Quali domande suggerisce di fare un consulente biblico

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Versione delle 14:12, 18 mar 2012, autore: Steffmahr (Discussione | contributi)
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English: What Questions Does a Biblical Counselor Suggest We Ask

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Di David Powlison su Consulenza Biblica
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Traduzione di Valeria Mandolei

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l fondamentale ministero della Parola e dello Spirito nasce in un momento ben preciso: quello in cui la Verità incontra la verità, in cui il Redentore divino incontra gli onesti bisogni umani. Dunque, quando due o più persone si incontrano durante un discepolato o durante la consulenza pastorale, devono mettere sul tavolo gli elementi chiave di questo incontro così profondo, che cambierà non solo il presente, ma anche il resto della vita di ognuno. C'è una relazione “in tempo reale” tra Dio e ciascuna della Sue creature. Possiamo essere consapevoli fedeli o ciechi disobbedienti, ma comunque oggi c'è qualcosa in gioco: ci sono dunque due domande chiave che devono insinuarsi in tutto ciò che viene detto e fatto durante il discepolato.

Prima di tutto, cosa sta affrontando questa persona? Per dirla meglio, per cosa stai lottando, di cosa hai bisogno? In quale ambito affronterai le sfide cruciali di oggi? In quel momento, in quella situazione, cosa farai? Come tratterai le persone? In cosa crederai? In cosa riporrai (forse anche sbagliando) la tua fiducia? Cosa desidererai? Come reagirai in quella circostanza? Con queste domande si individuano le scelte significative e decisive che facciamo tutti i giorni: “Quando ti troverai in quella situazione, da che parte andrai?”

Inoltre, quali tra le cose che il Signore dice riguardano direttamente ciò che stai affrontando? Lui chi è? Cosa sta facendo? Cosa promette? Cosa desidera? In cosa ci chiede di credere, sperare, obbedire? Queste domande indagano sulla percezione che in quel preciso momento la persona ha di Dio, che è presente e si fa sentire. Ciò che Dio fa e dice ha una rilevanza immediata oppure, sostanzialmente, è irrilevante?

Queste domande ci permettono di lavorare insieme sulle questioni più importanti. Il ministero si occupa costantemente di aiutare le persone a fare collegamenti che non hanno mai fatto. Reinterpreta quello che è successo, in modo da identificare le opportunità di redenzione in quella che è (apparentemente) la solita routine. Ci aiuta a scoprire i risvolti pratici dell'azione di Dio nella nostra vita, che magari erano passati inosservati. È costantemente impegnato a “rimodellare” menti, cuori e stili di vita deformati. Queste domande vi aiuteranno a pronunciare le parole appropriate, significative e tempestive che vi saranno poi utili per rapportarvi con i “discepoli”.

La prima domanda ci aiuta a capire su quale “palco” (provvidenzialmente disposto dal Vignaiolo) si svolgono ogni giorno la crescita o il consolidamento. Questa domanda rende il discepolato importante. A volte possono essere una grande questione, un grande cambiamento radicale o una scelta di vita ad orientare le nostre esistenze. Spesso, però, i momenti cruciali sono le piccole scelte della vita: le parole che scegliamo di dire o non dire, gli atteggiamenti che adottiamo o che evitiamo, i compiti che svolgiamo o a cui invece ci sottraiamo, il modo in cui amiamo o ignoriamo qualcuno, la nostra reazione ai problemi comuni. Se l'amore è il frutto dello Spirito, allora abbiamo bisogno di Lui immediatamente.

La seconda domanda ci aiuta a determinare cosa l'altra persona comprende (e non) riguardo a Dio e a come Lui ci viene incontro. Fa in modo che il discepolato diventi un modo per aumentare e rafforzare ciò che già sappiamo (ma, purtroppo, quanto è facile per noi dimenticare, distrarsi o girarci dall'altra parte!). Così potremo aggiungere quegli elementi che il “discepolo” ancora non conosce e che fanno la differenza. Spesso coloro ai quali insegniamo già conoscono alcune verità significative, ma non così bene da permettere che cambino la loro vita. Il discepolato svolge un duro lavoro, quello di amalgamare la verità e il nostro modo di vivere.

Farete queste domande in cento modi diversi e, come insegnanti, dovrete farle continuamente riguardo a quello che vedete o sentite, anche se magari non lo fate a voce alta. State cercando i momenti in cui avvengono effettivamente le scelte: oggi, questa settimana, in questo momento della vita della persona. State cercando il punto della vita di una persona per il quale potrete dire: “Ecco, è qui che la grazia e la verità possono essere utili”. Spesso dico alle persone: “Il Vignaiolo usa e forbici da potatura, non una sega circolare. Non lavora su tutto contemporaneamente. Non dovrai affrontare tutti i problemi ora, insieme. Non ti cambierà radicalmente e non ti insegnerà immediatamente tutto su di Lui. Ma c'è qualcosa su ciò che Lui è e ti dice, che potrà fare la differenza per una delle sfide che in questo momento stai affrontando”. Nell'insegnare agli altri non faccio altro che seguire la stessa serie di domande e di ragionamenti di cui io stesso ho bisogno e che il “discepolo” condivide con me. Dio ti viene incontro. Le domande riguardano proprio questo.

