Ingrandire Dio con il Denaro

Da Libri e Sermoni Biblici.

Versione delle 15:05, 24 apr 2012, autore: Mollymullery (Discussione | contributi)
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English: Magnifying God with Money

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Di John Piper su Il Denaro
Una parte della serie Worship God

Traduzione di Giovanna Zagami

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Luca 12:32-34

Non temere, piccolo gregge, poiché tuo Padre ha scelto volentieri di darti il suo regno. (33) Vendete i vostri beni e fatene elemosina; fatevi delle borse che non invecchino, un tesoro inesauribile nei cieli, dove ladro non s’avvicina né tignola distrugge. (34) Poiché dov’è il tuo tesoro, sarà lì anche il tuo cuore.

L’intima essenza dell’adorazione è l’amore di Dio come infinitamente prezioso e al di sopra di tutto. Le forme esteriori dell’adorazione sono gli atti che dimostrano quanto amiamo Dio. Perciò tutta la vita implica adorazione perché Dio dice ciò che dobbiamo mangiare o bere o cosa fare - tutta la vita – fare tutto per dimostrare quanto sia preziosa per noi la gloria di Dio (1 Corinzi 10:31). Il denaro e le cose materiali sono una parte importante della vita, e quindi Dio vuole che essi siano una parte importante dell’adorazione – dal momento che tutta la vita deve essere venerata. Così la maniera in cui si venera il proprio denaro ed i propri averi è donandoli e usandoli e perdendoli in modo tale da mostrare quanto si ama Dio – non il denaro. È questo l’argomento del precedente testo. E quindi in realtà è un testo sull’adorazione.

Adesso c’è un luogo per un’adorazione collettiva – ciò che noi facciamo insieme la domenica mattina. E le stesse definizioni si tengono qui come in ogni altro luogo: l’essenza dell’adorazione qui è l’intimo amore di Dio come infinitamente prezioso. E le forme dell’adorazione sono i gesti che esprimono quest’intimo amore di Dio (predicando e ascoltando la parola di Dio, pregando, donando, condividendo la Cena del Signore, e così via). Uno di questi atti di amore e di adorazione collettiva qui a Betlemme è ciò che chiamiamo “l’offerta” – un punto vicino al centro della nostra adorazione collettiva dove noi rendiamo lode con il nostro denaro, togliendolo dalle nostre mani e dalle nostre banche, e affidandolo alla missione e al ministero di Cristo.

Quindi, quest’atto particolare di venerazione nella cerimonia di culto collettiva, è una piccola parte del disegno più ampio di adorazione con i nostri soldi, che facciamo ogni giorno nel nostro modo di guadagnare e spendere e risparmiare e donare il nostro denaro. Il testo di oggi, Luca 12:32-34, ha a che fare con il grande modello di come noi rendiamo lode con il nostro denaro, e quindi si riferisce implicitamente anche a cosa facciamo con i nostri soldi in un’adorazione collettiva. Diamo quindi un’occhiata ad alcuni dei punti più importanti in questo testo, e applichiamoli alle nostre vite in generale e al nostro regalare in particolare.

Non Abbiate Paura

Il primo punto del testo (nel versetto 32) è che Dio ci chiede di non aver paura quando si tratta di soldi e di cose materiali. Non preoccupatevi, non abbiate paura. “Non temere, piccolo gregge, poiché tuo Padre ha scelto volentieri di darti il suo regno”. Ma c’è un altro modo, che va più in profondità, per chiarire il punto. Il motivo per cui Dio vuole che noi non abbiamo paura riguardo al denaro e ai beni materiali è perché ciò sarebbe ingrandire cinque grandi cose su di lui. Non essere spaventati enfatizzerebbe quanto amiamo queste cinque cose di Dio. In altre parole, non aver paura diventerebbe un bellissimo atto interiore d’adorazione.

In primo luogo, non essere spaventati dimostra che amiamo Dio come nostro Pastore. “Non temere, piccolo gregge”. Noi siamo il suo gregge e lui è il nostro Pastore. E se lui è il nostro Pastore, allora il Salmo 23 mette in evidenza: “Il signore è il mio Pastore, non manco di nulla”- che vuol dire, non mi manca nulla di cui abbia realmente bisogno. Il non temere esalta la preziosità del nostro Pastore.

