I sei doni della resurrezione

Da Libri e Sermoni Biblici.

Versione delle 20:04, 5 giu 2013, autore: Pcain (Discussione | contributi)
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English: Six Gifts of the Resurrection

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Di John Piper su Resurrezione di Cristo

Traduzione di Manola D'Alessandro

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Domenica di Pasqua

1 Corinzi 15, 12-20

Ora, se si annuncia che Cristo è risorto dai morti, come possono alcuni di voi dire che non vi è resurrezione dei morti? Se non vi è resurrezione dei morti, neanche Cristo è risorto! Ma se Cristo non è risorto, allora la nostra predicazione è vana, vana è anche la vostra fede. Noi, poi, risultiamo falsi testimoni di Dio, perché abbiamo testimoniato contro Dio il fatto che egli abbia risuscitato Cristo mentre di fatto non lo ha risuscitato, se è vero che i morti non risorgono. Se infatti i morti non risorgono, neanche Cristo è risorto; ma se Cristo non è risorto, vana è la vostra fede e voi siete ancora nei vostri peccati. Perciò anche coloro che sono morti in Cristo sono perduti. Se noi abbiamo avuto speranza in Cristo soltanto per questa vita, siamo da commiserare più di tutti gli uomini. Ora, invece, Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti.

La scorsa settimana ho ricevuto una telefonata da una rivista che mi ha chiesto di scrivere un breve articolo su come amare Dio per quello che è e non per quello che ci dona. Ho risposto: “Credo di sapere cosa voglia dire. È come nel matrimonio: non si dovrebbe sposare una donna per i suoi soldi. La si dovrebbe sposare per ciò che è, non per i suoi averi. Lo stesso vale per Dio: dovremmo amarlo per quello che è, non per i benefici materiali che potrebbe donarci”.

“Ma devo chiarire”, ho continuato, “affinché capisca, che non minimizzo lo sforzo di Dio di soddisfare i miei desideri. Non vedo differenza tra un Dio che vive per glorificare il suo valore e un Dio che vive per soddisfare il desiderio del mio cuore. Infatti, l'essenza della mia teologia”, ho detto, “e il centro vitale del mio ministero è questo: Dio è tanto più glorificato in me quando io sono più soddisfatto in lui. Quindi, ogni volta che lo vedo impegnato nella Bibbia a soddisfare la mia anima, lo vedo impegnato a glorificare il proprio nome. Per me, la più grande novità di tutto il mondo è che Dio ha progettato un universo in cui la centralità di Dio in Dio è il fondamento della mia gioia infinita”.

Indice

I nostri desideri e la centralità di Gesù

Così, mi hanno detto che dovevo andare avanti e scrivere l'articolo. Ma il motivo per cui ho cominciato a farlo è perché è così importante per quello che vedo accadere in questo passo delle Scritture, in particolare nei versetti 12-20. Vedo Paolo predicare la buona novella che la resurrezione di Gesù soddisfa sei dei nostri bisogni e desideri più profondi. Ma nel fare questo, non ci pone al centro. Egli pone Gesù al centro, e Dio che lo ha resuscitato dai morti.

Questa mattina, la mia preghiera per noi è che dovremmo tutti sentire questi sei desideri che credo siano radicati in ogni cuore umano, e che vediate il Cristo risorto e vivente come risposta a questi desideri, e che così facendo siate soddisfatti in lui e lui sia glorificato in voi.

Ora non ho inventato questi desideri né li ho presi da un qualsiasi libro. Provengono direttamente da questo testo. Lasciate che vi mostri come mi si siano rivelati.

“Se Cristo non fosse risorto...

Paolo dice che sei cose cadrebbero in frantumi se Cristo non fosse risorto dai morti. Poi il versetto 20 rovescia l'intero paragrafo: “Ma ora Cristo è stato risuscitato dai morti”. Quindi diamo un'occhiata a queste sei cose.

  1. Versetto 14: “Ma se Cristo non è risuscitato, è dunque vana la nostra predicazione”. Ma poiché Cristo è risorto, la nostra predicazione non è vana.
  2. Versetto 14: “... ed è vana anche la vostra fede”. Ma poiché Cristo è risorto, la nostra fede non è vana.
  3. Versetto 15: Ma se Cristo non è risuscitato, “ci troveremo ad essere falsi testimoni di Dio, poiché abbiamo testimoniato di Dio, che egli ha risuscitato Cristo”. Ma poiché Cristo è risorto, gli apostoli non sono falsi testimoni dell'opera di Dio.
  4. Versetto 17: “Ma se Cristo non è stato risuscitato, vana è la vostra fede, voi siete ancora nei vostri peccati”. Ma poiché Cristo è risorto, non siamo ancora nei nostri peccati.
  5. Versetto 18: Se Cristo non è stato risuscitato, allora “quelli che dormono in Cristo sono perduti”. Ma poiché Cristo è risorto, i morti in Cristo non sono perduti.
  6. Versetto 19: Se Cristo non è stato risuscitato, allora “noi siamo i più miserabili di tutti gli uomini”. Ma poiché Cristo è risorto, noi non siamo miserabili.

