Altri 5 segnali che glorifichi te stesso

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{{info|5 More Signs You Glorify Self}}<br> La scorsa settimana abbiamo osservato 5 modi in cui il perseguire la glorificazione di se stessi influenza il proprio ministero. Eccovi altri 5 segnali di avvertimento da tenere in considerazione nel tentativo di perseguire la saggezza e la santità. Possa Dio utilizzare anche questi segni per innalzare il tuo cuore e indirizzare il tuo ministero. L'autoglorificazione ti porterà a: '''6. Preoccuparti troppo poco di quello che la gente pensa di te.''' Se pensi di essere arrivato, sei talmente sicuro di te che semplicemente non ritieni che gli altri possano giudicare i tuoi pensieri, idee, azioni, parole, progetti, obiettivi, atteggiamenti o iniziative. Non credi davvero di aver bisogno di aiuto. Fai da solo quello che andrebbe fatto in gruppo. E quando lavori in gruppo, tendi a circondarti di persone fin troppo impressionate da te o fin troppo eccitate dall'essere state coinvolte, che non farannno altro che dirti di "sì". Hai dimenticato chi sei e di cosa ahi bisogno di giorno in giorno, secondo il tuo Salvatore. Vivi in una situazione pericolosa sia per te stesso, che per il tuo ministero. '''7. Evitare di affrontare e ammettete i tuoi peccati, le tue debolezze e i tuoi fallimenti.''' Perché alcuni di noi si preoccupano o si agitano, quando vengono confrontati? Perché alcuni di noi attivano il loro “avvocato” interiore, innalzandolo a loro difesa? Perché alcuni di noi ribaltano le situazioni, ricordando agli altri che noi non sono i soli peccatori presenti? Perché discutiamo delle ovvietà&nbsp;e contestiamo le interpretazioni altrui? Ci comportiamo così,&nbsp;perché siamo convinti di essere più meritevoli degli altri. Le persone orgogliose non accettano un amorevole avvertimento, un rimprovero, un confronto, una critica, né una responsabilità. E quando falliscono sono molto bravi nel costruirsi ragioni plausibili, che quello che hanno detto o fatto è dovuto a&nbsp;tensioni nella situazione o nei rapporti. Sei pronto ad ammettere le tue debolezze? Sei disposto a confessare i tuoi fallimenti davanti a Dio e ad altri? Sei incline ad affrontare le tue fragilità con umiltà? Ricordati che, se anche un collega del ministero, con i suoi occhi o le sue orecchie, dovesse mai venire a conoscenza di un tuo peccato, una tua debolezza o un tuo fallimento, ciò&nbsp;non rappresenterebbe né una scocciatura, né un'intereferenza nel tuo ministero e non verrebbe mai visto come un oltraggio. Si tratta sempre della grazia. È perché&nbsp;Dio ti ama che ti ha messo in quella comunità di fede e rivelerà i tuoi bisogni spirituali a coloro che ti circondano, per far sì che siano i Suoi strumenti di persuasione, aiuto e conversione. '''8. Contrastare le benedizioni altrui.''' L'autoglorificazione è sempre alla base dell’invidia. Sei invidioso delle benedizioni che altri ricevono, in quanto li ritieni meno degni di te. Dal momento che ti consideri più lodevole, non puoi fare a meno di infuriati quando altri ottengono ciò che meriteresti tu e ti è quasi impossibile non agognare e bramare quello di cui godono loro ingiustamente. Con questa invidiosa autoglorificazione stai addirittura accusando Dio di essere ingiusto e scorretto. Senza rendertene conto, comincerai tranquillamente a dubitare della Sua saggezza, della Sua imparzialità e della Sua bontà. Penserai che non sia stato gentile con te, come meritavi. E tutto ciò comincerà a privarti dell'incentivo per agire nel modo giusto, in quanto non farà alcuna differenza. È&nbsp;fondamentale riconoscere che il passo tra l’invidia e