In secondo luogo, non aver paura dimostra che amiamo Dio come nostro Padre. “Non temere, piccolo gregge, poiché tuo Padre ha scelto volentieri di darti il suo regno”. Non solo siamo il suo gregge; siamo anche suoi figli, e lui è nostro Padre. Il significato di ciò è evidente nel versetto 30, “Tutte queste cose son le genti del mondo che le ricercano; ma il Padre vostro sa che ne avete bisogno.” In altre parole, vostro Padre ci tiene davvero e conosce realmente ciò di cui avete bisogno e lavorerà per voi per esser certo che abbiate ciò che per voi è necessario. (Attenzione a dettare a Dio ciò che pensate che sia il “bisogno” al posto di imparare cosa lui pensa che sia il “bisogno”!).

In terzo luogo, non aver paura dimostra che amiamo Dio come Re. “Non temere, piccolo gregge, poiché tuo Padre ha scelto volentieri di darti il suo regno”. Lui può darci il “regno” poiché è il Re. Questo aggiunge un enorme elemento di potere a colui che provvede a noi. “Pastore” sottintende protezione e provviste. “Padre” sottintende amore e tenerezza e autorità e provviste e guida. “Re” sottintende potere e sovranità e ricchezza. Perciò se ci fidiamo di Dio come Pastore e Padre e Re, e non siamo spaventati dal denaro e dalle cose materiali allora dimostreremo quanto Dio è vero e prezioso per noi in tutti questi modi. Dio sarà adorato.

In quarto luogo, non aver paura dimostra quanto Dio è libero e generoso. “Non temere, piccolo gregge, poiché tuo Padre ha scelto volentieri di darti il suo regno”. Notate, lui dà il regno. Non vende il regno o affitta il regno o noleggia il regno. Lui lo dà. È infinitamente ricco e non ha bisogno dei nostri pagamenti. Tutto ciò che potremmo cercare di donargli sarebbe già suo in ogni caso. “Che hai tu che non hai ricevuto?” (1 Corinzi 4:7). Quindi Dio è generoso e libero con la sua bontà. E questo è ciò che enfatizziamo di lui quando non abbiamo paura, ma affidiamo a lui le nostre esigenze.

Infine, non aver paura dimostra che amiamo Dio come gioia. “Non temere, piccolo gregge, poiché tuo Padre ha scelto volentieri di darti il suo regno”. È un “beneplacito”. È un “piacere” per lui darvi il regno. Vuole farlo. Farlo lo rende felice. Nessuno di noi ha un padre simile – che ama donarci le cose, chi è felice dando piuttosto che avendo. Ma questo non importa, perché adesso potete avere un tale Padre, e Pastore, e Re. Fidatevi di lui come vostro Padre attraverso l’opera riconciliatrice di Gesù, e lo ritroverete ad essere vostro Padre.

Quindi il primo punto di questo testo è che dobbiamo amare Dio come nostro Pastore e Padre e Re, che lui è generoso e felice nel darci il regno di Dio – darci il cielo, darci la vita e la gioia eterna, e qualsiasi cosa della quale abbiamo bisogno per arrivarci. Se amiamo Dio in questo modo – se ci fidiamo di lui – saremo senza paura e Dio sarà lodato. Questa è la base di tutto il resto di questo testo e sermone. Ciò che succederà è possibile grazie a questa promessa.

Un Impulso Verso La Semplicità Piuttosto Che L’Accumulazione

Il secondo punto è: fidarsi di Dio in questo modo porta un forte impulso verso la semplicità piuttosto che l’accumulazione. Versetto 33: “Vendete i vostri beni e fatene elemosina; fatevi delle borse che non invecchino, un tesoro inesauribile nei cieli, dove ladro non s’avvicina né tignola distrugge.”

