapolvere si era guastato, così il forno a microonde, una vera e propria catastrofe a casa mia. Mi fu difficile aspettare i 15 secondi necessari a scaldare il mio pasto nel microonde. Aspettare 15 minuti usando il forno normale? Per carità! Come se ciò non bastasse, risultò che anche la nostra caldaia aveva un guasto, quando ricevemmo una bolletta della luce che ammontava al doppio del solito.
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Prima che quella settimana finisse, mi toccò un’altra sorpresa. Carolyn si era alzata presto per andare a correre. Era appena uscita di casa, quando tornò dentro e chiese con calma: “Dov’è la macchina?”. La guardai senza sapere che cosa rispondere. Dov’è la macchina?, pensai tra me e me, È nel vialetto. La teniamo sempre lì. Ma lì non c’era più. Aspettai 45 minuti prima di avvertire le autorità, aspettandomi che qualcuno tra i nostri amici chiamasse e confessasse uno scherzo. Ma nessuno chiamò. Più tardi in giornata, la polizia trovò la mia auto abbandonata a chilometri di distanza, intatta tranne che per gli pneumatici. Rubata proprio sotto il mio naso!
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Come possiamo reagire al persistente senso di colpa (accusa), combinato con circostanze difficili e poco chiare (avversità)? Avrete probabilmente provato qualcosa di simile, se non di più serio, voi stessi. Troppo spesso siamo più consapevoli delle accuse che non della grazia di Dio; siamo sconcertati, perfino amareggiati, nelle avversità, piuttosto che certi della sovranità di Dio.
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Adesso per favore prendete un momento per leggere Romani 8,28-39, prima di proseguire nella lettura di questo capitolo. Per quanto incredibile sembri, una solida comprensione delle verità contenute in questi dodici versetti vi aiuterà a rispondere con un convinto “Sì!” a ciascuna delle domande nella casella a sinistra.
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Non vi è più efficace reazione alle accuse e alle avversità che in questa splendida parte delle Scritture.
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Due versetti del brano da Romani potrebbero qualificarsi per la sezione “I più citati” della Bibbia: E noi sappiamo che in tutte le cose Dio opera per il bene di coloro che lo amano, che sono stati chiamati secondo il suo proponimento (v.28).
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Che cosa dunque diremo in risposta a questo? Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? (v.31).
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Ma vogliate considerare questo: troppo spesso, penso, cerchiamo di esortarci e incoraggiarci a vicenda con quei versetti, senza capire il contenuto dei due versetti in mezzo. È un tentativo inutile, perché se non capiamo il contesto dato nei versetti 29 e 30, non possiamo apprezzare pienamente le promesse di 28 e 31, e il passaggio che segue. Guardate da vicino questi due versetti di cruciale importanza:
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Poiché quelli che egli ha preconosciuti, li ha anche predestinati a essere conformi all’immagine del suo Figlio affinché egli sia il primogenito fra molti fratelli. E quelli che ha predestinati, li ha pure chiamati, quelli che ha chiamati, li ha pure giustificati, e quelli che giustificati, li ha pure glorificati (v.29-30).
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Se vi foste presentati da me il giorno in cui mi rubarono l’auto e il mio microonde si era guastato, avreste potuto legittimamente consigliarmi di credere che “tutte le cose cooperano per il bene”. Spero che avrei risposto degnamente a questa verità biblica. Similmente, avreste potuto esortarmi a rigettare il senso di colpa rimastomi dopo aver chiesto perdono a Carolyn, ricordandomi “Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? Chi accuserà gli eletti di Dio? Dio è colui che li giustifica”. E di nuovo non avrei potuto confutare l’accuratezza di tale verità. Tuttavia, qualora non intese nel contesto, queste promesse non portano altro se non un cambiamento o un sollievo temporanei.
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La loro efficacia è limitata finché non comprendiamo le dottrine contenute nei versetti 29 e 30. Leggendo Romani 8,28-39, ci è chiaro che Paolo era convinto di ciò che scriveva. Sapeva che tutte le cose cooperavano per il bene nella sua vita, malgrado pene e tribolazioni che noi non avremo mai a provare (Paolo definiva il “bene” non in termini di piacere e prosperità, ma come l’essere conforme all’immagine di Cristo). Sapeva che Dio lo aveva giustificato anche quando aveva patito accuse. Sapeva che nulla, né avversità, persecuzioni, accuse, molestie del demonio, né persino la stessa morte, potevano allontanarlo dall’amore di Cristo (v.35). Che cosa gli dava tanta fiducia e rassicurazione? La sua intima familiarità con le cinque cruciali dottrine: preconoscenza, predestinazione, chiamata, giustificazione, glorificazione.
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Lo stesso grado di convinzione e fede vi colmerà, allorché mediterete sul contenuto dei versetti 29 e 30. Potrete rispondere con fiducia “È Dio colui che giustifica”, semmai dovessero accusarvi. Potrete dire con certezza “Tutte le cose cooperano per il bene nella mia vita”, anche quando vi troverete in circostanze che vi confondono, vi lasciano perplessi, e che andranno contro i vostri desideri.
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Paolo confidò nelle cinque dottrine citate in Romani 8,29-30: preconoscenza, predestinazione (o elezione), chiamata, giustificazione, glorificazione.
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Queste parole ci descrivono il piano sovrano di redenzione di Dio.
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Se leggete con attenzione, noterete che Paolo usa il tempo passato nell’elencare le dottrine (per esempio, “E quelli che ha predestinati, li ha pure chiamati”). Non vi è niente in queste affermazioni che lasci adito a tentativi di speculazione. Ciascun aspetto del piano di redenzione di Dio viene descritto come se fosse già stato compiuto nelle nostre vite. È la prospettiva eterna, come scrive F.F.Bruce, studioso della Bibbia:
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La preconoscenza e la predestinazione appartengono all’eterno consiglio di Dio; la chiamata e la giustificazione hanno preso posto nell’esperienza della sua gente; la gloria però, per quanto concerne la loro esperienza, sta nel futuro. Perché dunque Paolo usa lo stesso tempo passato per questo, come fa per gli altri atti di Dio? Forse imita l’uso ebraico del “passato profetico”, con cui un evento predetto viene definito con tale certezza del suo compimento che è descritto come se già avesse avuto luogo. Nella storia, la gente di Dio non è ancora stata glorificata. Per quel che riguarda il decreto divino, tuttavia, la loro gloria è stata determinata da tutta l’eternità. [4]
