Per il mio bene?
Da Libri e Sermoni Biblici.
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Versione corrente delle 15:53, 11 apr 2011
Di R.C. Sproul
su l'Afflizione
Una parte della serie Tabletalk
Traduzione di Filadelfio Caserta
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Nel 1993 mia moglie ed io siamo rimasti coinvolti in uno storico deragliamento di un treno. La collisione del Sunset Limited contro un’ insenatura della Mobile Bay ha causato la morte di un numero di passeggeri di gran lunga superiore ad ogni altro incidente che ha visto coinvolta la Amtrak nel corso della storia. Siamo sopravvissuti a quello spaventoso incidente, ma non senza aver riportato un trauma permanente. Il deragliamento ha causato, in mia moglie, la nascita di una forma d’ansia permanente che le rendeva difficile il riuscire a dormire su un treno durante la notte. Per quanto riguarda me, il deragliamento mi ha lasciato una ferita alla schiena che ha richiesto quindici anni di trattamento e di terapia per guarire. Malgrado ciò, dalle cicatrici lasciate dal trauma abbiamo appreso una profonda lezione sulla provvidenza di Dio. Ovviamente, in questo caso la provvidenza di Dio si è rivelata, nei nostri confronti, di una benevolenza benigna. Inoltre, ci ha mostrato un incancellabile significato della amorevole misericordia di Dio. Dal momento che siamo convinti che la provvidenza di Dio è un’espressione della Sua assoluta sovranità su ogni cosa, sarei portato a credere che una conclusione logica di una tale convinzione sarebbe la fine di ogni ansia.
Tuttavia, non è sempre così. Certo, Egli stesso ha dato istruzioni ai Suoi discepoli e, per estensione, alla chiesa di non essere in ansia per nessun motivo. La sua consapevolezza della fragilità umana, espressa dalle nostre paure, veniva manifestata mediante la frase più famosa che Egli pronunciava in presenza dei Suoi amici: “Non abbiate paura.” Inoltre, siamo creature che, malgrado la nostra fede, sono inclini all’ansia e, a volte, persino alla malinconia.
In qualità di giovane studente e di giovane cristiano, ho lottato contro la malinconia e ho chiesto consiglio ad uno dei miei mentori. Quando gli ho parlato della mia lotta interiore, lui ha risposto: “In questo momento stai sperimentando la mano pesante del Signore sulla tua spalla”. Non ho mai considerato l’idea che la mano di Dio potesse esercitare una pressione verso il basso sulla mia spalla o che potesse indurmi a lottare in questo modo. Sono arrivato al punto di pregare affinché Dio togliesse la Sua pesante mano dalla mia spalla. Dopo un po’, Egli mi ha accontentato e mi ha liberato dalla malinconia e da buona parte della mia ansia.
In un’altra occasione stavo discutendo con un amico e gli ho parlato di alcune delle paure che mi tormentavano. Egli ha risposto: “Pensavo che credessi nella sovranità di Dio”. “Ci credo,” gli ho detto "ed è questo il mio problema". La mia risposta lo ha spiazzato e, successivamente, gli ho spiegato che ne so abbastanza su ciò che la Bibbia insegna riguardo alla provvidenza divina e alla Sua sovranità da sapere che la provvidenza sovrana di Dio implica anche la sofferenza e il dolore per il Suo popolo. Il fatto che siamo accuditi da un Dio sovrano la cui provvidenza è benevola non esclude la possibilità che egli possa sottoporci a periodi di prove e tribolazioni che possono essere terribilmente dolorosi. Sebbene io confidi nella Parola di Dio e nel fatto che, nel corso di tali esperienze, Egli mi darà il conforto della Sua presenza e la certezza della mia finale liberazione nella gloria, allo stesso tempo so che la via dell’afflizione e del dolore può essere difficile da sopportare.
Il senso di conforto che ho provato dall'essere consapevole dell'esistenza della provvidenza divina si mescola, a volte, con la consapevolezza che la Sua provvidenza potrebbe causarmi delle sofferenze. Non aspetto di vivere l’esperienza del dolore con vertiginosa impazienza. Al contrario, ci sono giorni in cui è necessario che sia io che gli altri stringiamo i denti e sopportiamo le difficoltà di ogni giorno. Inoltre, non ho domande da fare riguardo all’esito di tale afflizione e, in aggiunta a ciò, allo stesso tempo so che esistono delle afflizioni che mi testeranno fino ai limiti della mia fede e della mia resistenza. Quel tipo di esperienza rende più semplice comprendere la tensione tra la fiducia nella provvidenza sovrana di Dio e la nostra stessa lotta contro l’ansia.
In Romani 8:28, un passo che per molti di noi è uno dei preferiti, si afferma che "Del resto, noi sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio, che sono stati chiamati secondo il Suo disegno" (NKJV). Non esiste un altro testo che, come quello appena citato, dimostri così chiaramente e meravigliosamente la bellezza della provvidenza sovrana di Dio. Nel testo non si afferma che tutto quello che ci succede, considerato in e da esso stesso, è positivo; al contrario, si afferma che tutti gli eventi che hanno luogo lavorano insieme per il nostro bene. È questo il piano principale della provvidenza redentrice di Dio. Egli tira fuori il bene dal male. Tira fuori la gloria dalla sofferenza. Tira fuori la gioia dall’afflizione. Questa, per noi, rappresenta una delle verità ricavate dalla Sacre Scritture ed è la più difficile in cui credere. Ho affermato più di una volta che è facile credere in Dio, ma è di gran lunga più difficile credere a Dio. Aver fede vuol dire vivere una vita di fiducia nelle Parola di Dio.
Mentre cerco di superare il travaglio che segue la vita da questo lato della gloria, non passa giorno senza che io sia costretto a rivedere il testo Romani 8:28 e a ricordare a me stesso che ciò che sto sperimentando sembra cattivo, sa di cattivo, è cattivo. Malgrado ciò, il Signore ricorre a tutto ciò per il mio bene. Se Dio non fosse stato sovrano, non sarei mai giunto a questa confortante conclusione – sarei costantemente vulnerabile alla paura e all'ansia senza avere nessun conforto significativo. La promessa fatta da Dio che ogni cosa lavora per il bene di coloro che Lo amano è un qualcosa che deve non soltanto penetrare nelle nostre menti, ma anche scorrere nelle nostre vene, in modo da diventare un principio solido come una roccia in base al quale poter vivere la propria vita.
Ritengo che questo fatto rappresenti la base sulla quale si stabilisce il frutto dello Spirito della gioia. Questa è la base che permette al cristiano di rallegrarsi anche quando attraversa periodi di dolore ed ansia. Non siamo stoici chiamati a mostrarsi irremovibili riguardo a qualche concetto nebuloso di fato; al contrario, siamo quelli che devono rallegrarsi perché Cristo ha prevalso in questo mondo. È proprio quella verità e certezza a darci sollievo da tutte le nostre ansie.