Presentare il negativo in termini positivi

Ma quello che mi ha permesso di andare avanti, e ciò che mi ha mostrato la buona novella che sei dei miei desideri più profondi sono stati soddisfatti qui dalla resurrezione di Gesù, è stato quando ho cercato di tornare indietro e riaffermare ciascuna di queste sei inversioni in termini positivi. Finora abbiamo usato i termini negativi: “non predicare invano... fede vana... ecc.”. Ora dobbiamo vedere ciò che Dio ha fatto veramente per noi risuscitando Gesù dai morti. Lo vediamo quando trasformiamo tutte queste cose negative in positive.

Ho intenzione di cambiare l'ordine in questo periodo perché quando la resurrezione comincia a soddisfare le nostre esigenze, c'è una sorta di modello che si adatta alla nostra esperienza. Voglio seguire quel modello mentre guardiamo al soddisfacimento di ciascuno dei nostri desideri.

1. Siamo perdonati per i nostri peccati

In primo luogo, dal versetto 17, invece di dire negativamente che non siamo ancora nei nostri peccati, possiamo dire con soddisfazione che a causa della risurrezione siamo perdonati per i nostri peccati.

Ho posto questo prima come necessità di base e desiderio dei nostri cuori, perché se Dio ci porta rancore per i nostri peccati - e noi tutti abbiamo peccato! - allora non c'è speranza di avere altro da Dio. Il fondamento di ogni altra benedizione di Dio è che Dio non ci rinfaccerà i nostri peccati. Tutto dipende dal perdono.

Come viene collegata la risurrezione al nostro perdono? Non è la morte di Gesù che toglie il nostro peccato, perché egli ha portato i nostri peccati e ha preso il nostro giudizio (1 Corinzi 15:3)? Sì. Ma la connessione con la resurrezione è molto importante. Romani 4:25 dice così. "È stato messo [a morte] per i nostri peccati ed è stato risuscitato per la nostra giustificazione”.

Questo significa che con la sua morte ha pagato la pena per i nostri peccati e ha acquistato la nostra assoluzione, la nostra giustificazione, il nostro perdono. E dal momento che l'opera compiuta dalla croce è stata così completa e quella della nostra giustificazione così decisiva, Dio ha risuscitato Gesù dai morti per convalidare il nostro perdono e per rivendicare la giustizia di suo Figlio, e per celebrare l'opera di giustificazione.

Tutti noi in questa stanza, questa mattina, abbiamo bisogno del perdono, e nel profondo, anche quando non ci pensiamo, lo desideriamo ardentemente. Noi desideriamo essere accettati da Dio. Temiamo l'alienazione della nostra colpa. Ma Paolo dice, che poiché Cristo è risorto dai morti, non siamo più nei nostri peccati. Questo è il desiderio primo e fondamentale dei nostri cuori.

2. La nostra fede è ben fondata

In secondo luogo, dal versetto 14, invece di dire negativamente che la nostra fede non è vana, possiamo dire positivamente che, a causa della resurrezione la nostra fede è ben fondata. O, per dirla in modo più personale, a causa della resurrezione di Gesù c'è qualcuno di cui possiamo fidarci assolutamente.

Credo che nel profondo del cuore di ogni persona ci sia il desiderio di qualcuno su cui si possa contare nella buona e nella cattiva sorte. Qualcuno che è assolutamente affidabile. Qualcuno che, se riponiamo la fede in lui, non sarà invano. Egli non vi deluderà. Egli sarà sempre lì. Noi lo vogliamo, perché siamo fatti per questo. Dio ha posto l'uomo e la donna nel giardino di Eden per glorificare Dio affidandosi a lui per tutto quello di cui avevano bisogno.

Questa necessità non è mai cambiata, malgrado il peccato. E ora che non siamo più nei nostri peccati, anche questo desiderio è soddisfatto dalla resurrezione di Gesù. La morte di Gesù dimostra il suo amore per noi, e la resurrezione dimostra il suo potere su tutti i nemici della vita. E così c'è qualcuno su cui poter contare. Qualcuno di assolutamente affidabile. Qualcuno che non vi deluderà. Gesù è vivo per potersi fidare di lui. "Questa vita nella carne, io la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me”. (Galati 2,20).