Concentratevi per un attimo sulle parole, “Vendete i vostri beni”. A chi sta parlando? Il versetto 22 dà la risposta: “Allora Gesù disse ai suoi discepoli”. Ora queste persone nel complesso non erano ricche. Non possedevano molti averi. Ma lui dice ancora, “Vendete i vostri beni”. Non dice quanti beni vendere. Al governante ricco in Luca 18:22 Gesù ha detto, “Vendi tutto ciò che hai e donalo al povero, e avrai un tesoro in cielo. Poi vieni e seguimi”. Vendi tutti i tuoi beni. Quando Zaccheo ha incontrato Gesù, ha detto (Luca 19:8), “Ecco Signore! Qui e adesso do metà dei miei averi ai poveri, e se ho frodato qualcuno di qualcosa, gi renderò il quadruplo”. Così Zaccheo donò il cinquanta per cento dei suoi possedimenti. Negli Atti 4:37 è scritto, “Barnaba ha venduto un campo che possedeva e ha portato il denaro e lo ha messo ai piedi degli apostoli”. Così ha venduto almeno un campo.

Quindi la Bibbia non ci dice quanti beni vendere. Ma perché ci dice di vendere ogni possedimento? Dando l’elemosina – usando il vostro denaro per dimostrare amore per coloro che sono poveri e senza vangelo (la necessità della vita eterna) – è talmente importante che se non si dispone di liquidità da dare, bisogna vendere qualcosa in modo da poter fare donazioni. Ma pensiamo ora a cosa questo significa nel contesto. Questi discepoli non sono persone povere o ricche di denaro i cui soldi sono legati in obbligazioni o beni immobili. La maggior parte delle persone così’, infatti, possiede di solito risparmi abbastanza consistenti. Ma Gesù non dice, “Prendete parte dei vostri risparmi e fate l’elemosina.” Lui dice, “vendete qualcosa, e fate l’elemosina.” Perché? L’ipotesi più semplice è che questa gente ha vissuto vicino ai margini così che non ha denaro da dare e deve vendere qualcosa per poter fare delle donazioni. E Gesù voleva che queste persone si avvicinassero alla semplificazione, non all’accumulazione.

Allora qual è il punto? Il punto è che nella vita Cristiana esiste un forte impulso verso la semplicità piuttosto che verso l’accumulazione. L’impulso deriva dall’amare Dio come Pastore e Padre e Re, più di quanto amiamo i nostri beni. E l’impulso è un forte impulso per due motivi. Uno è che Gesù ha detto, “quant’è difficile per i ricchi (letteralmente: coloro che possiedono ricchezze) entrare nel regno di Dio!!” (Luca 18:24). In Luca 8:14 Gesù dice che i ricchi “soffocano” la parola di Dio. Ma noi vogliamo entrare nel regno di Dio molto più immensamente di quanto desideriamo le cose materiali. E non vogliamo che la parola di Dio soffochi nelle nostre vite. Così c’è un forte impulso verso la semplicità piuttosto che verso l’accumulazione. L’altro motivo è che noi vogliamo che il valore di Dio sia manifestato al mondo. E Gesù qui ci dice che vendere i beni e fare l’elemosina è uno dei modi per dimostrare che Dio è realmente prezioso come Pastore, Padre e Re.

Quindi, il secondo punto è che fidarsi di Dio come Pastore, Padre e Re porta un forte impulso verso la semplicità piuttosto che verso l’accumulazione. E questo porta l’adorazione dal posto intimo e nascosto del cuore verso azioni più visibili per la gloria di Dio.

Ingrandire il nostro Tesoro in Cielo, non sulla Terra

Il terzo punto di questo testo è che lo scopo del denaro è di ingrandire il nostro tesoro in cielo, non sulla terra. Di nuovo il versetto 33: “Vendete i vostri beni e fatene elemosina; fatevi delle borse che non invecchino, un tesoro inesauribile nei cieli, dove ladro non s’avvicina né tignola distrugge.” Qual è il collegamento fra la vendita di beni qui [sulla terra] in modo da poter soddisfare i bisogni degli altri (la prima parte del versetto), e l’accumulazione di tesoro in cielo per se stessi (alla fine del versetto)?

Il collegamento sembra essere: il modo in cui si fanno le cinture porta denaro che non hanno buchi e il modo in cui si raggiungono i tesori in cielo che non mancano mai è di vendere i vostri possedimenti per soddisfare le esigenze degli altri. In altre parole, essere semplici per amore sulla terra ingrandisce la vostra gioia in cielo.

