Potete venire a Dio, chiunque voi siate
Da Libri e Sermoni Biblici.
Di Scott Hubbard su Santificazione e Crescita
Traduzione di Susanna Giubileo
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Poche menzogne più di questa hanno impedito ai peccatori di venire a Dio, che fosse per la prima volta o che fosse dopo un terribile crollo di fede: io costituisco l'eccezione alle promesse di Dio.
Potrete anche sapere e professare che Gesù offre la remissione dei peccati. Potreste assistere a centinaia di testimonianze che attestano la Sua Grazia, trionfale nel salvare gli altri. Può darsi che sentiate il desiderio bruciante di venire a Lui. Eppure, da qualche parte negli angoli più remoti della vostra anima, nel subconscio, i dubbi vi trattengono: "Mi avvicinerei volentieri a Gesù, ma...
- "Sono troppo debole per essere fedele fino alla fine."
- "I miei peccati sono troppo deplorevoli."
- "Ho dubitato troppe volte della sua Grazia."
- "Il mio cuore si è indurito troppo."
- "Ho vissuto troppo a lungo nella finzione."
- "La mia fede è troppo fievole."
Questi pensieri sono comprensibili. Ma sono anche nocivi. Il diavolo non cessa mai d'imprigionare i peccatori più disperati in muri di silenzio, dietro sbarre fatte di dubbio: "Ma io..." Il concetto di eccezione è la sua specialità.
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Chiunque Crede
Il signore Gesù combatte contro quelle insinuazioni diaboliche.
Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna. (Vangelo secondo Giovanni, 3:16)
Chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita. (Vangelo secondo Giovanni, 5:24)
In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna. (Vangelo secondo Giovanni, 6:47)
Chi crede in me, anche se muore, vivrà (Vangelo secondo Giovanni, 11:25)
A cosa si riferisce la parola "Chi"; la parola "Chiunque"? Chi sono i beneficiari di tali promesse? Sono i peccatori: i giovani e i vecchi, gli ignobili e i moderati, i riservati e gli spudorati, quelli che si sono convertiti recentemente e quelli che sono stati perdonati, ma non ancora purificati dalla gloria di Dio... In poche parole, tutti i peccatori. Chiunque voi siate, siete pronti a credere in Dio. Non ci sono eccezioni.
Forse avrete già sentito parlare di tutto questo. Forse avrete già provato a tenere conto di questo tipo di promesse, ma lancinanti sensi di colpa e un avversario implacabile le hanno continuamente fatte apparire fuori della vostra portata. Per qualche ragione, potreste ascoltare Gesù sottolineare la parola ' chiunque ' chissà quante volte ed essere comunque dubbiosi: "Ma io..."
Gesù ne è consapevole. Per questo, oltre alle sue promesse, ci ha dato i suoi segni.
In mezzo agli Invalidi
Vi siete mai chiesti come mai Gesù ha guarito così tante persone così spesso? Se era venuto ad annunciare la buona novella, cosa che in effetti fece (Vangelo secondo Luca, 4:43), perché passare tanto tempo in mezzo a donne febbricitanti, uomini consumati dalla malattia, bambini morenti, folle infette? In parte, perché guarire i malati era il suo segno distintivo: dimostrare ciò che altrimenti crederemmo impossibile (Vangelo secondo Marco, 2:9--11). Prendiamo ad esempio uno scenario tipico tratto dal Vangelo di Luca:
Al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi affetti da varie malattie li condussero a lui. Ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva. (Vangelo secondo Luca, 4:40)
Tutti quelli che avevano (ogni tipo di) infermi. Affetti da varie malattie. E Gesù guarì ciascuno di loro. La malattia si dissolse nelle mani del Figlio di Dio; quale che fosse il malore; chiunque ne fosse afflitto.
