Combattere L’incredulità del Risentimento
Da Libri e Sermoni Biblici.
Di John Piper
su Santificazione e Crescita
Una parte della serie Battling Unbelief
Traduzione di Porzia Persio
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Romani 12,17-21
Tutti devono imparare a gestire la propria ira
Mentre mi trovavo agli incontri di metà anno della Conferenza Generale Battista a Madison questa settimana, un pastore mi confidò di essere facilmente preda dell’ira e che a volte ne ha molta in sé, anche se all’apparenza non sembrerebbe. Il pastore parlava per molti. Per alcuni l’ira è come sigillata sotto un’apparente calma, ribolle dove nessuno riesce a vederla. Altri fanno subito capire con urla e schiamazzi di essersi adirati; altri ancora fremono paonazzi; alcuni tacciono risentiti, mentre ci sono quelli che diventano sarcastici e taglienti.
Ciascuno però deve imparare a gestirla in un modo o nell’altro - l’ira è un’esperienza universale, e il più delle volte non una buona. Mi rifaccio alle parole di Giacomo 1,19-20: “Sii lento all’ira, poiché l’ira dell’uomo non compie la giustizia di Dio”. Dovremmo imparare a essere lenti all’ira perché, quando si agisce frettolosamente, di solito ci si macchia d’ingiustizia. È semplicemente umano piuttosto che divino. Tuttavia sappiamo che non sempre l’ira è cosa cattiva. Gesù era uomo senza peccato, eppure in Marco 3,5 si dice: “Guardandoli tutt’intorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori”. Il Salmo 7,11 recita: ”Dio si adira ogni giorno”, e Paolo in Efesini 4,26 scrive: ”Adiratevi e non peccate”. Non sempre l’ira è cattiva, a volte è buona, giusta e necessaria.
In linea di principio però la Bibbia ci avverte dei pericoli dell’ira: “Sii lento all’ira, poiché l’ira dell’uomo non compie la giustizia di Dio” (Giacomo 1,19-20); “Deponete ira, collera e cattiveria” (Colossesi 3,8); “Sia rimosso da voi ogni risentimento, ira, cruccio, tumulto… con ogni malizia” (Efesini 4,31); “Ora le opere della carne sono manifeste: … contese, gelosie, ire…” (Galati 5, 19-20); “Chiunque si adira col fratello … sarà sottoposto al giudizio” (Matteo 5,22).
L’ira è grandemente pericolosa
Potete capire dall’ultimo avvertimento quanto l’ira sia pericolosa. Se attecchisce nei vostri cuori divenendo rancore o spietatezza può distruggervi. Questo è il punto della parabola di Gesù in Matteo 18 sul servo spietato: dopo che il re gli ha condonato il suo enorme debito, il servo si rifiuta di condonare quello piccolo di un amico, e dunque il re lo fa gettare in prigione per la sua crudeltà. Gesù chiude la parabola con l’avvertimento del versetto 35: “Così il mio Padre celeste farà pure a voi, se ciascuno di voi non perdona di cuore al proprio fratello”.
L’ira è grandemente pericolosa. Può sopraffare il vostro cuore, trasformarsi in rancore duraturo o in spietatezza, e il risultato sarà il giudizio di Dio. Gesù molto semplicemente dice in Matteo 6,15: “Se voi non perdonate agli uomini le loro offese, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre”. Per sentire il peso di tale avvertimento, dividiamolo in tre parti:
1) Nessuno salirà in Paradiso senza il previo perdono di Dio. Il Paradiso viene concesso soltanto ai peccatori perdonati. 2) Nessuno che non desideri perdonare, sarà perdonato. 3)Nessuno di coloro che non perdonano salirà in Paradiso.
Gesù riserva all’ira lo stesso trattamento della lussuria. Se non combatterete la lussuria, non andrete in Paradiso (Matteo 5,29). Se non perdonerete agli altri, non otterrete la gloria (Matteo 6,15).