l’amarezza è breve. Ecco perché l’invidioso Asaf, in Salmo 73:13, grida: “Invano dunque ho purificato il mio cuore, e ho lavato le mie mani nell’innocenza!" Sta dicendo: "ho obbedito, e questo è quello che ho ottenuto?" Poi scrive: "Quando il mio cuore era amareggiato e io mi sentivo trafitto internamente, ero insensato e senza intelligenza, io ero di fronte a te come una bestia". Che immagine di parole --- una bestia amara! Ho incontrato molti pastori amareggiati, uomini convinti di aver subito avversià<span style="line-height: 1.5em;">&nbsp;che davvero non meritavano. Ho incontrato molti pastori risentiti, che invidiavano i ministeri altrui e che avevano perso la motivazione e la gioia. Ho incontrato molti pastori che sono arrivati a dubitare della bontà di Dio. E nel momento del bisogno, di solito, non ci rivolgiamo in cerca d'aiuto a chi abbiamo finito per mettere in discussione.</span> '''9. Essere più propenso a sistemarti, piuttosto che all'assoggettarti.&nbsp;''' L'autoglorificazione ti renderà sempre più propenso verso il ruolo, il potere, e la posizione, piuttosto che all'assoggettamento al volere del Re. Questo lo si può osservare&nbsp;nella vita dei discepoli. Gesù non li chiamò a sé per avverare i loro piccoli desideri di dominio, ma per accoglierli come destinatari e strumenti di un regno migliore. Ciò nonostante, per colpa del loro orgoglio, hanno perso di vista il nocciolo della questione. Erano tutti troppo concentrati a capire chi sarebbe stato il più importante nel regno. Non potrai mai adempiere alla tua vocazione di ambasciatore e desiderare il potere e il ruolo di re. Il tendere a una posizione ti porterà a essere un politico, quando dovresti essere un pastore. Ti porterà a richiedere assistenza, quando dovresti essere tu disposto ad assistere. Ti porterà a esigere che altri facciano ciò che tu non sei disposto a fare. Ti porterà a richiedere privilegi, quando dovresti essere disposto a rinunciare ai tuoi diritti. Ti porterà a pensare troppo a quale effetto hanno le cose su di te, anziché&nbsp;pensare a come si riflettono su Cristo. Ti porterà a stabilirti da solo le tue priorità, piuttosto che gioire nel sottometterti alle priorità di un Altro. L'autoglorificazione trasforma coloro che sono stati scelti e chiamati per essere ambasciatori, in sedicenti re. '''10. Controllare il ministero, piuttosto che delegarlo.''' Quando sei superbo e troppo sicuro di te, tendi a considerarti la persona più abile all'interno del tuo ministero. Ti sarà, quindi, difficile riconoscere e stimare i talenti donati da Dio agli altri e, così facendo, difficilmente renderai il tuo ministero un processo comunitario. Apprezzarsi più del dovuto, porta sempre a guardare gli altri dall'alto in basso. L’umiltà personale e il bisogno ti porteranno a scovare e a tenere in considerazione i doni e i contributi degli altri. I pastori che pensano di essere arrivati, tendono a vedere il delegare come una perdita di tempo. Nei loro cuori pensano: ''perché dovrei passare a un altro quello che posso fare io meglio''? L'orgoglio pastorale rovina la condivisione del ministero e il ministero fondamentale del corpo di Cristo. '''Rammarico personale e rimorso''' Devo ammettere di aver scritto questi ammonimenti per rammarico personale e rimorso. Per colpa della spaventosa autoglorificazione, in diversi momenti del mio minister, sono caduto in tutte queste trappole. Ho dominato, quando avrei dovuto ascoltare. Ho controllato, quello che avrei dovuto dare agli altri. Sono stato sulla difensiva, quando avrei avuto un disperato bisogno di essere rimproverato. Ho respinto l’aiuto, quando avrei dovuto gridare per