Il Nostro Dio Ci Ascolta

Da Libri e Sermoni Biblici.

(Differenze fra le revisioni)
Pcain (Discussione | contributi)
(Creata pagina con '{{info|Our God Listens}}<br> Sei stato invitato a parlare con il Dio dell'universo, l'Onnipotente. Non solo il più potente, ma l'onnipotente. Tutto il potere è suo e sotto il ...')

Versione corrente delle 11:34, 14 apr 2022

Risorse Correlate
Altro Di David Mathis
L'Indice degli Autori
Altro su Preghiera
L'Indice degli Argomenti
A proposito di questa traduzione
English: Our God Listens

© Desiring God

Condividi
La nostra missione
Questa risorsa è pubblicata da Gospel Translations, un ministero online il cui scopo è rendere libri e articoli che parlano del vangelo disponibili gratuitamente in ogni paese e lingua.

Per saperne di più (English).
Come puoi aiutarci
Se parli bene l’inglese, puoi aiutarci come traduttore volontario.

Per saperne di più (English).

Di David Mathis su Preghiera

Traduzione di Helen Scalisi

Review Potete aiutarci a migliorare questa traduzione da rivedere per la precisione. Per saperne di più (English).



Sei stato invitato a parlare con il Dio dell'universo, l'Onnipotente. Non solo il più potente, ma l'onnipotente. Tutto il potere è suo e sotto il suo controllo. Ed è lui che ti ha creato e che ti sostiene nella tua esistenza.

Questo Dio, l'unico Dio - onnipotente, creatore, salvatore - ci parla per rivelarsi a noi, affinché possiamo conoscerlo realmente, ma non ci parla soltanto. Una delle grandi meraviglie di tutto il mondo e della storia è che questo Dio ci ascolta. Prima parla e poi ci invita a rispondere. Poi si ferma. Si china. Tende l'orecchio verso il suo popolo. Infine ci ascolta in questa meraviglia, che così spesso diamo per scontata, e che con tanta leggerezza chiamiamo preghiera.

Indice

Cosa Viene Prima Della Preghiera

Prima di iniziare a “chiamare” il Dio del cielo, bisogna rendersi conto che la meraviglia della preghiera potrebbe indurci ad non considerare una realtà essenziale. C'è un ordine nel suo parlare e ascoltare, e nel nostro interagire con Lui. Lui è Dio, noi no. Ricordiamolo bene ogni giorno, e per sempre. Prima parla lui, poi ci ascolta. Noi prima ascoltiamo e poi parliamo.

La preghiera non è una conversazione che cominciamo noi. Piuttosto, Dio prende l'iniziativa. Prima ha parlato Lui. Si è rivelato a noi nel suo mondo, nella sua parola e nel Verbo. E attraverso la sua parola, illuminata dal suo Spirito, continua a parlare. " Guardate di non rifiutare colui che parla " (Ebrei 12:25). La sua parola non è morta e sepolta, ma "è vivente e attiva, più affilata di qualunque spada a due tagli, che penetra fino alla divisione dell'anima e dello spirito, delle giunture e delle midolla, e percepisce i pensieri e le intenzioni del cuore" (Ebrei 4:12).

E nella sua parola, e per mezzo del Verbo, ci fa questa offerta stupefacente: essere ascoltati da Lui.

Lo Scettro D'oro

Quando Ester venne a sapere del complotto di Haman per distruggere gli ebrei, un grande dilemma si pose davanti a lei. Mardocheo le consigliò di "andare dal re per implorare il suo favore e supplicarlo in nome del suo popolo" (Ester 4:8).

Più facile a dirsi che a farsi.

Ester sapeva che si trattava di una questione di vita o di morte, non solo per gli ebrei, ma anche per lei: "Se un uomo o una donna entra nel cortile interno del re senza essere stato chiamato, per una legge ch’è la stessa per tutti, esso dev’esser messo a morte, a meno che il re non stenda verso di lui il suo scettro d’oro". E lei conosceva la minaccia che la attendeva: "Ma quanto a me, in questi trenta giorni non sono stata chiamata a presentarmi dal re" (Ester 4,11). Eppure alla fine, con fede e coraggio, decise: "Andrò dal re, anche se è contro la legge, e se muoio, muoio" (Ester 4:16).