La battaglia contro l’incredulità
È questa la salvezza tramite le opere? Questo ci insegna forse che dobbiamo guadagnarci la strada per il Paradiso? No. La salvezza ci viene per grazia mediante la fede (Efesini 2,8). Mentre l’opposto della salvezza, il giudizio, non è per grazia mediante la fede, bensì per opere (l’opposto della grazia) mediante l’incredulità (l’opposto della fede). Ecco quel che intendeva Gesù. Perciò, quando Gesù insegna che uno spirito spietato o risentito conduce al giudizio e non alla salvezza, intende dire che il risentimento è una specie di incredulità. E il modo per combatterla è combattere la battaglia della fede. La lotta contro il risentimento nei nostri cuori non è lo sforzo di aprirci la strada per il Paradiso. È la battaglia per credere alla Parola di Dio e riscuotere le promesse della sua grazia.
Tempo fa, nei miei giorni di seminario, Noël e io eravamo in un gruppo con venti altre coppie. Una sera discutevamo di perdono e ira, e una donna disse che non avrebbe potuto, né voluto, perdonare la propria madre per qualcosa che le aveva fatto da bambina. Parlammo dei comandamenti biblici sul perdono e sull’essere perdonati da Dio, ma lei era irremovibile. Così le dissi: “Lo sai, vero, di essere in pericolo mortale di finire all’inferno? Se non hai la volontà di perdonare a tua madre i suoi peccati verso di te, Dio non vorrà perdonare i tuoi peccati contro di lui. Nessuno di quelli che non perdonano sarà in Paradiso”. Quella donna però non era il tipo di persona che si sottomette facilmente alla Scrittura; era guidata dalle emozioni, e la forza della sua indignazione si giusticava semplicemente da sé. La ragione per cui era in pericolo di perdere la propria anima non era quella di non lavorare abbastanza per Dio, ma quella di non riporre fiducia nella volontà di Dio di lavorare abbastanza per lei.
La battaglia contro il risentimento è quella contro l’incredulità, mentre la pace, il sollievo e la gioia che sostituiscono ira e risentimento sono la pace e la gioia che in Romani 15,13 si dice esplicitamente derivino dal credere nel Dio della speranza.
Quattro modi di combattere il risentimento combattendo l’incredulità
Quel che dunque voglio fare questa mattina è proporre quattro modi di combattere il risentimento combattendo l’incredulità. Se ora Dio dà potere alla propria Parola, vi saranno grandi risultati: il vostro cuore sarà liberato dal fardello del risentimento; almeno da parte vostra, i vostri rapporti con gli altri verranno risanati; un ulteriore ostacolo potrà essere rimosso da un’autentica testimonianza a Cristo, e Dio sarà grandemente onorato della vostra fiducia.
1) Non ignorate il buon consiglio del Dottore
Il primo modo di combattere l’incredulità del risentimento è molto semplice: considerate buon consiglio quel che il Dottore vi dice. Se il Grande Medico dice: “Deponete l’ira”, non ignorate il consiglio. Tenetelo a mente e decidete di serbarvelo. È quel che si fa se ci si fida del proprio dottore. Ascoltate la storia della lotta di Leroy Eims contro l’ira. Ecco qui un leader cristiano che ha scoperto che il segreto sta nel seguire gli ordini del dottore:
Subito dopo esser diventato cristiano, fui … sfidato ad applicare personalmente gli insegnamenti della Bibbia come parte del mio studio settimanale. Uno dei primi libri da studiare fu la lettera di Paolo ai Colossesi. Mentre studiavo il capitolo 3, lo Spirito Santo catturò la mia attenzione: “Ma ora deponete anche voi tutte queste cose: ira, collera, cattiveria, maldicenza e parlare disonesto” (Colossesi 3,8). Cercai di passare oltre questo versetto, ma lo Spirito mi riportava alle parole “deponete l’ira” (versione di re Giacomo). All’epoca avevo un temperamento collerico, e quando m’infiammavo, prendevo a sbattere il pugno contro la porta. Nonostante il fatto che spesso mi sanguinassero le nocche e che in un’occasione avessi completamente distrutto il bellissimo anello di onice e diamanti dono di mia moglie, non riuscivo a trattenermi. Eppure questa era la Parola di Dio: “Deponete l’ira”. Mi fu chiaro che quello non era soltanto un buon consiglio dato alle genti di Colossi secoli addietro. Era Dio che in quel momento parlava a me. Così quella settimana conclusi un accordo con Dio. Egli mi aveva parlato del mio peccato d’ira e io promisi a Dio che avrei fatto qualcosa a riguardo… Il primo passo fu quello di memorizzare il versetto e ripassarlo ogni giorno per diverse settimane [Il consiglio del dottore non viene ignorato. Lo riponete seriamente nella testa e nel cuore se avete fiducia in lui]. Pregai e chiesi al Signore di richiamare quel versetto alla mia mente se fossi incappato in una situazione in cui fossi stato tentato di adirarmi. Chiesi anche a mia moglie di pregare per me e ricordarmi quel passo se mi avesse visto fallire nella mia promessa al Signore. Così Colossesi 3,8 divenne parte della mia vita, e gradualmente il Signore rimosse da me quel peccato (L’arte perduta del discepolato, pp.78 e sgg.).
