Essere Amati Da Cristo
Da Libri e Sermoni Biblici.
Di John Piper su l'Amore di Dio
Traduzione di Susanna Giubileo
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Giovedì Santo
Vangelo secondo Giovanni, 13:1
Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine.
L'Amore di Cristo per Paolo
Vorrei che tutti noi ci fermassimo a riflettere un paio di minuti su cosa significhi essere amati da Cristo. Vorrei poter trovare le parole che possano adeguatamente trasmettervi la sensazione di essere amati da Dio che provò l'apostolo Paolo. Sentite come ne parla in questo passo:
La vita che vivo ora nella carne, la vivo nella fede nel *Figlio di Dio il quale mi ha amato e ha dato sé stesso per me. (Lettera ai Galati, 2:20)
La sua intera esistenza non fu altro che la sperimentazione continua di cosa significasse essere amati dal Figlio di Dio; cosa volesse dire poter contare sull'amore di Gesù in qualsiasi momento.
In un altro passo, Paolo dice:
L'amore del Cristo ci costringe. (Seconda lettera ai Corinzi, 5:14)
Essere amato da Dio era la forza trainante che guidava la sua vita. Ogni volta che faceva un passo falso, era l'amore di Cristo a contenerlo, trattenerlo e riportarlo sulla via della verità.
Essere amato di Gesù Cristo era la verità più inscalfibile della sua vita. Era il pilastro incrollabile di una vita immersa nella sofferenza. Era ciò che rese assolutamente indistruttibile la fede di Paolo in Dio.
Chi ci condannerà? (Chiese Paolo). Cristo Gesù è colui che è morto, sì, ed è risuscitato dai morti, che sta alla destra di Dio e che invero intercede per noi. Chi ci separerà dall'amore di Cristo? Sarà forse la tribolazione, lo sconforto, la persecuzione, la fame, o la nudità, il pericolo o la spada? Com'è scritto: "Per amor di te siamo messi a morte tutto il giorno; siamo stati considerati come pecore da macello." Ma, in tutte queste cose, noi siamo più che vincitori, in virtù di colui che ci ha amati.
Quando Paolo conobbe le miserie della vita e si sentì minacciato, come un agnello mandato al macello, non indicò mai la propria angoscia come la prova di non essere più amato da Cristo. Invece, sbatté quell'amore in faccia ai propri guai e affermò: "Voi non potete separarmi da questo immenso amore. Anzi, questo amore che mi arriva dal Figlio di Dio mi renderà trionfante nell'angoscia!"
Essere amati da Gesù Cristo è qualcosa di letteralmente indescrivibile. È un sentimento più profondo di quanto noi possiamo figurarci. E oh, quanto Paolo desiderava che anche noi lo sperimentassimo come lui! Ricordate la sua preghiera per noi nella Lettera agli Efesini (3:18-19)?
(...) siate resi capaci di abbracciare con tutti i santi quale sia la larghezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità dell’amore di Cristo e di conoscere questo amore che sorpassa ogni conoscenza, affinché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio.
Paolo ha virtualmente paragonato l'amore di Dio all'essere colmati dalla pienezza di Dio. Essere amati da Dio vuol dire essere ricolmi di Dio.
Lo straordinario amore di Gesù per i suoi
Dunque, ciò che voglio fare è prendere questo singolo verso dallo scorso Giovedì sera e presentarlo davanti a voi, con la preghiera che vi aiuti a comprendere cosa voglia dire essere amati da Gesù Cristo.
Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine.
In primo luogo, notate a chi rivolge il proprio amore: "avendo amato i suoi (...) li amò fino alla fine."
"Egli chiama le sue pecore una per una e le conduce fuori." "Il buon pastore offre la vita per le pecore." (Vangelo secondo Giovanni, 10:3, 11, 27). "Nessuno ha amore più grande di quello di dare la sua vita per i suoi amici" (Vangelo secondo Giovanni, 15:13). "Non prego solo per questi, ma anche per quelli che per la loro parola crederanno in me" (Vangelo secondo Giovanni, 17:20).
"I suoi." "Le sue pecore." "I suoi amici." "Quelli che credono."
Ecco qualcosa di assai prezioso e potente, in grado di cambiare la vita. L'amore di Gesù per i suoi, per le sue pecore, per i suoi amici, per quelli che credono è superiore all'amore che ha dimostrato al mondo; quello in grado di nutrire gli affamati, sanare gli infermi e recare ai poveri la buona novella.
In questo versetto Giovani desidera che a chi fa parte de "I suoi", le sue pecore, i suoi amici, venga rivelato qualcosa di unico ed esclusivo. Non è un caso che l'amore di Gesù per la Chiesa sia paragonato a quello di un marito per la propria moglie nella Lettera agli Efesini (5). Perché il rapporto che Dio ha con i suoi è qualcosa di più intimo dell'amore che sente in generale per il resto del mondo.
C'è un tipo di affetto che si può provare per tutti gli uomini e tutte le donne; ma quando si recitano i voti, giurando di restare fedeli a una persona al di sopra di ogni altra, e di amarla e rispettarla in ricchezza e povertà, nel bene e nel male, in salute e in malattia, finché morte non vi separi, quel legame diviene simile a quello di Gesù nei confronti dei suoi; le sue pecore, i suoi amici, la sua sposa.
Se credete in Gesù Cristo, non pensiate che l'amore che prova per voi corrisponda all'amore che ha nei confronti del mondo. Immaginatevi piuttosto un amore che cattura, tiene stretti, unisce, rispetta e difende. Pensate a un matrimonio tra voi e lui in cui egli abbia giurato un amore per voi che è salvifico, purificante e glorioso. E ricordate le parole del Salmo 89:34: "Non violerò il mio patto e non muterò quanto ho promesso".
Meditate, in questi ultimi giorni della Settimana Santa, quale preziosa verità sia insita nelle parole "i suoi". "Avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine."
La lunghezza e la profondità dell'amore di Gesù
Infine, dunque, meditate sui due tempi del suo amore: "Avendo amato (...) li amò fino alla fine." Questa mattina, meditando su quelle due frasi, sono giunto a una conclusione:
Ci ha amato in vita e come nella morte. Ci ha amato nella prosperità come nell'avversità. Ci ha amato con la parola, il pane e le mani e ci ha amato con il sangue, il dolore e la morte. Ci ha amato ampiamente, nel corso della nostra esistenza, e intensamente nella profondità dell'anima.
Siamo portati a credere che qualcuno ci ama quando questi soddisfa due criteri: se, ossia, resta al nostro fianco a lungo andare nel tempo, e se resta al nostro fianco anche quando sarebbe più facile mollare. Questi sono i criteri che ho trovato illustrati in quel versetto: avendoci amato nel corso degli anni (dimostrandosi paziente nei confronti dei nostri peccati e delle nostre incomprensioni) egli ora ci ama in modo incondizionato, talmente in profondità da offrirsi di patire per noi.
Questo è ciò a cui agogniamo, ed è ciò a cui ci porta la fede: fare l'esperienza di essere amati, con un amore duraturo; non effimero, insicuro o volubile, ma costante, solido, stabile. Questo amore non è solo esteso; non solo dura a lungo nel tempo, ma è anche intenso. Noi tutti aneliamo ad essere amati in modo radicale, profondo, eccessivo, appassionato.
E la Parola ci dice: "avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine." Un amore tanto profondo quanto duraturo.
Che Dio ci conceda la capacità di comprendere, insieme a tutti i santi, qual è la larghezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità dell’amore di Cristo, e di conoscere questo amore che sorpassa ogni conoscenza, affinché siamo ricolmi di tutta la pienezza di Dio.