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Qualche anno fa mi capitò qualcosa che può aiutare a chiarire tutto questo. Essendo originario della zona di Washington e un accanito fan sportivo, ero ben più che interessato all’incontro di Superbowl tra i Washington Redskins e i Denver Broncos.
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Ero anche piuttosto incredulo sulla capacità dei Redskins di rendere bene sotto pressione, specialmente dopo dopo aver visto John Elway, il quarterback dei Broncos, segnare un touchdown da 80 yards nel primo gioco. Passai il primo quarto della partita in un certo qual stato di sofferenza, contorcendomi a ogni gioco, come se i miei spasmi nervosi potessero migliorare la prestazione dei Redskins. Nel secondo quarto, comunque, i Redskins riaprirono il gioco allorché Doug Williams realizzò quattro sorprendenti passaggi di touchdown. La mia incredulità cominciò lentamente a svanire, e la squadra riportò una vittoria convincente.
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Quel che è interessante è il modo in cui guardavo lo svolgersi della partita e il modo in cui più tardi ne rividi la registrazione. La seconda volta fu molto diverso, ero rilassato, mangiavo con piacere. Conoscevo già il risultato prima ancora di iniziare a guardare. Non mi importava quanto i fan dei Broncos festeggiassero il veloce touchdown di Elway; sapevo che in pochi minuti i nostri avrebbero dominato.
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Qual è il punto? Dio è certo del futuro quanto noi lo siamo del passato. Egli vuole instillare in noi quella certezza e sicurezza nel presente. Vuole che sappiamo che siamo giustificati, che tutte le cose cooperano per il bene, che niente può separarci dall’amore di Cristo.
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Lo sapevate? Condividete la certezza di Paolo? O nutrite ancora dubbi sul piano e la provvidenza di Dio?
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Dio vuole che abbracciamo e gioiamo del suo piano di redenzione come fosse un fatto compiuto nella nostra vita. Ora è pur vero che la nostra glorificazione non si è ancora realizzata, non accadrà fino al ritorno di Gesù e noi riceveremo nuovi corpi. Ma dobbiamo vivere nel bene di questo piano preparato per noi, cominciando nel passato dell’eternità ed estendendolo nel futuro dell’eternità.
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L’impatto del presente su di noi è che possiamo vivere e in certezza e in sicurezza che colui che ha iniziato un buon lavoro in noi, lo porterà a compimento fino al giorno di Gesù Cristo. Quando comprenderete la predestinazione (al minimo grado possibile), quando capirete l’elezione, quando riconoscerete la chiamata, quando beneficerete della giustificazione, quando anticiperete la glorificazione, allora capirete che Dio è potentemente, ovviamente, per voi.
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Niente può separarvi dall’amore di Gesù Cristo! E anche se il vostro microonde si guastasse domani o la vostra auto sparisse, saprete che tutte le cose cooperano per il bene, perché amate Dio e siete stati chiamati secondo il suo proponimento.
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Per il resto della nostra vita e per l’eternità ci meraviglieremo a questi aspetti del carattere e del piano di Dio. Quanto poco meritevoli siamo della sua preconoscenza, predestinazione, chiamata, giustificazione e glorificazione! Sebbene tutto ci sarà più comprensibile una volta che saremo glorificati con lui, nondimeno guarderemo con riverente stupore alla nostra grande salvezza.
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Non aspettiamo la fine dei tempi, però. Esplorare la nostra grande salvezza adesso farà un’enorme differenza nel '''modo in cui reagiremo alle accuse e alle avversità, mentre serviamo il proponimento di Dio. '''
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'''Il potere della teologia '''
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In Romani 8,31 avviene una transizione cruciale. Paolo chiede: “Che cosa dunque dovremo rispondere a questo?”. Come abbiamo visto, Paolo ha molto da dire nei seguenti nove versetti. E una volta che preconoscenza, predestinazione, chiamata, giustificazione e glorificazione ci sarannno divenute familiari, potremo rispondere a questa grande salvezza con l’intensa convinzione dell’esempio di Paolo.
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Leggete qua:
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Dio è per noi (v.31). È vero ciò? Se avete iniziato il capitolo incerti sulla predisposizione di Dio, non chiedetevelo più. Egli è per voi. Lo ha dimostrato in maniera convincente, come vedremo qualche paragrafo più avanti. La base per capire se Dio sia o no per noi non è soggettiva. Il nostro stato emotivo è irrilevante. Il fatto oggettivo, eterno, è che Dio è per noi.
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'''Chi può essere contro di noi (v.31)?''' Tale promessa può venir facilemente malinterpretata. Paolo non dice che nessuno sarà mai contro di voi. Anzi, sia lui che Gesù garantiscono proprio del contrario! Tuttavia, nessuno di coloro che sono contro di voi sarà in ultima istanza vittorioso, perché Dio è per voi. Non vi è avversario che possa sfidare con successo la sua sovranità.
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Considerate quel che implica tale affermazione. Forse avete una situazione sul lavoro dove pare che il vostro capo ce l’abbia personalmente con voi. Magari ha persino promosso qualcun altro, malgrado il fatto che voi foste più qualificati. Questa può risultare una prova molto difficile. Che cosa fare dunque in un tale frangente?
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Potreste cominciare a cercarvi un altro lavoro, o andare a casa e cercare sollievo allo stress osservando pesci tropicali in un acquario. Ma c’è un modo migliore: ricordate che Iddio sovrano è per voi. Qualsiasi cosa faccia il vostro capo, Iddio Onnipotente è per voi, e il suo proponimento per la vostra vita non sarà reso vano.
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Se riuscite a comprendere ciò, vi garantisco che il giorno dopo andrete al lavoro con ben altro atteggiamento. Invece che opporre resistenza o portare risentimento verso il vostro capo, sarete motivati a lavorare per lui! Una trasformazione così drammatica può avvenire soltanto se avrete afferrato il significato di preconoscenza, predestinazione, chiamata, giustificazione e glorificazione. L’esatta comprensione delle dottrine della grazia cambierà per sempre il vostro modo di vedere e reagire alle diverse circostanze. Invece che cercare vendetta contro i vostri avversari, potrete amarli, pregare per loro, servirli.