Dunque il primo modo di combattere il risentimento combattendo l’incredulità è di credere alla bontà del consiglio del Dottore. Se vi riporrete la vostra fiducia, vi darete pena di serbarlo nella mente e nel cuore. Non lo ignorerete, né lo respingerete.
2) Abbiate a cuore il perdono di Dio
Il secondo modo di combattere l’incredulità del risentimento è di avere realmente a cuore il perdono di Dio. Sottoliniamo l’espressione “avere a cuore”. Paolo dice in Efesini 4,32: “Siate benigni e misericordiosi gli uni verso gli altri, perdonandovi a vicenda, come anche Dio vi ha perdonato in Cristo”. In altre parole, ottenere il perdono di Dio dovrebbe avere un effetto prorompente sul nostro concedere perdono, senza rancore e risentimento. Come può il perdono rendervi inclini a perdonare? Rispondiamo: con la fede nell’ottenimento del perdono, credendo che saremo perdonati. Eppure quella donna che diciotto anni fa non voleva perdonare la propria madre, credeva di essere stata perdonata. Il peccato di rancore non scuoteva la sua sicurezza. Che cosa c’è di sbagliato in tutto questo? L’errore sta nel fatto che la donna non sapeva che cosa sia la vera fede salvifica. La fede salvifica non consiste semplicemente nel credere di essere perdonati. La fede salvifica significa credere che il perdono di Dio è qualcosa di meraviglioso! La fede salvifica guarda all’orrore del peccato e poi alla santità di Dio, e crede nella portentosa bellezza e ineffabile gloria del perdono di Dio. La fede nel perdono di Dio non vuol soltanto dire “averla scampata”. Significa la sicurezza che questa è la cosa più preziosa del mondo. Ecco perché uso l’espressione “avere a cuore”. La fede salvifica ha a cuore il perdono di Dio.
E ci ricolleghiamo alla battaglia contro il risentimento. Continuate pure a nutrire rancore, se la vostra fede significa semplicemente “scamparla”. Ma se la fede significa riverire il perdono di Dio, allora non nutrirete più rancore. Amerete la pietà. È la vostra vita. Combatterete quindi il risentimento combattendo per la fede che riverisce il perdono che Dio vi concede per i vostri peccati.
3) Confidate nel trionfo della giustizia di Dio
Il terzo modo di combattere l’incredulità del risentimento è aver fiducia nel trionfo della giustizia di Dio. Una delle cause del risentimento è sentire di aver subito un torto da qualcuno. Possono aver detto cose false su di voi, o avervi derubato, o tradito, deluso, respinto. Sentite non soltanto che non meritavate di essere feriti, ma che chi l’ha fatto dovrebbe essere punito, e potreste anche aver ragione. Sapendovi nel giusto, vi arrovellerete nell’ingiustizia. La ripercorrerete di continuo nella mente, vi consumerà. Penserete a che cosa avreste dovuto dire per mettere a tacere quelle persone, penserete a che cosa dovreste fare per mostrare agli altri come sono veramente. Ora Dio non si compiace di tale risentimento. E la ragione di ciò è perché esso deriva dall’incredulità nella certezza del trionfo della giustizia di Dio. In Romani 12,19 si dice: “Miei cari, non fate le vostre vendette, ma lasciate posto all’ira di Dio, poiché sta scritto: ‘A me la vendetta, io renderò la retribuzione, dice il Signore’”.