ottenerlo. Sono stato troppo sicuro delle mie opinioni e troppo sprezzante dei punti di vista altrui. Mi rattristisco ripensando ai miei innumerevoli anni di ministero, ma io non sono avvilito. Perché nonostante tutte le mie debolezze, Dio con la Sua straordinaria grazia mi ha salvato e rigenerato più e più volte. Mi ha progressivamente liberato da me stesso (lavoro che è ancora in corso). Essendo stato combattuto tra il mio regno e quello di Dio, sono stato miracolosamente utile nelle vite di molti altri. Con amore, Lui ha faticato ad ammaccare e deturpare la mia gloria, per far sì che la Sua diventasse il mio piaciere. Ha saccheggiato il mio regno, cosicché il Suo diventasse la mia gioia. E ha schiacciato sooto i suoi piedi la mia corona, affinché implorassi di essere ambasciatore e non bramassi di essere re. In questa impetuosa misericordia c'è speranza per tutti. Nostro Signore non è solo in cerca del successo del tuo ministero, ma si sta anche adoperando per detronizzarti. Solo quando il Suo trono sarà più importante del tuo, proverai gioia nell'eseguire i difficili e umili compiti del ministero evangelico. La Sua grazia non diminuirà, fino a quando i nostri cuori saranno completamente conquistati dalla Sua gloria. Ecco una buona notizia!
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La scorsa settimana abbiamo osservato 5 modi per perseguire la gloria di se stessi che si adatta al vostro ministero. Qui, ci sono più di 5 segnali d’avvertimento per voi da considerare nel tentativo di perseguire la saggezza e la santità. Che Dio utilizzi questi segni supplementari per innalzare il vostro cuore e riindirizzare il vostro ministero.  
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Per perseguire la gloria di se stessi:  
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'''6. Curate troppo poco quello che la gente pensa di voi.'''  
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Se pensate di essere arrivati, siate così sicuri di voi stessi da non pensare affatto che gli altri dovrebbero giudicare i vostri pensieri, le vostre idee, le vostre azioni, le vostre parole, i vostri progetti, i vostri obiettivi, i vostri atteggiamenti, o le vostre iniziative. Non credete davvero di aver bisogno di aiuto. Voi fate solo quello che dovrebbe essere fatto in un gruppo. E se lavorate con un gruppo, tenderete a circondarvi di persone che sono fin troppo colpiti da voi, troppo euforici da stare tra voi, e che li sarà difficile dirvi qualcosa, ma "sì" a voi. Avete dimenticato chi siete e che cosa il vostro Salvatore dice di aver bisogno quotidianamente. Voi vivete in un luogo di pericolo sia personale che del ministero.  
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'''7. Resistete, affrontate e ammettete i vostri peccati, le vostre debolezze e i vostri fallimenti.'''  
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Perché nessuno di noi diventa sconvolto o teso quando si trova faccia a faccia ad un’altra persona? Perché nessuno di noi attiva il proprio “avvocato” interiore e lo innalza a propria difesa? Perché nessuno di noi ribalta la situazione e ricorda all'altra persona che noi non siamo i soli peccatori presenti? Perché discutere sui fatti o controversie dovute all'interpretazione di un'altra persona? Facciamo tutte queste cose perché siamo convinti che noi siamo più corretti di un'altra persona. Popolo fiero di non cogliere segnali d’amore, il rimprovero, il confronto, la critica, o la responsabilità. E se non riescono, sono molto bravi a formulare ragioni plausibili su quello che hanno detto o ha determinato delle tensioni nella situazione o nel rapporto.  