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Neppure Satana può mettersi contro di noi e vincere. Il suo potere e la sua autorità tendono comunque a venir sopravvalutati. Dobbiamo essere consapevoli della sua esistenza e nutrire un certo qual timore per i suoi mezzi, ma anch’egli è una creatura. Non può nulla senza l’autorizzazione di Dio.
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E, ascoltate bene, Dio non è indifferente al vostro caso. Egli vi ha scelto. Egli conosce il vostro nome. Egli è per voi.
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'''Dio ha dato il proprio Figlio per noi (v.32)''' Se vi servono prove che Dio è per voi, non avete da cercare più in là della Croce. Non riesco a immaginare quale pena abbia provato il Padre nell’udire il grido di Gesù: “Mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato?”. Egli abbandonò il proprio Figlio, così che noi potessimo riconoscerlo come Padre e mai essere abbandonati noi stessi. Di quale altra prova abbiamo bisogno? Quell’essere sanguinante fu messo sulla Croce per proclamare all’eternità: IO SONO PER VOI!
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'''Nessuno può muovere accusa contro quelli che Dio ha scelti (v.33)''' Forse siete tra quelli che conoscono il tormento dell’accusa. Peccati e fallimenti del passato vi tornano incessantemente alla memoria. Non importa quante volte abbiate confessato il peccato, il ricordo di quel che avete fatto ritorna. Il versetto 33 è però una dichiarazione legalmente vincolante: “Chi muoverà accusa contro quelli che Dio ha scelti? Dio è colui che giustifica”. Il santo e giusto Giudice di tutto ha emesso un verdetto che non può venir impugnato. Egli ha dichiarato che, dato in sostituzione il sacrificio del proprio Figlio, voi ora siete giustificati davanti a lui. Ogni volta che vi muoveranno accusa, affermate e dichiarate che siete stati giustificati dall’opera compiuta di Cristo.
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'''Chi è colui che condanna (v.34)?''' Per quanto liberatorio sia scrollarsi di dosso accuse demoniache, è di capitale importanza il fatto che Dio stesso non ci condannerà. Quel giorno in cui ciascuno di noi sarà in ginocchio davanti allo scranno di Cristo giudice, innumerevoli moltitudini udranno le terribili, irreversibili parole: “Non vi ho mai conosciuti. Lungi da me, voi che siete maledetti, dentro il fuoco eterno preparato dal diavolo e i suoi angeli”. Dio non desidera dire ciò a nessuno. Egli ha posto la Croce direttamente sul nostro cammino così da risparmiarci queste spaventose parole. E però coloro che l’hanno caparbiamente ignorata, che si sono rifiutati di sottomervisi, saranno condannati all’eterno tormento.
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Inoltre, poiché avete ricevuto il sacrificio di sostituzione di Cristo, nessuno può vittoriosamente muovere accuse contro di voi, non soltanto in questa vita, ma anche in quel momento critico in cui starete davanti allo scranno di Dio giudice.
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Non vi è modo più efficace di lottare contro la condanna che concentrarsi sulla Croce. Se vi difettano assicurazione o accettazione, colmate i vostri pensieri, il vostro cuore e la vostra adorazione con la Croce di Gesù Cristo.
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'''Gesù intercede per noi (v.34)''' Oltre al fatto meraviglioso della sua volontaria morte per noi, nostro Signore prega per noi dalla sua posizione privilegiata alla destra del Padre. Egli non attende passivamente la fine dei tempi, guardando di tanto in tanto l’orologio, né tantomeno si rilassa, godendo il sacrificio della nostra adorazione e dei nostri servigi. Egli trascorre la vostra intera esistenza intercedendo per voi, per nome.
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Non vi sentite incoraggiati sapendo che lo stesso Gesù sta pregando proprio in questo momento per le vostre necessità?
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'''Niente ci separerà dall’amore di Cristo (vv.35-39)''' Se Paolo non dice nulla, è perché non vuole dire nulla. Problemi, avversità, persecuzioni, carestie, pericoli, morte: nulla di tutto ciò può mettersi tra noi e e l’amore di nostro Signore.
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Infatti io sono persuaso che né morte né vita né angeli né principati né potenze né cose presenti né cose future,
né altezze né profondità, né alcun’altra creatura potrà separarci dall’amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore (Romani 8,38-39).
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Gravati di accuse o perseguitati dalle avversità, potremmo sentirci separati dall’amore di Dio, come se ci avesse abbandonati. Comprendere preconoscenza, predestinazione, chiamata, giustificazione e glorificazione ci libera dalla dipendenza inutile e non biblica delle nostre attuali fluttuanti emozioni.
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Conosco un uomo in Inghilterra che avrebbe potuto reagire alle proprie avverse circostanze dandone la colpa a Dio. Si tratta di uno stimato autore e insegnante della Bibbia, nonché uomo di sicuro carattere. Nel corso degli anni sono sempre rimasto colpito dalla premurosa gentilezza a cui sono improntati i nostri rapporti.
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Durante una recente visita in Inghilterra, venni a sapere che la moglie di Henry era gravemente malata e che la sua aspettativa di vita non superava i sei mesi. Fui sorpreso di vederli presenti alla conferenza. Ancora più sorprendente era l’evidente espressione di gioia sui loro volti, mentre aveva quasi dell’incredibile il modo in cui avvicinavano le altre persone. Invece di chiudersi nell’autocommiserazione, continuavano ad agire normalmente, e la cosa mi toccò profondamente.
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Rividi Henry a colazione un mattino durante la conferenza. “C.J.”, mi disse, “di certo sai che cosa è successo a mia moglie. Ho cercato Dio, l’ho visto guarire tanta gente, ma non penso che lei verrà guarita”. Non sapevo che cosa dire. Continuavo a pensare tra me e me: ''Che cosa mai potrei dire? La prossima volta che ci rivedremo, sua moglie non sarà con lui. ''
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Risultò poi che non dovevo dire nulla, perché nel successivo quarto d’ora Henry condivise con me un’inestimabile lezione dalle Scritture e dalla storia della Chiesa riguardo alla morte. Citò Charles Spurgeon che descriveva come il trovarsi al capezzale di un santo morente lo rendesse più consapevole della gloria di Dio. Citò anche la frase di John Wesley sulla generazione precedente: “La nostra gente muore bene”.
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Il dolore di Henry era evidente. Non tentava nemmeno di nascondere la sua pena, ma era convinto che la morte non avrebbe potuto separare né lui né sua moglie dall’amore di Gesù Cristo.