Non si può semplicemente decidere di recarsi al cospetto di un grande re "senza essere chiamati”, tantomeno con Dio Onnipotente. Non semplicemente perché è un grande rischio, come con un re, ma perché con Dio non è possibile nemmeno fisicamente. Non si parla di un re in carne ed ossa, dove si prova ad oltrepassare le guardie del palazzo e avvicinarsi a lui. Egli è assolutamente inavvicinabile - "senza essere stato chiamato".

Eppure, in Cristo, il trono del cielo ha preso l'iniziativa e ora tiene in mano lo scettro d'oro.

Perché Possiamo Avvicinarci

Due avvenimenti significativi (4:14-16; 10:19-25) nel cuore dell'epistola agli Ebrei(capitoli 5-10) chiariscono perché possiamo avvicinarci e come.

Il testo degli Ebrei presenta la storia della prima alleanza di Dio con il suo popolo, attraverso Mosè. Ciò che i testi dell'Esodo, del Levitico e dei Numeri dicono sull'"avvicinarsi" o "andare vicino" a Dio ci fa riflettere. Per prima cosa, il tabernacolo e l'intero sistema di culto dato sul Monte Sinai, insegnò al popolo la loro posizione nei confronti di Dio, vi era una separazione, a causa del loro peccato. Il popolo deve stare a distanza, per evitare che la collera giusta di Dio si scateni contro il loro peccato (Esodo 19:22, 24).

Al principio solo a Mosè è permesso di avvicinarsi (Esodo 24:2), poi al fratello di Mosè, Aronne, e suoi figli in veste di sacerdoti (Esodo 28:43; 30:20). Nessun estraneo può avvicinarsi (Numeri 1:51; 3:10), né alcun sacerdote con deformità (Levitico 21:18, 21). Solo i sacerdoti designati possono "avvicinarsi all'altare" per fare espiazione dei propri peccati e di quelli del popolo (Levitico 9:7) - e solo nel modo che Dio ha comandato, come ci viene ricordato nei terribili episodi di Nadab e Abihu (Levitico 10) e nella ribellione di Korah (Numeri 16; e anche 17:13; 18:3-4, 7, 22).

Ma ora, con Cristo, "abbiamo un grande sommo sacerdote che ha attraversato i cieli, Gesù, il Figlio di Dio" (Ebrei 4:14). In lui, "abbiamo un grande sacerdote nella casa di Dio", un sacerdote che troviamo attraverso la fede, e così noi "entriamo nel santuario in virtù del sangue di Gesù, per la via nuova e vivente che egli ha aperto per noi attraverso la cortina, cioè attraverso la sua carne" (Ebrei 10:19-21). Non solo Cristo ci accompagna al cospetto di Dio, ma ci accoglie nella sua risurrezione. Egli è il nostro pioniere, che traccia il nostro sentiero. Ora possiamo "avvicinarci" a Dio, "avvicinarci" al trono della grazia del cielo, in virtù delle opere compiute da Cristo per noi, nella sua vita, morte e risurrezione.

Come Possiamo Avvicinarci

Infine, per aggiungere un miracolo al miracolo, non solo ci avviciniamo a Dio stesso per mezzo di Cristo, ma siamo invitati, anzi attesi, a partecipare con fiducia - con audacia e piena sicurezza. Poiché abbiamo un sommo sacerdote come Cristo, "Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, affinché otteniamo misericordia e troviamo grazia per esser soccorsi al momento opportuno." (Ebrei 4:16).

In lui, "abbiamo fiducia di entrare nel santuario per mezzo del sangue di Gesù" (Ebrei 10:19). Non per il nostro valore, status o per i nostri successi, ma grazie a Lui. Noi "ci avviciniamo con cuore sincero in piena convinzione di fede" (Ebrei 10:22), una fede che va oltre noi stessi non per chiedere "Sono degno?" di avvicinarmi al trono di Dio, ma invece "Gesù ne vale la pena?"

Non Aspettare Oltre

È quasi troppo bello per essere vero - quasi - che abbiamo accesso a Dio (Efesini 2:18) e "accostarci con piena fiducia" (Efesini 3:12). In Cristo, il Re dell'universo tiene lo scettro d'oro. La domanda non è più se avvicinarci, ma se lo faremo e quanto spesso?

Abbiamo la possibilità di entrare. Dio ci aspetta, attende che ci aggrappiamo a suo Figlio per mezzo della fede e che ci avviciniamo al suo trono con fiducia. Il nostro Dio ci ascolta. Ascolta le nostre preghiere.

Cosa stai aspettando?