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Siete veloci ad ammettere la debolezza? Siete pronti ad affrontare i vostri fallimenti davanti a Dio e agli altri? Siete pronti ad affrontare le vostre debolezze con umiltà? Ricordate, se gli occhi o le orecchie di un ministero partner non vedono o sentono mai il vostro peccato, la debolezza, o il fallimento, non è mai un problema, non è mai un’interruzione del ministero, e non dovrebbe mai essere vista come un’offesa. E' sempre la grazia. Dio ti ama, ti ha messo in questa comunità di fede, e lui rivelerà i bisogni spirituali a coloro che vi circondano in modo che possano essere i suoi strumenti di convinzione, di salvezza e di trasformazione.  
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'''8. Lotta contro la benedizione degli altri.'''  
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La gloria di se stessi è sempre alla base dell’invidia. Voi invidiate le benedizioni degli altri perché li sentite meno meritevoli di voi. E perché vedete voi stessi come più meritevoli, è difficile per voi non essere infuriati quando essi ottengono ciò che voi meritereste, ed è quasi impossibile per voi non desiderare e bramare ciò di cui essi ingiustamente godono. E’ in voi l’invidiosa gloria di voi stessi, voi state accusando addirittura Dio di essere ingiusto e sleale. In un certo senso, voi potrete non esserne a conoscenza, voi iniziate a stare bene, dubitando della saggezza di Dio, della giustizia e della bontà. Non pensi che sia stato gentile con voi nel modo che meritate. Questo comincia a privarti della motivazione di fare ciò che è giusto, perché non sembra fare alcuna differenza. E 'importante riconoscere che il passo è breve tra l’invidia e l’amarezza. Ecco perché l’invidioso Asaf grida nel Salmo 73:13: “Invano dunque ho purificato il mio cuore, e ho lavato le mie mani nell’innocenza! Sta dicendo: "Ho obbedito, e questo è ciò che ottengo?" Poi scrive: "Quando la mia anima era amareggiata, quando ero compunto nel cuore, ero brutale e ignorante, io ero come una bestia davanti a te." Che immagine della parola --- una bestia amara!  
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Ho incontrato molti pastori amari, gli uomini convinti di aver subito disagi che davvero non meritavano. Ho incontrato molti pastori amari, invidiosi dei ministeri degli altri, che hanno perso la loro motivazione e la loro gioia. Ho incontrato molti pastori che sono arrivati a dubitare della bontà di Dio. E non tendono ad affrettarsi per aiutare, nel momento del bisogno, qualcuno che è arrivato ad avere dei dubbi.  
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'''9. Essere più orientati alla posizione che alla sottomissione'''  
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La gloria di se stessi ti renderà sempre più orientato verso il posto, il potere, e la posizione che alla sottomissione della volontà del re. Osservate questo nella vita dei discepoli. Gesù non li aveva chiamati a sé per far sì che gli obbiettivi del piccolo regno vengano raggiunti, ma per accoglierli come destinatari e strumenti di un regno migliore. Eppure, nel loro orgoglio, hanno perso d’importanza. Erano tutti troppo concentrati sulla questione su chi sarebbe stato il più grande nel regno.  
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Non si può mai soddisfare la vostra vocazione di ambasciatori e la volontà di potere e di posizione di un re. L’orientamento della posizione ti porterà ad essere un politico quando dovreste essere un pastore. Dovreste richiedere servizio quando dovreste essere disposti a servire. E vi farà esigere da altri ciò che non sarete disposti a fare da soli. E vi porterà a chiedere privilegi quando dovreste essere disposti a rinunciare ai vostri diritti. E vi porterà a pensare troppo su come le cose vi influenzano, piuttosto che a pensare di come le cose si rifletteranno su Cristo. E vi porterà a stabilire l'ordine del giorno, piuttosto che trovare l’entusiasmo di sottoporvi all'ordine del giorno di un Altro. La gloria di se stessi trasforma coloro che sono stati scelti e chiamati ad essere ambasciatori in sedicenti re.  
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'''10. Controllo del ministero piuttosto che della delegazione del ministero.'''  