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Decenni di studio e insegnamento delle grandi verità di preconoscenza, predestinazione, chiamata, giustificazione e glorificazione li avevano convinti dell’amore e della sovranità di Dio. Non avevano paura, erano sicuri. Quando Henry si accomiatò, commentai con un amico: “Ecco quale potere ha la comprensione della dottrina della grazia nel cambiare la vita di qualcuno e sostenerlo nell’avversità”.
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In un secondo momento, mi trovai dietro Henry che attendeva al culto. Mi si rivolse dicendo: “Ho esaminato la mia biblioteca e ho scelto dei libri per alcune persone che voglio trasmettere ad altre generazioni. Ti spedirò un libro”. Non soltanto Henry era preparato per la morte della moglie, ma lavorava pure a che la prossima generazione di guide fosse preparata.
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Non siate in pena per lui. Io mi sentivo intimamente sconvolto, eppure Henry stava lì e amministrava il culto sorridendo con tenerezza. Perché non era amareggiato, triste, lamentoso o chiuso nel suo dolore? Come riusciva a trasmettere gioia alla gente nel pieno di una tale profonda sofferenza personale? Perché Romani 8,38-39 era scolpito nel suo cuore: sapeva che niente lo avrebbe separato dall’amore di Cristo.
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Allorché le verità su questa grande salvezza penetreranno nel vostro cuore, il risultato sarà quello di riuscire a reagire ad accuse e avversità sapendo e affermando che, se Dio è per voi, nessuno riuscirà a mettersi contro di voi, che egli vi ha giustificato, che niente vi separerà dal suo amore.
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Se questo libro cercasse di esplorare tutte le cinque dottrine evidenziate nel primo capitolo - preconoscenza, predestinazione, chiamata, giustificazione, glorificazione – avrebbe diverse centinaia di pagine in più (a dire il vero, lo staremmo ancora scrivendo!). Abbiamo scelto per i prossimi sei capitoli di concentrarci su una soltanto:
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la magnifica dottrina della giustificazione tramite la fede.
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Man mano che vi addentrerete in queste pagine, non lasciatevi intimidire dalla teologia e dottrina che coprirete. Questa materia è piena di vita… e cambierà la vostra vita. Rimarrete colpiti dal dono della giustificazione che Gesù assicurò per noi sulla Croce. Vi persuaderete che Dio è per voi, che tutte le cose cooperano per il bene nella vostra vita, e che nessuno può in ogni modo opporsi a voi con successo.
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Come è potente tutto ciò, e quanto immeritato! Questa è davvero meravigliosa grazia.
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Discussioni di gruppo 1. Qual è la vostra paura più grande? 2. Comprendere la nostra grande salvezza è il rimedio perfetto a due malanni comuni. Quali? (pagina 2) 3. Avete mai biasimato Dio per qualcosa che vi è andato storto? 4. Come gestite ansietà e stress? 5. C’è qualche sfera in cui Satana vi accusa persistentemente? 6. Riguardate la storia sul Superbowl a pagina 3. Come può aiutarvi a capire Romani 8, 29-30? 7. Come avete risposto alla domanda n°4 a pagina 7? 8. È facile tenere la teologia imprigionata nella nostra mente, invece di lasciarla influenzare il nostro comportamento. 9. Che effetto avrà questo capitolo sulla vostra vita di tutti i giorni?  
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'''Discussioni di gruppo '''
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#Qual è la vostra paura più grande?  
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#Comprendere la nostra grande salvezza è il rimedio perfetto a due malanni comuni. Quali? (pagina 2)  
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#Avete mai biasimato Dio per qualcosa che vi è andato storto?  
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#Come gestite ansietà e stress?  
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#C’è qualche sfera in cui Satana vi accusa persistentemente?
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#Riguardate la storia sul Superbowl a pagina 3. Come può aiutarvi a capire Romani 8, 29-30?  
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#Come avete risposto alla domanda n°4 a pagina 7?  
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#È facile tenere la teologia imprigionata nella nostra mente, invece di lasciarla influenzare il nostro comportamento.  
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#Che effetto avrà questo capitolo sulla vostra vita di tutti i giorni?
Letture consigliate God’s Words: Studies of Key Bible Themes di J.I.Packer (Grand Rapids, MI: Baker Book House, 1981) The Pilgrim’s Progress di John Bunyan (trad. it. Il pellegrinaggio del cristiano, UCEB, 2007) Romans di John Stott (Downers Grove, IL: InterVarsity Press, 1995) Still Sovereign a cura di Thomas R.Schreiner e Bruce A.Ware (Grand Rapids, MI: Baker Book House, 2000) Note 1. Sinclair Ferguson, The Christian Life: A Doctrinal Introduction (Carlisle, PA: The Banner of Truth Trust, 1989), p.IX 2. James Cantelon, Theology for Non-Theologians (New York: Macmillan Publishing, 1988), p.6 3. Sinclair Ferguson, The Christian Life, p.2 4. F.F. Bruce, Tyndale New Testament Commentaries—Romans (Grand Rapids, MI: Wm. B. Eerdmans Publishing Co., 1983), pp.177–78 (trad. it. La lettera di Paolo ai Romani, edizioni G.B.U.) 5. James Cantelon, Theology for Non-Theologians, p.101 6. Jerry Bridges, Trusting God (Colorado Springs, CO: NavPress, 1988), p.71 7. Anthony Hoekema, Saved By Grace (Grand Rapids, MI: Wm. B. Eerdmans Publishing Co., 1989) p.177 8. F.F. Bruce, Tyndale New Testament Commentaries—Romans, p.181 9. Sinclair Ferguson, The Christian Life, p.187
Letture consigliate God’s Words: Studies of Key Bible Themes di J.I.Packer (Grand Rapids, MI: Baker Book House, 1981) The Pilgrim’s Progress di John Bunyan (trad. it. Il pellegrinaggio del cristiano, UCEB, 2007) Romans di John Stott (Downers Grove, IL: InterVarsity Press, 1995) Still Sovereign a cura di Thomas R.Schreiner e Bruce A.Ware (Grand Rapids, MI: Baker Book House, 2000) Note 1. Sinclair Ferguson, The Christian Life: A Doctrinal Introduction (Carlisle, PA: The Banner of Truth Trust, 1989), p.IX 2. James Cantelon, Theology for Non-Theologians (New York: Macmillan Publishing, 1988), p.6 3. Sinclair Ferguson, The Christian Life, p.2 4. F.F. Bruce, Tyndale New Testament Commentaries—Romans (Grand Rapids, MI: Wm. B. Eerdmans Publishing Co., 1983), pp.177–78 (trad. it. La lettera di Paolo ai Romani, edizioni G.B.U.) 5. James Cantelon, Theology for Non-Theologians, p.101 6. Jerry Bridges, Trusting God (Colorado Springs, CO: NavPress, 1988), p.71 7. Anthony Hoekema, Saved By Grace (Grand Rapids, MI: Wm. B. Eerdmans Publishing Co., 1989) p.177 8. F.F. Bruce, Tyndale New Testament Commentaries—Romans, p.181 9. Sinclair Ferguson, The Christian Life, p.187