Non perdetevi questo punto veramente radicale. È il modo in cui Gesù pensa e parla tutto il tempo. Avere una mente rivolta al cielo fa una radicale differenza dell’amore in questo mondo. Le persone che sono più fortemente persuase che ciò che conta è il tesoro in cielo, non le grandi accumulazioni di denaro qui, sono le persone che sognano costantemente ai modi di semplificare ed essere utili, semplificare ed essere utili, semplificare ed essere utili. Loro daranno e daranno e daranno. E naturalmente lavoreranno e lavoreranno e lavoreranno, come Paolo dice in Efesini 4:28, “in modo che [essi] possano avere qualcosa da condividere con chi ha bisogno.”

Il collegamento con l’adorazione è questo: Gesù ci ordina di accumulare tesoro in cielo, cioè, di massimizzare la nostra gioia in Dio. Dice che il modo per far questo è vendere ed essere semplici per amore degli altri. Così, motiva la semplicità e il servizio, con il nostro desiderio di massimizzare la nostra gioia in Dio. Che vuol dire che tutto il nostro utilizzo del denaro diventa una manifestazione di quanto gioiamo in Dio al di sopra dei soldi e delle cose materiali. E questa è l’adorazione.

Il Vostro Cuore Si Sposta Verso Ciò Che Amate

Ora l’ultimo punto del testo questa mattina è: il vostro cuore si sposta verso ciò che amate, e Dio desidera che andiate verso di lui. Versetto 34; “Poiché dov’è il tuo tesoro, sarà lì anche il tuo cuore.” Questo è dato come il motivo per il quale dovremmo perseguire il tesoro in cielo che non manca mai: “Poiché dov’è il tuo tesoro, sarà lì anche il tuo cuore.” Se il vostro tesoro è in cielo dov’è Dio, allora è dove anche il vostro cuore dovrà essere.

Ora cosa dice in realtà questo versetto apparentemente semplice? Alla parola “tesoro” dò il significato di “l’oggetto amato”. E alla parola “cuore” dò il significato di, “l’organo che ama.” Così leggete il verso in questo modo: “Dov’è l’oggetto amato, lì deve essere l’organo che ama.” Se l’oggetto che amate è Dio in cielo, il vostro cuore deve essere con Dio in cielo. Sarete con Dio. Ma se l’oggetto che amate è il denaro e le cose materiali sulla terra, allora il vostro cuore deve essere sulla terra. Sarete sulla terra, lontano da Dio.

Questo è quello che Gesù intende in Luca 16:13 quando ha detto, “Nessun domestico può servire due padroni; perché o odierà l’uno e amerà l’altro, o si dedicherà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e il denaro.” Servire il denaro è amare il denaro e perseguire tutti i benefici che il denaro può dare. Il cuore segue il denaro. Ma servire Dio significa amare Dio e perseguire tutti i benefici che Dio dà. Il cuore segue Dio.

E questa è l’adorazione: il cuore sta amando Dio e cerca lui come il tesoro al di sopra di tutti i tesori.

L’Offerta Un’Atto Di Adorazione

Chiudo mettendo semplicemente in relazione questi quattro punti all’atto collettivo dell’adorazione che noi chiamiamo “l’offerta”. Questo momento e quest’atto nel nostro servizio sarà adorazione per voi, indipendentemente dalla quantità – dalla povera vedova alle migliaia di miliardari – se donando dite dal cuore: 1) io qui mi fido di te, Dio, come mio sereno, generoso Pastore, Padre e Re, così che non avrò paura quando avrò meno denaro per me stesso provvedendo alle necessità degli altri; 2) io qui resisto all’incredibile pressione della nostra cultura di accumulare sempre di più e affido il mio destino all’impulso della semplicità per amore degli altri; 3) io qui metto da parte il tesoro in cielo e non sulla terra così che la mia gioia in Dio sarà massimizzata per sempre; e 4) con quest’offerta dichiaro che poiché il mio tesoro è in cielo, il mio cuore segue Dio.