Se Dio non fosse arrabbiato

Da Libri e Sermoni Biblici.

Versione delle 21:30, 28 feb 2017, autore: Pcain (Discussione | contributi)
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Di Paul Tripp su Il Ministero Pastorale

Traduzione di Mara Cioffi

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Molti di noi nell’esercizio del ministero, chiamati a rappresentare l’opera di Dio nelle vite altrui, avvertiamo la necessità di far rivalutare il modo di percepire la rabbia di Dio. A volte ci rapportiamo a essa come se fosse lo zio di cui ci vergogniamo, ma che fa comunque parte della nostra famiglia allargata. É come se volessimo a tutti i costi mantenere privato questo attributo di Dio. Ci preoccupiamo segretamente del fatto che possa causare un imbarazzo eccessivo nella famiglia di fede? Siamo tentati di comportarci come se la rabbia fosse la parte oscura del carattere di Dio.

Dio non ha una parte oscura! Giovanni dice, “Dio è luce e in lui non vi è tenebra alcuna” (1 Giovanni 1:5, LND). È impossibile che ci sia qualcosa di malvagio in Dio. È impossibile per lui agire iniquamente o provare emozioni che siano sbagliate. Egli è interamente santo in ogni aspetto. È giusto in qualsiasi cosa faccia. Egli non è malvagio, non può essere tentato dal male e non tenta nessuno a fare del male. Egli è santo sempre, in ogni singolo aspetto.

Le implicazioni per un mondo caduto

Siccome cerchiamo di vivere ed esercitare il ministero in maniera produttiva in questo mondo caduto, tutto ciò ha delle implicazioni molto importanti. Se Dio è santo e arrabbiato al tempo stesso, allora la rabbia non è un male in sé. Se lo fosse, Dio non dovrebbe mai essere arrabbiato. Questi passi che ci insegnano che Dio è arrabbiato, nella Bibbia non esisterebbero (vedi Esodo, 32:10, 34:6; Deuteronomio, 29:28; 2 Re 22:13; Salmi, 2:12, 30:5; Romani, 1:18; e altri). Parliamo di una vocazione, non è possibile essere santi e arrabbiati allo stesso tempo. Se riconosci e custodisci l’immutabile santità di Dio e riconosci la sua vocazione come santa, poiché Egli è santo, troverai impossibile essere in contatto con qualsiasi cosa che é male e non essere arrabbiato.

Ciò significa che se prendiamo la vocazione con serietà per imitare nostro Padre in cielo, richiamando noi stessi e gli altri ad agire e a rispondere come Egli fa, nonostante i nostri limiti umani, dobbiamo essere arrabbiati. Non arrabbiati in senso egoistico perché non raggiungiamo i nostri scopi, ma arrabbiati in senso liturgico a fronte di tutto quello che viola ciò che Dio ritiene giusto, buono, amorevole e vero.

La rabbia della grazia

Siamo chiari. La rabbia di Dio è la rabbia della grazia. Non è una rabbia violenta, una furia sfrenata e ingiusta. La rabbia di Dio lavora per rendere bene quello che è male. È quello che la grazia fa. Questa rabbia piena di grazia ha due facce: la giustizia e la pietà. È nella rabbia piena di grazia della giustizia che Dio opera per punire il male, ma non si ferma qui. Dio non è soddisfatto di punire semplicemente il male. La sua fame del bene é così forte che Egli non si fermerà fino a quando il male non sarà completamente distrutto. Egli non si riposerà fino a quando non ci sarà più il male e la giustizia e il bene regneranno sempre e per sempre!

C’è anche un’altra faccia della rabbia piena di grazia. È la rabbia della pietà. Nel nome della pietà Egli opera per condannare, cioè, per produrre in noi il rimpianto per ciò che di male pensiamo, diciamo e facciamo. In nome della pietà Egli opera per perdonare, cioè, per espiare i nostri debiti morali. In nome della pietà, Egli opera per arricchire, cioè, per darci tutto ciò di cui abbisogniamo per resistere al male e per fare ciò che è giusto. In nome della pietà Egli opera per giudicare. Egli non sarà soddisfatto fino a quando anche il più piccolo peccato non sarà completamente sradicato da ogni singola cellula del cuore di ognuno dei suoi figli.

Quando possiamo osservare entrambe le facce della rabbia di Dio insieme e nello stesso momento? Sulla collina fuori dai cancelli della città dove Gesù attende. Lì é dove vediamo la giustizia e la pietà unirsi. Mentre Gesù attende, sopporta l’intero peso della giustizia della rabbia di Dio. Egli paga il prezzo richiesto dai nostri peccati. Sulla croce Gesù è diventato lo strumento della rabbia pietosa di Dio di cui ogni peccatore aveva bisogno. Ha comprato il nostro perdono.

Se Dio fosse incapace di provare rabbia, non ci sarebbe stata nessuna croce. Sta a noi aiutare coloro ai quali predichiamo pensare alla rabbia di Dio in una maniera più profonda, più biblica. Pensateci: nessuna rabbia, nessuna croce; nessuna croce, nessuna speranza di vittoria finale per il bene, per la pietà e per la giustizia. Ciò ci lascerebbe in un mondo dove il male esiste dentro di noi e fuori di noi, senza che noi possiamo fare nulla. Il mondo intero e tutti coloro che lo abitano finirebbero letteralmente all’Inferno e noi verremmo trascinati nella corsa senza alcuna possibilità di tirarci indietro. Saremmo al tempo stesso vittime e carnefici che vivono nell’Inferno separati da Dio e da tutto ciò che è giusto, guardando il buio diventare tenebra senza alcuna speranza di luce. Non esisterebbe nessuna speranza di redenzione, nessun messaggio per il quale varrebbe il tempo di prepararsi e pregare.

La rabbia è una delle più belle caratteristiche di Dio. Per i figli di Dio, la sua rabbia è un luogo di fulgida speranza. Poiché Egli è giustamente arrabbiato con il peccato tutti i giorni, possiamo stare tranquilli che tutto ciò che il peccato ha distrutto sarà risanato. Tutto ciò che il peccato ha piegato sarà disteso. Tutto quello che è andato nel verso sbagliato andrà nuovamente nel verso giusto. La rabbia di Dio ci assicura che tutte le cose avranno nuova vita.