Versione delle 14:28, 20 nov 2009

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Di C.J. Mahaney su Vangelo
Capitolo 3 del libro Questa grande salvezza

Traduzione di Porzia Persio

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La settimana prima dell’inizio di un ritiro matrimoniale in cui avrei dovuto tenere un discorso, mia moglie Carolyn mi fece presente che nella nostra relazione mancava qualcosa. A dire il vero, il punto era il mio egoismo. Ero sempre più immerso nei miei studi, tanto da trascurare di occuparmi di lei e passare del tempo insieme.

Nondimeno, mi sentivo così sotto pressione nel completare i preparativi per il ritiro, e la predica della seguente domenica, tanto da non reagire e cambiare atteggiamento. Pensavo di avere una scusa più che legittima.

Ma nel bel mezzo dei miei preparativi, mentre scrivevo esponendo il punto che l’egoismo è un problema radicale in molti matrimoni, sentii che lo Spirito Santo mi attaccava con tutta la forza della profezia di Nataniele a re Davide: “Tu sei l’uomo!”.

La mia colpa era evidente, quindi chiamai subito Carolyn e le chiesi perdono. Come mi aspettavo, mi perdonò senza esitare (essere sposata con me le ha dato spesso modo di praticare in materia).

Tuttavia, riprendendo i miei studi, provai la penosa e fin troppo familiare realtà dell’accusa. Un pensiero assillante continuava a interrompere la mia concentrazione: “Che cosa ti dà il diritto di insegnare l’intimità coniugale quando tu stesso non hai rispettato quel che insegnerai? Lo hai fatto persino mentre ti ci preparavi!”.

Non ebbi difficoltà a identificare la causa del senso di colpa che minacciava di frenarmi. La sfida era, come liberarsene?

Un diverso scenario mi aveva messo alla prova giusto un paio di settimane prima. Pareva che alcuni dei nostri elettrodomestici avessero cospirato per guastarsi tutti contemporaneamente (avete notato che succede? Perché mai le cose non si rompono una per volta, in modo da poter affrontare il fatto con più facilità?). L’aspirapolvere si era guastato, così il forno a microonde, una vera e propria catastrofe a casa mia. Mi fu difficile aspettare i 15 secondi necessari a scaldare il mio pasto nel microonde. Aspettare 15 minuti usando il forno normale? Per carità! Come se ciò non bastasse, risultò che anche la nostra caldaia aveva un guasto, quando ricevemmo una bolletta della luce che ammontava al doppio del solito.

Prima che quella settimana finisse, mi toccò un’altra sorpresa. Carolyn si era alzata presto per andare a correre. Era appena uscita di casa, quando tornò dentro e chiese con calma: “Dov’è la macchina?”. La guardai senza sapere che cosa rispondere. Dov’è la macchina?, pensai tra me e me, È nel vialetto. La teniamo sempre lì. Ma lì non c’era più. Aspettai 45 minuti prima di avvertire le autorità, aspettandomi che qualcuno tra i nostri amici chiamasse e confessasse uno scherzo. Ma nessuno chiamò. Più tardi in giornata, la polizia trovò la mia auto abbandonata a chilometri di distanza, intatta tranne che per gli pneumatici. Rubata proprio sotto il mio naso!

Come possiamo reagire al persistente senso di colpa (accusa), combinato con circostanze difficili e poco chiare (avversità)? Avrete probabilmente provato qualcosa di simile, se non di più serio, voi stessi. Troppo spesso siamo più consapevoli delle accuse che non della grazia di Dio; siamo sconcertati, perfino amareggiati, nelle avversità, piuttosto che certi della sovranità di Dio.

Adesso per favore prendete un momento per leggere Romani 8,28-39, prima di proseguire nella lettura di questo capitolo. Per quanto incredibile sembri, una solida comprensione delle verità contenute in questi dodici versetti vi aiuterà a rispondere con un convinto “Sì!” a ciascuna delle domande nella casella a sinistra.

Non vi è più efficace reazione alle accuse e alle avversità che in questa splendida parte delle Scritture.

Lo sapevate?

Due versetti del brano da Romani potrebbero qualificarsi per la sezione “I più citati” della Bibbia: E noi sappiamo che in tutte le cose Dio opera per il bene di coloro che lo amano, che sono stati chiamati secondo il suo proponimento (v.28).

Che cosa dunque diremo in risposta a questo? Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? (v.31).

Ma vogliate considerare questo: troppo spesso, penso, cerchiamo di esortarci e incoraggiarci a vicenda con quei versetti, senza capire il contenuto dei due versetti in mezzo. È un tentativo inutile, perché se non capiamo il contesto dato nei versetti 29 e 30, non possiamo apprezzare pienamente le promesse di 28 e 31, e il passaggio che segue. Guardate da vicino questi due versetti di cruciale importanza:

Poiché quelli che egli ha preconosciuti, li ha anche predestinati a essere conformi all’immagine del suo Figlio affinché egli sia il primogenito fra molti fratelli. E quelli che ha predestinati, li ha pure chiamati, quelli che ha chiamati, li ha pure giustificati, e quelli che giustificati, li ha pure glorificati (v.29-30).

Se vi foste presentati da me il giorno in cui mi rubarono l’auto e il mio microonde si era guastato, avreste potuto legittimamente consigliarmi di credere che “tutte le cose cooperano per il bene”. Spero che avrei risposto degnamente a questa verità biblica. Similmente, avreste potuto esortarmi a rigettare il senso di colpa rimastomi dopo aver chiesto perdono a Carolyn, ricordandomi “Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? Chi accuserà gli eletti di Dio? Dio è colui che li giustifica”. E di nuovo non avrei potuto confutare l’accuratezza di tale verità. Tuttavia, qualora non intese nel contesto, queste promesse non portano altro se non un cambiamento o un sollievo temporanei.

La loro efficacia è limitata finché non comprendiamo le dottrine contenute nei versetti 29 e 30. Leggendo Romani 8,28-39, ci è chiaro che Paolo era convinto di ciò che scriveva. Sapeva che tutte le cose cooperavano per il bene nella sua vita, malgrado pene e tribolazioni che noi non avremo mai a provare (Paolo definiva il “bene” non in termini di piacere e prosperità, ma come l’essere conforme all’immagine di Cristo). Sapeva che Dio lo aveva giustificato anche quando aveva patito accuse. Sapeva che nulla, né avversità, persecuzioni, accuse, molestie del demonio, né persino la stessa morte, potevano allontanarlo dall’amore di Cristo (v.35). Che cosa gli dava tanta fiducia e rassicurazione? La sua intima familiarità con le cinque cruciali dottrine: preconoscenza, predestinazione, chiamata, giustificazione, glorificazione.

