La Parola più Difficile da Mettere in Pratica

Da Libri e Sermoni Biblici.

Versione delle 12:24, 11 mar 2022, autore: Pcain (Discussione | contributi)
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English: The Hardest Word to Obey

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Di Jon Bloom su Santificazione e Crescita

Traduzione di Susanna Giubileo

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Si dà il caso che il comandamento più bello e affascinante che Gesù ci abbia assegnato sia anche il più difficile da seguire:

“Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente.” Questo è il più grande e il primo dei comandamenti. Il secondo recita: “Amerai il prossimo tuo come te stesso.” Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti. (Vangelo secondo Matteo, 22:37--40)

Quest’ultima è un'affermazione senza precedenti: tutto quello che Dio desidera da noi, tutto ciò che riguarda "la vita e la pietà" nella Scrittura (Seconda Lettera di Pietro, 1:3) è dunque delineato in due semplici comandamenti.

Nella loro semplicità, quei due comandamenti riescono a racchiudere tutto. E tuttavia, seguirli non è per nulla semplice. Qui sta la fregatura. Data la natura estrema di questi comandamenti, essi possono risultare opprimenti; fin impossibili da eseguire. Di conseguenza, ne concludiamo che non sia necessario rispettarli sino in fondo. Questo è un grave errore.

Indice

È Davvero Possibile Amare?

Partiamo dal presupposto (sbagliato) che obbedire i suddetti comandamenti, seppur possibile nel Giardino dell'Eden e in Paradiso, sia invece umanamente impossibile, dato il nostro attuale stato di decadenza terrena. Essi vengono dunque più che altro ridotti a ideali irraggiungibili, del tipo che non richiede riflessioni più profonde sul proprio significato. Questo, verosimilmente, ci porta ipotizzare che il loro scopo sia unicamente di rivelare la nostra inettitudine nell'adempierli e saziare la nostra sete di Dio (Lettera ai Romani, 7:22--25), e che, in quanto parte della giustizia divina, Gesù, nella sua perfezione, abbia obbedito a questi comandamenti a nostro nome. Pertanto, non si aspetterà certo che li rispettiamo per davvero.

È indubbiamente vero che Gesù ha perseguito la nostra redenzione attraverso la propria perfetta obbedienza verso Dio: tuttavia, ciò che scrisse Paolo nella Lettera ai Romani (13:9) e nella Lettera ai Galati (5:14), così come ciò che scrisse Giacomo nella propria testimonianza (Vangelo secondo Giacomo, 2:8), testimonia come gli Apostoli fossero fermi nella convinzione che Gesù si aspetta da noi una devozione totale verso Dio e verso il prossimo; e questo vale anche ora, in questa epoca, persino ai giorni nostri.

Chi Plasma Il Vostro Apostolato?

La comunità in cui viviamo potrebbe confermare o smentire i nostri erronei pregiudizi sull'amore. Spesso lasciamo che i nostri compagni di cammino decidano per noi come essere discepoli di Dio. Se più cristiani nelle nostre vicinanze accettano questi comandamenti senza tuttavia metterli in pratica, il loro esempio può influenzarci, facendoci presupporre che a Gesù basti il nostro riconoscimento del loro valore morale, senza che ci sia realmente bisogno da parte nostra di applicarli nella vita di tutti i giorni.

Invece, come illustra il rimprovero di Paolo a Pietro nella Seconda Lettera ai Galati, la pressione sociale può indurci a gravi mancanze. Tutto il Nuovo Testamento avvalora la tesi che è proprio la radicalità con cui viviamo i comandamenti di Gesù sull'amore, entrambi i quali sono fondamentalmente una manifestazione di tutti i Dieci Comandamenti, che dimostra il nostro essere discepoli (Vangelo secondo Giovanni, 13:35).

Non dobbiamo lasciare che gli ostacoli ("Questi due comandamenti sono troppo difficili da applicare", "Non è l'assoluta obbedienza in Dio a salvarci", "Tanto anche gli altri non riescono a rispettarli") ci lascino credere che Gesù non desideri che li prendiamo sul serio. Perché è proprio questo che vuole. Al contrario, Egli desidera che noi modelliamo le nostre vite attorno ad essi.

Come Diavolo…?

Questo ci riporta alla questione di quanto tali comandamenti possano risultare opprimenti. Se li prendiamo in seria considerazione, siamo costretti a chiederci: "Come diavolo faccio a rispettarli?".

Questa è esattamente domanda che dobbiamo porci.

Avete mai dedicato una parte cospicua del vostro tempo a meditare su questi ultimi comandamenti sull'amore?