Quel che il testo dice è che Dio ha promesso egli stesso di ripagare tutti i torti in perfetta misura. La sua giustizia trionferà. Nessun torto è sfuggito alla sua attenzione. Egli ne vede la malvagità meglio di quanto potreste voi, lo odia molto più di quanto lo odiereste voi, e proclama il diritto alla vendetta. Credete a questa promessa? Riponete fiducia nel fatto che Dio regolerà i vostri conti più equamente di quanto voi potreste mai fare? Se ci credete, dice il testo, smetterete di assaporare la vendetta. La lascerete a Dio, e sarete liberi di rendere bene per male e benedire coloro che vi perseguitano (Romani 12,14-20). La battaglia contro risentimento e vendetta è la battaglia contro l’incredulità nella promessa di Dio di vendicarci quando sarà il momento, e far trionfare la giustizia (Salmo 37,6). Se crederemo che manterrà tale promessa, e che agirà meglio di quanto potremmo noi, allora faremo quel che I Pietro 2,23 disse di Gesù. Nessuno fu più perseguitato di Gesù. Nessuno fu trattato più ingiustamente. Nessuno subì più torti, nessuno fu più respinto. E nessuno fu più innocente. Che cosa faceva dunque quando il suo cuore si colmava di sdegno morale?
Oltraggiato, non rispondeva con oltraggi; soffrendo, non minacciava, ma si rimetteva nelle mani di colui che giudica giustamente.
E dunque rimetteva la propria indignazione a Dio. Perché? Perché era divenuto uno di noi, e ci dimostrava che la vendetta è di Dio e che la giustizia trionferà. In tale sicurezza Gesù non permise mai che alcun peccaminoso risentimento colmasse il suo cuore. E noi neppure dovremmo. Il modo per combattere il risentimento è credere che la vendetta appartiene a Dio e che egli ripagherà. Chi porta rancore, dubita del Giudice.
4) Confidate nel fatto che è scopo di Dio volgerla a vostro beneficio
Infine, il modo di combattere l’incredulità del risentimento è confidare nel fatto che scopo di Dio è di volgere la causa della vostra ira a vostro beneficio. I Pietro 1,6-7 dice: “Per qualche tempo dovete essere afflitti da varie prove, affinché la prova della vostra fede, che è molto più preziosa dell’oro che perisce anche se vien provato col fuoco, risulti a lode, onore e gloria nella rivelazione di Gesù Cristo”. In altre parole, Dio ci sottopone nella vita a prove che possono scatenare la nostra ira. Se così non fosse, non sarebbero prove. Ma la ragione per cui lo fa è per provare la nostra fede, come l’oro è provato dal fuoco. Ciò significa che la battaglia contro il risentimento nel mezzo della prova non è nient’altro che la battaglia contro l’incredulità. Guarderemo alla sovrana bontà di Dio e crederemo che opera per il nostro bene nel fuoco della prova? O ci arrenderemo all’incredulità e lasceremo che il risentimento si accresca?
Conclusione
Tiriamo dunque le conclusioni sui quattro punti di come combattere l’incredulità del risentimento:
1) Credete al buon consiglio del Grande Medico. Se dice: “Deponete l’ira”, non ignorate il consiglio. Tenetelo a mente e serbatevelo. 2) Credete che sarete perdonati e che il perdono di un Dio infinitamente santo è cosa meravigliosa. 3) Credete che la vendetta appartiene a Dio, che egli ripagherà coloro che agiscono nel male. 4) Credete che lo scopo di Dio in tutte le vostre prove è di volgere la causa della vostra ira a vostro beneficio.