Lo stesso grado di convinzione e fede vi colmerà, allorché mediterete sul contenuto dei versetti 29 e 30. Potrete rispondere con fiducia “È Dio colui che giustifica”, semmai dovessero accusarvi. Potrete dire con certezza “Tutte le cose cooperano per il bene nella mia vita”, anche quando vi troverete in circostanze che vi confondono, vi lasciano perplessi, e che andranno contro i vostri desideri.

Paolo confidò nelle cinque dottrine citate in Romani 8,29-30: preconoscenza, predestinazione (o elezione), chiamata, giustificazione, glorificazione.

Queste parole ci descrivono il piano sovrano di redenzione di Dio.

Se leggete con attenzione, noterete che Paolo usa il tempo passato nell’elencare le dottrine (per esempio, “E quelli che ha predestinati, li ha pure chiamati”). Non vi è niente in queste affermazioni che lasci adito a tentativi di speculazione. Ciascun aspetto del piano di redenzione di Dio viene descritto come se fosse già stato compiuto nelle nostre vite. È la prospettiva eterna, come scrive F.F.Bruce, studioso della Bibbia:

La preconoscenza e la predestinazione appartengono all’eterno consiglio di Dio; la chiamata e la giustificazione hanno preso posto nell’esperienza della sua gente; la gloria però, per quanto concerne la loro esperienza, sta nel futuro. Perché dunque Paolo usa lo stesso tempo passato per questo, come fa per gli altri atti di Dio? Forse imita l’uso ebraico del “passato profetico”, con cui un evento predetto viene definito con tale certezza del suo compimento che è descritto come se già avesse avuto luogo. Nella storia, la gente di Dio non è ancora stata glorificata. Per quel che riguarda il decreto divino, tuttavia, la loro gloria è stata determinata da tutta l’eternità. [4]

Qualche anno fa mi capitò qualcosa che può aiutare a chiarire tutto questo. Essendo originario della zona di Washington e un accanito fan sportivo, ero ben più che interessato all’incontro di Superbowl tra i Washington Redskins e i Denver Broncos.

Ero anche piuttosto incredulo sulla capacità dei Redskins di rendere bene sotto pressione, specialmente dopo dopo aver visto John Elway, il quarterback dei Broncos, segnare un touchdown da 80 yards nel primo gioco. Passai il primo quarto della partita in un certo qual stato di sofferenza, contorcendomi a ogni gioco, come se i miei spasmi nervosi potessero migliorare la prestazione dei Redskins. Nel secondo quarto, comunque, i Redskins riaprirono il gioco allorché Doug Williams realizzò quattro sorprendenti passaggi di touchdown. La mia incredulità cominciò lentamente a svanire, e la squadra riportò una vittoria convincente.

Quel che è interessante è il modo in cui guardavo lo svolgersi della partita e il modo in cui più tardi ne rividi la registrazione. La seconda volta fu molto diverso, ero rilassato, mangiavo con piacere. Conoscevo già il risultato prima ancora di iniziare a guardare. Non mi importava quanto i fan dei Broncos festeggiassero il veloce touchdown di Elway; sapevo che in pochi minuti i nostri avrebbero dominato.

Qual è il punto? Dio è certo del futuro quanto noi lo siamo del passato. Egli vuole instillare in noi quella certezza e sicurezza nel presente. Vuole che sappiamo che siamo giustificati, che tutte le cose cooperano per il bene, che niente può separarci dall’amore di Cristo.

Lo sapevate? Condividete la certezza di Paolo? O nutrite ancora dubbi sul piano e la provvidenza di Dio?

Dio vuole che abbracciamo e gioiamo del suo piano di redenzione come fosse un fatto compiuto nella nostra vita. Ora è pur vero che la nostra glorificazione non si è ancora realizzata, non accadrà fino al ritorno di Gesù e noi riceveremo nuovi corpi. Ma dobbiamo vivere nel bene di questo piano preparato per noi, cominciando nel passato dell’eternità ed estendendolo nel futuro dell’eternità.

L’impatto del presente su di noi è che possiamo vivere e in certezza e in sicurezza che colui che ha iniziato un buon lavoro in noi, lo porterà a compimento fino al giorno di Gesù Cristo. Quando comprenderete la predestinazione (al minimo grado possibile), quando capirete l’elezione, quando riconoscerete la chiamata, quando beneficerete della giustificazione, quando anticiperete la glorificazione, allora capirete che Dio è potentemente, ovviamente, per voi.

Niente può separarvi dall’amore di Gesù Cristo! E anche se il vostro microonde si guastasse domani o la vostra auto sparisse, saprete che tutte le cose cooperano per il bene, perché amate Dio e siete stati chiamati secondo il suo proponimento.

Per il resto della nostra vita e per l’eternità ci meraviglieremo a questi aspetti del carattere e del piano di Dio. Quanto poco meritevoli siamo della sua preconoscenza, predestinazione, chiamata, giustificazione e glorificazione! Sebbene tutto ci sarà più comprensibile una volta che saremo glorificati con lui, nondimeno guarderemo con riverente stupore alla nostra grande salvezza.

Non aspettiamo la fine dei tempi, però. Esplorare la nostra grande salvezza adesso farà un’enorme differenza nel modo in cui reagiremo alle accuse e alle avversità, mentre serviamo il proponimento di Dio.

Il potere della teologia

In Romani 8,31 avviene una transizione cruciale. Paolo chiede: “Che cosa dunque dovremo rispondere a questo?”. Come abbiamo visto, Paolo ha molto da dire nei seguenti nove versetti. E una volta che preconoscenza, predestinazione, chiamata, giustificazione e glorificazione ci sarannno divenute familiari, potremo rispondere a questa grande salvezza con l’intensa convinzione dell’esempio di Paolo.

Leggete qua:

Dio è per noi (v.31). È vero ciò? Se avete iniziato il capitolo incerti sulla predisposizione di Dio, non chiedetevelo più. Egli è per voi. Lo ha dimostrato in maniera convincente, come vedremo qualche paragrafo più avanti. La base per capire se Dio sia o no per noi non è soggettiva. Il nostro stato emotivo è irrilevante. Il fatto oggettivo, eterno, è che Dio è per noi.

