Quattro concetti fondamentali per finire bene
Da Libri e Sermoni Biblici.
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Versione corrente delle 18:51, 18 mar 2015
Di Jerry Bridges
su Perseveranza dei Santi
Una parte della serie 2007 National Conference
Traduzione di Francesca Macilletti
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2007 Conferenza Nazionale
Le seguenti annotazioni sono state prese durante il messaggio.
Quattro concetti fondamentali per finire bene
Paolo ha resistito fino alla fine; Demetrio, per quanto ne sappiamo, no (2 Timoteo 4,7-10), anche se era un suo collaboratore (Filemone 1,24). Questo è una riflessione virtuosa perché così tanti di noi sono ancora molto giovani. Finire bene non è garantito per nessuno di noi, solo la grazia di Dio lo è. Come possiamo, come Paolo, resistere grazie a essa?
1) Tempo quotidiano di comunione personale con Dio. Deve trattarsi di una impegno quotidiano, altrimenti ci ritroveremmo ad andare alla deriva in un'altra direzione. Demetrio era innamorato di questa presenza nel mondo. Il nostro tempo con Dio dovrebbe costruire in noi l'affetto per Colui che distrugge le tentazioni che ci spingono ad amare questo mondo. È utile avere un piano, ma esso deve dirigerci verso Dio.
2) Appropriazione quotidiana del Vangelo. Il Vangelo è per i peccatori. Prima di spendere del tempo nella comunione con Dio, dobbiamo andare a Lui con l'atteggiamento del pubblicano che prega “Abbi pietà di me, che sono un peccatore” e confida che solo Dio può renderci giusti. Solo questo può darci la fiducia per avvicinarci a Lui ed esserne in comunione.
Se non ci appropriamo del Vangelo, allora inizieremo a basare la nostra spiritualità sulle nostre prestazioni, cosa che ci porterà verso l'orgoglio o la disperazione. Ma ricordare a noi stessi, quotidianamente, che siamo peccatori e che, per la grazia di Dio, siamo stati rivestiti della giustezza di Cristo, ci doterà di vera e pura motivazione per continuare a seguire Gesù e rinunciare al desiderio di amare questo mondo. Dobbiamo lavorare duro non per guadagnare l'approvazione di Dio, ma perché l'abbiamo già.
3) Impegnatevi quotidianamente a Dio come fosse un sacrificio vivente. Romani 12,1. Il sacrificio presente nel Vecchio Testamento a cui Paolo allude è stato eseguito quotidianamente dai sacerdoti. Porta lo stesso significato su nuove sante alleanze. I nostri corpi ci sono stati prestati da Dio e dobbiamo riconsacrarci quotidianamente a Lui. Proprio come Paolo ha chiesto aiuto a Filemone (Filemone 1,8-10) anche se aveva il diritto di dargli degli ordini, egli chiede aiuto anche a noi per donarci Dio. La completa meraviglia della misericordia di Dio dovrebbe indurci a donarlo spontaneamente e questo è quello che faremmo se ci crogiolassimo quotidianamente nel Suo amore.
4) Una ferma convinzione nella sovranità e amore di Dio. Lamentazioni 3,37-38. La vita è piena di dolore, a causa di circostanze naturali dell'ostilità degli altri. Ma Dio regna su tutte queste cose malvagie e – attraverso la fede – possiamo rendere grazie per esse. Dio le utilizza per conformarci all'immagine di Cristo e non ci lascerà o abbandonerà mai. Il Vangelo e le promesse di Dio non falliranno mai, né ci verranno tolti.