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Quando voi siete pieni di voi stessi, quando siete troppo sicuri di voi, voi tendete a pensare di essere la persona più capace nell’ambito del vostro ministero. Voi fate fatica a riconoscere e stimare i doni ricevuti degli altri, e perché li fate, voi trovate difficile fare del ministero un processo di comunità. Pensando a voi stessi più di quanto dovreste, guardando sempre verso il basso gli altri.  
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L’umiltà personale e di bisogno vi porterà a cercare e a stimare i doni e i contributi degli altri. I pastori che pensano di essere arrivati, tendono a vedere la delega come una perdita di tempo. Nei loro cuori pensano, ''Perché dovrei dare ad un altro ciò che avrei potuto fare meglio io''? L'orgoglio pastorale rovinerà il ministero condiviso e l’essenziale ministero del corpo di Cristo.  
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'''Il dolore personale e il rimorso'''  
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E 'importante per me dire che ho scritto queste precauzioni per il dolore personale e il rimorso. Nella scioccante gioia di me stesso, io sono caduto, in un momento nel mio ministero, in tutte quelle trappole. Ho dominato quando avrei dovuto ascoltare. Ho controllato quello che avrei dato agli altri. Sono stato difensivo quando avevo un disperato bisogno di essere rimproverato. Ho respinto l’aiuto quando avrei dovuto gridare per ottenerlo. Sono stato troppo sicuro delle mie opinioni e troppo sprezzante di quelle altrui.  
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Mi rattristisco quando rifletto sui miei molti anni di ministero, ma io non sono depresso. Perché in tutta la mia debolezza, il Dio della straordinaria grazia mi ha salvato e rigenerato più volte. Mi ha progressivamente aiutato a liberarmi (un lavoro che è in corso). E essendo combattuto tra il regno di sé e il regno di Dio, che mi ha miracolosamente usato nella vita di molti altri. In amore, ha lavorato per intaccare e deturpare la mia gloria in modo che la sua gloria sarebbe stata la mia gioia. Egli ha saccheggiato il mio regno per far sì il suo regno sarebbe stato la mia gioia. E lui ha schiacciato la mia corona sotto suoi piedi per far sì che io diventassi un ambasciatore e non avrei avuto bisogno di essere un re.  
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In questa misericordia violenta, c'è speranza per tutti. Il vostro Signore non è solo dopo il successo del vostro ministero tanto quando lavora per detronizzarvi. Solo quando il suo trono è più importante del vostro, troverete la gioia di eseguire il compito difficile e umiliante del vangelo del ministero. E non cederete la sua grazia fino a quando i nostri cuori siano stati completamente catturati con la sua gloria. Questa è una buona notizia!  
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Versione delle 10:24, 5 apr 2013

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Di Paul Tripp su Il Ministero Pastorale

Traduzione di Antonella Frappampina


La scorsa settimana abbiamo osservato 5 modi in cui il perseguire la glorificazione di se stessi influenza il proprio ministero. Eccovi altri 5 segnali di avvertimento da tenere in considerazione nel tentativo di perseguire la saggezza e la santità. Possa Dio utilizzare anche questi segni per innalzare il tuo cuore e indirizzare il tuo ministero. L'autoglorificazione ti porterà a: 6. Preoccuparti troppo poco di quello che la gente pensa di te. Se pensi di essere arrivato, sei talmente sicuro di te che semplicemente non ritieni che gli altri possano giudicare i tuoi pensieri, idee, azioni, parole, progetti, obiettivi, atteggiamenti o iniziative. Non credi davvero di aver bisogno di aiuto. Fai da solo quello che andrebbe fatto in gruppo. E quando lavori in gruppo, tendi a circondarti di persone fin troppo impressionate da te o fin troppo eccitate dall'essere state coinvolte, che non farannno altro che dirti di "sì". Hai dimenticato chi sei e di cosa ahi bisogno di giorno in giorno, secondo il tuo Salvatore. Vivi in una situazione pericolosa sia per te stesso, che per il tuo ministero. 