Chi può essere contro di noi (v.31)? Tale promessa può venir facilemente malinterpretata. Paolo non dice che nessuno sarà mai contro di voi. Anzi, sia lui che Gesù garantiscono proprio del contrario! Tuttavia, nessuno di coloro che sono contro di voi sarà in ultima istanza vittorioso, perché Dio è per voi. Non vi è avversario che possa sfidare con successo la sua sovranità.

Considerate quel che implica tale affermazione. Forse avete una situazione sul lavoro dove pare che il vostro capo ce l’abbia personalmente con voi. Magari ha persino promosso qualcun altro, malgrado il fatto che voi foste più qualificati. Questa può risultare una prova molto difficile. Che cosa fare dunque in un tale frangente?

Potreste cominciare a cercarvi un altro lavoro, o andare a casa e cercare sollievo allo stress osservando pesci tropicali in un acquario. Ma c’è un modo migliore: ricordate che Iddio sovrano è per voi. Qualsiasi cosa faccia il vostro capo, Iddio Onnipotente è per voi, e il suo proponimento per la vostra vita non sarà reso vano.

Se riuscite a comprendere ciò, vi garantisco che il giorno dopo andrete al lavoro con ben altro atteggiamento. Invece che opporre resistenza o portare risentimento verso il vostro capo, sarete motivati a lavorare per lui! Una trasformazione così drammatica può avvenire soltanto se avrete afferrato il significato di preconoscenza, predestinazione, chiamata, giustificazione e glorificazione. L’esatta comprensione delle dottrine della grazia cambierà per sempre il vostro modo di vedere e reagire alle diverse circostanze. Invece che cercare vendetta contro i vostri avversari, potrete amarli, pregare per loro, servirli.

Neppure Satana può mettersi contro di noi e vincere. Il suo potere e la sua autorità tendono comunque a venir sopravvalutati. Dobbiamo essere consapevoli della sua esistenza e nutrire un certo qual timore per i suoi mezzi, ma anch’egli è una creatura. Non può nulla senza l’autorizzazione di Dio.

E, ascoltate bene, Dio non è indifferente al vostro caso. Egli vi ha scelto. Egli conosce il vostro nome. Egli è per voi.

Dio ha dato il proprio Figlio per noi (v.32) Se vi servono prove che Dio è per voi, non avete da cercare più in là della Croce. Non riesco a immaginare quale pena abbia provato il Padre nell’udire il grido di Gesù: “Mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato?”. Egli abbandonò il proprio Figlio, così che noi potessimo riconoscerlo come Padre e mai essere abbandonati noi stessi. Di quale altra prova abbiamo bisogno? Quell’essere sanguinante fu messo sulla Croce per proclamare all’eternità: IO SONO PER VOI!

Nessuno può muovere accusa contro quelli che Dio ha scelti (v.33) Forse siete tra quelli che conoscono il tormento dell’accusa. Peccati e fallimenti del passato vi tornano incessantemente alla memoria. Non importa quante volte abbiate confessato il peccato, il ricordo di quel che avete fatto ritorna. Il versetto 33 è però una dichiarazione legalmente vincolante: “Chi muoverà accusa contro quelli che Dio ha scelti? Dio è colui che giustifica”. Il santo e giusto Giudice di tutto ha emesso un verdetto che non può venir impugnato. Egli ha dichiarato che, dato in sostituzione il sacrificio del proprio Figlio, voi ora siete giustificati davanti a lui. Ogni volta che vi muoveranno accusa, affermate e dichiarate che siete stati giustificati dall’opera compiuta di Cristo.

Chi è colui che condanna (v.34)? Per quanto liberatorio sia scrollarsi di dosso accuse demoniache, è di capitale importanza il fatto che Dio stesso non ci condannerà. Quel giorno in cui ciascuno di noi sarà in ginocchio davanti allo scranno di Cristo giudice, innumerevoli moltitudini udranno le terribili, irreversibili parole: “Non vi ho mai conosciuti. Lungi da me, voi che siete maledetti, dentro il fuoco eterno preparato dal diavolo e i suoi angeli”. Dio non desidera dire ciò a nessuno. Egli ha posto la Croce direttamente sul nostro cammino così da risparmiarci queste spaventose parole. E però coloro che l’hanno caparbiamente ignorata, che si sono rifiutati di sottomervisi, saranno condannati all’eterno tormento.

Inoltre, poiché avete ricevuto il sacrificio di sostituzione di Cristo, nessuno può vittoriosamente muovere accuse contro di voi, non soltanto in questa vita, ma anche in quel momento critico in cui starete davanti allo scranno di Dio giudice.

Non vi è modo più efficace di lottare contro la condanna che concentrarsi sulla Croce. Se vi difettano assicurazione o accettazione, colmate i vostri pensieri, il vostro cuore e la vostra adorazione con la Croce di Gesù Cristo.

Gesù intercede per noi (v.34) Oltre al fatto meraviglioso della sua volontaria morte per noi, nostro Signore prega per noi dalla sua posizione privilegiata alla destra del Padre. Egli non attende passivamente la fine dei tempi, guardando di tanto in tanto l’orologio, né tantomeno si rilassa, godendo il sacrificio della nostra adorazione e dei nostri servigi. Egli trascorre la vostra intera esistenza intercedendo per voi, per nome.

Non vi sentite incoraggiati sapendo che lo stesso Gesù sta pregando proprio in questo momento per le vostre necessità?

Niente ci separerà dall’amore di Cristo (vv.35-39) Se Paolo non dice nulla, è perché non vuole dire nulla. Problemi, avversità, persecuzioni, carestie, pericoli, morte: nulla di tutto ciò può mettersi tra noi e e l’amore di nostro Signore.

Infatti io sono persuaso che né morte né vita né angeli né principati né potenze né cose presenti né cose future,
né altezze né profondità, né alcun’altra creatura potrà separarci dall’amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore (Romani 8,38-39).

Gravati di accuse o perseguitati dalle avversità, potremmo sentirci separati dall’amore di Dio, come se ci avesse abbandonati. Comprendere preconoscenza, predestinazione, chiamata, giustificazione e glorificazione ci libera dalla dipendenza inutile e non biblica delle nostre attuali fluttuanti emozioni.

Conosco un uomo in Inghilterra che avrebbe potuto reagire alle proprie avverse circostanze dandone la colpa a Dio. Si tratta di uno stimato autore e insegnante della Bibbia, nonché uomo di sicuro carattere. Nel corso degli anni sono sempre rimasto colpito dalla premurosa gentilezza a cui sono improntati i nostri rapporti.