Ritengo che il discepolato riesca meglio nell'insegnare la teologia di base, la conoscenza della Bibbia, i principi dell'etica cristiana, le promesse di Dio, le tecniche dei Ministero e le discipline della grazia, piuttosto che nel fare le domande giuste che facciano risaltare tutti questi ottimi insegnamenti. Trovo che queste domande siano estremamente proficue. Mi aiutano a capire meglio le persone che Dio mi ha chiamato a servire (aiutandomi, nello stesso tempo, a capire me stesso) e aiutano gli altri a capire come Dio va loro incontro nella vita di tutti i giorni (aiutando me, allo stesso tempo).

È anche significativo che queste due domande vi aiutino a capire le Scritture. Pensateci per un istante. Le domande che fate riguardo alle persone andrebbero fatte anche sulla Bibbia, non trovate? La Bibbia riguarda le persone, i problemi, la misericordia, le scelte, le lotte e la speranza. Quindi, riferendovi alle scritture, chiedetevi: cosa stavano affrontando all'epoca quei popoli? Andando loro incontro, cosa ha deciso di dire e mostrare Dio? Le situazioni e le scelte specifiche di oggi non sono esattamente le stesse, ma ci sono dei temi che ricorrono. E anche se il nostro Dio salvatore non opera mai due volte nella stessa identica maniera, Lui è sempre lo stesso, nel passato, nel presente e per sempre.

Queste due domande vi aiutano a farvi un'idea di come funzionano le Scritture. Il Verbo non è un libro di testo con verità normative e proposizionali. Non è un libro di teologia sistematica, pieno di proposizioni astratte disposte in maniera logica. E non è una raccolta di testi da cui attingere per fare citazioni decontestualizzate. Fare uno studio topico utilizzando la concordanza non è il modo migliore per interpretare qualcosa in base alla Bibbia. La Bibbia non è un libretto di istruzioni, né un libro di auto-aiuto, né una lettura illuminante. La Bibbia non è un manuale strapieno di principi astratti, consigli, misure, proverbi e simpatici aneddoti. Piuttosto, la Parola di Dio ci mostra Dio come persona, assieme alle sue promesse, ai suoi metodi e alla sua volontà, come sono stati messi in atto sul “palco” e nella “storia” delle persone. Le nostre due domande ci fanno entrare in sintonia con queste cose: anzi, derivano proprio da queste. Nel ministero del discepolato, dovremmo cercare di fare quello che fanno le Scritture. Ci troviamo in contatto con persone che spesso hanno già ricevuto una qualsiasi parte del Verbo. Cerchiamo di far entrare Dio nei momenti cruciali che viviamo ogni giorno! Vorrei riassumere e poi mostrarvi meglio quanto appena detto.

Ogni passaggio della Parola di Dio ci mostra persone che affrontano sfide particolari o che si trovano ad un momento di svolta. Queste persone, tra i problemi e le opportunità che la vita presenta, potrebbero cedere alla tentazione di credere in determinate bugie, commettere errori e vivere in maniera orrenda, perversa e complicata (questa è la domanda numero 1).

Le Scritture mettono in primo piano il radioso Signore della vita, il Dio vero e vivente che entra nella condizione umana da redentore, rimediando agli errori e portandoci la saggezza di cui abbiamo bisogno (questa è la domanda numero 2).

Tra problemi e opportunità, le Scritture ci mostrano persone che credono nella verità, che scelgono il bene e vivono in modo semplicemente meraviglioso: persone che stanno a cuore a Dio, che hanno bisogno del Signore, lo cercano e si rivolgono a Lui. Soprattutto, vediamo l'uomo vero che sta a cuore a Dio, Signore radioso, Verbo che si è fatto carne, che vive con noi, colpito dalle nostre debolezze, pieno di grazia, verità e gloria, un Dio che ama e ci è vicino (questo è l'obiettivo del nostro discepolato).

Vediamo ora un esempio che ci mostra come le Scritture ci sono d'aiuto per tutto quello che dobbiamo affrontare. C'è qualcuno che ha mai affrontato una situazione di minaccia più bella e più onesta di questa?

Pietà di me, pietà di me, o Dio, in te mi rifugio; mi rifugio all'ombra delle tue ali finché sia passato il pericolo. Invocherò Dio, l'Altissimo, Dio che mi fa il bene. Mandi dal cielo a salvarmi dalla mano dei miei persecutori, Dio mandi la sua fedeltà e la sua grazia. (Salmo 57: 2-4)

Osservate l'uso frequente dei verbi attivi. Descrivono il Dio di cui ho davvero bisogno (e torniamo alla domanda numero 2). I vostri “discepoli” stanno imparando ad avere un rapporto così diretto con questo Dio?