7. Evitare di affrontare e ammettete i tuoi peccati, le tue debolezze e i tuoi fallimenti. Perché alcuni di noi si preoccupano o si agitano, quando vengono confrontati? Perché alcuni di noi attivano il loro “avvocato” interiore, innalzandolo a loro difesa? Perché alcuni di noi ribaltano le situazioni, ricordando agli altri che noi non sono i soli peccatori presenti? Perché discutiamo delle ovvietà e contestiamo le interpretazioni altrui? Ci comportiamo così, perché siamo convinti di essere più meritevoli degli altri. Le persone orgogliose non accettano un amorevole avvertimento, un rimprovero, un confronto, una critica, né una responsabilità. E quando falliscono sono molto bravi nel costruirsi ragioni plausibili, che quello che hanno detto o fatto è dovuto a tensioni nella situazione o nei rapporti. Sei pronto ad ammettere le tue debolezze? Sei disposto a confessare i tuoi fallimenti davanti a Dio e ad altri? Sei incline ad affrontare le tue fragilità con umiltà? Ricordati che, se anche un collega del ministero, con i suoi occhi o le sue orecchie, dovesse mai venire a conoscenza di un tuo peccato, una tua debolezza o un tuo fallimento, ciò non rappresenterebbe né una scocciatura, né un'intereferenza nel tuo ministero e non verrebbe mai visto come un oltraggio. Si tratta sempre della grazia. È perché Dio ti ama che ti ha messo in quella comunità di fede e rivelerà i tuoi bisogni spirituali a coloro che ti circondano, per far sì che siano i Suoi strumenti di persuasione, aiuto e conversione. 8. Contrastare le benedizioni altrui. L'autoglorificazione è sempre alla base dell’invidia. Sei invidioso delle benedizioni che altri ricevono, in quanto li ritieni meno degni di te. Dal momento che ti consideri più lodevole, non puoi fare a meno di infuriati quando altri ottengono ciò che meriteresti tu e ti è quasi impossibile non agognare e bramare quello di cui godono loro ingiustamente. Con questa invidiosa autoglorificazione stai addirittura accusando Dio di essere ingiusto e scorretto. Senza rendertene conto, comincerai tranquillamente a dubitare della Sua saggezza, della Sua imparzialità e della Sua bontà. Penserai che non sia stato gentile con te, come meritavi. E tutto ciò comincerà a privarti dell'incentivo per agire nel modo giusto, in quanto non farà alcuna differenza. È fondamentale riconoscere che il passo tra l’invidia e l’amarezza è breve. Ecco perché l’invidioso Asaf, in Salmo 73:13, grida: “Invano dunque ho purificato il mio cuore, e ho lavato le mie mani nell’innocenza!" Sta dicendo: "ho obbedito, e questo è quello che ho ottenuto?" Poi scrive: "Quando il mio cuore era amareggiato e io mi sentivo trafitto internamente, ero insensato e senza intelligenza, io ero di fronte a te come una bestia". Che immagine di parole --- una bestia amara! Ho incontrato molti pastori amareggiati, uomini convinti di aver subito avversià che davvero non meritavano. Ho incontrato molti pastori risentiti, che invidiavano i ministeri altrui e che avevano perso la motivazione e la gioia. Ho incontrato molti pastori che sono arrivati a dubitare della bontà di Dio. E nel momento del bisogno, di solito, non ci rivolgiamo in cerca d'aiuto a chi abbiamo finito per mettere in discussione. 9. Essere più propenso a sistemarti, piuttosto che all'assoggettarti.  