Durante una recente visita in Inghilterra, venni a sapere che la moglie di Henry era gravemente malata e che la sua aspettativa di vita non superava i sei mesi. Fui sorpreso di vederli presenti alla conferenza. Ancora più sorprendente era l’evidente espressione di gioia sui loro volti, mentre aveva quasi dell’incredibile il modo in cui avvicinavano le altre persone. Invece di chiudersi nell’autocommiserazione, continuavano ad agire normalmente, e la cosa mi toccò profondamente.

Rividi Henry a colazione un mattino durante la conferenza. “C.J.”, mi disse, “di certo sai che cosa è successo a mia moglie. Ho cercato Dio, l’ho visto guarire tanta gente, ma non penso che lei verrà guarita”. Non sapevo che cosa dire. Continuavo a pensare tra me e me: Che cosa mai potrei dire? La prossima volta che ci rivedremo, sua moglie non sarà con lui.

Risultò poi che non dovevo dire nulla, perché nel successivo quarto d’ora Henry condivise con me un’inestimabile lezione dalle Scritture e dalla storia della Chiesa riguardo alla morte. Citò Charles Spurgeon che descriveva come il trovarsi al capezzale di un santo morente lo rendesse più consapevole della gloria di Dio. Citò anche la frase di John Wesley sulla generazione precedente: “La nostra gente muore bene”.

Il dolore di Henry era evidente. Non tentava nemmeno di nascondere la sua pena, ma era convinto che la morte non avrebbe potuto separare né lui né sua moglie dall’amore di Gesù Cristo.

Decenni di studio e insegnamento delle grandi verità di preconoscenza, predestinazione, chiamata, giustificazione e glorificazione li avevano convinti dell’amore e della sovranità di Dio. Non avevano paura, erano sicuri. Quando Henry si accomiatò, commentai con un amico: “Ecco quale potere ha la comprensione della dottrina della grazia nel cambiare la vita di qualcuno e sostenerlo nell’avversità”.

In un secondo momento, mi trovai dietro Henry che attendeva al culto. Mi si rivolse dicendo: “Ho esaminato la mia biblioteca e ho scelto dei libri per alcune persone che voglio trasmettere ad altre generazioni. Ti spedirò un libro”. Non soltanto Henry era preparato per la morte della moglie, ma lavorava pure a che la prossima generazione di guide fosse preparata.

Non siate in pena per lui. Io mi sentivo intimamente sconvolto, eppure Henry stava lì e amministrava il culto sorridendo con tenerezza. Perché non era amareggiato, triste, lamentoso o chiuso nel suo dolore? Come riusciva a trasmettere gioia alla gente nel pieno di una tale profonda sofferenza personale? Perché Romani 8,38-39 era scolpito nel suo cuore: sapeva che niente lo avrebbe separato dall’amore di Cristo.

Allorché le verità su questa grande salvezza penetreranno nel vostro cuore, il risultato sarà quello di riuscire a reagire ad accuse e avversità sapendo e affermando che, se Dio è per voi, nessuno riuscirà a mettersi contro di voi, che egli vi ha giustificato, che niente vi separerà dal suo amore.

Se questo libro cercasse di esplorare tutte le cinque dottrine evidenziate nel primo capitolo - preconoscenza, predestinazione, chiamata, giustificazione, glorificazione – avrebbe diverse centinaia di pagine in più (a dire il vero, lo staremmo ancora scrivendo!). Abbiamo scelto per i prossimi sei capitoli di concentrarci su una soltanto:

la magnifica dottrina della giustificazione tramite la fede.

Man mano che vi addentrerete in queste pagine, non lasciatevi intimidire dalla teologia e dottrina che coprirete. Questa materia è piena di vita… e cambierà la vostra vita. Rimarrete colpiti dal dono della giustificazione che Gesù assicurò per noi sulla Croce. Vi persuaderete che Dio è per voi, che tutte le cose cooperano per il bene nella vostra vita, e che nessuno può in ogni modo opporsi a voi con successo.

Come è potente tutto ciò, e quanto immeritato! Questa è davvero meravigliosa grazia.




Discussioni di gruppo

  1. Qual è la vostra paura più grande?
  2. Comprendere la nostra grande salvezza è il rimedio perfetto a due malanni comuni. Quali? (pagina 2)
  3. Avete mai biasimato Dio per qualcosa che vi è andato storto?
  4. Come gestite ansietà e stress?
  5. C’è qualche sfera in cui Satana vi accusa persistentemente?
  6. Riguardate la storia sul Superbowl a pagina 3. Come può aiutarvi a capire Romani 8, 29-30?
  7. Come avete risposto alla domanda n°4 a pagina 7?
  8. È facile tenere la teologia imprigionata nella nostra mente, invece di lasciarla influenzare il nostro comportamento.
  9. Che effetto avrà questo capitolo sulla vostra vita di tutti i giorni?

Letture consigliate God’s Words: Studies of Key Bible Themes di J.I.Packer (Grand Rapids, MI: Baker Book House, 1981) The Pilgrim’s Progress di John Bunyan (trad. it. Il pellegrinaggio del cristiano, UCEB, 2007) Romans di John Stott (Downers Grove, IL: InterVarsity Press, 1995) Still Sovereign a cura di Thomas R.Schreiner e Bruce A.Ware (Grand Rapids, MI: Baker Book House, 2000) Note 1. Sinclair Ferguson, The Christian Life: A Doctrinal Introduction (Carlisle, PA: The Banner of Truth Trust, 1989), p.IX 2. James Cantelon, Theology for Non-Theologians (New York: Macmillan Publishing, 1988), p.6 3. Sinclair Ferguson, The Christian Life, p.2 4. F.F. Bruce, Tyndale New Testament Commentaries—Romans (Grand Rapids, MI: Wm. B. Eerdmans Publishing Co., 1983), pp.177–78 (trad. it. La lettera di Paolo ai Romani, edizioni G.B.U.) 5. James Cantelon, Theology for Non-Theologians, p.101 6. Jerry Bridges, Trusting God (Colorado Springs, CO: NavPress, 1988), p.71 7. Anthony Hoekema, Saved By Grace (Grand Rapids, MI: Wm. B. Eerdmans Publishing Co., 1989) p.177 8. F.F. Bruce, Tyndale New Testament Commentaries—Romans, p.181 9. Sinclair Ferguson, The Christian Life, p.187