Con questo non intendo semplicemente ascoltare sermoni, conferenze o podcast sull'argomento, o leggere vari libri e articoli in proposito, e da li ricavare le risposte giuste dal punto di vista teologico. Per quanto riguarda gli insegnanti di fede cristiana, che forniscono le suddette risorse (me compreso, quindi), non si tratta solamente del duro compito di eseguire ricerca grammaticale, storica ed ermeneutica e sviluppare efficacemente le proprie abilità oratorie, letterarie ed omiletiche per poter capire in modo approfondito questi testi ed insegnarli nel contesto della vostra disciplina teologica. Non fraintendetemi; tutto questo è importante. Ma non è in questo che risiede l'assoluta devozione verso Dio, nella vita reale.

Avete mai trascorso le ore a meditare profondamente e a tentare di capire cosa voglia dire, nello specifico, amare di con tutti voi stessi, pur nel minuscolo angolo di mondo dove Dio vi ha posto; e amare il prossimo vostro come voi stessi, in mezzo a tutte le anime destinate alla vita eterna a cui Dio vi ha fatto fratelli, ponendo particolare cura verso i bisognosi, perfino verso i "nemici" (Vangelo secondo Matteo, 5:44); anche verso il primo passante in cui "incappate" lungo la strada, per così dire (Vangelo secondo Luca, 10: 25--37)? Gesù non desidera che noi rimaniamo paralizzati da questi comandamenti onnicomprensivi, ma desidera che diventino il perno delle nostre vite. Desidera che ognuno di noi si chieda seriamente come diavolo si faccia a rispettarli ed applicarli nella vita reale, e che facciamo uno sforzo rigoroso di discernere individualmente il loro significato.

Non ci ha lasciato privi di guida. Ci ha infatti mandato lo Spirito Santo (Vangelo secondo Giovanni, 16:13), il dono del Nuovo Testamento (il quale fornisce molteplici esempi di come applicare questi comandamenti di natura radicale nello specifico del nostro quotidiano), e ci ha mandato in dono gli uni agli altri per aiutarci a vicenda ad adempiere a tale compito.

Non ci ha lasciato privi di guida. Ci ha infatti mandato lo Spirito Santo (Vangelo secondo Giovanni, 16:13), il dono del Nuovo Testamento (il quale fornisce molteplici esempi di come applicare questi comandamenti di natura radicale nello specifico del nostro quotidiano), e ci ha mandato in dono gli uni agli altri per aiutarci a vicenda ad adempiere a tale compito.

Considerate Il Prezzo

Non saremo mai pronti a pagare il prezzo dei comandamenti se non avremo prima compreso veramente cosa essi esigono da noi. Gesù disse questo a riguardo:

Chi di voi, volendo costruire una torre, non si siede prima a calcolarne la spesa, se ha i mezzi per portarla a compimento? (Vangelo secondo Luca, 14:28)

Gesù fece tale affermazione subito dopo aver annunciato ai suoi discepoli cosa sarebbe loro costato rispettare i comandamenti: avrebbero dovuto rinunciare a tutto. È un prezzo assai elevato.

Ma è anch'esso una manifestazione d'amore. Essere discepoli di Dio non significa sopportare infinite pratiche ascetiche per amore di Gesù; significa sapere dov'è il nostro tesoro, perché là sarà anche il nostro cuore (Vangelo secondo Matteo, 6:21). È per questo che Paolo scrisse: "E se anche dessi in cibo tutti i miei beni e consegnassi il mio corpo per averne vanto, ma non avessi la carità, a nulla mi servirebbe". (Prima Lettera ai Corinzi, 13:3). La chiamata di Gesù, parafrasando Jim Elliott, ci invita a rinunciare a tutto quello che non possiamo portare con noi e a conservare ciò che non possiamo perdere.

Se Mi Amate

I comandamenti di Gesù sull'amore (quei meravigliosi, affascinanti imperativi) sono i più ardui e i più onerosi da rispettare.

Ecco perché, al termine della Preghiera sul Monte, dopo avere fornito esempi specifici su come vivere una vita basata sull'amore e sulla carità, Gesù disse: "Quanto stretta (...) è la porta e angusta la via che conduce alla vita" (Vangelo secondo Matteo, 7:14). Ed è questa la ragione per cui le ultime parole di Gesù al suo discepolo Giovanni furono (Vangelo secondo Giovanni,15:12–13):

Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici.

Leggendo queste frasi, specialmente in luce di quanto Egli aveva affermato poco prima, ossia "Se mi amate, osserverete i miei comandamenti" (Vangelo secondo Giovanni, 14:15), possiamo avvertire sia l'eco dei due più grandi comandamenti di Gesù sia il suo desiderio che li viviamo con assoluta, vitale serietà.

Per quelli di noi che aspirano a divenire "discepoli estremi di Dio", non vi è nulla di più estremo di un amore come il suo.