Alcune persone tra la folla si saranno chieste, mentre aspettavano il proprio turno: "Certo, ho visto la compassione e la potenza di Gesù. Ma saprà guarire la mia malattia? Sono stato malato per così tanto tempo. Le altre persone presenti non sembrano poi tanto gravi paragonate a me. E se il mio male fosse incurabile? " In tal caso, Gesù mise a tacere ogni dubbio. Il cieco riguadagnò la vista. Il sordo poté udire di nuovo. I paralitici camminarono. Gli indemoniati tornarono sani di mente. Non importa chi fossero.
Non vi è mai stato giorno, né vi sarà mai, in cui Gesù non ha saputo guarire chi si presentasse davanti a lui.
Dimenticate Voi Stessi
Assistendo alla guarigione dei malati (di tutti i malati) da parte di Gesù, la parola chiunque diventa più vivida, più efficace. E così anche la parola crede. "Chi crede ha la vita eterna" (Vangelo secondo Giovanni, 6:47). Cosa vuol dire credere?
Capiamo subito credere non vuol dire "Fare riferimento a sé stessi e alla propria certezza che Dio ci salverà." Questo concetto è senza dubbio assurdo; eppure in molti sono convinti che bisogna andare all'incessante ricerca di qualcosa che riesca a convincerci che "D'accordo, forse Dio può salvarmi."
Ogni volta che proviamo a imbarcarci in tale ricerca, siamo come lebbrosi che, osservando la propria pelle deteriorarsi, sperano che questo basti perché Cristo la guarisca. Niente sulla pelle del lebbroso faceva presagire che Cristo potesse curarlo. Assolutamente niente. La sua unica speranza era di dimenticare sé stesso e cercare, ferite infette e tutto, le uniche mani che avrebbero potuto guarirlo.
Finché orienterete il vostro sguardo verso voi stessi anziché al di fuori di voi stessi (ossia finché vi concentrerete suoi vostri peccati invece di concentrarvi sulla grazia e la potenza di Dio), avrete ben motivo di pensare che voi siete l'eccezione. La fede, tuttavia, insegna di seguire l'esempio del lebbroso: dimenticate voi stessi, ignorate le scuse, tenete conto delle promesse di Dio quando i sensi di colpa vi assalgono; sperate anche quando sembra impossibile; gridate a Dio: "Signore, se vuoi, puoi purificarmi!" (Vangelo secondo Luca, 5:12).
Sì, Ma Cristo...
Nessuno sguardo che sia rivolto verso sé stessi può farci sperare in Cristo; se lo ha mai fatto, è stato perché non eravamo particolarmente concentrati. Senza Lui, tutti noi (nessuno escluso) siamo destinati a sprofondare nell'abisso dello sconforto.
Perciò, se vogliamo una fede destinata a durare, dobbiamo resistere ogni tentazione che ci fa pensare "Ma io" per ribattere con convinzione: "Sì, ma Cristo..."
- "Ma io sono troppo debole per essere fedele a Gesù". "Sì, ma Cristo ci dà la forza."
- "Ma io ho vissuto nell'ipocrisia." "Sì, ma Cristo perdona anche agli ipocriti."
- "Ma il mio cuore si è indurito troppo." "Sì, ma Cristo ci ha promesso un cuore nuovo."
- "Ma la mia fede è troppo fievole." "Sì, ma Cristo salverà gli uomini dalla poca fede come salverà gli uomini dalla grande fede."
Di certo, credere ci apre le porte a un mondo fatto di amare il proprio prossimo, nutrirsi della parola di Dio, servire la comunità pastorale, distruggere i propri peccati e tener fede (in modo crescente seppur discontinuo) a tutti gli altri comandamenti di Cristo. Ma la forza di percorrere tali sentieri, e di essere perdonati dopo ogni caduta, proviene da una sola fonte: dalla fede in Dio.
E dunque, chiunque voi siate, non lasciate che nulla vi impedisca di credere in Gesù; che sia per la prima volta o tutto daccapo. Non importa quanto ostinati, torbidi, blasfemi, ignominiosi, devastanti siano i vostri peccati. Ascoltate la promessa di Gesù Cristo: "Chi crede ha la vita eterna" (Vangelo secondo Giovanni, 6:47). Chiunque crede: compresi voi.