Osservate come prosegue il Salmo. Un uomo messo di fronte ad una minaccia racconta la sua esperienza, con l'intenzione di evocare in noi questa esperienza, mettendosi in relazione con ciò che affrontiamo. Pensate di essere minacciati pesantemente da persone con intenti distruttivi... calpestati e investiti... circondati e disturbati da un branco di leoni... a terra immobili, circondati da predatori che fiutano il fuoco... assaliti da killer violenti i cui denti sono lance, frecce e spade... intrappolati da persone che che vogliono catturarvi, e che per farlo hanno steso una rete e hanno scavato una fossa (Salmo 57. 5-7). Per dirla alla Jurassic Park “I velociraptor sono scappati”. I terroristi sono nella vostra città. In realtà, questa è una versione estremizzata di quello che viviamo tutti i giorni nella giungla umana. Pettegoli e malelingue che sparlano sul posto di lavoro. Le fazioni che nascono nella vostra chiesa. I parenti che manipolano, mentono, scocciano, complottano e si coalizzano contro di voi per avere la meglio. Il guidatore della macchina vicino alla vostra, preso dalla rabbia, che vi fa le boccacce e dice oscenità. Cosa dovete affrontare oggi? Cosa vi minaccia? (torniamo alla domanda numero 1) Il Salmo rende l'esperienza della minaccia terribilmente reale, ma non ne definisce le circostanze. E questo porta i “discepoli” ad aggiungere dettagli per rendere tutto più personale.

Notate inoltre, anche nel contesto di un'esperienza così difficile e fastidiosa, il punto centrale del Salmo: “Innalzati sopra il cielo, o Dio, su tutta la terra la tua gloria” (Salmo 57. 6). Lo trovo meraviglioso. Qui abbiamo la fede vivente a cui aspira il vero “discepolo”. Inserito strategicamente nel mezzo di tutti i problemi, rappresenta un modo totalmente diverso di vedere le cose e di reagire. Queste frasi sono il perno attorno cui ruota tutto ciò che è contenuto nel Salmo. Le persone a cui insegnerete non ragioneranno ancora così. Noi stessi spesso non ragioniamo così. Chi si sente minacciato reagisce con la paura, la rappresaglia e la fuga, dimenticando il Dio esaltato. I discepoli puntano ad aiutare queste persone a ricordare.

Per concludere, avete mai visto qualcosa che esprimesse più onestamente o meravigliosamente di così l'essenza della gioia ?

Saldo è il mio cuore, o Dio, saldo è il mio cuore. Voglio cantare, a te voglio inneggiare: svegliati, mio cuore, Svegliati arpa, cetra, voglio svegliare l'aurora. Ti loderò tra i popoli, Signore, a te canterò inni tra le genti. perché la tua bontà è grande fino ai cieli, e la tua fedeltà fino alle nubi. Innalzati sopra il cielo, o Dio, su tutta la terra la tua gloria. (Salmo, 57: 8-12)

In questo passaggio, davanti ai problemi e ai momenti di svolta, abbiamo sentito e visto operare le due modalità principali della fede: il bisogno e la felicità. Abbiamo visto un discepolo che pensa, sente e agisce, un portatore di immagine, un uomo che sta a cuore a Dio.

È da questa fede vivente che nascono gli obiettivi finali del nostro discepolato: gli aspetti pratici e le necessità che comportano l'obbedienza a Dio, l'amore, il servizio, il coraggio, la santa resistenza al male e la misericordia. Il nostro discepolato mira ad arrivare a queste cose, nel contesto della vita reale, a differenza di ciò che accade nel Salmo 57. È solo un breve video sulla dimensione verticale che opera tra i problemi di tutti i giorni. Ma stabilisce anche la dimensione orizzontale: Efesini 4, 1 Corinzi 1, Romani 12, 1 Pietro, Luca 6. 21-49... e il resto dell'etica del Signore sull'amore pratico che opera nelle difficoltà della vita. La ricompensa è questa: le osservanze piccole e costruttive che non si possono spiegare in altro modo. La fede opera tramite l'amore. Queste sono le istruzioni per ottenere il perdono, per la buona comunicazione, per la riappacificazione vigorosa, per le decisioni sagge, per la gestione finanziaria e per tutto il resto. Questa è “l'immagine di Cristo” che opera nel cuore di un discepolo e si esprime nel suo cammino.

Queste due semplici domande – Cosa stai affrontando? Cosa ha a che fare Dio con questo? - esprimono il punto centrale del nostro discepolato. Sono alla base della richiesta di fede e di amore espliciti.

David Powlison, M. Div., Ph. D. cura il Journal of Biblical Counseling, è consulente e insegnante per la School of Biblical Counseling della fondazione CCEF (Christian Counseling and Educational Foundation). Inoltre, è insegnante di teologia pratica al Seminario teologico di Westminster. È autore di opere (non ancora tradotte in italiano) quali “Power encounters: reclaiming spiritual welfare”, “Power Encounters: Reclaiming Spiritual Warfare”, “Competent to Counsel?: The History of a Conservative Protestant Anti-Psychiatry Movement”, “Seeing with new Eyes: Counseling and the Human Condition Through the Lens of Scripture”, nonché di vari articoli sulla consulenza.