3. Gli Apostoli predicano ciò che è vero

In terzo luogo, dal versetto 15, invece di dire negativamente che gli apostoli non sono dei falsi testimoni dell'opera di Dio, possiamo dire positivamente che, a causa della resurrezione, gli apostoli predicano ciò che è vero. Non sono falsi testimoni di Dio. Essi sono sinceri.

Ai nostri giovani viene insegnato (e a molti di noi è stato insegnato) che non esiste una verità assoluta, qualcosa che è vero sempre e ovunque che la gente lo sappia o le piaccia. È raro che un adolescente oggi abbia il coraggio e l'indipendenza di dire, per esempio, durante una lezione di educazione sessuale nella scuola superiore che il sesso prima del matrimonio è sbagliato - sbagliato per tutti, non solo per quelli che pensano che sia sbagliato. L'omosessualità è sbagliata, sbagliata per tutti e non solo per quelli che pensano che sia sbagliata.

Senza la convinzione che ci siano verità assolute che possano essere condivise e che sono alla base della società, si finirà nell'anarchia, dove ognuno fa ciò che è giusto ai propri occhi. Pertanto, la necessità di verità è un profondo bisogno dell'anima umana e della società umana. E Gesù è venuto nel mondo per dire: "Io sono la via, la verità e la vita" (Giovanni 14:6). E poi è risorto dai morti per rivendicare la sua affermazione. Gesù ha il diritto di dirci cosa è assolutamente vero, perché nella resurrezione Dio ha dimostrato che lui è assolutamente vero.

4/5. Siamo da invidiare

In quarto e quinto luogo, dal versetto 19, invece di dire negativamente che non siamo da compiangere, possiamo dire positivamente che, a causa della resurrezione, siamo da invidiare. La nostra predicazione non è vana - è completa, significativa, valida, importante, rilevante.

Se Cristo non è risorto, allora vivere per lui, fare quello che dice, seguire la sua volontà è una grande illusione. Dovremmo essere compatiti come pazzi che vivono di allucinazioni. Ma poiché egli è risorto ed è vivo e regna come re per sempre, tutta la nostra obbedienza, tutto il nostro amore, tutto il nostro sacrificio non è solo il non essere compatiti, ma è decisamente invidiabile. "Infatti, il momentaneo, leggero peso della nostra tribolazione ci procura una quantità smisurata ed eterna di gloria al di là di ogni confronto" ha detto Paolo (2 Corinzi 4:17).

E c'è in ognuno di noi il desiderio che la nostra vita sia ben spesa, che la nostra vita conti qualcosa, che abbia significato e utilità, che non arriviamo alla fine dei nostri giorni e diciamo che era tutto vano, vuoto, senza scopo, inutile, insignificante - pietoso.

Paolo lo sa. Ecco perché termina l'intero capitolo sulla resurrezione (v. 58) con le parole: "Perciò, fratelli miei carissimi, rimanete saldi e irremovibili, progredendo sempre più nell'opera del Signore, sapendo che la vostra fatica non è vana nel Signore”.

Non vana! Questo è il desiderio della nostra vita. O Signore, fa che non sia sprecata. Permettimi di non morire e dire: "L'ho sprecata!" Non deve essere così. Cristo è risorto e tutto quello che è fatto in suo nome - con la sua forza e per la sua gloria - non è vano. È invidiabile. Significativo. Prezioso. Eterno.

6. Coloro che si sono addormentati sono vivi

Infine, vi è il desiderio di vivere per sempre nella gioia. Di non arrivare a una fine vuota dopo una vita piena e preziosa. Di non diventare nulla, o peggio, dannati. E così Paolo dice nel versetto 18 che poiché Cristo è risorto, coloro che si sono addormentati in lui - coloro che sono morti nella fede - non sono morti. Oppure sicuramente, sono vivi. Vivranno per sempre. Vivono come vive Cristo. Entreranno nella gioia del loro Signore.

La novella più grande in tutto il mondo

La novella più grande in tutto il mondo è che Dio e suo Figlio sono più glorificati in voi quando più soddisfatti si è in loro. E per rendere ciò vero, Dio ha risuscitato suo Figlio Gesù dai morti affinché regni per sempre.

Nel risuscitarlo dai morti:

Perciò, questa mattina, vi esorto con tutto il cuore a innalzare la vostra anima e a cantare con i cori in terra e in cielo:

Degno è l'Agnello che è stato ucciso e ci ha redento a Dio con il suo sangue, per ricevere potenza e ricchezza, sapienza e forza, onore, gloria e benedizione. Amen.