L'autoglorificazione ti renderà sempre più propenso verso il ruolo, il potere, e la posizione, piuttosto che all'assoggettamento al volere del Re. Questo lo si può osservare nella vita dei discepoli. Gesù non li chiamò a sé per avverare i loro piccoli desideri di dominio, ma per accoglierli come destinatari e strumenti di un regno migliore. Ciò nonostante, per colpa del loro orgoglio, hanno perso di vista il nocciolo della questione. Erano tutti troppo concentrati a capire chi sarebbe stato il più importante nel regno. Non potrai mai adempiere alla tua vocazione di ambasciatore e desiderare il potere e il ruolo di re. Il tendere a una posizione ti porterà a essere un politico, quando dovresti essere un pastore. Ti porterà a richiedere assistenza, quando dovresti essere tu disposto ad assistere. Ti porterà a esigere che altri facciano ciò che tu non sei disposto a fare. Ti porterà a richiedere privilegi, quando dovresti essere disposto a rinunciare ai tuoi diritti. Ti porterà a pensare troppo a quale effetto hanno le cose su di te, anziché pensare a come si riflettono su Cristo. Ti porterà a stabilirti da solo le tue priorità, piuttosto che gioire nel sottometterti alle priorità di un Altro. L'autoglorificazione trasforma coloro che sono stati scelti e chiamati per essere ambasciatori, in sedicenti re. 10. Controllare il ministero, piuttosto che delegarlo. Quando sei superbo e troppo sicuro di te, tendi a considerarti la persona più abile all'interno del tuo ministero. Ti sarà, quindi, difficile riconoscere e stimare i talenti donati da Dio agli altri e, così facendo, difficilmente renderai il tuo ministero un processo comunitario. Apprezzarsi più del dovuto, porta sempre a guardare gli altri dall'alto in basso. L’umiltà personale e il bisogno ti porteranno a scovare e a tenere in considerazione i doni e i contributi degli altri. I pastori che pensano di essere arrivati, tendono a vedere il delegare come una perdita di tempo. Nei loro cuori pensano: perché dovrei passare a un altro quello che posso fare io meglio? L'orgoglio pastorale rovina la condivisione del ministero e il ministero fondamentale del corpo di Cristo. Rammarico personale e rimorso Devo ammettere di aver scritto questi ammonimenti per rammarico personale e rimorso. Per colpa della spaventosa autoglorificazione, in diversi momenti del mio minister, sono caduto in tutte queste trappole. Ho dominato, quando avrei dovuto ascoltare. Ho controllato, quello che avrei dovuto dare agli altri. Sono stato sulla difensiva, quando avrei avuto un disperato bisogno di essere rimproverato. Ho respinto l’aiuto, quando avrei dovuto gridare per ottenerlo. Sono stato troppo sicuro delle mie opinioni e troppo sprezzante dei punti di vista altrui. Mi rattristisco ripensando ai miei innumerevoli anni di ministero, ma io non sono avvilito. Perché nonostante tutte le mie debolezze, Dio con la Sua straordinaria grazia mi ha salvato e rigenerato più e più volte. Mi ha progressivamente liberato da me stesso (lavoro che è ancora in corso). Essendo stato combattuto tra il mio regno e quello di Dio, sono stato miracolosamente utile nelle vite di molti altri. Con amore, Lui ha faticato ad ammaccare e deturpare la mia gloria, per far sì che la Sua diventasse il mio piaciere. Ha saccheggiato il mio regno, cosicché il Suo diventasse la mia gioia. E ha schiacciato sooto i suoi piedi la mia corona, affinché implorassi di essere ambasciatore e non bramassi di essere re. In questa impetuosa misericordia c'è speranza per tutti. Nostro Signore non è solo in cerca del successo del tuo ministero, ma si sta anche adoperando per detronizzarti. Solo quando il Suo trono sarà più importante del tuo, proverai gioia nell'eseguire i difficili e umili compiti del ministero evangelico. La Sua grazia non diminuirà, fino a quando i nostri cuori saranno completamente conquistati dalla Sua gloria. Ecco una buona notizia!